“Elements Part 2” è il nuovissimo lavoro dei finlandesi Stratovarius e, già a pochi giorni dalla sua comparsa nei negozi, la critica si è già divisa. Chi lo apprezza volontà di prosecuzione dello Strato-sound, chi lo giudica un mezzo passo falso a causa di composizioni scialbe e poco originali. Con il simpatico e disponibilissimo Jens Johansson ci prodighiamo in questa lunga chiacchierata che, partendo dall’ultimo lavoro degli Stratovarius, finirà per divagare sui vecchi fasti del tastierista svedese, a partire da Yngwie Malmsteen e Ronnie James Dio.
JENS, I DUE ALBUMS “ELEMENTS PART 1 E 2” SONO STATI REGISTRATI PRATICAMENTE INSIEME. PER IL MOMENTO, SEI SODDISFATTO DEI RISULTATI OTTENUTI DAL PRIMO CAPITOLO DEGLI ELEMENTI?
“Sì, sul fronte vendite non possiamo certo lamentarci, ‘Elements Part 1’ è andato veramente alla grande. Dal punto di vista artistico il discorso non cambia, ci siamo presi tutto il tempo che volevamo per dar vita a questi due dischi, ci sono voluti circa dieci mesi per i tutti i lavori e dal canto nostro non abbiamo accettato alcun tipo di compromessi. A risultato ultimato personalmente adoro in toto il nuovo materiale, dagli arrangiamenti, alla produzione ai pezzi in sé.”
SE DOVESSI METTERE SU DUE PIATTI DELLA BILANCIA I DUE “ELEMENTS” QUALE SCEGLIERESTI?
“Dal mio punto di vista preferisco ‘Elements Part 2’, proprio perché su questo disco è stato fatto un lavoro impressionante, pensa che sono state registrate 25 parti di batteria e altrettante parti soliste di Tolkki. Il nuovo disco risulta inoltre più diretto, sarà forse una coincidenza, ma la maggior parte del materiale orchestrale è finito su ‘Elements Part ’, ora i fans hanno davanti un album più ‘rock’n’roll’ se mi passi il termine, con meno parti progressive ed una maggior componente rock.”
SUL CONCEPT HAI QUALCOSA DA DIRE?
“Mi è un po’ difficile scendere nel dettaglio, quasi tutti i pezzi sono stati scritti da Tolkki (notare come Jens si riferisca al suo ‘leader’ utilizzando sempre il cognome…ndJR) ed è lui che potrebbe scendere nei dettagli. Ti posso dire che sono canzoni positive, abbiamo voluto fare qualcosa che si differenziasse da tutte quelle metal bands che scrivono liriche con una connotazione negativa. Rispetto al passato ‘Elements’ parla ancora di più di buoni sentimenti, come la forza, la capacità di credere in noi stessi e la speranza!”
VOGLIO ESSERE ESTREMAMENTE SINCERO, ORMAI CREDO CHE UNO DEI PUNTI DEBOLI DEGLI STRATOVARIUS SIA IL PIATTO E MONOTONO DRUMMING DI JORG MICHAEL. SEMBRA CHE LA SUA VENA CREATIVA, DAI TEMPI DEI RUNNING WILD, SIA ANDATA PROGRESSIVAMENTE SCEMANDO…
“Vedi…nella musica a volte devi fare un certo tipo di compromessi, adattare il tuo stile alla proposta musicale della band. Capisco che sarebbe bello vedere e sentire musicisti molto preparati atti a numeri di alta tecnica, io stesso sono molto interessato a certe combinazioni di tempi e soluzioni più intricate con le tastiere, ma sono cose che sviluppo per mio conto. Probabilmente a te come a molti altri fans degli Stratovarius piacciono alcuni passaggi in stile Queensryche che si possono trovare su un disco come ‘Dreamspace’, ma ti assicuro che anche su ‘Elements 1’ ci sono alcune di queste soluzioni. Personalmente, prima di inserire il mio contributo nei brani, provo ad immaginare le mie scelte riportate in sede live. C’è spesso molta confusione ai concerti, gente allegra che poga, qualche ubriaco e credo che questi preferiscano canzoni più statiche ma in grado di colpire al primo ascolto. Contrariamente altri preferiscono ascoltare il lato più prettamente tecnico e musicale, quindi occorre soddisfare anche loro. In sintesi credo che ci voglia un bilanciamento fra le componenti statiche e dinamiche dei pezzi. Posso prendere per esempio il brano ‘Alpha & Omega’ dell’ultimo disco: qui credo che Jorg abbia fatto un ottimo lavoro, nel brano ci sono diversi stacchi ed un drumming più complesso. Mi piace come suona Jorg, è perfetto per gli Stratovarius…’I don’t know’.”
QUAL E’ IL BRANO DI “ELEMENTS PART 2” CHE PREFERISCI?
“Non saprei…probabilmente ‘Dreamweaver’ perché dall’inizio del brano è percettibile un pathos che esplode nel refrain, un mid tempo che mi piace moltissimo. ‘Dreamweaver’ sprigiona molta energia durante l’ascolto e le parti vocali di Timo sono piene di feeling…c’è poi ‘Season Of Faith’s Perfection’ che adoro per le sue melodie, è una canzone che nemmeno io avrei potuto scrivere diversamente (ride di gusto, ndJR).”
