STRYPER – Liberaci dal male

Pubblicato il 20/08/2018 da

“God Damn Evil” è un album potente, che non ha paura di picchiare giù duro per portare avanti quel messaggio di fede e coerenza che da sempre contraddistingue gli Stryper. La band sta attraversando un periodo particolarmente felice, inanellando una serie di ottimi lavori in studio e regalando ottime performance, culminate per noi nella serata al Frontiers Rock Festival in quel di Trezzo Sull’Adda. Sebbene l’album sia nei negozi ormai da qualche mese, non ci lasciamo sfuggire l’occasione di scambiare qualche parola con Michael Sweet, che ci ribadisce con forza la passione e la volontà di portare avanti la sua musica e il suo messaggio ancora a lungo.

 

 

CIAO MICHAEL, IL VOSTRO NUOVO ALBUM È DAVVERO OTTIMO! PARLIAMO UN PO’ DI QUESTA NUOVA FATICA PARTENDO DAL TITOLO, “GOD DAMN EVIL”.
– L’idea del titolo è stata di Robert (Sweet, batteria ndR) ed è di qualche anno fa. Recentemente ci è tornato alla mente e, riflettendoci, ci siamo resi conto di come questo fosse il momento migliore per riprenderlo. Ha un significato estremamente attuale rispetto ai nostri tempi e lo comunica in modo diretto e potente. Nonostante possa essere una scelta controversa, ci siamo sentiti di usarlo (Il titolo, infatti, gioca sull’ambiguità della sua traduzione letterale, “Dio condanni il male” e l’uso dell’espressione ‘goddamn’, che è usato come imprecazione ndR).

UNA SCELTA CONTROVERSA CHE VI HA CREATO QUALCHE DIFFICOLTÀ CON LA CATENA DI WALMART, CHE NON HA MESSO IN VENDITA IL CD PROPRIO PER SUO TITOLO ‘BLASFEMO’. UNA COSA ABBASTANZA RIDICOLA, TRATTANDOSI DEGLI STRYPER.
– Sfortunatamente coloro che non conoscono pienamente il significato dietro qualcosa, finiscono per essere i più frettolosi nel giudicare. Lo stesso è successo con Walmart: le nostre intenzioni sono assolutamente in buona fede, vogliamo che la nostra musica sia di ispirazione per le persone affinchè condannino il male. Walmart, purtroppo, non ha colto questo nostro messaggio, ma questo non ci fermerà dal continuare a fare ciò che sentiamo.

QUEST’ALBUM RAPPRESENTA UN ULTERIORE PASSO AVANTI IN TERMINI DI PESANTEZZA SONORA PER GLI STRYPER. COME MAI AVETE DECISO DI SOTTOLINEARE QUESTO ASPETTO?
– Siamo sempre stati una band metal, fin dall’inizio. Siamo cresciuti ascoltando band come Iron Maiden, Judas Priest, Van Halen… A volte le persone ci considerano più ‘pop’, o magari una band hair metal, solo per il nostro look negli anni Ottanta, ma restiamo sempre e comunque una formazione metal. Proprio per questo stiamo cercando di tornare alle nostre radici e sono convinto che, con questo album, ci siamo riusciti.

VORREI CHIEDERTI UN COMMENTO SU UN PAIO DI CANZONI CHE ABBIAMO PARTICOLARMENTE APPREZZATO: PARLO DI “SORRY” E “TAKE IT TO THE CROSS”.
– “Sorry” è un brano heavy metal diretto, con un grande groove e la amiamo molto. Ti riporta alla mente quel periodo in cui il metal era un genere semplice e potente e siamo molto contenti di aver scelto questa canzone per il primo video. “Take It To The Cross”, invece, ha uno stile molto diverso ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di pubblicarla come primo singolo del nuovo album. Volevamo lanciare un messaggio forte e chiaro, rompendo gli schemi con questo stile che rasenta il thrash. Diverse persone in passato ci hanno chiesto di fare qualcosa più thrashy e questa è la nostra risposta.

