Dalla Serbia con furore: potremmo usarlo come titolo per l’ennesimo sequel di una saga cinematografica incentrata su qualche artista marziale di origini slave, no? Niente di tutto questo. Il fermento e la furia del caso è quella innescata dai Terrörhammer, terzetto serbo che lo scorso novembre ha dato in pasto ai fedeli del black-speed metal un lavoro tanto diretto quanto feroce. “Gateways To Hades”, come spiegato in sede di recensione, non lascio spazio a ripensamenti: una scarica elettrica dal primo all’ultimo riff. E chi ha avuto modo di vederli all’opera anche sul nostro territorio non che può confermare le nostre impressioni acustiche. A guidarci verso le porte dell’Ade ci pensa il leader, cantante e chitarrista della band, quel Pentagramator The Helltyrant, unico membro rimasto della formazione iniziale. Buona lettura!
CIAO E BENVENUTO SU METALITALIA.COM. PRIMA DI TUTTO, PUOI RACCONTARCI QUALCOSA DI PIU’ IN MERITO ALLA VOSTRA BAND? CHI SONO I TERRÖRHAMMER? QUALI SONO STATI I PRIMI PASSI ALL’INTERNO DI QUESTO GENERE E QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI QUESTO MONICKER?
– Salute ragazzi, felice di essere qui. Dunque, la storia ufficiale dei Terrörhammer inizia nel 2010, anche se in realtà i primi vagiti, e quindi i primi pezzi erano già presenti in precedenza con un monicker diverso. Prendiamo quindi il 2010 come punto zero poiché è quello momento in cui abbiamo iniziato a lavorare al nostro primo futuro EP targato appunto Terrörhammer.
SEI L’UNICO MEMBRO DELLA PRIMA FORMAZIONE: COME SEI RIUSCITO A MANTENERE IN PIEDI IL PROGETTO?
– Beh, tutto scorre e le persone cambiano o tendono a cambiare nel tempo, quindi perdono interesse molto spesso. Personalmente sono mosso principalmente dalla passione per la musica, per la quale sento una fortissima vocazione fin dalla tenera età. Non è un hobby per me, ma probabilmente la cosa più importante della mia vita, visto che ci sono legato anche professionalmente, lavorando come tecnico del suono e produttore.
QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE MUSICALI? NEL VOSTRO SOUND SI POSSONO RICONOSCERE DIVERSI GENERI: DALLO SPEED AL THRASH SINO ALLA NWOBHM.
– Direi che ci sono parecchie sfaccettature all’interno della nostra proposta. Ci sono innanzitutto i gruppi proto black metal degli anni ’80, come Bathory, i vecchi Sepultura e i Sarcofago, gli ungheresi Tormentor, i primi Mayhem; poi alcune orde teutoniche nel loro periodo classico, come Sodom, Kreator, Tankard, così come alcuni dei loro connazionali speed metal contemporanei, come i primi Running Wild e Helloween. Ci sono ovviamente i leggendari Motörhead, come pure i Black Sabbath: loro sono un must. A questi aggiungiamo un sorso di hardcore e crust punk, grazie ai Discharge, Black Flag, Doom, The Exploited, GG Allin, Amebix ecc.. Quindi Absu (“Tara”!), Nocturnal Graves, Abigail (JPN), Anal Vomit, Desaster e Aura Noir. Insomma, credo che tu possa a questo punto farti un quadro delle nostre influenze.
NEL VOSTRO NUOVO ALBUM “GATEWAYS TO HADES” LA POTENZA DEL SUONO È GRAVE, SEMPLICE E DIRETTA: QUAL ERA IL VOSTRO OBIETTIVO?
– Grazie, l’idea iniziale con “Gateways to Hades” era di ottenere un suono che fosse crudo e potente, ma allo stesso tempo comprensibile, così che tutti i livelli della composizione venissero in primo piano. Condivido la tua opinione che alla fine abbiamo ottenuto un ottimo risultato, qualcosa di cui siamo molto orgogliosi.
