SUICIDE SILENCE – Non c’è tempo per sanguinare

Pubblicato il 16/09/2014 da

Un brusco risveglio da una sbornia collettiva ha catapultato i Suicide Silence nel peggiore degli incubi, mettendo fine alla festa ininterrotta di death metal ed eccessi che ha caratterizzato il primo capitolo della carriera della giovane band californiana. Può sembrare che “You Can’t Stop Me” sia arrivato in maniera frettolosa, ma un anno di fermo totale per una band che ha sussistenza nel suonare dal vivo è un lasso di tempo enorme. Come presagiva il loro secondo full length, non c’è tempo per sanguinare, e non ci si può fermare a lungo nemmeno per piangere lo sfortunato Mitch Lucker: eccoci dunque a discutere dell’esaltante comeback con il barbuto Mark Heylmun, reduce da un’odissea emozionale davvero intensa ed inaspettata…

suicide silence - band - 2014

LA TRAGICA PERDITA DI MITCH HA RESO LA BAND PIU’ UNITA?
“Siamo sempre stati molto uniti. Abbiamo imparato molto l’un l’altro stando nei Suicide Silence per un lungo periodo, nove anni fa non avrei mai pensato di poter arrivare ad oggi insieme agli altri… Avere a che fare con una perdita ti fa inevitabilmente imparare molto sui tuoi compagni”.

AVETE PENSATO DI SCIOGLIERE LA BAND O DI CAMBIAR NOME?
“Tutti i pensieri possibili ci sono già passati per la testa, ad un certo punto o in un altro della nostra carriera. Per la nostra percezione la band è stata ferma a lungo, stare in un gruppo è un lavoro che dura 24 ore al giorno. Quando si lavora quanto lavoriamo noi e d’un tratto improvvisamente il tuo cantante, che consideri un fratello, viene a mancare… Cosa puoi fare? Pensi sia finita è ovvio. Non te ne frega un cazzo di cosa possa accadere dopo, vuoi solo fermarti e riflettere”.

CON TUTTO L’AMORE E IL RISPETTO PER MITCH, LA BAND HA MAI CONSIDERATO PERICOLOSO IL SUO STILE DI VITA? QUALCUNO DI VOI ERA PREOCCUPATO PER LUI O SI POTEVA ASPETTARE UNA TRAGEDIA DEL GENERE?
“Credimi non era il solo ad avere uno stile di vita pericoloso. Non ci si preoccupava perchè tutti prendevano parte alla festa. Ci siamo spinti all’eccesso più di una volta, ma non eravamo preparati in alcun modo a tali conseguenze. Sarebbe potuto accadere ad ognuno di noi”.

IL MEMORIAL SHOW E’ STATO ANCHE UN’OCCASIONE PER TESTARE IL NUOVO VOCALIST? C’E’ QUALCUNO CHE POTEVA FARE AL CASO VOSTRO PIU’ DI EDDIE A TUO PARERE?
“Il memorial è stato fatto solo ed esclusivamente per Kenadee (la figlia di Mitch Lucker, ndR) ed il suo fondo per l’educazione. E’ il risultato di un brainstorming su come rendere il tributo al nostro fratello scomparso nella maniera più grande ed imponente possibile. Ci sono molti cantanti che potrebbero fare un gran lavoro al microfono e spaccare con noi sul palco, ma nessuno potrebbe funzionare meglio di Eddie con questo gruppo di persone. E’ parte della famiglia da molto tempo. E’ stato anche il primo cantante ad essere chiamato per il memorial, perchè è da tempo un buon amico. Lentamente i piani per il memorial si sono sviluppati come tutti voi sapete, e alla fine siamo arrivati ad avere un vocalist per ogni canzone”.

COSA AUGURI AI RESTANTI MEMBRI DEGLI ALL SHALL PERISH?
“Spero pubblichino un disco della madonna con un nuovo cantante, così potremo andare insieme in tour. Lo penso davvero, è la fottuta verità”.

