SULPHUR AEON – Storie dall’Abisso

Pubblicato il 10/02/2019 da

A dispetto di un crescente successo e di numerose richieste per apparizioni dal vivo, i Sulphur Aeon continuano ad andare avanti nel loro percorso creativo con la caparbietà, la sincerità e l’onestà intellettuale che da sempre li contraddistinguono. La death-black metal band tedesca mantiene un basso profilo e fa di tutto per rendere ogni pubblicazione e ogni concerto un evento, badando bene a non intasare il mercato o ad esporsi troppo. Sinora è sempre stata solo la musica a parlare e i tre album rilasciati ad oggi diffondono il verbo di un gruppo che non presta attenzione alle tendenze del momento, che non vuole necessariamente essere famoso o piacere obbligatoriamente a tutti. Un operato che non è in linea con la logica di certi dettami di marketing e che proprio per questo riesce a imporsi e a crearsi una propria nicchia, peraltro sempre più consistente, nell’underground. Il recente “The Scythe Of Cosmic Chaos”, il terzo centro della discografia, ci ha rimesso davanti tutti i soliti pregi della formazione, assieme ad una aggiornata abilità nel maneggiare toni drammatici, per un risultato finale mai così denso e solenne. Ne parliamo brevemente con il chitarrista T. e il cantante M., raggiunti via mail poche settimane fa.

TRE ALBUM PUBBLICATI, TUTTI FEDELI AD UN PRECISO CONCEPT LIRICO E MUSICALE, EPPURE TUTTI CON I LORO TRATTI DISTINTIVI. IL NUOVO “THE SCYTHE OF COSMIC CHAOS”, AD ESEMPIO, NON E’ RITMICAMENTE VELOCE QUANTO GLI ALTRI, MA E’ PIU’ ATMOSFERICO E ASFISSIANTE…
T: – Hai ragione e prendo la tua analisi come un complimento. Penso che abbiamo trovato una nostra nicchia e che stiamo rifinendo il sound ad ogni uscita. Per quanto riguarda “The Scythe…” in particolare, come album contiene alcune delle nostre parti più veloci, ma sono d’accordo sul fatto che presenti un’atmosfera più grave. Abbiamo cercato di intensificare quest’ultima, che è da sempre uno dei punti di forza della band. Nel complesso, il disco illustra un’ulteriore maturazione, la più logica, a mio avviso.

ALCUNI DEI NUOVI BRANI PRESENTANO DELLE VOCI PULITE. COME PREVEDIBILE, NULLA DI PROPRIAMENTE ORECCHIABILE: SONO VERSI CHE AIUTANO A SOTTOLINEARE ULTERIORMENTE L’ATMOSFERA SOLENNE DELLA MUSICA. AVETE RIFLETTUTO A LUNGO PRIMA DI ATTUARE QUESTO ESPERIMENTO?
M: – L’idea di cantare qualche verso in voce pulita c’era da anni, ma questa volta ho effettivamente avuto tempo per studiare bene queste soluzioni e per fare pratica. Non volevo poi esagerare: questi versi non dovevano essere una costante nei pezzi, bensì una sorpresa. Inizialmente contavo di cantare con questo stile doom/heavy/sacrale solo su “Cult of Starry Wisdom”, ma poi mi sono lasciato trasportare anche su “Yuggothian Spell” e “Thou Shalt Not Speak His Name”.

I SULPHUR AEON SONO INOLTRE DIVENTATI DI RECENTE UN QUINTETTO. COSA VI HA PORTATO AD ALLARGARE UFFICIALMENTE LA FORMAZIONE?
T.: – Non è stato un problema: sia A. che S. facevano parte della line-up live ormai da tempo e S. era anche diventato il responsabile dei nostri intermezzi atmosferici. Dopo avere trovato il giusto affiatamento, è venuto spontaneo chiedergli di unirsi al gruppo in pianta stabile.

COME LA MUSICA, L’IMMAGINARIO E L’ASPETTO VISUALE DELLE VOSTRE PUBBLICAZIONI SONO DECISAMENTE UNICI E CURATI, ENTRAMBI PERFETTI PER ACCOMPAGNARE IL VOSTRO SOUND. COME AVETE SVILUPPATO QUESTI ELEMENTI NEGLI ANNI?
M.: – Ho iniziato a pensare seriamente al lato grafico della nostra proposta mentre lavoravamo all’EP del 2012. E’ stato allora che ho pensato per la prima volta all’argento e quei tipi di illustrazione. In seguito, mentre registravamo “Gateway…”, ho suggerito a T. che sarebbe stato fantastico avere un’illustrazione di accompagnamento per ogni singolo brano. Così, oltre a rifinire tutto il layout, mi sono ritrovato a trascorrere notti a disegnare bozze e a pensare a cosa volevo comunicare con ogni canzone. Per “The Scythe…” volevo lasciare perdere perchè non avevo molto tempo libero, ma alla fine sono riuscito a portare a termine il lavoro, a dispetto dei tanti impegni familiari!

