SUICIDAL TENDENCIES – Hardcore for life

Pubblicato il 03/11/2016 da

Parlare con un musicista come Dave Lombardo è sempre un momento gratificante, pur trattandosi di uno dei migliori e più quotati batteristi al mondo, la sua umiltà e la passione che ancora nutre per la musica e per il suo strumento dovrebbero far riflettere molti giovani musicisti che si considerano ‘già arrivati’. La pubblicazione di “World Gone Mad”, il nuovo disco dei Suicidal Sentencies, ci offre la possibilità di parlare con Dave ti tutte le sue ultime collaborazioni e del suo futuro con una nuova band chiamata Dead Cross.

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ALLORA DAVE, PROPRIO IN QUESTO MOMENTO SEI IN TOUR CON I SUICIDAL TENDENCIES. COME STA ANDANDO QUESTA TUA NUOVA ESPERIENZA LIVE?
“Sono molto contento perché tutto sta andando benissimo. Lavorare con i Suicidal Tendencies mi sta dando un sacco di soddisfazioni, si tratta di una grande band e personalmente trovo molto stimolante suonare la loro musica. Mike Muir è un musicista eccezionale, un gran cantante e un compositore pieno di talento. Che altro posso dire? Sono molto felice di essere qui in giro a suonare con i Suicidal”.

ORA FACCIAMO UN PASSO INDIETRO, COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE TRA TE E LA BAND DI MIKE MUIR? E’ STATO LUI A CHIAMARTI?
“Vedi, io e Mike abbiamo diversi amici comuni all’interno del business. Un giorno, un nostro amico in comune mi chiama al telefono per chiedermi se fossi interessato a suonare con i Suicidal Tendencies. Puoi immaginare la mia risposta (ride, ndR)! Dopo aver dato la mia disponibilità a questo amico, io e Mike Muir abbiamo iniziato a parlare, queste nostra chiacchierate sono durate un po’ di tempo. Per tornare alla tua domanda, tutto è nato da una telefonata di un amico”.

QUANDO SEI ENTRATO IN STUDIO CON LA BAND, LE CANZONI DI “WORLD GONE MAD” ERANO GIA’ PRONTE O HAI POTUTO DARE IL TUO CONTRIBUTO ALLA LORO STESURA?
“Allora, le canzoni erano state tutte scritte quando sono arrivato io, c’erano pronte anche alcune piccole parti di batteria. Insieme fondamentalmente abbiamo suonato per imparare bene i pezzi e li abbiamo registrati. Io ho dovuto solo imparare le canzoni, poi ho messo del mio nel creare tutte le parti mancanti. Ho registrato molto velocemente, se non ricordo male ho impiegato soltanto due giorni per fare tutto. Anche con i pezzi già strutturati e scritti, Mike mi ha lasciato la più totale libertà di suonare a modo mio e di dare ai pezzi il feeling di batteria che avevo in mente. Credo che nella musica ci debba essere sempre libertà di espressione, un musicista possiede una propria personalità e di conseguenza la riversa nelle sue parti suonate”.

TRA I BRANI DI “WORLD GONE MAD”, UNO DEI PIU’ POTENTI E’ “ONE FINGER SALUTE”, CHE POSSIEDE UN FORTE IMPATTO HARDCORE, MA SECONDO ME HA ANCHE UN TIRO TALMENTE FORTE DA RICORDARMI I MOTORHEAD.
“Sì, credo tu abbia ragione e ti dirò di più, non solo ‘One Finger Salute’, ma gran parte dei pezzi possiede una forte connotazione hardcore. Questo è uno degli aspetti che più mi piace della musica dei Suicidal Tendencies, perché l’hardcore da sempre è una componente che caratterizza la musica della band. Pur evolvendo disco dopo disco, i Suicidal Tendencies mantengono alcuni collegamenti con il loro passato. In una canzone dei Suicidal troverai sempre una certa struttura, un sound ben definito ed il trademark con cui la band si è fatta conoscere al grande pubblico”.

PARLANDO INVECE DELLA TITLE TRACK, AL TUO DRUMMING QUESTA VOLTA HAI DATO UNA INTERESSANTE VESTE FUNKY.
“Vedi, io posso suonare un sacco di stili differenti, con i Suicidal Tendencies sono contento che mi abbiano chiesto di suonare nel modo più vario possibile. Questa è la ragione principale per cui amo così tanto suonare con loro, non hanno paraocchi, sono aperti alle influenze e non mi hanno mai limitato”.

