“Ciao Emilio! Grazie dei complimenti, è un piacere fare quest’intervista per voi”.
INIZIAMO COL PARLARE DI VOI: COME DESCRIVERESTE LA VOSTRA PROPOSTA MUSICALE A CHI ANCORA NON VI CONOSCE? A CHE TIPO DI ASCOLTATORE CONSIGLIERESTI I SUBHUMAN?
“Io descriverei la musica dei Subhuman semplicemente come metal estremo: non siamo un gruppo solo thrash, non siamo un gruppo solo death, ma una buona via di mezzo condita da spunti più moderni, ricerca tecnica e una buona dose di ironia. Miriamo a pestare il più duro possibile, cercando di suonare roba non scontata pur senza apportare chissà quale elemento innovativo. Avete bisogno di una bella dose di violenza? ‘Profondo Rozzo’ potrebbe essere il disco che state cercando…”.
PER QUALE MOTIVO AVETE SCELTO UN TITOLO COME “PROFONDO ROZZO” PER IL VOSTRO ALBUM? SI TRATTA DI UN IRONICO OMAGGIO AL CELEBRE FILM, UN TENTATIVO DI DESCRIVERE IL VOSTRO SOUND SICURAMENTE PROFONDO MA AL CONTEMPO GREZZO E, APPUNTO, ROZZO, O CHE ALTRO?
“Abbiamo scelto questo titolo perché in sole due parole descrive alla perfezione i Subhuman: raffigura la nostra attitudine ironicamente spietata, dà un’idea del nostro sound e, parafrasando il titolo del famoso film di Dario Argento, è pure molto facile da ricordare. Cosa chiedere di più?”.
NEI VOSTRI TESTI SI PERCEPISCE UNA SIMPATICA IRONIA DI FONDO DISSACRANTE E SPIETATA… TI VA DI PARLARCENE UN PO’? CHI SE NE OCCUPA E QUALI SONO LE VOSTRE TEMATICHE PREFERITE?
“Certamente, delle liriche si è sempre occupato Zula, il nostro cantante. Non ci sono tematiche ‘preferite’ ma, come avrai avuto modo di rederti conto, i nostri testi trattano di argomenti molto vari, anche se la vena grottesca è sempre presente: si va infatti da temi più seri come i combattimenti clandestini tra cani (‘Odio Chiama Odio’) o la vicenda di Pietro Pacciani (‘1110 Giorni’) ad altri sicuramente più ‘leggeri’ come in ‘Nata Troia’, dedicata alla pornostar fiorentina Laura Panerai…”.
PORTERETE AVANTI QUESTA SCELTA DI CANTARE IN ITALIANO, O IN FUTURO CREDI CHE VI CIMENTERETE CON LIRICHE IN INGLESE?
“Siamo i Subhuman e cantiamo in italiano: fa parte della nostra personalità e la gente ci riconosce tra gli altri gruppi anche per questo. Inoltre penso che l’italiano si adatti alla perfezione al nostro sound. Dubito quindi che in futuro canteremo mai in inglese anche se, come si suol dire, mai dire mai. E poi avere gente che canta i tuoi testi sotto il palco è veramente una figata…”.
ANCORA UNA DOMANDA A QUESTO PROPOSITO: NON CREDI CHE POTREBBE RAPPRESENTARE UN HANDICAP IN FUTURO QUESTO ASPETTO?
“Tutta la gente intorno a noi è sempre stata scettica su questo aspetto sostenendo, appunto, che il cantato in italiano potrebbe rappresentare un problema. Ma guardaci adesso: abbiamo una label canadese e le recensioni di ‘Profondo Rozzo’ all’estero stanno andando ancora meglio che in Italia, quindi siamo più che mai convinti della nostra scelta”.
DOPO IL VOSTRO PRIMO, OTTIMO DEMO, IN MOLTI ASPETTAVANO QUESTO FULL-LENGTH. ORA CHE “PROFONDO ROZZO” E’ SUL MERCATO CHE ASPETTATIVE AVETE?
“Prima di tutto mi aspetto che la gente che ascolta l’album lo apprezzi e noti l’enorme passo in avanti fatto dai tempi del demo. E speriamo naturalmente di incrementare le occasioni di suonare in giro: non ci sono mai mancate le date, ma essendo una band che dà il suo meglio proprio nell’ambito del live, questo è un argomento che ci sta molto a cuore”.
RITMICHE SINCOPATE, ASSOLI ARZIGOGOLATI, UN RIFFING ISTERICO, CHIRURGICO E VELOCE COME IL VOSTRO, RICHIEDONO UNA CERTA CONOSCENZA MUSICALE. RITIENI CHE STUDIARE MUSICA SIA INDISPENSABILE PER POTER SUONARE A UN CERTO LIVELLO? VOI SIETE AUTODIDATTI O AVETE STUDIATO MUSICA?
