TESTAMENT – Il ritorno

Pubblicato il 08/05/2008 da
Nove anni dopo quel fenomenale “The Gathering” che conquistò i cuori degli amanti di musica estrema di mezzo mondo, sono finalmente tornati i Testament, con il nuovo “The Formation Of Damnation”. Un album solido, classico, potente e terribilmente Testament che già fa ben parlare di sé tra critica e pubblico. Poche storie: Eric, Chuck e compagni riescono ancora a mettersi alla guida di quella corazzata chiamata thrash metal, un genere che sembra tornato in buona salute negli ultimi tempi. Abbiamo incontrato, in una mini conferenza stampa in quel di Milano, proprio Eric Peterson, chitarrista nonché mente della squadra, e gli abbiamo chiesto qualcosa sul nuovo disco, sul prossimo tour e sul recente passato della band.
CIAO ERIC, FINALMENTE USCITE CON UN NUOVO ALBUM. VUOI PRESENTARCELO E DIRCI SE SEI SODDISFATTO DI COME E’ VENUTO?
“Certo, il nuovo album, ‘The Formation Of Damnation’, credo che sia realmente un ottimo lavoro, un disco che ritorna al nostro vecchio stile, mantenendo però quel sound fresco di ‘The Gathering’. Che dire, siamo tornati!

NEGLI SCORSI ANNI AVETE PIU’ VOLTE ANNUNCIATO UN NUOVO ALBUM MA POI PER VARI MOTIVI NON SE N’E’ FATTO NULLA. VUOI RACCONTARCI QUALI SONO I MOTIVI PER CUI AVETE DOVUTO RITARDARE LA COMPOSIZIONE DEL NUOVO DISCO?
“Vedi, dopo l’uscita di ‘The Gathering’ nel 1999 abbiamo fatto un sacco di date per supportare quel disco, inoltre la nostra lineup non era stabile. Poi è arrivata la malattia di Chuck, un tumore. E’ stato un grande colpo per tutti noi e Chuck ha dovuto pensare prima di tutto alla sua salute. Io nel frattempo mi sono concentrato sul mio progetto parallelo, i Dragonlord. Quando Chuck è tornato in forma abbiamo fatto la raccolta ‘First Strike Still Deadly’, una riregistrazione dei nostri vecchi classici presi dai primi due dischi. Dopo un altro periodo di date live, nel 2004, abbiamo iniziato a parlare di un nuovo album ma avevamo comunque una serie di impegni presi con festival e concerti vari. Come se non bastasse, mi ruppi una gamba cadendo dalle scale, una brutta frattura che ci mise sei mesi per guarire. A questo punto eravamo praticamente a ridosso del 2005 e iniziammo a parlare del ritorno nella band dei membri originali. All’inizio dovevano essere una serie di show ma poi si è trasformato in un grande tour europeo e successivamente suonammo in Australia, Turchia, Giappone… insomma, in quasi tutto il mondo. Abbiamo iniziato quindi a pensare concretamente a cosa fare con il nuovo album solo nel 2007 e ora per fortuna ce l’abbiamo fatta”.

BE’, SPERO CHE NON DOVREMO ASPETTARE ALTRI DIECI ANNI PRIMA DI SENTIRE UN NUOVO ALBUM DEI TESTAMENT!
“No, non credo che passeranno altri nove o dieci anni. Abbiamo già quattro o cinque pezzi in fase iniziale e spero che riusciremo a tornare con un nuovo album entro il 2010, anche perché la fine del mondo è nel 2012 quindi è meglio fare in fretta! (ride, ndR)”.

OK PASSIAMO QUINDI A “THE FORMATION OF DAMNATION”, UN ALBUM CHE SECONDO NOI SUONA COME UN INCROCIO TRA “THE GATHERING” E I PRIMI LAVORI, SEI D’ACCORDO?
“Capisco che la gente cerchi di paragonare ogni album con qualcos’altro, cercando di capire quali sono le influenze… secondo me è solo un nuovo album dei Testament, un buon disco. Ci sono stati momenti nella nostra carriera dove abbiamo avuto un sound un po’ più commerciale, altri in cui eravamo praticamente death metal mentre ora penso che abbiamo recuperato parte dell’attitudine dei primi dischi e abbiamo rispolverato un sound più classico e melodico. Credo che sia uscito veramente bene”.

IN FUTURO CREDI CHE TORNERAI A SCRIVERE UN ALBUM BRUTALE COME “DEMONIC” O CONCENTRERAI SOLO SUI DRAGONLORD LA TUA VENA CREATIVA PIU’ ESTREMA?
“Be’, vedi, i Dragonlord per me sono importanti perché amo il black metal e la musica più estrema in generale. Non potrei mai scrivere un album dei Testament su quello stile, i Testament è meglio che stiano sul thrash o comunque su un genere più melodico. Non credo quindi che ci sarà un altro ‘Demonic’”.

VUOI DESCRIVERCI LA TITLETRACK DEL NUOVO DISCO E “THE EVIL HAS LANDED”, DUE DEGLI EPISODI MIGLIORI DELLA NUOVA FATICA?
“‘The Formation Of Damnation’ è il pezzo più estremo del disco, con voci death metal che lo rendono affine a quanto presente su ‘Demonic’ o ‘The Gathering’ mentre la musica è più in stile ‘Arise’ dei Sepultura. ‘The Evil Has Landed’ potrebbe arrivare dagli anni 1986-87, una canzone più in linea con il nostro passato o comunque con il sound di quegli anni. Contiene anche un gran bell’assolo e devo dire quindi che amo parecchio quel pezzo”.

