Gli alfieri dell’hard rock americano suonato con grinta e classe sembrano infischiarsene di non essere stati proiettati nel cosiddetto Olimpo dei grandi, continuando a sfornare nel tempo una serie di dischi qualitativamente buoni. Se provate a ripassare l’intera discografia dei Tesla, infatti, non scoverete un solo album poco ispirato e, sebbene ben poche canzoni si assestino sulla sufficienza stiracchiata, i Nostri hanno oggettivamente raccolto molto meno di quello che hanno seminato. Forse questa ingiustizia rappresenta una fortuna, perché Jeff Keith e soci, discretamente lontani dalle luci della ribalta e dalla sovraesposizione mediatica, hanno la relativa tranquillità per poter comporre e arrangiare i brani senza subire eccessive pressioni dagli addetti ai lavori. Ai nostri microfoni risponde il chitarrista Frank Hannon, cordiale e disponibile nel soddisfare le nostre curiosità, regalandoci al tempo stesso una gradita sorpresa sul futuro prossimo della band…
CIAO FRANK, BENVENUTO SU METALITALIA.COM. CI PUOI RACCONTARE IN CHE MODO SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LA SCARLET RECORDS?
“Grazie per l’accoglienza ed un saluto a tutti i vostri lettori! Io e il bassista Brian Wheat ci occupiamo anche della parte co-manageriale della band e quest’ultimo ci ha procurato un nuovo contratto discografico con la Scarlet, che si occupa anche di gestire i nostri affari in Europa”.
CHI HA AVUTO L’IDEA DI REGISTRARE UN ALTRO LAVORO ACUSTICO DOPO IL CELEBRE “FIVE MAN ACOUSTICAL JAM”?
“Abbiamo registrato alcune session nel 2005, quando Tommy Skeoch faceva ancora parte della band dopo un breve tour acustico che ha attraversato il Canada. Metà del nostro nuovo CD proviene da queste incisioni, mentre l’altra metà è relativa alle canzoni registrate da me e Jeff a casa mia. Abbiamo sempre amato il suono delle chitarre acustiche e l’idea si è concretizzata dopo vent’anni dal nostro precedente album acustico”.
QUALI SONO LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA “FIVE MAN ACOUSTICAL JAM” E “TWISTED WIRES”?
“Abbiamo registrato ‘Twisted Wires’ completamente in studio, mentre ‘Five Man’ è il frutto di un’incisione dal vivo avvenuta in una sola notte. Puro live al 100%!”.
CHE TIPO DI SENTIMENTI PROVATE A TRASMETTERE CON QUESTE CANZONI?
“Abbiamo semplicemente cercato di donare un approccio più dinamico e vario ai brani. Ad esempio, su ‘Hang Tough’ abbiamo accentuato le melodie più malinconiche”.
VENT’ANNI FA IL CHITARRISTA DEI DEF LEPPARD E VOSTRO GRANDE AMICO STEVE CLARK E’ PASSATO A MIGLIOR VITA E VOI GLI AVETE DEDICATO LA PROFONDA BALLAD “SONG & EMOTION”. QUALI SONO I TUOI SENTIMENTI OGNI VOLTA CHE LA SUONI?
“’Song’ è una delle nostre canzoni preferite in assoluto ed amiamo molto suonarla dal vivo, perché è ricca di dinamiche interessanti costruite sopra una struttura musicale molto malinconica. E’ una tragedia quando un musicista viene colto dalla depressione e muore così giovane”.
L’INEDITO “2ND STREET” E’ COSTRUITO SU LINEE MELODICHE ISPIRATE E PENSO CHE IN FUTURO POSSA DIVENTARE UN ALTRO CLASSICO DEL VOSTRO REPERTORIO. CI PUOI DIRE QUALCOSA IN MERITO AL PROCESSO DI SONGWRITING E DI COSA TRATTANO LE LYRICS?
“Credo che il testo sia ispirato all’infanzia di Jeff Keith e il racconto narra del viaggio che ha intrapreso con sua madre per andare in Oklahoma per iniziare una nuova e migliore vita. Inoltre, il significato può essere esteso a tutte le persone che soffrono e che non vivono delle situazioni particolarmente felici”.
IL VOSTRO CANTANTE JEFF KEITH HA UNA VOCE MOLTO PARTICOLARE, POTENTE, MA PROFONDA ED EMOZIONALE AL TEMPO STESSO. CHI SONO I SUOI CANTANTI PREFERITI E DA CHI HA TRATTO MAGGIORMENTE ISPIRAZIONE?
“Jeff adora interpreti come Bon Scott, Mick Jagger, Steven Tyler e George Jones, cantanti dotati di una voce unica e di un’attitudine inimitabile. Siamo molto orgogliosi di avere un cantante così carismatico ed unico”.
SEI ANCORA SODDISFATTO DELLE CANZONI CONTENUTE NEL VOSTRO ULTIMO ALBUM “FOREVER MORE” O A POSTERIORI TI PIACEREBBE CAMBIARE QUALCOSA?
