TESSERACT – Djent-iluomini Inglesi

Pubblicato il 18/05/2011 da


Uno dei dischi che in questo primo quadrimestre d’anno ci ha colpito davvero tanto è senza ombra di dubbio “One”, il debutto dei giovani inglesi Tesseract, esponenti della curiosa (certamente per il nome) corrente Djent, nient’altro che un progressive metal iper-tecnico e derivante in primis dalle poliritmie dei Meshuggah, che ha però la grossa peculiarità di fornire notevoli dosi di emozioni e sentimento alle sue composizioni. Questi ragazzi d’Oltremanica si sono fatti conoscere in fretta attraverso la rete ed hanno preso al volo il treno targato Century Media Records. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su di loro – e sul Djent – attraverso le parole del secondo chitarrista dei Tesseract, James Monteith…

CIAO, JAMES, E BENVENUTO SU METALITALIA.COM! PRIMA DI TUTTO, CHE NE DICI DI RACCONTARE AI NOSTRI LETTORI QUALCOSA SUGLI INIZI E SULLA RAPIDA CRESCITA DEI TESSERACT?
“Ciao Metalitalia! Bene, i Tesseract sono stati fondati nel 2003 dal chitarrista Acle Kahney e ai primissimi inizi erano praticamente un solo project da camera da letto (ride, ndR). Acle ha scritto e registrato un sacco di tracce per chitarra e ha iniziato a farsi un nome online nel forum della community di chitarristi. Come il suo nome è diventato più noto, più gli arrivavano richieste per formare una band…e così nel 2006 Acle ha reclutato il batterista Jay Postones, il bassista Amos Williams e me. Il materiale scritto da Acle fino allora era davvero cospicuo, così ci siamo messi tutti assieme ad arrangiarlo ed adattarlo per una riproposizione dal vivo. Poi abbiamo trovato anche il cantante, Abisola Obasenya, e alla fine del 2007 abbiamo tenuto i primi concerti. Subito dopo abbiamo pubblicato un demo composto da musica di Acle con sovraincisa la voce di Abi, demo che ha attirato l’attenzione di parecchia gente e che ci ha fatto guadagnare il posto da headliner al Bloody Stock del 2008, oltre che uno slot al Caos Emergente Festival in Portogallo. Abbiamo poi fatto un tour europeo da noi organizzato e recuperato un buco all’Hammerfest. Il lavoro per l’album ‘One’ iniziò già nel 2009, ma tutto rallentò quando Abi lasciò i Tesseract. La fortuna ha voluto che in breve tempo siamo stati in grado di trovare il nostro attuale vocalist, Dan Tompkins: Dan ha dato quel tocco in più alla musica del gruppo che mai ci saremmo aspettati potesse servire; come dice Amos, Dan era il pezzo del puzzle che non ci eravamo accorti mancasse!”.

I TESSERACT HANNO RAGGIUNTO UN BUON LIVELLO DI POPOLARITA’ PRIMA DELLA PUBBLICAZIONE DEL DEBUTTO TRAMITE IL PASSAPAROLA IN RETE E L’EP “CONCEALING FATE”. ERAVATE NERVOSI AL MOMENTO DI SCRIVERE IL RESTANTE MATERIALE PER IL DISCO?
“Non così tanto. A dire il vero, essendo stato registrato ormai più di un anno fa, siamo letteralmente ansiosi di scrivere qualcos’altro e progredire! L’attesa della pubblicazione…quella è snervante, perché noi vogliamo produrre musica e farla ascoltare alla gente, quindi stare fermi su composizioni vecchie ci crea stress! Molti nostri fan sapevano bene che l’album era pronto da parecchio tempo, ma la cosa magnifica è che tutti sapevano anche che l’attesa per vederlo pubblicato non dipendeva da noi. E’ per questo che ci tocca ringraziarli tantissimo per la pazienza!”.

LE PRIME COSE CHE COLPISCONO L’OCCHIO, OVVIAMENTE, SONO IL TITOLO E IL COVER ARTWORK, ENTRAMBI MOLTO MINIMALISTI, A DIFFERENZA DELLA VOSTRA MUSICA. CI PUOI SPIEGARE IL LORO SIGNIFICATO?
“Il titolo ‘One’ è stato scelto, come il nome suggerisce, perché si tratta del nostro primo album. L’immagine della copertina è invece la rappresentazione bidimensionale di un tesseratto (o ipercubo, cercatelo su Wikipedia, ndR), che in pratica è una forma geometrica teorica dove tutti i lati sono della stessa lunghezza, le facce sono disposte a 90° rispetto alle altre ed esistono in uno spazio quadridimensionale. Si tratta di una forma teorica, in quanto ovviamente noi tutti viviamo in tre dimensioni. E’ lineare, ma anche complesso concettualmente, un po’ come lo è la nostra musica”.