A PROPOSITO, NON CAUSA QUALCHE PROBLEMA ALLA VOSTRA CREATIVITA’ IL FATTO CHE TIMO TOLKKI COMPONGA E SUPERVISIONI PRATICAMENTE LA TOTALITA’ DELLA MUSICA FIRMATA STRATOVARIUS?
“Assolutamente non ci sono problemi, l’unico che ha voluto dar sfogo alla propria creatività è stato Timo Kotipelto con i suoi lavori solisti, uno già uscito, l’altro in lavorazione. Credo che noi altri siamo troppo pigri per metterci a scrivere delle canzoni ehehehe! Quando iniziamo a lavorare su un nuovo album, nel momento in cui sono pronte le prime bozze di canzoni, queste vengono date a me e a Kotipelto per aggiungere le nostri parti. Qui noi abbiamo libertà di azione, anche se, a lavoro compiuto, tutto torna nelle mani di Tolkki che supervisiona e decide se ciò che abbiamo combinato è ‘shit’ oppure no! Ovviamente io come musicista credo in quello che faccio, ma rispetto che sia Timo, ideatore e creatore della musica degli Stratovarius, a dare il giudizio finale. Credo che tutti noi della band vorremmo mettere tutto il possibile di nostro nella musica, ed una sorta di coordinazione è indispensabile per non snaturare lo Strato-sound. Tieni poi presente che in passato su ‘Intermission’,così come su ‘Elements Part 2’ con la bonus track ‘Ride Like The Wind’, ho composto pezzi che sono stati apprezzati da tutti, quindi ho modo di dar sfogo ai miei impeti creativi eh eh!”
COSI’ COME TOLKKI E’ SENZA DUBBIO IL LEADER DELLA BAND, QUANDO LAVORAVI CON YNGWIE MALMSTEEN CREDO LE COSE FOSSERO ABBASTANZA SIMILI…
“Molti paragonano tra loro Tolkki e Yngwie, ma ci sono un sacco di differenze fra loro! Dal punto di vista musicale Yngwie è molto più concentrato sui legati, sui suoi assoli che sembrano quasi predominare sulla globalità della canzone, mentre Tolkki, per come lo vedo io, mi sembra più legato alla scuola Randy Rhoads e da più importanza alla struttura portante di un pezzo. Ovviamente suonando certe parti molto veloci Tolkki e Yngwie vengono messi spesso a confronto, ma le differenze ci sono eccome! La musica di Malmsteen è un metal più melodico. Come carattere probabilmente direi che Yngwie è più accentratore di Tolkki, essere nella sua band vuol dire suonare per lui.”
CON QUALE ARTISTA LEGATO AL TUO PASSATO, HAI TRASCORSO I MIGLIORI MOMENTI DELLA TUA CARRIERA?
“Questa domanda è semplicissima, ti rispondo a occhi chiusi Ronnie James Dio! A fine anni ottanta c’è stato lo split con Malmsteen, causato da una sorta di problemi interni sempre crescenti di soldi, con la label e con Yngwie stesso. Credo che molti di quei casini siano nati perché pian piano ma inesorabilmente si stava affermando la musica giunge, un duro colpo per le sonorità più classiche, fortunatamente ho avuto la possibilità di unirmi ad un grandissimo artista, Dio appunto, e le cose andavano benissimo. Purtroppo o per fortuna ad inizio anni novanta c’è stata la reunion fra Dio ed i Black Sabbath così la sua band solista si è sciolta. Oggi suonerei molto volentieri con lui, però non fraintendermi, con gli Stratovarius mi trovo benissimo ed è la band a cui sono rimasto legato più a lungo, sono circa sette anni ormai che suono con Tolkki senza alcun problema”.
E L’ANEDDOTO PIU’ BUFFO CHE TI SIA MAI CAPITATO?
“Oh, ero in tour con Yngwie in Russia! Durante un assolo di chitarra, che aveva superato i venti minuti, si iniziavano a vedere i volti dei ragazzi un po’ stanchi, ma ad un certo punto il fatto: qualcuno ha tirato addosso ad Yngwie un grosso pesce…devo ancora capire dove l’aveva trovato eh eh! I nostri roadie gli hanno poi detto, per scherzo, che in Russia, a chi cade sotto il mirino della mafia locale viene consegnato proprio un pesce come monito. Dovevi esserci, Yngwie era terrorizzato eheheh!”
QUANDO NON SUONI A COSA TI DEDICHI?
“Non sono un gran sportivo a dir la verità, preferisco di gran lunga guardarmi dei film oppure mettermi in tutta tranquillità a leggermi un libro. Sono hobbies molto tradizionali…”
OK JENS, SIAMO ALLA FINE….
“Grazie per lo spazio che ci avete dedicato, non vediamo l’ora di tornare in tour da voi. Per parlare di concerti però si dovrà aspettare fino al prossimo anno, però verremo sicuramente in Italia.”
STRATOVARIUS – Il ritorno degli Elementi
Pubblicato il 11/11/2003 da Andrea Raffaldini
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