A DIFFERENZA DI TANTI ALTRI GRUPPI DI ULTIMA GENERAZIONE, LA VOSTRA BAND NON RICORRE AD UNA FORTE PRESENZA SUI SOCIAL MEDIA E A TOUR SU LARGA SCALA PER PROMUOVERE LA MUSICA. SI TRATTA DI UNA PRECISA PRESA DI POSIZIONE? PENSATE CHE CAMBIERETE MAI APPROCCIO IN QUESTO SENSO?
T.: – Non ci interessa il successo come lo si intende comunemente: quello che abbiamo raggiunto sinora è già ben oltre le nostre aspettative iniziali. Di conseguenza, non vediamo la necessità di cercare maggiore attenzione. Per alcuni artisti è importante, ma personalmente preferisco che siano la nostra musica e il nostro concept visivo e lirico a parlare. Abbiamo un profilo Facebook e la gente può ascoltare i nostri pezzi su YouTube o Bandcamp: credo che ciò sia sufficiente. Per quanto riguarda infine i concerti, vogliamo che essi siano sempre speciali: per noi non sono una forma di promozione, ma una celebrazione per noi e per i nostri veri fan.

CONSIDERERESTE INVECE L’IDEA DI REALIZZARE UN VIDEO PER UN BRANO?
T.: – Un video potrebbe essere un’opzione davvero interessante, se concepita nel modo giusto. Non farei però un video con noi che suoniamo, ma qualcosa di più originale e artistico, cosa non facile da ottenere. Ci vorrebbe tempo e ovviamente del denaro. Chissà…

IN OGNI CASO, OGGI LA BAND E’ PIU’ NOTA CHE MAI, PERLOMENO NELL’UNDERGROUND, E VI ERANO GRANDI ASPETTATIVE ATTORNO AL NUOVO ALBUM. IMMAGINAVATE UNA TALE ASCESA QUANDO AVETE INIZIATO?
T: – No, come ti dicevo, non avevamo alcuna aspettativa. Comunque, fa sicuramente un bell’effetto sapere che così tante persone apprezzano il nostro operato.

PRENDERESTE IN CONSIDERAZIONE L’OFFERTA DI UNA GRANDE CASA DISCOGRAFICA?
T: – No, non adesso. Perchè mai dovremmo? La Vàn Records ci dà tutto il supporto di cui abbiamo bisogno.

VI E’ QUALCOSA DELLA SCENA METAL ODIERNA CHE PROPRIO NON RIUSCITE A SOPPORTARE?
T: – Quei tanti eroi su internet che sono soliti lamentarsi di tutto e che hanno la pretesa che ogni band debba ascoltare le loro opinioni e suonare di conseguenza.

VI SONO DELLE BAND CON CUI SENTITE DI AVERE UNA PARTICOLARE AFFINITA’, SIA A LIVELLO ATTITUDINALE CHE MUSICALE?
T: – Non saprei se definirla una vera affinità, ma apprezzo l’approccio dei Chapel Of Disease: li conosciamo dagli esordi e rispetto molto il loro modo di operare. Altre realtà che ammiro sono Bölzer, Venenum, The Ruins Of Beverast, Ascension, Mgla, Slaegt, Verheerer e Atlantean Kodex. Queste le prime che mi vengono in mente.

RIUSCITE A PENSARE AD UN’IDEA MUSICALE CHE ANCORA NON AVETE AVUTO MODO DI CONCRETIZZARE PER LIMITI TECNICI O DI BUDGET? C’E’ QUALCHE SOGNO NEL CASSETTO? UNA COLLABORAZIONE CON UN’ORCHESTRA, MAGARI?
T: – No, per adesso non si è ancora presentata una simile situazione. Siamo stati in grado di creare tutto quello che avevamo in mente.

“THE SCYTHE OF COSMIC CHAOS” E’ ENTRATO IN DIVERSE CLASSIFICHE O TOP 10 DI FINE ANNO FRA DICEMBRE E GENNAIO. IMMAGINO SIATE CONTENTI. VOI CHE ALBUM AVRESTE PREMIATO?
T: – Nella band abbiamo gusti molto variegati. Personalmente mi sento di ricordare le prove di Chapel Of Disease, Ascension, Slaegt, Verheerer, Necros Christos e Funeral Mist. Sono tutti dei grandi album.

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