SO CHE AVETE PRESO IL NOME DELL’ALBUM DA ALCUNI TESTI CHE HA LASCIATO MITCH. QUANTO MATERIALE SCRITTO DA LUI E’ FINITO NELLA VERSIONE FINALE DELL’ALBUM?
“Una canzone, si tratta della title track. ‘You Can’t Stop Me’ è l’ultimo testo che ha composto, ed è anche tutto ciò che siamo riusciti a recuperare”.

C’E’ QUALCHE CANZONE DELL’ALBUM SCRITTA PRIMA DELLA TRAGEDIA?
“Sì, c’è ‘YCSM’ e una B side chiamata ‘Blue Haze’. Le voci e i testi furono scritte nel settembre 2013 e la musica fu scritta nell’ottobre 2012”.

IN CHE MODO SCRIVERE CON EDDIE E’ DIVERSO DALLA VOSTRA ESPERIENZA PASSATA?
“E’ una persona diversa, tutto qua. Anche Eddie ha bisogno di sentire la musica per avere le vibrazioni necessarie a scrivere dei testi, come Mitch ai tempi. Immagino che la maggior parte dei cantanti lavori in questa maniera. A Eddie piace provare con noi per buttar giù qualche possibile linea vocale e per capire dove piazzare le vocals. Questo ci ha aiutato parecchio nel periodo di transizione in sala prove: comporre insieme ha alleggerito la situazione perchè in principio non sapevamo come sarebbe andata veramente, ci fidavamo delle nostre abilità e della nostra amicizia e basta. In questo modo, BOOM! Il disco è arrivato in maniera organica”.

COME AVETE FATTO AD AVERE GEORGE FISHER COME OSPITE?
“E’ un amico. Era il 2011 e una sera abbiamo tirato tardi insieme. Stavamo facendo i fan boy rompendogli le scatole su quanto sarebbe stato bello se avesse scritto una parte per il nostro prossimo disco, gli avremmo dato qualsiasi cosa fosse stata necessaria perchè potesse accadere. Ci ha guardato come potete immaginare e ci ha detto: ‘Non mi pagherete un cazzo, nemmeno un centesimo. Lo faccio a gratis’. George è un uomo di parola”.

PENSI CHE I SUICIDE SILENCE ABBIANO ANCORA BISOGNO DI CREDIBILITA’ NEL MONDO DEL DEATH METAL? QUESTA COLLABORAZIONE POTRA’ AIUTARVI A RICEVERNE?
“Sono stanco del fatto che il metal sia ancora diviso in diversi ‘mondi’. E’ musica heavy, amiamo tutti la roba brutale. Se sei troppo ‘…-metal’ per ascoltare i Suicide Silence vai per i cazzi tuoi, non sono qui per farti le seghe fino a quando comincerai ad apprezzarci”.

NON HAI MAI NASCOSTO CHE LA TUA INFLUENZA PRINCIPALE COME CHITARRISTA SIA IL LEGGENDARIO DIMEBAG DARRELL…
“E’ inevitabile che mi porti dietro un po’ di ‘Pantera style’ quando suono. Li ascolto ancora ogni singolo giorno, e ascolto anche la musica che ascoltavano loro. E’ un ciclo di influenze che mi è impossibile negare. Non ho uno stile personale come lo aveva Dimebag perchè lui è un’icona, io mi limito a suonare cose nel mio registro personale. Mi piacciono le note singole e forti, che si possono quasi cantare, e quando suono veloce o shreddy mi piace essere malvagio e aggressivo. I Pantera sono il mio gruppo preferito, ma mi piace pensare che nel mio stile ci sia anche dell’altro”.

PERCHE’ REGISTRARE NUOVAMENTE “END IS THE BEGINNING” DAL SUICIDE SILENCE EP?
“E’ una canzone davvero buona di quell’era. Quelli sono i Suicide Silence del 2005 e non abbiamo suonato molto quella canzone dal vivo, perchè poco dopo è uscito ‘The Cleansing’. Ha un testo che volevamo riproporre e un vibe che volevamo tornasse nei Suicide Silence attuali”.

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