Dopo il buon esordio con “Poetica” l’anno scorso, gli Stranger Vision hanno pubblicato un degno successore con il loro secondo full-length, intitolato “Wasteland”, un concept ispirato, come esaminato anche in sede di recensione, al poemetto di Thomas S. Eliot. Abbiamo perciò interpellato anche stavolta il cantante Ivan Adami e il chitarrista Riccardo Toni per approfondire tutto quanto concerne l’album, a partire dai riferimenti letterari, per passare poi alla sua realizzazione e a diversi altri aspetti, cogliendo l’occasione per conoscere ancora meglio quest’interessante band autrice di un buon mix tra power, melodie e prog.
IL VOSTRO NUOVO ALBUM “WASTELAND”, RICHIAMA IL TITOLO DI UNA DELLE OPERE PIÚ FAMOSE DI THOMAS S. ELIOT, OLTRE AD ESSERE IL TITOLO DI UN BRANO: COME MAI AVETE SCELTO QUESTO RIFERIMENTO? SI TRATTA DI UNA CITAZIONE CHE RIGUARDA SOLO LA TITLE-TRACK O CI SONO RIFERIMENTI ANCHE NELLE ALTRE CANZONI?
Riccardo: – Innanzitutto grazie per averci chiamato per questa intervista, è sempre un piacere per noi. Venendo alla domanda, il nostro ultimo album “Wasteland” è un concept album che si ispira, come hai detto bene, al poemetto di T.S.Eliot, che è un libro breve, ma denso di moltissime immagini e richiami e quindi per noi è stato fonte di ispirazione di tutte le canzoni. La titletrack ha lo stesso nome dell’album ed è la canzone che apre il disco, introducendo l’ascoltatore nella “Terra desolata”… e come dice il ritornello: “Welcome to the show”!
HO NOTATO CHE NON È PIÙ IN LINE-UP GABRIELE SARTI: CONSIDERANDO IL FATTO CHE LE TASTIERE HANNO UN RUOLO IMPORTANTE NEL VOSTRO SOUND, RIMARRETE UN QUARTETTO O PENSATE DI INSERIRE UN NUOVO TASTIERISTA?
Ivan: – Gabriele è un ottimo musicista con il quale abbiamo scritto e arrangiato anche qualche brano di “Wasteland”. Dopo la sua fuoriuscita per altri impegni artistici e dopo una breve ricerca per rimpiazzarlo, abbiamo deciso di procedere in quattro. Al momento non precludiamo un possibile futuro inserimento.
COME SI È SVOLTO IL PROCESSO COMPOSITIVO? NEL CORSO DELLA NOSTRA PRECEDENTE INTERVISTA (PARLIAMO DELLA PRIMAVERA DELL’ANNO SCORSO, NDR), CI AVEVI ANTICIPATO DI AVER GIÀ PRONTI LA MAGGIOR PARTE DEI BRANI.
Riccardo: – Sì, esatto, il processo compositivo iniziale è finito verso Giugno 2021, ed è stata una parte in cui sono stato maggiormente coinvolto io, con l’aiuto di Ivan. I mesi successivi sono stati tutti dedicati alla ricerca delle linee vocali e dei cori, parte dove viceversa è più coinvolto Ivan, con un mio aiuto. E infine c’è stato il lavoro di perfezionamento sui suoni e sull’arrangiamento finale, dove è coinvolta tutta la band, per far rendere al massimo quello che avevamo scritto.
LA MIA SENSAZIONE È CHE, RISPETTO AL VOSTRO DEBUTTO, NEL NUOVO ALBUM CI SIA UN APPROCCIO IN QUALCHE MISURA UN PO’ DIVERSO, CON BRANI MAGARI MENO DIRETTI E UN PO’ DI SPAZIO IN PIÙ PER QUALCHE VIRTUOSISMO TECNICO. IN TAL SENSO VA FORSE ANCHE LA SCELTA DI INSERIRE ANCHE UNA STRUMENTALE COME “NEVERENDING WAVES”: QUAL ERA IL VOSTRO OBIETTIVO A TAL PROPOSITO?
