TETRAMORPHE IMPURE – Il tramonto degli dei

Pubblicato il 15/05/2025 da

Damien Dell’Amico è un musicista con una lunga storia alle spalle, che può vantare trascorsi in Mortuary Drape, Eroded e Septycal Gorge, oltre alla militanza tuttora in corso nei Comando Praetorio.
Il suo progetto principale, però, si chiama Tetramorphe Impure, è nato nel 2006 e, dopo qualche sporadica pubblicazione, è esploso in tutta la sua imponenza con “Sunset Of Being”, il disco d’esordio uscito il mese scorso.

Frutto di un lavoro durato anni, l’album è un concentrato di tutto quanto l’artista piemontese ha sperimentato nella sua carriera, votata al metal estremo in diverse forme, ed affonda le sue radici nel doom/death metal degli anni ’90 e nel death metal vecchia scuola, senza disdegnare divagazioni in altri territori, quali per esempio la dark wave, senza suonare datato o fuori dal tempo.
Abbiamo intervistato Damien per conoscere i retroscena della sua storia e della nascita di questo interessante lavoro. Buona lettura!

CIAO DAMIEN, BENVENUTO SUL NOSTRO SITO E COMPLIMENTI PER IL DISCO.
SAPPIAMO CHE HAI UNA LUNGA STORIA ALLE SPALLE: CE LA POTRESTI RIASSUMERE NELLE SUE TAPPE PRINCIPALI?
– Grazie per lo spazio. Il mio percorso nella musica estrema inizia nei primi anni 2000, quando sono entrato nei Mortuary Drape come bassista, band con cui ho suonato per circa otto anni. Da lì ho prestato la voce a diversi progetti tra cui Eroded, Enthroning Silence e, più recentemente, Comando Praetorio. In parallelo, nel 2006, ho fondato Tetramorphe Impure, che nel tempo è diventato il mio progetto principale.

COME E’ NATO IL PROGETTO TETRAMORPHE IMPURE? SAPPIAMO CHE LA BAND E’ ATTIVA DAL 2006, COME MAI SEI ARRIVATO SOLO ORA A PUBBLICARE IL PRIMO ALBUM?
– Il progetto nasce come trio, ma sin da subito portava in sé una forte componente introspettiva, quasi eremitica. Sentivo il bisogno di dar forma a qualcosa che rispecchiasse pienamente la mia visione, le mie ossessioni, i miei silenzi. Con il tempo la band è diventata un progetto solista: non per isolamento, ma per coerenza. Avevo bisogno di un luogo dove il suono fosse specchio diretto dell’interiorità, senza mediazioni.
La musica di Tetramorphe Impure nasce da un’urgenza interiore, e quella urgenza, fino ad oggi, non si era ancora manifestata con la necessaria completezza.

TETRAMORPHE IMPURE E’ SICURAMENTE UN MONIKER PARTICOLARE. COME L’HAI SCELTO?
– Il nome rappresenta la tensione fra sacro e profano, tra ciò che aspira all’ordine e ciò che ne sfugge.
‘Tetramorphe’ richiama i simboli delle quattro creature dell’Apocalisse, mentre ‘Impure’ ne sovverte la natura, ne rompe la sacralità, introducendo crisi, decadenza e l’idea di un’umanità corrotta, in profonda crisi spirituale. È un’immagine archetipica ma corrotta, in linea con il senso di disfacimento e introspezione che pervade tutto il progetto.
È un nome che racchiude la tensione tra aspirazione metafisica e condizione umana decadente, un tema ricorrente nella mia musica.

CHI HA DISEGNATO L’ARTWORK DEL DISCO E QUAL E’ IL SUO SIGNIFICATO?
– La copertina è un dipinto a olio dell’artista finlandese Petri Ala-Maunus, intitolato proprio “The Sunset of Being”. Ho scelto le sue opere perché riescono a evocare quel senso di immensità, silenzio e annichilimento che permea la musica dell’album.
Il paesaggio ritratto non è solo naturale, ma metafisico: un luogo dove la percezione del tempo si dilata e la presenza umana svanisce. È la rappresentazione visiva del collasso dell’essere, della bellezza che si dissolve nell’indifferenza cosmica. Questi dipinti sono perfetti per incarnare il senso dell’album!

LA TUA MUSICA E’ DIFFICILMENTE CLASSIFICABILE E SEMBRA VOLER FONDERE UN CERTO TIPO DI DEATH METAL VECCHIA SCUOLA CON IL DOOM/DEATH METAL PIU’ OSCURO, IL FUNERAL DOOM ED ALCUNI PASSAGGI PIU’ MELODICI. COME SEI ARRIVATO A QUESTO SUONO? E’ FRUTTO DI UNA RICERCA SPECIFICA O E’ QUALCOSA CHE NASCE IN MANIERA SPONTANEA?
– È qualcosa che nasce spontaneamente, ma in modo consapevole. Non ho mai pianificato una ‘fusione’ di generi. Sono cresciuto con band come God Macabre, Abhorrence, Nihilist, Convulse, Gorement, ma anche con Disembowelment, Decomposed, Thergothon, Dusk…
Quelle sonorità sono sedimentate dentro di me, e riemergono in forma naturale quando compongo.

HAI SEMPRE SUONATO METAL ESTREMO MA NEL TEMPO HAI AFFRONTATO LA MATERIA DA DIVERSI PUNTI DI VISTA, CON BAND DEDITE A GENERI DIFFERENTI. COSA PENSI CI SIA DELLE TUE ESPERIENZE PASSATE IN TETRAMORPHE IMPURE?
– Tutto quello che ho vissuto musicalmente è sedimentato in questo progetto. Dall’approccio rituale e simbolico appreso nei Mortuary Drape, all’approccio più aggressivo ed introspettivo dei Comando Praetorio, tutte le esperienze vissute hanno lasciato tracce.
Con i Tetramorphe Impure tutto si ricompone in una visione più personale e profondamente legata all’elemento spirituale.

