SUNSTORM – Il Grande Joe

Pubblicato il 06/01/2007 da
Il vulcanico Joe Lynn Turner ritorna nuovamente alla ribalta con un nuovissimo progetto in cui il cantante porta avanti la storia (scritta in parte anche da lui) iniziata con Deep Purple e Rainbow. È un onore, quindi, poter scambiare qualche parola con Joe in persona, che si dimostra interlocutore cordiale ed entusiasta, nonostante una carriera pluridecennale e una serie di traguardi irraggiungibili per la stragrande maggioranza degli artisti.

BENE, JOE, GRAZIE PER AVERMI DATO LA POSSIBILITÀ DI REALIZZARE QUESTA INTERVISTA. INIZIAMO SUBITO A PARLARE DEL NUOVO ALBUM: È DAVVERO SPLENDIDO! SO CHE MOLTE CANZONI NASCONO DA IDEE E DEMO SCRITTI PER IL TUO SECONDO ALBUM SOLISTA E PER QUELLO CHE SAREBBE DOVUTO ESSERE IL SEGUITO DI “SLAVES AND MASTERS” (L’UNICO ALBUM DEI DEEP PURPLE CON JOE ALLA VOCE, NDR). COSA PUOI DIRMI IN PROPOSITO?
“Innanzitutto grazie a te per le tue parole gentili e per il tuo apprezzamento. Sono contento che l’album ti sia piaciuto! Passando invece alla tua domanda, prima di tutto ti posso dire che le canzoni che ho scritto erano delle tracce che, in teoria, sarebbero potute comparire nel seguito di ‘Rescue You’. Comunque questo non è valido per tutte le canzoni su ‘Sunstorm’ e, in particolare, ci tengo a precisare che nessuna di queste canzoni è stata scritta per il successore di ‘Slaves And Masters’. A Jim Peterik, inizialmente, fu chiesto di collaborare al seguito di quel disco, ma per quanto ne so le canzoni scritte da Peterik per ‘Sunstorm’ sono diverse da quelle a cui stava lavorando quando ero nei Deep Purple”.

INVECE COSA PUOI DIRMI DEI MUSICISTI CHE HANNO COLLABORATO PER “SUNSTORM”?
“Per quanto riguarda questo aspetto, personalmente non li conosco, nel senso che non ci siamo mai incontrati di persona, faccia a faccia. Ci siamo scambiati delle tracce in formato elettronico, cosa che adesso è molto semplice, grazie alla crescita delle nuove tecnologie. Comunque posso dirti che hanno fatto un ottimo lavoro, dato che sono tutti ottimi musicisti. Anche Dennis Ward è stato grandioso e ha dato un sound pazzesco a quest’album”.

LA TUA DISCOGRAFIA È DAVVERO STERMINATA: SOLO IN QUESTI ULTIMI ANNI HAI PUBBLICATO I TUOI LAVORI SOLISTI, I DUE ALBUM DEGLI HUGHES TURNER PROJECT, L’ALBUM CON AKIRA KAJIYAMA E “SUNSTORM”, SENZA CONTARE LE INNUMEREVOLI COLLABORAZIONI. COME RIESCI AD ESSERE COSÌ PROLIFICO? TROVI IL TEMPO DI DORMIRE?
“Certo che dormo, altrimenti non riuscirei a cantare! (ride, ndR). Capisco però cosa intendi: a volte tutto quello che faccio è lavorare e dormire. Però mi piace quello che faccio, amo comporre. Inoltre continuare a lavorare mi mantiene vivo e attivo, mi tiene al meglio, insomma. Però ci tengo a precisare che rifiuto anche un sacco di proposte, non vorrei dare l’impressione di essere uno che collabora con chiunque lo contatti. Non è assolutamente così: ci deve essere la giusta condizione lavorativa, così come anche un’alchimia artistica”.

LA TUA VOCE STA INCREDIBILMENTE MIGLIORANDO ANNO DOPO ANNO. COME CONSERVI LE TUE CORDE VOCALI?
“Grazie ancora per le belle parole. Ho già menzionato il mio metodo essenziale per mantenermi in forma: dormire! Questo è molto importante. Unito anche ad una vita sana, che è un altro ingrediente per riuscire a non rovinarsi la voce. Non mi capita più di partecipare a grandi party come facevo negli anni ’80. Inoltre credo sia importante tenere in allenamento la voce: io la uso costantemente e questo mi aiuta parecchio. La maggior parte delle cose che ho imparato nelle mie prime lezioni di canto, quando ero giovane, le utilizzo ancora adesso con successo”.

