Dall’arcobaleno di “Colours In The Dark” al bianco e nero di “The Brightest Void” e “The Shadow Self”, la tavolozza da pittore è da sempre un elemento caratterizzante della musica di Tarja. E lo è a maggior ragione ora che l’artista finlandese ha deciso di incupire i toni, regalandoci con il recente “The Shadow Self” l’album più cupo e malinconico della sua intera carriera. In un periodo che l’artista stessa descrive come uno dei più caotici e ricchi della propria vita, noi di Metalitalia.com cerchiamo di scoprire come possa in effetti esserci spazio per l’oscurità in una vita così piena di impegni e novità…
BENE, PARTIAMO DAL MOMENTO ATTUALE: TRA CONCERTI E PROMOZIONI MI SEMBRI MOLTO OCCUPATA MA FELICE! COME LO DEFINIRESTI QUESTO PERIODO DELLA TUA VITA?
“Grazie per averlo chiesto! Lo definirei… convulso! Come dicevi sono felice, sto benissimo, anche se super-impegnata come si può immaginare tra concerti, promozioni, interviste: pensa che proprio ora che parlo con te sono nel bel mezzo della parte europea del ‘The Brightest Summer Tour’, e sono in pratica appena tornata dall’Asia, dove ho tenuto alcuni show per la prima volta! E’ un periodo di grandi novità, anche per la promozione. Non avevo mai rilasciato due album praticamente in contemporanea, e anche questa è una cosa nuova per me, soprattutto dal punto di vista di gestione degli impegni. Boh, che altro dire? Sono davvero al top!”.
TI ASPETTAVO AL VARCO… HAI PARLATO APPUNTO DI DUE ALBUM PUBBLICATI IN CONTEMPORANEA, APPUNTO “THE BRIGHTEST VOID” E “THE SHADOW SELF”. COME SI RAPPORTANO L’UNO CON L’ALTRO? COME HAI SCELTO QUALE BRANO SAREBBE FINITO SU QUALE LAVORO? E’ STATO DIFFICILE DARE UN VOLTO A DUE DISCHI IN COSÌ BREVE TEMPO?
“Diciamo che c’è stato del lavoro da fare. Anche perché le canzoni di entrambi gli album hanno un’origine comune, sono stati composti nello stesso periodo. Inizialmente, però, l’idea era quella di pubblicare un album solo, ‘The Shadow Self’. Però i mesi precedenti il periodo di produzione dell’album sono stati davvero produttivi dal punto di vista creativo, e mi trovavo quindi con in mano una quantità inaspettata di materiale. Era davvero tanto, anche perché ho composto molto durante il tour precedente… praticamente ogni momento libero mi veniva un’idea valida! Alla fine mi sono trovata con davvero tante canzoni, e ho discusso a lungo con la label su come fare a non lasciare niente nell’ombra, a non tenermi nulla per me, diciamo. All’inizio si pensò a bonus track per i vari territori, ma non mi piaceva nemmeno l’idea di separare i vari brani, per così dire, e quindi ci siamo convinti a produrre due album indipendenti. Per quanto riguarda la suddivisione dei brani, non è stato difficile in realtà capire dove mettere ogni pezzo, anche perché la precedenza è stata data alla struttura di ‘The Shadow Self’. E’ quello l’album che la gente dovrebbe attendersi da me. E’ il mio album più pesante e anche quello più versatile, ed è il prodotto originale cui stavo lavorando. Questo però non toglie niente a ‘The Brightest Void’! E’ un lavoro ricco di sorprese, come la collaborazione con il mio amico Michael Monroe, o anche altri brani davvero speciali… Diciamo che ‘The Shadow Self’ è un capitolo molto forte e a fuoco della mia discografia, mentre ‘The Brightest Void’ è un bellissimo regalo ai miei fan e a chi mi segue!”.
GIÀ CHE HAI NOMINATO MICHAEL MONROE E IL BRANO REALIZZATO CON LUI, CI RACCONTI QUALCOSA A RIGUARDO? COME L’HAI CONOSCIUTO, COME È NATA L’IDEA PER QUESTO BRANO, CHI L’HA COMPOSTO…
“E’ stata una bella collaborazione! L’incontro con Michael è avvenuto sul set di ‘The Voice Of Finland’, media televisivo dove eravamo vocal coach entrambi. Siamo diventati amici lì. Ci siamo tenuti in contatto anche dopo le riprese, e da qui è nata la collaborazione. Il brano però per me è stata una vera sfida! Michael Monroe è un grande cantante, ma in questo frangente è stato forse un po’ troppo rock’n’roll per le mie corde, lo ammetto! Il brano comunque è un prodotto di entrambi, lui ha scritto il testo, io la musica, mentre le linee vocali le abbiamo curate entrambi. E’ stata una collaborazione davvero paritaria”.
GIÀ CHE PARLIAMO DEI PEZZI DI “THE BRIGHTEST VOID”, VORREI CHIEDERTI INFORMAZIONI SULLA COVER DI “HOUSE OF WAX”, CHE MI È PIACIUTA MOLTO. DA DOVE È ARRIVATA L’IDEA DI COVERIZZARE PROPRIO QUEL BRANO DI MCCARTNEY?
“E’ secondo me pienamente in linea con queste sessioni compositive. Si tratta di una canzone dal mood molto dark, molto oscuro. Cercavo proprio qualcosa del genere, e ‘House Of Wax’ non solo rappresentava bene il clima che volevo, ma mi sono resa conto che l’itero brano era proprio nelle mie corde, quasi fosse proprio mio! C’è un violoncello molto oscuro in questa canzone, uno strumento che ho già usato molte volte in passato e che mi si addice appieno, e su questo brano spicca davvero! Un risultato che mi ha davvero soddisfatto”.