IN TUTTA LA TUA CARRIERA HAI COLLABORATO CON UN SACCO DI BAND E TI SEI IMBARCATO IN PROGETTI DAVVERO MOLTO DIFFERENTI. QUANDO TI TROVI DI FRONTE AD UNA NUOVA REALTA’ CERCHI DI CREARE UNA SORTA DI ALCHIMIA, UN’AMICIZIA CON I MUSICISTI OPPURE RIESCI ANCHE A SUONARE IN MODO PIU’ FREDDO E DISTACCATO, FACENDO SOLTANTO IL TUO LAVORO IN PRATICA…
“No, magari qualche musicista turnista riesce a suonare in modo distaccato, gli vengono date le parti da eseguire e lui le suona, ma io non sono così. Per me è fondamentale che all’interno di una band si instauri un solido rapporto personale, perché se c’è amicizia si riesce a creare una maggior alchimia nel momento di suonare insieme. Se conosci e capisci i musicisti che hai attorno, di conseguenza puoi approfondire la conoscenza della musica, del feeling di una canzone, del motivo per cui è stata scritta in un certo modo, capisci cosa intendo? Io credo che prima si debba partire da un’amicizia, che se funziona si evolverà in grande musica”.

TORNIAMO AL NUOVO DISCO, PARLAMI DI “CLAP LIKE OZZY”, UNA CANZONE CHE DAL TITOLO OVVIAMENTE RICHIAMA IL GRANDE OZZY OSBOURNE.
“Adoro questa canzone, soprattutto c’è un momento in cui Mike canta le parole ‘oh right now’, ecco in questo punto sembra proprio Ozzy al microfono! Onestamente non conosco tutti i dettagli del testo, ma la canzone possiede grande groove ed un appeal catchy, io stesso mi sono trovato a girare per casa canticchiando il ritornello ‘Clap Like Ozzy’ (ride, ndR)”.

IL TUO PIU’ GRANDE MERITO SU QUESTO DISCO, A MIO AVVISO, E’ L’AVER PORTATO ALL’INTERNO DELLA BAND UNA GRANDISSIMA ENERGIA, UNA BOTTA CHE HA FATTO MARCIARE I PEZZI MOLTO PIU’ SPEDITI E, IN DIVERSI MOMENTI, ANCHE UNA BUONA ATTITUDINE THRASH.
“Onestamente, quando mi ritrovo a suonare con una band che possiede una lunga storia alle spalle, io cerco prima di tutto di rispettare questa storia. Provo a catturare e fare mio il feeling della band e la filosofia con cui sono state scritte le parti di batteria in passato. Con i Suicidal ho cercato l’emozione del ritmo, il groove punk, le parti hardcore e le parti più freestyle. Ho evitato di suonare troppo, di inserire parti arzigogolate perché volevo che fosse la canzone in primis a parlare. Bisogna essere artisti anche nell’inserire le parti di batteria in un pezzo, queste non devono sovrastare il resto della musica, ma essere al servizio della musica stessa. Non è una cosa semplice avere a che fare con una nuova band, bisogna stare molto attenti, studiare tutta la storia, i dischi passati e provare a suonare nello stesso modo, pagando rispetto alla musica”.

QUINDI PER RISPETTARE LA MUSICA DEI SUICIDAL TENDENCIES, HAI ASCOLTATO E STUDIATO TUTTI I PRECEDENTI DISCHI DELLA BAND?
“Beh, io conosco la band e conosco la sua storia. Possiedo tutti i primi dischi dei Suicidal e li conosco molto bene, al contrario sono rimasto un po’ indietro sulle loro ultime uscite che non ero riuscito ad ascoltare prima di entrare nella band. Essendo preparato sul loro vecchio materiale ed avendo potuto conoscere ancora meglio le canzoni durante il tour, penso di aver catturato lo spirito della band e di averlo fatto mio”.

AD OGGI POSSIAMO CONSIDERARTI UN MEMBRO PERMANENTE DEI SUICIDAL TENDENCIES O A FINE TOUR TORNERAI AD OCCUPARTI DELLE TUE COSE?
“(ride, ndR) Sai, a questo punto mi sto divertendo così tanto a suonare con i Suicidal Tendencies che non ho nessuna intenzione di andarmene in nessun altro posto! Fortunatamente l’agenda di impegni di Mike Muir mi permette di avere il tempo per continuare ad esplorare nuovi musicisti e nuova musica, in pratica di continuare a dedicarmi anche ai miei progetti. Non ci sono conflitti, tra me e i Suicidal c’è molta comunicazione, cosa importantissima per far funzionare tutto!”.