DI COSA PARLANO LE CANZONI?
– Poiché “Gateways to Hades” non è un disco concettuale, le tracce sono associate a diversi argomenti: “At Dawn We Attack” e “Blizzard of Blood” trattano per esempio di temi misantropici, “The Interceptor”, “Transylvanian Whore” e “Tronized Goat Master” parlano invece di varie deviazioni e perversioni sessuali, “Inside the Nuclear Tomb” rappresenta una visione del disastro di Chernobyl, mentre il pezzo “Midnight Patrol” è stato scritto durante il mio soggiorno di due anni a San Pietroburgo, ed è dedicato a tutte le notti pazze e selvagge che ho passato con i miei amici in questa città malvagia!
I PRIMI TRE BRANI (E AGGIUNGIAMOCI PURE L’INTRO) SONO UN PERFETTO COMPENDIO DEL VOSTRO STILE: C’È UN BRANO CHE PREFERISCI NELL’ALBUM?
– No, l’intero album è stato composto e messo insieme per riflettere l’insieme eterogeneo della band, i diversi strati del mondo rappresentato dai Terrörhammer. E posso dire che le nostre registrazioni future amplieranno ancora di più l’immagine di quel mondo. Quindi, non c’è un brano in particolare che preferiamo isolare o separare dalla realtà a cui apparteniamo.
A PROPOSITO, IL VOSTRO ALBUM È USCITO TRE SETTIMANE FA (l’intervista è stata effettuata nel mese di dicembre, ndR): SEI SODDISFATTO DEL RESPONSO DI CRITICA E PUBBLICO?
– Solitamente tre settimane non sono sufficienti per avere una reale impressione della risonanza dell’album con il pubblico, ma in questo caso abbiamo trascorso quel tempo nel nostro primo tour europeo dove abbiamo presentato direttamente il nostro album al pubblico e da questa esperienza a bruciapelo possiamo dire che l’album è andato molto bene tra i fan. D’altra parte, ci sono recensioni positive che riceviamo quotidianamente; quindi direi che sta andando bene.
SULLA VOSTRA PAGINA DI FACEBOOK HO VISTO CHE AVETE SUONATO RECENTEMENTE IN ITALIA CON DUE SHOW DA HEADLINER. COME E’ ANDATA?
– Sì, il nostro tour “Gateways to Hades” si è concluso proprio con due date in Italia: prima abbiamo suonato a Bologna e quindi a Fano. Sono stati i nostri primi spettacoli in Italia in assoluto: ci siamo divertiti moltissimo e abbiamo mangiato bene; non sbagli mai con la cucina italiana. Abbiamo incontrato molti vecchi amici e fatto pure nuove amicizie. Non vedo l’ora di tornare presto, sono sicuro che un giorno lo rifaremo (seguono simpatiche imprecazioni made in Italy, ndR)!
COM’È LA SCENA METAL IN SERBIA?
– Ha sicuramente i suoi alti e bassi. Purtroppo, a causa di varie circostanze storico-sociali non si è sviluppata a dovere, per cui diciamo che non c’è una vera e propria tradizione metal: detto questo, vi sono diverse band in circolazione con il rispettivo seguito di pubblico. E se parliamo di gruppi più vicini allo stile che proponiamo, possiamo dare un’occhiata a Vehementer, Haste, Chemical Tomb, Dishumanity o Toxic Trace, per un esempio.
QUAL È L’OBIETTIVO FINALE DI TERRORHAMMER?
– Non c’è un obiettivo finale, ma quello costante e presente di divertirci, diffondendo il nostro messaggio, fare e suonare buona musica. Così da schiacciare il mondo con una forza tremenda, e farsi una bella risata. È il diavolo alla fine che ha il miglior senso dell’umorismo, anche se è un ragazzo… un ragazzo molto potente.