Ivan: – “Poetica” è stato un album diretto, in cui abbiamo voluto mettere tutte le idee che avevamo senza nessuna esperienza in studio. In “Wasteland”, forti dell’esperienza di “Poetica”, abbiamo voluto perfezionare il nostro sound e sperimentare la composizione toccando i confini di vari generi metal. Il brano strumentale ai giorni d’oggi risulta obsoleto, sorpassato a causa del digitale e dell’esigenza di catturare l’attenzione del pubblico in pochi secondi, tuttavia per noi era importante misurarci con un brano complesso e articolato come “Neverending Waves”.
QUANDO COMPONETE NUOVE CANZONI, CON QUALE CRITERIO DECIDETE SE VA BENE PER UN ALBUM DEGLI STRANGER VISION? VI CAPITA ANCHE DI SCRIVERE CANZONI CHE NON RITENETE ADATTE E CHE MAGARI AVETE POI PENSATO DI DESTINARE AD ALTRI PROGETTI?
Riccardo: – Sì, può capitare che scriviamo canzoni che poi scartiamo per diversi motivi. In realtà la media dei pezzi scartati è molto alta, perché da quando abbiamo iniziato con gli Stranger Vision io ho scritto più di cento pezzi, ma sono stati selezionati solo quelli effettivamente usciti negli album. La selezione dipende da diversi fattori. Prima di tutto, il brano deve trascendere il momento in cui viene scritto. Quindi se dopo tre mesi in cui viene scritto, ci piace ancora, può andare avanti. Poi deve avere un bel ritornello o comunque qualcosa che lo renda memorabile alle orecchie di un ascoltatore. Inoltre deve innestarsi nel percorso artistico che stiamo facendo, che è partito come un melodic power, ma ha sempre più elementi prog e influenze di altri generi.
ANCORA UNA VOLTA VI AVVALETE DI GUEST DI UN CERTO PRESTIGIO: PARTENDO DA HANSI KÜRSCH, LA VOSTRA COLLABORAZIONE È DIRETTA CONSEGUENZA DELLA VOSTRA VITTORIA ALL’IMAGINATION SONG CONTEST? COSA CI PUOI RACCONTARE DI QUEST’ESPERIENZA?
Ivan: – La vittoria dell’Imagination Song Contest ci ha permesso di avere una chiamata di un’ora con i Guardian, seguita da un incontro al Rock The Castle 2022. Tra questi due eventi abbiamo stretto una bell’amicizia con Hansi, il quale si è reso disponibile alle nostre richieste. Hansi conosce bene “The Waste Land” di Eliot, il progetto gli è piaciuto molto ed è stato veramente entusiasmante ed emozionante lavorare con un uomo e un cantante di questa caratura.
NEL BRANO “THE DEEP” CANTA INVECE TOM S. ENGLUND: COME È NATA L’IDEA DI COINVOLGERLO? CONSIDERATE GLI EVERGREY TRA LE VOSTRE INFLUENZE?
Riccardo: – L’idea è nata perché tutti noi adoriamo gli Evergrey e la voce di Tom. Sono una delle maggiori realtà prog metal in Europa e il loro stile, malinconico e melodico al tempo stesso, ci ha sicuramente influenzato. Inoltre la voce di Tom si differenzia molto da quella di Ivan, per cui abbiamo pensato che sarebbe stato bello intrecciarle per vedere che cosa ne sarebbe risultato. Tramite un amico siamo entrati in contatto e siamo stati fortunati, perché quando gli abbiamo scritto aveva giusto due giorni di tempo per lavorare e li ha dedicati a noi.
