STONE SOUR – Un drink? No grazie, sono una rockstar!

Pubblicato il 06/09/2006 da


Che cavolo c’entra il film “Bowfinger” con gli Stone Sour? E perchè diavolo una intervista ha un titolo tanto stupido? Tutto ebbe inizio nella edizione duemilasei del padre dei festival italiani, l’amato-odiato Gods, di cui tutti parlano male ma a cui molti non riescono proprio a rinunciare. Chi scrive è nel retropalco per scambiare quattro chiacchere con gli Stone Sour, nella fattispecie con il vice-Taylor, l’altro ‘knot della formazione, il bel tenebroso Jim Root. Dopo qualche ordinario ritardo e rimaneggiamento i piani vengono cambiati e abbiamo il privilegio di parlare con l’altra chitarra, ovvero Josh Rand. Chi scrive ha fatto i compiti a casa e se ne compiace, sapendo che Josh è uno dei fondatori del gruppo nonchè parte importante del songwriting. Stracciando dunque le domande intime sulla nostra Cristina (fidanzata di Jim, ve l’ho detto che ho studiato la lezione! ndR) ci apprestiamo ad improvvisare una chiaccherata con… Il sosia bianco di Eddie Murphy in “Bowfinger”. Di fatto Josh è la perfetta rappresentazione dell’antitesi della rockstar. Una persona educatissima, timida, riservata, sorridente e astemia. Una persona atipica nel contesto per la sua straordinaria Normalità. Il sorriso del ragazzo è accompagnato dalle spallucce che si alzano ad ogni singola domanda, e soprattutto adornato da un brillante apparecchio ai denti, che
lo fa sembrare realmente una caricatura del personaggio di Eddie Murphy, bianco e pelato! Il suo intercalare “you know” è ripetuto all’infinito, tanto che è un piacere risentire la registrazione di un personaggio così autentico e bonariamente sfigato, in contrasto col carisma maledetto di Taylor, il magnetismo di Root e la carica punk di Mayorga. Come si fa a non tifare per lui? Rompi le ossa a tutti Josh, rock n’ roll!




OBBLIGATORIO COMINCIARE CON IL NUOVO ALBUM: VUOI PARLARCI DELLE NOVITA’ PRESENTI IN “COME WHAT(EVER) MAY”?
“Come avrete la possibilità di sentire è diverso. Le composizioni suonano meglio, sono più intense, veloci ma allo stesso tempo c’è un grandissimo spazio dedicato alla melodia, un lato sicuramente forte e in un certo senso non completamente sviluppato nel nostro primo lavoro in studio. Con questo album si è presa una nuova direzione, partendo prima di tutto da una scrittura più matura e da una composizione dei pezzi più ripartita tra i membri, e allo stesso tempo corale”.

AVETE CAMBIATO IN CORSA IL BATTERISTA, UNO DEI MEMBRI FONDATORI DEL GRUPPO, SOSTITUENDOLO COL NOTO E ABILISSIMO ROY MAYORGA. COME SI E’ INTEGRATO?
“Da subito ci ha aiutato a finire la registrazione delle parti di batteria sul disco, creando immediatamente un legame forte con la formazione. Dal momento che non aveva una band stabile al momento è stato facile e naturale accoglierlo nel gruppo… Devo dire che siamo stati molto fortunati, ha delle grandi potenzialità come musicista, non è un session man di lusso”.

IL SUCCESSO DEL VOSTRO DEBUTTO E’ LEGATO FORTEMENTE AL SINGOLO “BOTHER”. COME CI SI SENTE AD ESSERE RAPPRESENTATI DA UNA CANZONE CHE NON RACCHIUDE APPIENO IL CONTENUTO DELL’ALBUM?
“E’ anche e soprattutto un’ottima canzone, e rappresenta in ogni caso una delle tante sfumature del suono del gruppo. Questa direzione è stata sviluppata e integrata appieno nel nuovo lavoro. In ogni caso ogni nostro disco ha umori diversi ed è comunque rappresentabile da una qualsiasi delle canzoni pubblicate, perchè tutte soddisfano la band”.