RECENTEMENTE AVETE RICOPERTO IL RUOLO DI HEADLINER AL FRONTIERS ROCK FESTIVAL. VUOI CONDIVIDERE CON NOI UN RICORDO DI QUELLA SERATA?
– Ogni volta che torniamo a suonare in Italia è un’esperienza memorabile per noi. Amiamo la vostra cultura, le persone, il cibo e ci divertiamo sempre molto. Ci piacerebbe venire più spesso a suonare dalle vostre parti e spero che in futuro questo possa concretizzarsi. Se dovessi dirti la cosa che ricordo più volentieri di quella serata è l’estrema gentilezza con la quale siamo stati trattati da tutti quanti.

C’È GIÀ IN PROGRAMMA QUALCHE ALTRA DATA, MAGARI IN ALTRE CITTÀ ITALIANE?
– Nulla di definito, ma confidiamo di tornare molte altre volte in Italia, specialmente al Frontiers Rock Festival!

NON MI RIFERISCO NELLO SPECIFICO A QUESTA MANIFESTAZIONE, MA IN GENERALE VI CREA QUALCHE REMORA CONDIVIDERE IL PALCO CON ALTRE BAND CHE POTREBBERO INVECE VEICOLARE MESSAGGI NEGATIVI O COMUNQUE MOLTO DIVERSI DAI VOSTRI?
– No, per nulla. L’abbiamo sempre fatto. Abbiamo condiviso i palchi di tutto il mondo con un numero enorme di formazioni, molte delle quali avevano un lato oscuro in evidenza. Tuttavia questo non ci ha mai impedito di diffondere il nostro messaggio e i contenuti positivi della nostra musica.

QUAL È IL TUO APPROCCIO NEI CONFRONTI DEL MERCATO MUSICALE NEL 2018? RIMPIANGI QUALCOSA DEGLI ANNI OTTANTA?
– Mi manca il periodo in cui il rock e il metal dominavano le classifiche negli anni Ottanta. Ora ci sono soprattutto il country e l’hip-hop, almeno negli Stati Uniti. Ma questo non ci impedisce di amare quello che facciamo e di tenere alta la bandiera del metal. Lo faremo sempre.

STAI PASSANDO UN PERIODO MOLTO PROLIFICO: GLI ULTIMI TRE ALBUM SONO DI ALTISSIMA QUALITÀ. COME TI PONI NEI CONFRONTI DELLA SCRITTURA DOPO TANTI ANNI DI CARRIERA?
– Semplicemente mi chiudo in una stanza con la mia chitarra e il computer e mi metto a scrivere. In genere riesco a comporre più o meno una canzone al giorno, il che significa che, tra tutto, l’album è completo in poche settimane. Per qualche strano motivo, la scrittura mi viene più naturale in quest’ultimo periodo; mi risulta più facile, non so perché. Lavoro bene sotto pressione e, anzi, proprio grazie a questa pressione, il lavoro diventa molto più veloce. Mi piace scrivere, è sempre stato così, e spero di continuare a farlo per molto tempo.

CI SARÀ LA POSSIBILITÀ DI ASCOLTARE UN NUOVO ALBUM DEL PROGETTO “SWEET & LYNCH”?
– Spero di riuscire a realizzare altri lavori assieme a George e quindi mi auguro proprio di sì. Al momento però non c’è nulla di confermato. George è un chitarrista dal talento eccezionale ed è stato un onore per me collaborare con lui. Spero davvero che possa riaccadere in futuro.

UN’ULTIMA DOMANDA, MICHAEL. HAI MAI AVUTO UNA CRISI DI FEDE, MAGARI CHIEDENDOTI COME MAI DIO AVESSE PERMESSO CHE QUALCOSA DI NEGATIVO TI FOSSE SUCCESSO IN PASSATO?
– Certamente, ho avuto dei momenti bui nella mia vita e questo mi ha portato a farmi delle domande sulla mia fede. Ma sono sempre tornato a ciò che sono e al perchè sono qui. Sono chiamato ad essere una luce nel buio e a condividere il dono della musica con il mondo in modo positivo. Non volterò mai la faccia a questo e farò sempre del mio meglio per essere d’ispirazione alle altre persone.

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