I TESSERACT VENGONO IDENTIFICATI COME UNA DELLE MIGLIORI BAND DELLA COSIDDETTA SCENA DJENT. IO DIREI CHE VOI SUONATE PROGRESSIVE METAL E BASTA, PERO’ IL TERMINE ‘DJENT’ E’ EFFETTIVAMENTE CURIOSO. VUOI SPIEGARE LA SUA ORIGINE A CHI NON LO CONOSCE?
“Sì…la cosa del djent venne fuori dalla community del forum di cui ti parlavo sopra: Acle, Misha Mansoor dei Periphery, Paul Ortiz dei Chimp Spanner e altri ragazzi stavano sperimentando suoni di chitarra e iniziavano ad accumulare un discreto seguito. Il termine era originariamente usato per descrivere un modo di suonare la chitarra, condizionato da una quindicesima suonata ‘soffocando’ le corde col palmo della mano in prossimità del ponte, un approccio caratterizzato da un notevole slancio nelle note alte e da un suono corposo in quelle più basse. Noi usiamo spesso quell’accordo e Acle era immerso in quella community…quindi ti direi che i Tesseract sono indubbiamente djent! Non siamo ovviamente limitati solo a quello, ci mancherebbe. E gli arrangiamenti progressivi e melodici sono non meno importanti della tecnica djent. Ci piace sconfinare un po’ in tutti i registri musicali, sia che siano brutalmente pesanti che ariosi ed euforici, oppure canticchiabili o ancora atonali. Prendiamo tutto e lo fondiamo in un unico, enorme suono!”.

OK, CONTINUIAMO QUINDI A PARLARE DEL VOSTRO APPROCCIO COMPOSITIVO. COME SCRIVETE DI SOLITO UNA CANZONE? E’ PIU’ LAVORO PERSONALE O DI GRUPPO?
“La scrittura di un pezzo inizia generalmente da Acle: prepara un demo che tutti noi altri impariamo e sul quale Dan aggiunge le vocals. Portiamo il tutto in sala prove, ci jammiamo sopra finché non siamo soddisfatti e fino a che l’idea non si è tramutata in un brano fatto e finito”.

SPERIMENTAZIONE, EMOZIONE, GROOVE: AVETE AFFERMATO CHE QUESTI TRE DOGMA GUIDANO LA VOSTRA MUSICA; SE DOVESTE METTERLI IN ORDINE, QUALE SAREBBE IL PIU’ IMPORTANTE DEI TRE?
“Be’, ti direi che sono tutti e tre vitali per i Tesseract. La sperimentazione è il risultato della creatività ed è essenziale per l’originalità; l’emozione è ciò che ti connette alla gente che ti ascolta; il groove è il veicolo necessario affinché si attivino gli altri due. Ma se personalmente dovessi dirtene uno, ti direi il groove perché è quello che mi piace di più (ride, ndR)!!”.

COSA MI PUOI DIRE RIGUARDO ALLE VOSTRE LYRICS? QUALI ARGOMENTI TRATTATE DI SOLITO?
“I testi sono scritti da Dan e la maggior parte di questi sono incentrati sulle sue esperienze di vita. In passato è stato molto attivo nel volontariato e nel supporto sociale e ha sperimentato sulla sua pelle alcuni dei lati più oscuri dell’umanità. Il nostro ultimo singolo ‘Nascent’, ad esempio, è uno sguardo nella mente di un serial killer, di come egli sia diventato tale. Colpa della sua insita natura o di come è stato cresciuto? Era destinato ad essere una persona così fin dalla nascita o lo hanno creato le sue esperienze? Date un occhio al video su YouTube!”.

CREDO CHE LA LUNGA E SFACCETTATA SUITE “CONCEALING FATE” SIA FINORA IL VOSTRO PEZZO MIGLIORE E PIU’ RAPPRESENTATIVO. PUOI DIRCI QUALCOSA DI PIU’ SU QUESTA CANZONE?
“Dunque…è una composizione che è stata creata nel corso degli ultimi sei/sette anni. Infatti metà della sua musica è stata scritta ancora prima che i Tesseract nascessero. Acle ha scritto come prima cosa ‘Concealing Fate Part 5’ e poi ‘Concealing Fate Part 4’, che però inizialmente era una intro. Da queste poi si generarono le idee-base per le parti 1 e 2. Ed infine le parti 3 e 6. Quando Dan si è unito al gruppo ha riscritto le parti vocali per gli spezzoni 1 e 2, poi ha scritto il resto del testo da zero, completando tutta la suite”.

RIMANENDO SULL’ARGOMENTO DANIEL, PENSO CHE, PUR ESSENDO OTTIMA LA VOSTRA MUSICA, IL VERO VALORE AGGIUNTO SIA PROPRIO LUI, PERCHE’ RIESCE A DARE PROFONDITA’ E CALORE ALLE INTRICATE SEZIONI STRUMENTALI. SEI D’ACCORDO?
“Assolutamente sì! Quando abbiamo trovato Dan, eravamo stanchi e annoiati dalle solite voci standard metal e stavamo proprio cercando qualcuno di più versatile ed interpretativo. Appena abbiamo ascoltato la prima demo che registrò con noi, ci siamo resi conto subito che ci si apriva davanti un incredibile mondo di nuove possibilità compositive”.

LA MIA ULTIMA DOMANDA E’ IN MERITO ALLA VOSTRA ATTIVITA’ LIVE: COSA BOLLE IN PENTOLA PER I PROSSIMI MESI?
“Oh be’…mi sa che saremo davvero tanto impegnati! Nel momento in cui ti scrivo (le risposte sono giunte intorno a metà aprile, ndR), stiamo attraversando il Canada con i Protest The Hero, e ci resteremo fino a metà maggio. Spero faremo qualche festival e siamo fiduciosi per un tour europeo nel prossimo autunno! Ci saranno news molto presto”.

PERFETTO, JAMES. E’ TUTTO, TI RINGRAZIO PER LA CORTESIA E TI LASCIO TERMINARE A TUO PIACIMENTO L’INTERVISTA…
“Grazie a te, Marco. Speriamo di poter incontrare i nostri fan italiani davvero molto presto. E se non l’avete ancora fatto, vi invito ad andare ad ascoltare il nostro disco ‘One’”.

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