TI SEI CIMENTATA MOLTE VOLTE CON COVER DA TUTTI I GENERI POSSIBILI E IMMAGINABILI. PER TE, NEL FARE UNA COVER, È PIÙ IMPORTANTE MANTENERE IL MOOD ORIGINALE O ADATTARE IL PEZZO ALLA PROPRIA PERSONALITÀ?
“Cerco di rendere ogni brano che coverizzo il più possibile ‘mio’. Certo è importante non calpestare l’idea originale della canzone, ma più importante di tutto è che essa trattenga un po’ della mia personalità. Non è sempre facile, per questo scelgo generalmente dei brani che siano speciali per me. Comunque non è mai facile realizzare una cover in studio per un album: non devi solo ‘riprodurre’ il pezzo fedelmente, il brano deve diventare parte di un tutto, deve essere esattamente come gli altri dell’album in cui viene inserito. E’ più o meno come lavorare a un brano proprio, per certi versi!”.
RITORNANDO AL TEMA DI QUESTA GRANDE ISPIRAZIONE CHE TI HA COLPITO NELL’ULTIMO PERIODO, DA DOVE RITIENI DI TRARRE LA MAGGIOR PARTE DELLE TUE IDEE? QUALI SONO LE TUE PRINCIPALI FONTI DI ISPIRAZIONE IN QUESTO MONDO?
“Il mondo stesso mi è di continua ispirazione! La mia vita, per come è impostata, crea per me un vasto range di occasioni diverse, e ognuna di esse può essermi di ispirazione. Alla fine, non sono mai ferma, vedo posti in tutto il mondo viaggiando con i miei cari, conosco tanta gente diversa di ogni cultura e nazionalità. Tutto questo è una manna per un artista, anche se forse è un po’ meno bello se sei sposata e hai già un figlio, però! A questo punto, posso dire che è il mio lavoro stesso a darmi continua ispirazione. Lavorare con la musica mi ispira e mi stimola, e scopro ogni volta di avere così tanto da imparare su ogni posto che visito o ogni persona che conosco che ritengo impossibile il fatto di rimanere senza idee per delle canzoni. E’ la musica stessa a motivarmi a scriverne altra e a impegnarmi di più, e questo circolo mi mantiene in movimento”.
QUINDI POSSIAMO DIRE CHE L’ISPIRAZIONE TI VENGA DALLA TUA STESSA VITA? SEI IN GRADO DI AUTOALIMENTARE LA TUA ARTE?
“L’ispirazione mi viene dal caos della mia vita. E’ più corretto. Come ti dicevo, quando viaggio e vedo posti o incontro genti, vengo sempre a contatto con delle ‘storie’. Ed è proprio di queste storie che mi piace parlare e ci cui spesso scrivo”.
MI PARLI DI VITA CAOTICA, MA IMMAGINO CHE LE SODDISFAZIONI NON TI SIANO MANCATE: HAI PUBBLICATO UN GRAN NUMERO DI PRODOTTI DALLA TUA USCITA DAI NIGHTWISH, TRA CINQUE ALBUM ROCK IN STUDIO, DUE ALBUM CLASSICI E TRE ALBUM LIVE. COSA PENSI QUANDO GUARDI INDIETRO A QUESTO CARNET COSÌ RICCO?
“Certamente sono molto felice. Questi traguardi sono importanti. Ma sono traguardi che ho raggiunto non solo grazie alla carriera da artista solista. Ho avuto una band, prima, e se non avessi accettato quella sfida quando avevo solo diciotto anni, non sarei qui a parlare con te di questi numeri. La vita ti pone davanti un numero infinito di sfide, e io le ho sempre accettate, dall’entrare nei Nightwish all’andarmene, fino a costruire questa mia nuova carriera. Penso che, più che dei numeri che hai detto, la cosa di cui sono fiera è che non ho mai voltato le spalle a una sfida. Ad agosto suonerò al Wacken, non è il mio solito target e potrei avere delle preoccupazioni, ma non vedo comunque l’ora, e accetto anche questa sfida. Decisamente, sono fiera di come ho affrontato il cammino per arrivare fino a qui”.
VORREI CONCLUDERE CON UNA NOTA INTERESSANTE… LO SCORSO ROCK ALBUM SI CHIAMAVA “COLOURS IN THE DARK” E CI PRESENTAVA UNA TARJA VARIOPINTA, MENTRE ORA QUESTI DUE NUOVI ALBUM SONO DECISAMENTE IN BIANCO E NERO. MA TU, IN QUALE VESTE DI VEDI? COLORATA O MONOCROMATICA?
“Mi ritengo una persona positiva: piena di bei pensieri, di energia, alla quale piace circondarsi di persone. Sono molto sociale, amo stare in mezzo alla gente. Adoro le novità, fare cose diverse… il caos di cui ti parlavo. Anche sul palco sono esuberate e interattiva, sempre rivolta al pubblico. Questi sono i colori, i miei colori, quelli che mi piacciono, e di cui mi circondo. Ma se guardi bene, quando si tratta di me, io sono la macchia scura in mezzo a questi colori. Questa è una cosa che si riflette anche sulla mia musica. Melodie scure, musica melanconica… è questo il velo che mi si addice, in mezzo a tutti quei colori. Penso che quest’ultima scelta, il bianco e il nero, siano piuttosto azzeccate: io sono una base scura, ma la mia personalità porta un raggio di luce in questa oscurità, e la rischiara. Adesso, penso di potermi descrivere così”.