CI TENETE A SPECIFICARE CHE ESISTETE DA PRIMA DEGLI SLIPKNOT E CHE SIETE UNA ENTITA’ PERFETTAMENTE SEPARATA. A TUO PARERE DATE QUESTE PREMESSE GLI STONE SOUR POTRANNO AVER VITA PIU’ LUNGA DEI ‘KNOT?
“Spero che entrambe le band possano avere vita lunga ovviamente! Non posso che concordare con le dichiarazioni dei miei compagni a riguardo del gruppo: un side-project è tirato in piedi in un momento, senza una formazione stabile, e generalmente ha una gestazione breve, tipo il registrare il disco in due settimane… Possiamo paragonare gli Stone Sour agli A Perfect Circle: chiunque pensi che gli APC siano un progetto parallelo di Maynard è un folle, perchè fanno musica diversa, allo stesso modo accade nella nostra band dove Corey canta anche diversamente… Non posso che sottolineare quanto gli Stone Sour siano una vera band!”.

CHE MI DICI INVECE DI TUTTA L’ATTENZIONE CHE I MEDIA E IL PUBBLICO DANNO A COREY? TI URTA IN QUALCHE MODO ESSER CONSIDERATO “IL SUO CHITARRISTA”?
“Vuoi la verità? ADORO QUESTA SITUAZIONE! Non mi urta assolutamente perchè sono una persona davvero calma e riservata, già stare in questa stanza a rilasciare interviste mi mette quasi in imbarazzo”.

E’ VERO CHE “STONE SOUR” E’ IL NOME DI UN DRINK? COME SI PREPARA?
“Joel (Eckman, ex-batterista, ndR) lo prese da una lista di cocktail nel lontano ’92, ma non ho la minima idea degli ingredienti e di come si prepari, mi spiace”.

NON DIRMI CHE NON BEVI NEMMENO…
“In effetti no… Cioè bevo, ma nessun tipo di alcolici!”.

AVETE LAVORATO CON NICK RASCU… RASCUL… COL PRODUTTORE DI FOO FIGHTERS E VELVET REVOLVER (SFIDO A RICORDARVI RASKULINECZ, ndR), COME LO AVETE SCELTO?
“(Ride, ndR) Stavamo leggendo su Rolling Stone di lui, e abbiamo deciso di contattarlo. Ricordo di non aver mai sentito il suo nome, ma passai almeno mezz’ora con lui al telefono, per poi incontrarlo di persona e capire che era la persona perfetta, visto il gusto e l’amore spropositato per il rock. Si è rivelato anche un perfezionista in studio, costringendoci a ripetere dei pezzi volte su volte, sempre con estrema cortesia e mantenendo lo studio un ambiente professionale ma divertente… E’ davvero un grande produttore”.

QUAL’E’ IL MIGLIOR CONSIGLIO CHE HAI RICEVUTO DA UN MUSICISTA?
“Quello di non prendere nulla troppo seriamente. Divertiti quando ne hai la possibilità e soprattutto sul palco, senza lamentarti di tutto quello che è andato storto o che non ti aggrada particolarmente. L’ho ascoltato e funziona alla grande”.

ANCHE SE ESORDIENTI, NEL 2003 SIETE STATI NOMINATI, CON “GET INSIDE”, PER I GRAMMY AWARDS PER “BEST METAL PERFORMANCE”, ASSIEME A SLIPKNOT, P.O.D., KORN E ROB ZOMBIE. SE FOSSI STATO NELLA GIURIA QUALE SAREBBE STATA LA TUA SCELTA?
“Cavolo questa è difficile… Immagino che dire Stone Sour sia scontato, ma probabilmente essendo nella giuria non avrei fatto parte della band giusto? No, onestamente direi… Avrei scelto Korn, se lo sono meritati quel premio. In ogni caso è stato una figata, una di quelle cose totalmente inattese, specialmente per il fatto che fu scelta ‘Get Inside’ piuttosto che ‘Bother'”.

SARAI FELICE ALLORA DI SUONARE CON LORO STASERA AL GODS, E PARTIRE NUOVAMENTE CON LORO PER IL FAMILY VALUES TOUR…
“Eccitatissimo direi, sono un grande fan dei Korn e mi gusterò il loro show stasera, hanno molto movimento sul palco ultimamente, non vedo l’ora!”.


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