C’è molta umiltà e voglia di fare nelle parole di Marco Pastorino, intervistato da noi di Metalitalia.com in occasione del terzo album dei suoi Temperance… anche se impegnato su tantissimi fronti (Secret Sphere, Light & Shade, Hate Tyler, Temperance) il giovane ragazzo novarese preferisce infatti non soffermarsi troppo sul presente , tenendo lo sguardo ben puntato al futuro e a cosa ci sarà da fare nell’immediato. Proprio dalle sue parole scopriamo quindi i motivi che hanno portato alla creazione di un album un po’ inatteso come “The Earth Embraces Us All” e soprattutto cosa attende la band nell’immediato futuro…
C’È VENTO DI CAMBIAMENTI IN CASA TEMPERANCE… LA VOSTRA ULTIMA USCITA SEMBRA PRENDERE UN PO’ LE DISTANZE DAL PREDECESSORE “LIMITLESS”. IL PRIMO PUNTO DI SCOSTAMENTO CHE TROVIAMO RISIEDE NEL TITOLO, PIÙ SIGNIFICATIVO ED ELABORATO RISPETTO ALLO STILE DIRETTO DA VOI UTILIZZATO PRIMA PER LE VOSTRE CANZONI. COME SIETE ARRIVATI A QUESTO “THE EARTH EMBRACES US ALL”?
“E’ vero, il titolo è un po’ diverso. Quando abbiamo cominciato a mettere insieme l’album, ci siamo accorti subito che i brani pronti indicavano un imminente cambiamento. Un po’ era cambiato il sound, e di sicuro erano diverse le strutture… anche il genere sembrava un po’ diverso. Abbiamo quindi deciso di assecondare questo cambiamento, e l’abbiamo fatto anche a livello del titolo e del package. L’idea originale di quando si parlò del titolo era quella di parlare della Terra, dell’importanza che la natura ha per noi tutti… alla fine ho optato per non dare un connotato per forza negativo, e ho effettuato questa scelta in qualche modo più calda e rassicurante. Penso sia un bel titolo, in effetti”.
IL NOSTRO PARERE È CHE SIA IN ATTO ANCHE UNA MODIFICA A LIVELLO TEMATICO… AVETE LAVORATO NELLE LIRICHE NELLA STESSA MANIERA CHE PER GLI ALTRI DUE ALBUM, O AVETE OPTATO PER UN APPROCCIO DIVERSO?
“Le liriche sono nella quasi totalità opera di Chiara, a parte una o due canzoni. Alla fine col tempo si cresce e si matura… e questo è successo anche a noi ora del terzo album. La musica, dicevamo, è cambiata un po’ e logicamente i testi hanno seguito più o meno questa nuova direzione. Non direi che è cambiato il modo di scriverli, però sicuramente anche le lirica hanno seguito la direzione della musica…”.
RITORNANDO ALLA MUSICA ALLORA, POSSIAMO DIRE CHE ESSA SEGUA LINEE PIÙ COMPLESSE E RIFLESSIVE RISPETTO A “LIMITLESS”?
“Sì, è esatto. Direi che questa nuova direzione è più o meno quella in cui mi piacerebbe viaggiassero anche i prossimi album dei Temperance… C’è più struttura, più profondità, ogni brano è meno scritto nell’ottica di ricavarne il potenziale singolone acchiappa-like. Direi che ciascuno di questi brani è più ‘dettagliato’, se mi passi il termine. Vorrei dirti che sono un po’ ‘alla Savatage’, se un esperto come te mi passa il paragone (Si riferisce al libro sui Savatage pubblicato dall’autore lo scorso aprile, ndR), ma comunque hai capito (ride, ndR)”.
FIN DAL VOSTRO DEBUTTO SI È PARLATO DI VOI PARAGONANDOVI AGLI AMARANTHE… A PARTE CHE ADESSO LA MUSICA È DIVERSA, POSSIAMO COMUNQUE PERMETTERCI DI DIRE CHE UN TRATTO IN COMUNE ANCORA LO AVETE: PUBBLICATE ALBUM A UNA VELOCITÀ DAVVERO INVIDIABILE. COME FATE A MANTENERE UN SIMILE RATE DI UN ALBUM ALL’ANNO?
“La verità è che io e Giulio lavoriamo davvero bene assieme. Ci troviamo alla perfezione, e tutto ci viene facile per così dire. E’ per questo che andiamo molto veloci, per via della buona alchimia tra di noi a livello lavorativo. Comunque, non era pianificato di uscire così in fretta dopo ‘Limitless’. Semplicemente, ci siamo trovati per scrivere pezzi nuovi, e in breve tempo ne avevamo abbastanza per puntare a un nuovo album. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello, visto che ce ne era la possibilità, pubblicare un terzo lavoro in tempi brevi almeno la setlist dal vivo sarebbe stata nutrita e varia. A questo punto, dopo ‘The Earth Embrace Us All’, abbiamo quello che ci serve, e il prossimo anno, il 2017, sarà quello in cui suoneremo di più dal vivo. Non dovrete aspettarvi un altro album dei Temperance l’anno prossimo… ve lo promettiamo (ride, ndR)”.
