Se gli Antagonism – di cui abbiamo parlato nell’altra intervista di questo Sectioning Death – erano “vintage”, di certo i Synapses, da Brescia, si trovano all’estremo stilistico opposto, suonando un death moderno, dalle inflessioni industriali. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con questi ragazzi, che hanno partecipato massicciamente all’intervista rispondendo insieme alle domande (confermando coesione e passione), e abbiamo scoperto che le visioni livide narrate in “Expiation” prendono forma non solo grazie al duro lavoro in sala prove, ma anche grazie a riflessioni personali che sfociano nell’immaginifico: come altresì definire l’ambientazione “post-moderna” che caratterizza l’atmosfera dell’album? Vi invitiamo caldamente a proseguire nella lettura, così che possiate scoprire cosa in effetti sussiste dietro la musica di questa band.
PARTIAMO CON LE PRESENTAZIONI: CI RACCONTERESTE LE VOSTRE ESPERIENZE PASSATE E QUALE STRADA VI HA PORTATO A FONDARE I SYNAPSES?
Alessio Fassoli: “Tutto inizia dalle ceneri degli Underhate, la nostra precedente band con la quale abbiamo inciso poco in tanti anni, ma che ci ha permesso di fare parecchi concerti e di farci le ossa. Quando ci siamo accorti che le cose non andavano più, abbiamo deciso che si dovevano fare dei cambiamenti: tale decisione ci ha portato – dopo varie fasi di elaborazioni personali e non – a star fermi un anno senza batterista a riflettere sul da farsi, finché un giorno è arrivato Riccardo Fanara (batteria) e con la nuova formazione abbiamo trovato subito un nuovo feeling, creando un progetto più concreto. Buttate giù dieci canzoni, ne abbiamo scelte tre e abbiamo inciso il demo (‘Synapses’, ndR): da lì si è capito cosa dovevamo fare nel disco, punto di partenza per scrivere il successivo”.
“EXPIATION” E’ IL VOSTRO DEBUTTO: A NOI E’ PIACIUTO MOLTO E ABBIAMO DECISO DI INTERVISTARVI PERCHE’ POSSIATE INVOGLIARE I NOSTRI LETTORI AD ASCOLTARLO. COSA POTETE DIRCI AL RIGUARDO?
Giovanni Canedoli: “‘Expiation’ è un disco concepito curando al massimo il sound e l’aspetto tecnico/musicale per cercare di interpretare il lato oscuro di una società violenta, frenetica e in perenne conflitto, fucina di paure, frustrazioni ed angoscia”.
AF: “Ai deathster che stanno leggendo consiglio l’ascolto di un album che non hanno mai sentito, perchè non scontato né troppo canonico, ma violento, freddo e metodico, capace di dare un senso di claustrofobia senza respiro. Insomma un vero incubo”.
ASCOLTARE IL VOSTRO DEBUT ALBUM, “EXPIATION” HA MESSO IN EVIDENZA UN ASPETTO PARTICOLARE DEL VOSTRO SOUND, OVVERO CERTE DERIVE INDUSTRIALI CHE RISULTANO BEN METABOLIZZATE ALL’INTERNO DEL CONTESTO ESTREMO CHE CARATTERIZZA IL DISCO. COSA CI DITE AL RIGUARDO?
AF: “Sono d’accordo. Quando ho pensato al tipo di suono e di songwriting per rendere al meglio i testi di Kane, così sociofobici, mi vedevo in un’ambientazione ispirata al futuro di questa società, in modo da poter cogliere l’estremizzazione del processo produttivo nella sua accezione peggiore, quella che va a discapito della gente. Se ascoltate il riff che apre il disco sentirete il ripetersi di tre accordi che, incastrati sulla ritmica di Riccardo, danno un senso di ‘moto perpetuo’, di ‘meccanismo’, che riporta alle macchine di produzione: certamente, in questo contesto – ispirato ad un’ambientazione prossima (nei tempi, ndR), automatica e ciclica – si può avvertire il carattere ‘industriale'”.
QUANDO SCRIVETE UNA CANZONE PARTITE DA UN RIFF, UN’ATMOSFERA O ALTRO?
AF: “Abbiamo lavorato poco sulle atmosfere, se non in ‘The Curse Of Extinction’, e molto sull’impatto dei riff o della ritmica degli stessi riff. Nei pezzi post ‘Expiation’, invece, stiamo lavorando di più con nuovi arrangiamenti, che magari partono da un’atmosfera o da una sensazione che elaboriamo insieme in sala prove”.
Riccardo Fanara: “Per quanto riguarda la parte più ‘pratica’, la composizione dei pezzi parte solitamente da Alessio e poi, insieme, assembliamo i tasselli del mosaico per estrarne il potenziale”.
QUALE ASPETTO DELLO SCRIVERE CANZONI VI COINVOLGE DI PIU’?
GC: “Riuscire a buttare fuori tutta la merda che ho dentro”.
Giordano Savoldi: “Darmi la voce che altrimenti non avrei”.
AF: “Mi affascina molto l’aspetto creativo, particolarmente che da un’idea si possano creare cose concrete e affascinanti come la musica. Scoprire, in un secondo momento, che ciò che si è fatto rispecchia una parte di me che volevo tirar fuori è ancora più stimolante”.