TU HAI AVUTO LA FORTUNA DI LAVORARE CON UN INCREDIBILE NUMERO DI ARTISTI: CHI SONO QUELLI CHE TI HANNO AIUTATO MAGGIORMENTE A MIGLIORARTI?
“Credo di aver imparato qualcosa da tutti loro. Ad ogni modo devo ringraziare sicuramente Ritchie Blackmore, che mi ha aiutato agli inizi della mia carriera. Mi lasciava assoluta liberta e, allo stesso tempo, era franco e diretto quando qualcosa non gli andava. Mi ha sempre dimostrato un grande rispetto come cantante, autore, musicista e, comunque, mi ha sempre spinto ad essere competitivo”.

A QUESTO PUNTO DELLA TUA CARRIERA, COSA DIRESTI A QUALCUNO CHE VOLESSE ENTRARE NEL MONDO DEL MUSIC BUSINESS?
“Oggi è diverso, perché ora più che mai tutto gira intorno ai soldi. Ci sono sempre meno artisti che hanno una longevità e una personalità propria. Il migliore consiglio che posso dare è di essere sempre artisti veri con sé stessi”.

VENT’ANNI FA IL GENERE CHE SUONI ANCORA ERA NELLE CLASSIFICHE DI TUTTO IL MONDO. ORA È DECISAMENTE UN MOMENTO PIÙ DIFFICILE: COME VEDI LA SCENA MUSICALE DI OGGI?
“Sono d’accordo con te. Penso però che la qualità stia salendo nuovamente: era davvero poca verso la metà degli anni ’90. Ora invece mi capita di sentire delle giovani band che scrivono belle canzoni, con un ottima struttura musicale. E poi finalmente si iniziano a sentire ancora band che hanno un cantante che canta invece di grugnire e urlare! (ride, ndR). Quindi credo che si stia migliorando. C’è ancora poca melodia e un’eccessiva ruvidezza nel rock attuale, ma tutto sta migliorando”.

QUALI CANTANTI TI HANNO MAGGIORMENTE INFLUENZATO AGLI INIZI DELLA TUA CARRIERA?
“Quando ero giovane si trattava di cantanti blues e soul. Otis Redding ed altri come lui. Poi c’è stato Paul Rodgers, naturalmente. Musicalmente, invece, posso citare Hendrix, Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath. Il cantante che, invece, mi ha spinto a portare avanti la musica come vera e propria carriera è stato Mark Ferner dei Grand Funk Railroad. Un sera andai ad un loro concerto al Madison Square Garden e lasciai lo show con la convinzione di voler diventare un musicista rock professionista. Marl aveva catalizzato tutti gli sguardi!”.

L’ALBUM VERRÀ SUPPORTATO DA UN TOUR?
“Dici ‘Sunstorm’? No, al momento non c’è niente di programmato”.

SEMPRE A PROPOSITO DI CONCERTI: HO AVUTO IL PIACERE DI VEDERTI DAL VIVO DURANTE IL SECONDO TOUR DEGLI HTP. FU UNO SPETTACOLO MEMORABILE. COSA RICORDI DI QUELLE DATE IN ITALIA?
“È stato fantastico! I fan sono davvero pieni di passione in Italia! Mi piace sempre venire dalle tue parti. E poi io ho delle radici italiane, quindi per me è un po’ come tornare a casa”.

CI SARÀ UN ALTRO EPISODIO TARGATO HTP?
“Io sarei disponibile, ma al momento sia io che Glenn siamo molto impegnati con le nostre carriere soliste e con vari altri progetti. Però sono davvero orgoglioso di quello che io e Glenn siamo riusciti a creare in quei due dischi”.

OK, JOE, SIAMO ARRIVATI ALLA FINE DELL’INTERVISTA. LASCIO A TE UN ULTIMO SALUTO PER CONCLUDERE.
“Grazie per il vostro supporto. Voglio ringraziare anche i vostri lettori, perché senza i fan non sarei tanto motivato a voler continuare a fare musica e a restare in questo business così fuori di testa. Per fortuna faccio quello che mi piace e sembra che anche altra gente apprezzi quello che compongo! Peace! E buon anno a tutti!”.

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