PRIMA PARLAVAMO DI UN CAMBIO NELLA DIREZIONE MUSICALE… VOGLIO CHIEDERTI COME MAI NE SENTIVATE LA NECESSITÀ. DOPOTUTTO LA BAND STAVA ANDANDO BENE, IL SUCCESSO CHE HANNO RAGGIUNTO IL DEBUTTO E “LIMITLESS” È PIÙ CHE BUONO, QUINDI PERCHÉ INFILARSI IN UN NUOVO SENTIERO? CI AVETE PENSATO PRIMA DI FARLO, O NE AVETE DISCUSSO?
“Non abbiamo preso la scelta più commerciale, questo è vero. Avessimo voluto percorrere una strada semplice, come dici tu, avremmo semplicemente continuato a puntare su canzoni dirette e immediate, che tanto ci hanno reso nei passati lavori. Il cambio è stato quindi dovuto proprio al fatto che volevamo davvero fare qualcosa di diverso! Come ti dicevo, abbiamo cominciato a comporre, e le canzoni si sono naturalmente dirette verso una proposta più ragionata, meno diretta. Noi l’abbiamo solo assecondato. E’ stato un rischio? Forse. Però finora la cosa ha pagato… non sappiamo ancora in termini di vendite effettive (intervista raccolta a fine ottobre, ndR) ma come recensioni credo che non abbiamo mai raccolto voti così unanimamente alti… il cd sta piacendo a tante persone!”.
A PROPOSITO DEL SUCCESSO VELOCE RACCOLTO DA “TEMPERANCE” E “LIMITLESS”, VE LO ASPETTAVATE? VOGLIO DIRE, SIETE MUSICISTI D’ESPERIENZA PIÙ O MENO TUTTI E PROVENIVATE GIÀ DA ALTRE REALTÀ CONOSCIUTE, QUINDI UN CERTO TIPO DI RICONOSCIMENTO VI È FORSE IN QUALCHE MODO DOVUTO, MA CON I TEMPERANCE VI ASPETTAVATE UN RITORNO DI QUESTO TIPO IN COSÌ POCO TEMPO? IN UN PAIO DI ANNI SIETE SULLA BOCCA DI UN NUMERO CRESCENTE DI PERSONE, AVETE APERTO DUE VOLTE PER I NIGHTWISH…
“Bei risultati, vero? Come dicevi tu, siamo comunque musicisti di esperienza. Da tutto quello che abbiamo fatto negli anni prima di Temperance, abbiamo tutti imparato qualcosa, da come si produce un album a come si registra, a come si promuove… abbiamo un’idea più chiara del mondo in cui siamo immersi, quindi pure essendo una band al debutto partivamo con delle basi più solide e obbiettivi più chiari. Però, non posso dirti che quando siamo partiti, tre anni fa, non siamo partiti con l’idea di avere successo, di fare i soldi. Quello no. Nel mondo metal attuale, qui in Italia ma anche in Europa, è difficile partire con questo tipo di ottica. Perché le speranze sono poche. E’ molto più facile che una band parta dalla passione per questa musica e dalla voglia di divertirsi e poi riesca a farcela e a portarsi al livello successivo. Così è andata a noi, siamo partiti dalla voglia di imbarcarci in questa impresa, e stiamo ancora vedendo cosa succede. Non ci piace porci come quelli che sono arrivati, come qualcuno che ce l’ha fatta… semplicemente stiamo facendo un bel percorso, siamo soddisfatti dei ritorni che stiamo avendo e siamo curiosi di vedere dove il percorso ci porterà”.
GUARDIAMO UN ATTIMO AL FUTURO… COSA TI ASPETTI DAI TEMPERANCE?
“Ho una buona sensazione sul futuro di questa band. Noi quattro che siamo rimasti siamo davvero molto uniti, ci aspettiamo di andare avanti con i piedi per terra e riuscire a toglierci un po’ di soddisfazioni lavorando sodo. Come ti dicevo, il percorso fatto con questi tre album è stato entusiasmante, ora seguirà un periodo più lungo di attività concertistica e poi ci rimetteremo a scrivere. I Temperance rappresentano anche un po’ anche la nostra crescita personale come individui, e tutto quello che abbiamo appreso in questa band ci ha cambiato anche come persone. Mi aspetto di continuare con questo cammino e guardare con fiducia al futuro, ecco”.
CHIUDO L’INTERVISTA CHIEDENDOTI DI DARCI UN CONSIGLIO UN PO’ STRANO… SECONDO TE, QUAL È UN ERRORE CHE ASSOLUTAMENTE SI DOVREBBE EVITARE PER POTER SOPRAVVIVERE IN UNA SCENA METAL COME QUELLA NAZIONALE?
“Ce ne sarebbero tanti da dire… secondo me i due errori principali che vedo fare sono comunque legati alla fretta. Molte band hanno fretta di arrivare, fretta di raccogliere qualcosa, e questo porta sempre a una delusione, perché c’è prima un percorso da seguire, ed è il percorso stesso a farti migliorare. Volere arrivare al successo saltando il percorso significa spesso saltare una tappa. Puoi anche avere ottime idee e fare il cosiddetto ‘album della vita’, ma se non hai fatto esperienza come band, non ti sei scontrato con certe situazioni o anche delusioni, forse non riuscirai a mettere su il live set giusto per supportare questo bellissimo album. Per quello non credo nel successo immediato… per supportarlo serve aver percorso almeno un po’ del sentiero per arrivarci. L’importante è il sentiero, poi se qualcosa dovrà arrivare, credo che appunto arriverà da solo quando sarà il tempo…”.