RF: “Non lo so, ma non riesco a farne a meno. Sicuramente, da strumentista, è anche l’approccio tecnico ad affascinarmi; in ogni brano trovo me stesso, perché è una sfida nuova sotto ogni punto di vista: artistico, creativo e musicale”.
QUALE E’ LA RELAZIONE TRA IL VOSTRO MODO DI VEDERE IL MONDO E LA MUSICA CHE SCRIVETE?
AF: “Il mio modo di vedere il mondo è privo di compromessi, quindi mi sento a mio agio col death metal. La società in cui viviamo mi dà tanti spunti: le cronache e tutte le cose negative che si leggono e vedono. Secondo me il death metal è la rappresentazione musicale di eventi, o situazioni, di impatto estremo”.
GS: “La musica che scriviamo rappresenta un aspetto della vita odierna che coinvolge tutti e che non va repressa o nascosta”.
GC: “Vedo il fare musica come una naturale elaborazione di ciò che mi circonda”.
RF: “Vedo il mondo come un insieme di sensazioni. Ognuna di questa ha una sua forma di espressione. Per me, la rabbia è il death metal”.
VOI SIETE DI BRESCIA, CITTA’ CHE, TRA GLI ALTRI, HA DATO I NATALI ANCHE AI CADAVERIC CREMATORIUM: ESISTE UNA SCENA ESTREMA DALLE VOSTRE?
GC: “ Non solo ai Cadaveric (che saluto…), ma anche a band storiche come Insidia, Agonia ed Exytion. Anche oggi, come allora, ci sono parecchie realtà interessanti, che purtroppo devono confrontarsi locali molto più interessati alle cover band, assenza di sale prove e scarso supporto da parte della gente. Ricordo personaggi stupendi che si facevano chilometri anche in bici per vedersi un concerto; oggi, triste doverlo ammettere, i ragazzi si spostano meno e navigano troppo”.
POSSIAMO IMMAGINARE CHE SIATE ANCHE DEGLI APPASSIONATI FANS: QUALI SONO I GRUPPI CHE ASCOLTATE DI PIU’? QUALI IN QUESTO PERIODO? FATECI I NOMI DI MUSICISTI CHE AMATE, O AVETE AMATO, PARTICOLARMENTE.
“Il death metal fa vibrare le carni di tutti noi e questo è il motivo per il quale esistiamo come Synapses: detto ciò, ognuno di noi ha gusti diversi e ascolta generi diversi, musica di tutti i tipi dalla classica al grind più estremo, e siamo affascinati dai diversi aspetti che li costituiscono”.
VI VA DI RACCONTARCI QUALCHE EPISODIO RIMARCHEVOLE IN RELAZIONE ALLA VOSTRA STORIA E CARRIERA?
AF: “In questo momento ci piace guardare avanti, a questo nuovo progetto, e poi ne avrei talmente tanti che non saprei. Certamente aver conosciuto e condiviso palchi con gentaglia come Cephalic Carnage, Napalm Death, Pungent Stench, oppure girare l’Europa con i Natron, sono cose che sicuramente rimangono nel ‘bagaglio death’ di ognuno di noi; tuttavia è il futuro che ora ci interessa”.
IL DEATH METAL E’ UN GENERE OSTICO, CHE CONCEDE BEN POCHI LUSSI ECONOMICI: VOI RIUSCITE A VIVERE CON LA VOSTRA MUSICA O AVETE QUALCHE OCCUPAZIONE PARTICOLARE?
AF: “Certo, ho un’occupazione a tempo pieno, una famiglia e tanta passione. I gruppi che si mantengono con il death metal non sono molti: spero di sbagliarmi, ma…”.
GS: “Siamo in Italia, si fa fatica a lavorare, immaginati a vivere di death metal… (touché, ndR)”.
RF: “ Io provo a mantenermi con la musica, ma anche in altre situazioni che vanno dalla didattica all’attività esecutiva”.
AVETE IN PROGETTO UN TOUR PER PROMUOVERE IL VOSTRO ULTIMO ALBUM?
AF: “Stiamo organizzando date nei weekend in Italia ed Europa per il momento, con il supporto di Killshot PR. Avremmo voluto fare di più ma quest’anno si fatica a conciliare famiglie, impegni e lavoro. Sicuramente l’anno prossimo cercheremo di fare un tour di 15-20 date, magari grazie sotto la spinta di un secondo disco, al quale stiamo lavorando già da ora”.
SPERIAMO DI POTER ASSISTER PRESTO AD UN VOSTRO CONCERTO, CI PIACEREBBE POTER VERIFICARE DI PERSONA LA RESA LIVE DEI VOSTRI PEZZI. PRIMA DI LASCIARCI VOLETE FARE UN SALUTO AI NOSTRI LETTORI?
”Ringrazionamo te, Claudio, e Metalitalia.com per l’interesse dimostrato a noi e al disco! Speriamo di vedervi tutti ai nostri concerti il prima possibile e vi raccomandiamo: non state a casa sul divano con la vostra metallara di turno, portate anche lei! Ma soprattutto, ANDATE AI CONCERTI!”.