“Siamo tutti molto soddisfatti del risultato finale di ‘Forever More’, specialmente per il lavoro di Terry Thomas in fase di produzione”.
QUALI SONO I MOTIVI PRINCIPALI CHE HANNO PORTATO ALLE DIMISSIONI DI TOMMY DALLA BAND?
“Tommy ha lasciato la band soprattutto per problemi di droga e di scarsa attitudine nei confronti del team. Sfortunatamente non potevamo dipendere dalla sua capacità di rimanere coeso con il gruppo e, onestamente, se le cose non fossero cambiate probabilmente la band non sarebbe sopravvissuta a lungo”.
QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE STILISTICHE TRA TOMMY SKEOCH E DAVE RUDE?
“Stilisticamente sono due musicisti molto simili ed ecco perché sono così felice di poter suonare con Dave. L’unica grossa ed importante differenza è che possiamo contare su Dave al 100% sia in studio che ai nostri concerti…”.
C’E’ UNA REMOTA POSSIBILITA’ DI RIMASTERIZZARE TUTTA LA VOSTRA DISCOGRAFIA, MAGARI CON QUALCHE RARA BONUS TRACK?
“Ne abbiamo discusso tutti quanti per ricavarci un box set, ma purtroppo abbiamo cambiato alcune label ed al momento non possiamo farci nulla perché i master sono in loro possesso. A questo punto forse registreremo nuovamente alcuni vecchi brani, ma onestamente preferiamo guardare avanti concentrandoci sulla stesura dei nuovi brani”.
QUINDI, ATTUALMENTE STATE LAVORANDO A DELLE NUOVE COMPOSIZIONI?
“Sì, stiamo registrando tutti insieme alcune nuove demo e proprio in questi giorni abbiamo registrato una nuova canzone intitolata ‘Burnout to Fade’. Siamo convinti che sia venuta molto bene ed abbiamo l’obiettivo di pubblicare il nuovo album ad aprile del 2012”.
ALLA FINE DEGLI ANNI OTTANTA SIETE ANDATI IN TOUR CON I POISON. TI VA DI RACCONTARCI QUALCHE SIMPATICA STORIA DI QUEL PERIODO?
“Certamente. C’erano due tour bus, il primo era dedicato ai ragazzi cattivi che facevano baldoria sino all’alba ed uno per i bravi ragazzi che preferivano riposarsi dopo il concerto. Io e il nostro batterista Troy avevamo scelto di trascorrere le notate nel bus ‘evil’ e ti posso assicurare che ci siamo divertiti come pazzi!”.
QUAL E’ LA TUA OPINIONE IN MERITO ALL’ESPLOSIONE DEL GRUNGE NEI PRIMI ANNI NOVANTA? E’ STATA UNA RIVOLUZIONE NECESSARIA PER MANTENERE FRESCO IL ROCK O E’ STATA UNA MODA ABILMENTE COSTRUITA DALLE MAJOR?
“Allora, il grunge è stata sicuramente una moda costruita su una scena musicale onesta che stava sorgendo a Seattle alla fine degli anni Ottanta. Le compagnie discografiche di Los Angeles hanno fiutato l’affare e nel giro di pochi anni hanno saturato la scena sfornando in quantità industriali band poco talentuose, ma dotate di un sound ben definito. Tutto questo ha portato il grunge al collasso, ma onestamente, le major hanno sempre condotto questo giochetto sin dagli anni Settanta. Se ci fai caso, infatti, i gruppi che passano alla storia sono sempre quelli che propongono qualcosa di fresco, non di derivativo. Fortunatamente i fan in questi ultimi anni vogliono nuovamente ascoltare il classic rock, basato su vibrazioni calde, e pretendono che i musicisti siano quanto meno tecnicamente preparati”.
NEL 2009 AVETE SUONATO IN ITALIA AL GODS OF METAL. QUALI SONO I RICORDI PIU’ BELLI DI QUELLA GIORNATA?
“Il pubblico ha contribuito a rendere grandioso il nostro show, tutti hanno cantato e saltato come matti dall’inizio alla fine, ma anche il cibo che ci hanno dato nel backstage era ottimo!”.
E’ PASSATO UN ANNO DALLA MORTE DI RONNIE JAMES DIO, HAI UN PENSIERO PARTICOLARE DA DEDICARGLI?
“Fa davvero male credere che il cancro possa manifestarsi all’improvviso portando via velocemente la vita di una persona. Ho avuto l’onore di conoscerlo ed è stato molto gentile nei miei confronti. E’ sicuramente una delle più grandi perdite che il rock abbia mai subito…”.
OK, FRANK, E’ TUTTO. UN SALUTO AI NOSTRI LETTORI?
“Ehi, Italia, i Tesla stanno progettando di tornare dalle vostre parti nel 2012, e questa volta ci auguriamo di intraprendere un tour composto da più date che ci permetta di visitare le vostre splendide città! Cheers!”.