“Mi fa molto piacere che tu abbia notato la complessità della nostra musica. In realtà non ho mai visto i Subhuman come una band ‘tecnicista’ come possono essere ad esempio i Necrophagist: quando compongo punto sempre sulla potenza e sull’allontanarmi il più possibile dalla prevedibilità. Il fatto poi che i pezzi vengano fuori complessi è solo una conseguenza di questo mio approccio al songwriting. Per tornare alle tua domanda ti dico che secondo me sì, bisogna necessariamente aver studiato musica per suonare a un certo livello, anche solo per sapere cosa si stia suonando. Nonostante ciò non credo sia importante andare per anni e anni a lezione, anzi a volte può essere pure dannoso perché si finisce col dare troppa importanza ad alcuni aspetti musicali che invece, all’atto pratico, non servono assolutamente a niente. È importante invece avere ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere e lavorare con costanza e dedizione per raggiungerli”.
MATTEO, DA QUEL CHE SO SEI IL PRINCIPALE COMPOSITORE DELLA BAND. COME NASCONO I RIFF DELLE VOSTRE CANZONI? QUANDO IMBRACCI LO STRUMENTO SAI GIA’ QUELLO CHE VUOI FARE O ESCE TUTTO DA SOLO MENTRE SUONI?
“Semplicemente mi metto lì e suono: a volte mi vengono belle idee, a volte no. In ogni caso registro tutto nel mio home studio e programmo batteria e basso per avere un’idea di come suonerà il pezzo nel suo complesso. Quando il pezzo è finito lo propongo agli altri che, se necessario, apporteranno le dovute modifiche all’arrangiamento. Infine si aggiungono gli assoli e le linee di voce. Prima però di considerare una canzone completa, rivedo ogni passaggio e ogni arrangiamento mille volte, quasi maniacalmente, finché non reputo tutto perfetto. Questo è uno dei motivi per cui sono passati più di quattro anni tra il demo e ‘Profondo Rozzo’, ma vi prometto che per il prossimo disco saremo più veloci… (ride, ndR)”.
OGGI COME OGGI IL LIVELLO MEDIO DELLE BAND, IN GENERALE, E’ CRESCIUTO SOTTO MOLTI ASPETTI: IL GRADO TECNICO E’ GENERALMENTE BUONO, L’IMMAGINE E’ CURATA E OTTENERE UN SUONO DECENTE NON E’ PIU’ COSI’ PROIBITIVO. COME PUO’ FARE ALLORA UN GRUPPO PER DISTINGUERSI DALLA MASSA?
“Gli unici mezzi per distinguersi dalla massa, oggi come dieci anni fa, sono la bontà del materiale, la personalità e la capacità di fare bei concerti. Un bel suono può aiutarti a rendere meglio la tua musica, ma di sicuro non trasforma delle canzoni di merda in capolavori”.
INTERNET E’ UN MEZZO DI DIFFUSIONE POTENTISSIMO CHE PER L’UNDERGROUND E’ UN PO’ CROCE E DELIZIA: DA UN LATO IMMAGINO SIA FASTIDIOSO PER UNA BAND COME LA VOSTRA SAPERE CHE C’E’ GENTE CHE CONOSCE IL VOSTRO ALBUM SENZA AVERLO COMPRATO, DALL’ALTRO SUPPONGO CHE SIA BELLO SAPERE CHE COMUNQUE C’E’ CHI APPREZZA LA VOSTRA MUSICA E MAGARI VERRA’ A VEDERE I VOSTRI CONCERTI. QUINDI? DA CHE PARTE SCHIERARSI IN QUESTO ETERNO DILEMMA?
“Dietro la realizzazione di un album ci sono tantissime energie e soldi spesi, e avere anche un minimo riscontro economico certo non ci dispiacerebbe. Ma considerando che non siamo un gruppo di professionisti, il download illegale fa circolare il nostro nome dando a tutti la possibilità di ascoltare cosa sappiamo fare, quindi alla fine per noi è più un bene che un male”.
PERSONALMENTE NON HO ANCORA AVUTO MODO DI VEDERVI ALL’OPERA IN SEDE LIVE, COSA CI SI DEVE ASPETTARE DA UN VOSTRO CONCERTO?
“Cerchiamo di dare il massimo e di suonare il più professionalmente possibile in ogni esibizione. Ma cazzo, la gente non viene a un concerto solo per vedere quanto sei bravo: vuole anche divertirsi, come del resto noi della band. Per questo cerchiamo sempre di coinvolgere il pubblico, anche con mezzi anche non proprio ‘ortodossi’… e per questo genere di cose il nostro frontman Zula è un vero maestro”.
BENE, MATTEO, ABBIAMO FINITO CON L’INTERVISTA, IL RESTO DELLO SPAZIO E’ A TUA DISPOSIZIONE PER CONVINCERE I NOSTRI LETTORI A DARE UN’OPPORTUNITA’ AI SUBHUMAN.
“Grazie a te per questa intervista. A tutti i lettori: collegatevi al nostro sito www.myspace.com/subhumanweb e ascoltate il nostro materiale. Se vi piace venite a vederci e – perché no? – supportateci comprandoci il disco. Grazie ancora a tutti, THRASH ON!”.