RECENTEMENTE HAI ANCHE PRESO PARTE ALLA REUNION DEI MISFITS. COME E’ STATA L’ESPERIENZA DI SUONARE CON LEGGENDE DEL LORO CALIBRO?
“Non saprei nemmeno io come definire quel momento, l’unica parola che mi viene è storico! Non so se sei riuscito a vedere qualche video su YouTube, ma ti garantisco che è stato qualcosa di stupefacente. Ascoltare ed imparare la musica dei Misfits, lavorare con Gerry Only, Glenn Danzig e Doyle Von Frankestein per me è stata un’esperienza davvero speciale, per la mia carriera ed anche per il mio cuore”.

SUONERETE ANCORA ALTRI SHOW IN FUTURO?
“Io lo spero proprio, ma soprattutto lo sperano migliaia di fan. A oggi però non so proprio nulla, dipende da cosa vorranno fare gli altri ragazzi della band. Vedremo cosa succederà, nel caso volessero suonare ancora, di certo non sarò io a tirarmi indietro”.

LO SCORSO ANNO IN UN’INTERVISTA TU MI PARLAVI CON ENTUSIASMO DEI TUOI PHILM E DEL DISCO CHE AVEVI APPENA PUBBLICATO CON LORO. PER QUALE MOTIVO HAI DECISO DI SCIOGLIERE LA BAND?
“Ho messo fine ai Philm per un motivo molto semplice, gli altri ragazzi della band sono venuti da me con diverse pretese, volevano cambiare drasticamente il nostro sound e ci siamo trovati in forte disaccordo su altri aspetti inerenti il gruppo che ora non sto qui ad elencare. Per me non aveva più senso andare avanti, per cui ho deciso di sciogliere la band e di iniziare una nuova esperienza musicale”.

SE CONTIAMO TUTTE LE BAND E TUTTI I PROGETTI A CUI HAI PRESO PARTE, CREDI CHE LA DEFINIZIONE DI ZINGARO POTREBBE CALZARE PER TE?
“(ride, ndR) Credo di sì, ma in fondo tutti noi musicisti siamo un po’ zingari, non credi? Vedi Andrea, un giorno è composto da ventiquattro ore e in un anno ci sono trecentosessantacinque giorni. Le persone lavorano otto o dieci ore tutti i giorni, dal lunedi al sabato e come musicista io faccio semplicemente la stessa cosa. Se un mese sono in tour con i Suicidal Tendencies, devo poi pensare a cosa fare il mese successivo. Non mi piace passare troppo tempo con le mani in mano, mi annoio, preferisco sfruttare le giornate dando sfogo alla mia creatività e suonando in giro o incidendo dischi. Sembra tutto bello a parole, ma suonare con i Misfits, registrare e andare in tour con i Suicidal Tendencies è un lavoro molto duro, prima di un concerto ci sono giorni di prove, prima di pubblicare un disco dobbiamo lavorare per settimane in studio. Per quanto mi riguarda però, a lavoro ultimato mi sento bene, soddisfatto di ciò che ho fatto ed ho voglia di continuare a fare, a suonare, questa è la mia vita, ho scelto io di fare il musicista. Lavorare con tanti musicisti mi permette di crescere, di imparare cose nuove, anche se suono da oltre trent’anni non mi sento mai arrivato, c’è sempre qualcosa di diverso da scoprire, nuove soluzioni da provare, nuove influenze da aggiungere al mio bagaglio musicale”.

PRIMA DICEVI DI AVER INIZIATO UNA NUOVA ESPERIENZA MUSICALE. PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE IN MERITO?
“Non posso ancora dirti molto, ma per questa volta farò uno strappo. La band si chiama Dead Cross, per ora abbiamo pronta una sola canzone su SoundCloud ( potete ascoltare la nuova canzone qui) , ma la nostra intenzione è di riuscire a pubblicare un disco ad inizio del prossimo anno. Suoniamo hardcore bello incazzato, spero che alla gente piacerà la nostra musica. Non ha nulla a che fare con Misfits o Suicidal Tendencies, è musica veloce, rabbiosa, grindcore, quasi death metal. Ne vedremo delle belle, non vedo l’ora di pubblicare il disco”.

CON TUTTA QUESTA MUSICA, TI ANNOI MAI?
“No, mai, la musica non mi ha mai annoiato! Se dovessi solo ascoltare la musica probabilmente mi sarei annoiato da tempo, ma a conti fatti io ascolto, suono, registro, compongo…questa è la mia vita. Adoro suonare la batteria, sono nato per questo e penso che non mi fermerò mai perché prima di tutto suonare è la mia passione”.

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