OK, ERIK, HAI SEMPRE DETTO CHE DECIDESTI DI SEPARARTI DA ALEX SKOLNICK PER VIA DELLA SUA VOGLIA DI COMPORRE MUSICA PIU’ MELODICA RISPETTO ALLO STILE DELLA BAND. COME TI SEI TROVATO QUESTA VOLTA A COLLABORARE CON LUI?
“Agli inizi, quando eravamo ventenni, io e Alex o eravamo impegnatissimi con i Testament, sempre in studio o in tour, non ci fermavamo mai. Vedi, sono sempre stato un ‘metalhead’ mentre lui come musicista ha sempre cercato di esplorare altri territori come il jazz, la fusion o roba del genere. E’ ovvio che essendo lui all’epoca nei Testament e quindi sempre impegnato con registrazioni e concerti, non poteva certo concentrarsi su queste sonorità come avrebbe voluto e questo lo frustrava parecchio. Lui ha fatto jazz negli ultimi dieci anni ma ora nei Testament le cose sono cambiate e può mantenere questo impegno pur suonando anche nella band. In questo modo quando è nei Testament sa che deve suonare il nostro genere e mentre quando vuole dedicarsi al jazz ha i suoi spazi personali”.

TU E CHUCK SIETE SEMPRE STATI NEI TESTAMENT MENTRE IL RESTO DELLA LINEUP E’ CAMBIATO SPESSO. COME MAI?
“Be’, innanzitutto posso dirti che abbiamo cambiato un sacco di membri perché appena dei nuovi ragazzi entrarono nella band probabilmente pensarono ‘oh, cool, sono nei Testament, ora arriveranno i soldi, i tour mondiali bla, bla, bla…’ ma la cosa non funzionò così perché, soprattutto dopo ‘Low’, il grunge dominava la scena e la gente si era allontanata dal nostro genere. Questi ragazzi quindi mi dicevano sempre che non sapevano se volevano restare o se volevano lasciare il gruppo… i batteristi soprattutto erano un problema perché per alcuni non facevamo abbastanza tour, altri spesso non erano disponibili o suonavano in altre band. Insomma, un bel casino …”.

BENE, VISTO CHE DA QUEST’ESTATE TORNERETE AD INFIAMMARE I PALCHI, TRA CUI QUELLO DEL NOSTRO GODS OF METAL, VUOI ANTICIPARCI QUALCOSA SU COME SARA’ COMPOSTA LA SCALETTA DEL TOUR?
“Non ne abbiamo ancora parlato ma immagino che suoneremo i cinque pezzi migliori del nuovo disco e poi i nostri classici che tutti vogliono sentire. Credo poi che metteremo in scaletta anche qualcosa che non abbiamo mai suonato o che abbiamo suonato raramente come qualcosa da ‘Demonic’, o altro da ‘The Legacy’ come ‘Apocalyptic City’. Da ‘The Gathering’ penso che prenderemo sicuramente ‘Riding The Snake’ e ‘D.N.R.’, soprattutto quest’ultima che negli ultimi tour era richiestissima dalla folla. Alex non credeva che il pubblico fosse così attaccato a quel pezzo ed era convinto che la gente volesse sentire solo brani sui quali lui aveva suonato. Poi furono i fan stessi a pretendere quella canzone così a Montréal la suonammo e Alex uscì con un ‘wow!’ e capì che si era sbagliato”.

IL TEMPO STRINGE, QUINDI UN’ULTIMA DOMANDA: NEGLI SCORSI ANNI ABBIAMO TEMUTO PARECCHIO PER LA SALUTE DI CHUCK, COLPITO E POI GUARITO DA UN TERRIBILE TUMORE. COME STA ORA?
“Ora è in piena salute! Vedi, la sua storia ha dell’incredibile … è stato sottoposto a chemioterapia e a tutto il normale iter terapeutico, ma ciò che lo ha aiutato è arrivato direttamente dalle sue origini indiane. Mentre era in cura è andato da un curatore in mezzo alle montagne. Parlarono per un po’ e il tizio gli disse di non aver paura perché lo Spirito del Vento gli avrebbe fatto da guida. Chuck tornò a casa, e tempo dopo il guaritore venne a casa sua e fece una specie di rito. Giorni dopo, di notte, si trovava in bagno e fuori tirava un gran vento, stava per arrivare un forte temporale. Ad tratto il vento cessò e Chuck si sentì strano, capì che era successo qualcosa. Andò da sua moglie e le disse ‘il tumore è guarito, non ce l’ho più!’. Sua moglie rimase stupita e gli disse ‘ma com’è possibile?’, e lui le rispose che era vero e qualche giorno dopo andarono a fare un controllo medico, dal quale risultò che effettivamente non c’era più traccia della malattia. E’ una storia curiosa, più o meno è andata così ma sicuramente Chuck te la saprebbe raccontare meglio (be’, qualche dubbio lo solleva… ndR)”.

GRAZIE MILLE ERIC, CI VEDIAMO AL GODS OF METAL!
“Certo! Grazie a voi, ragazzi!”.

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