PER LA PROMOZIONE DELL’ALBUM AVETE PUBBLICATO FINORA BEN QUATTRO VIDEOCLIP. HO NOTATO PERALTRO CHE AVETE CURATO VOI STESSI LA LORO REALIZZAZIONE (IVAN COME REGISTA E RICCARDO COME ASSISTENTE ALLA PRODUZIONE): COME SI È SVOLTA QUEST’ESPERIENZA? TRA I VOSTRI INTERESSI E I VOSTRI TALENTI POSSIAMO ANNOVERARE DUNQUE ANCHE LA SETTIMA ARTE?
Ivan: – Inizialmente i videoclip di promozione dovevano essere solo due, ma la notizia della presenza di Hansi anche nel video ha spinto la nostra etichetta a proporci la realizzazione di cinque video per la promozione del disco. E’ stato davvero impegnativo riprogettare le idee e realizzarle in breve tempo cercando di salvaguardare il collegamento tra tutti i filmati. I singoli video sono a sé stanti, tuttavia sono tutti collegati tra di loro per location e per la presenza di Asia, che rappresenta il nostro ascoltatore, a volte come protagonista e a volte facendo un cameo all’interno della storia. Quasi tutta la musica non viene più solo ascoltata, il pubblico vuole delle immagini e in questo progetto abbiamo cercato di rappresentare la nostra musica anche visivamente.
MI HA INCURIOSITO IL FATTO CHE IN “PEACE – THE MAD JESTER AND THE FISHER KING” SI SENTANO DEI VERSI PRONUNCIATI IN VARIE LINGUE: DI COSA SI TRATTA ESATTAMENTE?
Riccardo: – “Peace” è la canzone conclusiva dell’album e, come il poema di Eliot, chiude il viaggio nella terra desolata con la parola Pace, ripetuta tre volte. Il testo di questa canzone è composto esattamente dagli ultimi versi del poema, in cui il poeta richiama testi autorevoli del passato per chiudere il testo. Il primo in italiano è il “Purgatorio” di Dante, al canto XXVI, il secondo in latino è il “Pervigilium Veneris”, il terzo in francese è “Gérard de Nerval”. Per questo abbiamo voluto usare una voce narrante differente rispetto a quella del narratore, interpretata da Ivan in tutto il resto dell’album.
PER MOLTI ARTISTI, L’ORIGINALITÀ È PRECEDUTA DA UNA FASE DI STUDIO E SPESSO ANCHE DI EMULAZIONE DI ALTRI ARTISTI. COME DESCRIVERESTE LA VOSTRA EVOLUZIONE ARTISTICA, CHE VI HA PORTATO OGGI A RIELABORARE LE VOSTRE INFLUENZE IN UN VOSTRO STILE PERSONALE?
Ivan: Sono d’accordo con la tua affermazione: noi tuttora studiamo molto per crescere individualmente all’interno del progetto, ascoltiamo ancora tanta buona musica anche al di fuori dal metal per imparare, conoscere e sperimentare. Il nostro sound attinge da varie influenze molto differenti anche tra di loro, di base suoniamo un power metal moderno, ma abbiamo dei richiami ad armonie nordiche, passaggi prog e suoni che strizzano l’occhio al thrash americano. Sicuramente la produzione di due album in studio con Simone Bertozzi e Simone Mularoni ci ha permesso di capire meglio come focalizzare ed esprimere al meglio la nostra musica.
AVETE UN PARTICOLARE SOGNO NEL CASSETTO CHE VI PIACEREBBE REALIZZARE COME MUSICISTI?
Riccardo: – Beh, tanti! Ma uno di questi l’abbiamo appena realizzato. Avere Hansi come guest in una nostra canzone è già un sogno che si realizza.
Un altro sogno è sicuramente quello di poter partecipare ad uno dei grandi festival estivi europei di cui si parla tanto.
QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI PER IL FUTURO? VI DEDICHERETE ADESSO PER UN PO’ A SUONARE DAL VIVO O STATE GIÀ LAVORANDO A DEI NUOVI PEZZI?
Ivan: – Abbiamo già iniziato a lavorare al nuovo album, ma principalmente ora speriamo di poter promuovere al meglio “Wasteland” con tanti concerti in Italia e magari un tour europeo.