Dichiarazioni brusche e schiette. Proprio come la musica dei Terror. Scott Vogel non ama i giri di parole e l’intervista rilasciata ai nostri microfoni per la pubblicazione del nuovo “The 25th Hour” ne è l’ennesima dimostrazione. Il frontman della sempre più nota hardcore band statunitense non ha potuto seguire il gruppo nel recente tour europeo per problemi di salute e ha quindi potuto concentrarsi sulla promozione della nuova prova discografica, la quale è già stata annoverata tra le uscite più brutali del quintetto. Come dicevamo, il cantante originario di Buffalo non è una persona particolarmente ciarliera in queste circostanze, ma non si può certo dire che il suo messaggio rimanga astratto. Nessuna pretesa di apparire “cool”, insomma; a domanda il nostro risponde risolutamente, svelando sempre quella determinazione e quella genuinità che da sempre animano la sua band.
“The 25th HOUR” È IL DISCO PIÙ CRUDO DEI TERROR. LA PRODUZIONE È MOLTO RUVIDA E I BRANI SONO PIÙ BREVI E DIRETTI CHE MAI. CHE COSA VI HA PORTATO A QUESTO RISULTATO?
“Questa volta non volevamo realizzare qualcosa di accessibile o positivo, nè volevamo un produttore che ci portasse a confezionare un vero e proprio album. Ci siamo limitati a comporre una manciata di hardcore song con un’anima il più distruttiva possibile. Il risultato finale è uno dei nostri lavori più veri e spontanei”.
QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE PER QUESTO LAVORO? PENSI CHE QUALCUNO TRA GLI ASCOLTATORI PIÙ GIOVANI NON RIUSCIRÀ A COGLIERNE IL MESSAGGIO?
“Penso che alla gente piaccia la musica vera. Musica potente e con un messaggio. Anche se ciò che è popolare oggi è robaccia senza senso, realizzata con la fotocopiatrice, credo che ci sarà sempre posto per la musica con una spina dorsale. Noi non abbiamo mai aspettative, pubblichiamo dischi e non pensiamo ad altro. Solitamente le cose si mettono sempre bene”.
QUAL È LA TUA OPINIONE SULLA MUSICA HARDCORE E METAL DI OGGI?
“Non è molto positiva. Non a caso abbiamo provato a rendere questa musica nuovamente pericolosa. Questi generi oggi sembrano sempre più annacquati e senz’anima. I testi non dicono molto. Gli studi copiano/incollano tutto. Si è persa tutta l’urgenza. Comunque, non sono qui per giudicare: i Terror fanno semplicemente ciò che si sentono di fare, senza strafare. Per noi è importante essere sempre spontanei”.
LA PUBBLICAZIONE DI “LIVE BY THE CODE” VENNE POSTICIPATA DIVERSE VOLTE, ANCHE PER DIVERGENZE CON LA VOSTRA ETICHETTA. ORA PERÒ IL NUOVO ALBUM ESCE SEMPRE PER CENTURY MEDIA, ALMENO IN EUROPA. SIETE SODDISFATTI DI COME STANNO ANDANDO LE COSE AL MOMENTO?
“I Terror sono sotto contratto con la Century Media, quindi non avevamo altre opzioni per questo disco. Tuttavia, si tratta della nostra ultima uscita per questa etichetta, quindi ora il gruppo è libero di fare qualsiasi cosa. Se firmeremo per un’altra label, non credo che tutto andrà alla grande: vi sono sempre divergenze ed è normale… ognuno guarda ai propri interessi. Alla fine dei conti, si tratta di business e non bisogna prenderla troppo sul personale”.
VEDI I TERROR RICORRERE AL CROWDFUNDING O PUBBLICARE UN ALBUM IN AUTONOMIA?
“Perchè no? Abbiamo già ristampato da soli i primi album, una volta ottenuti i diritti dalla Trustkill Records”.
LA LINEUP DELLA BAND È SOLIDA DA ALCUNI ANNI. NON È UNA COSA MOLTO COMUNE IN AMBITO HARDCORE. QUAL È IL SEGRETO DELLA VOSTRA AMICIZIA?
“Onestamente, non saprei dire, ma sono consapevole di quanto tu dici e ne sono molto felice. Ognuno di noi è un po’ strano e ha le sue manie, ma finiamo sempre per divertirci molto insieme”.
LA FAMA DEI TERROR È ORMAI CONSOLIDATA. OGNUNO DI VOI HA FATTO PARTE DI ALTRI GRUPPI IN PASSATO, MA NESSUNO DI ESSI AVEVA MAI RAGGIUNTO CERTI TRAGUARDI. CHE COSA AVETE FATTO DI TANTO SPECIALE, SECONDO TE?
“Non saprei. Non abbiamo mai avuto un piano, a parte quello di suonare ovunque e di proporre musica onesta. Non abbiamo mai avuto paura di esibirci davanti a diversi tipi di pubblico, non abbiamo mai prestato attenzione al look e non ci siamo mai messi in competizione con qualcuno. Ciò che facciamo è salire sul palco e dare tutto. Credo che questo atteggiamento alla lunga abbia pagato”.
MOSH PIT E STAGE DIVE COSTITUISCONO DA SEMPRE UNA GROSSA PARTE DEI VOSTRI SHOW. HAI MAI VISTO DEI FAN ECCEDERE IN QUESTE PRATICHE E GENERARE VIOLENZA?
“Certo e la cosa non mi è mai piaciuta. Se stai deliberatamente cercando di ferire il prossimo non sei il benvenuto. Non mi piacciono i bulli, nè le persone continuamente in cerca di attenzione. I nostri concerti possono essere una bellissima esperienza e un modo per scambiarsi reciprocamente energie; non ci dovrebbe essere spazio per sentimenti negativi”.
QUAL È LA COSA PIÙ ASSURDA CHE TI È CAPITATA STANDO SUL PALCO?
“Non so nemmeno dove cominciare. La prima che mi viene in mente è quella volta che un tipo è salito sul palco e ha insistito per baciarmi!”.
SIETE ANDATI IN TOUR CON NUMEROSI GRUPPI LEGGENDARI. CHI TI HA DATO I MIGLIORI CONSIGLI SU COME VIVERE QUESTA MUSICA E LO STARE IN TOUR?
“Freddy e i Madball sono da sempre una grande fonte di ispirazione. Freddy mi ha sempre parlato schiettamente e non ha mai smesso di darmi consigli. Sono una delle band con le quali siamo cresciuti ed è un onore poterli chiamare amici”.
DOVE VEDI I TERROR TRA 10 ANNI?
“Non ne ho idea. Continueremo a suonare sino a quando non ci saremo stancati. Non voglio che il gruppo diventi una parodia di sè stesso: vivo per i Terror, ma i nostri sforzi dovranno sempre essere genuini, altrimenti sarà il caso di salutare”.