QUATTRO BRANI PER QUARANTA MINUTI DI MUSICA: DANDO PER SCONTATO CHE IL TUO OBIETTIVO PRINCIPALE NON E’ QUELLO DI SCRIVERE PEZZI CHE POSSANO PIACERE A CHIUNQUE, CHI PENSI POSSA ESSERE ATTRATTO DA SONORITA’ COSI’ OSTICHE? QUALI SONO LE TUE ASPETTATIVE DERIVANTI DALLA PUBBLICAZIONE DI “THE SUNSET OF BEING”?
– Non ho aspettative legate all’approvazione o al riscontro numerico. Questo disco è per chi cerca nella musica un’esperienza di immersione, riflessione e, in un certo senso, catarsi. E’ rivolto a chi ha bisogno di silenzio, di profondità, di tempo per assorbire e riflettere.
Chi cerca intrattenimento qui non troverà nulla, ma chi ha attraversato il buio, chi si interroga, forse potrà riconoscersi.
L’unica aspettativa era che l’album fosse sincero fino in fondo. Il resto è secondario.

QUALI SONO LE BAND CHE MAGGIORMENTE TI HANNO INFLUENZATO NEL TUO PERCORSO ARTISTICO? C’E’ ANCHE QUALCOSA DI ESTRANEO AL METAL? QUALI INVECE QUELLE CHE TROVI INTERESSANTI NELLA SCENA ATTUALE?
– Sicuramente la scena British doom/death metal primi anni ’90 ed i già citati Disembowelment, Evoken, Esoteric sono tra coloro che mi hanno influenzato maggiormente. Ma anche Dead Can Dance, Swans, Lycia, Death in June hanno avuto un grande impatto a livello atmosferico.
Oggi seguo chi porta avanti un percorso autentico, anche nell’ombra. I primi che vengono in mente: Burial, Ossuary, Fossilization, Mortiferum, ma ce ne sarebbero tantissimi altri.

QUALI SONO GLI ARGOMENTI CHE TRATTI NELLE TUE CANZONI? DA COSA TRAI ISPIRAZIONE PER SCRIVERE I TESTI?
– I testi sono nati da una fase di profonda stasi e trasformazione. “The Sunset of Being” è attraversato da una costante tensione tra rassegnazione e ricerca. Il tempo come entità sfuggente e distruttiva, la dissoluzione dell’identità, la spiritualità che si disgrega. Sono temi che emergono in modo spontaneo, come un flusso.
Tutto l’album è permeato anche da un’ossessiva ricerca di significato nel caos dell’esistenza. Tutti questi elementi si sono intrecciati in un processo di creazione quasi rituale.
Le mie influenze vengono dalla filosofia (Nietzsche, Heidegger, Cioran), dalla letteratura decadente, dalla poesia simbolista, ma anche dal cinema di Cronenberg, Lynch e von Trier. Autori visionari capaci di dare forma al disfacimento.

“NIGHT CHANTS”, A PARERE DI CHI SCRIVE, E’ IL BRANO PIU’ RAPPREENTATIVO DEL DISCO, PER LA SUA COMPLESSITA’ E PER LA TENSIONE CHE RIESCE A CREARE, CON SFURIATE DEATH METAL CHE IMPROVVISAMENTE SI STEMPERANO IN MOMENTI DI CUPO SILENZIO. COME E’ NATO?
– “Night Chants” è stato il primo brano composto per il nuovo album. Forse per questo si è sviluppato in modo ancora più spontaneo ed ispirato rispetto agli altri. È probabilmente il brano che più incarna la natura duale del progetto: furia e contemplazione, materia e spirito che si inseguono in una spirale discendente.

IL DISCO ESCE PER AESTHETIC DEATH, UN’ETICHETTA CHE DA ANNI ACCOGLIE BAND CHE VANNO DAL BLACK METAL AL FUNERAL DOOM E ALLO SLUDGE NELLA LORO VERSIONE PIU’ ESTREMA. COME TI SEI TROVATO A LAVORARE CON LORO?
– Conoscevo Aesthetic Death da tempo e ho sempre ammirato il lavoro di Stu (Stuart Gregg, fondatore dell’etichetta, ndr). Quando ho terminato il disco, è stato uno dei primi a cui ho pensato.
La collaborazione è stata naturale e basata sul rispetto reciproco. Nessun compromesso, solo supporto autentico. Non potevo chiedere di meglio. Inoltre, per me è un onore uscire per una label che ha pubblicato “The Pernicious Enigma” (album degli Esoteric del 1997, ndr), uno dei miei album preferiti in assoluto.

QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ DI SUONARE MUSICA DEL GENERE NEL NOSTRO PAESE?
– In Italia c’è sempre stato un certo scetticismo verso le forme musicali più estreme e introspettive. È difficile trovare spazi, pubblico, e a volte anche comprensione. Ma questo isolamento può diventare una forza: ti costringe a scavare più a fondo, a creare senza filtri.
Tetramorphe Impure nasce anche da questo senso di distanza.

HAI INTENZIONE DI PORTARE LA TUA MUSICA SU UN PALCO O TETRAMORPHE IMPURE RIMARRA’ UN PROGETTO DA STUDIO?
PER QUANTO RIGUARDA IL FUTURO, HAI GIA’ DEI PROGRAMMI? PENSI CHE UN EVENTUALE NUOVO DISCO PROSEGUIRA’ SULLA STRADA SEGNATA DA “THE SUNSET OF BEING” O POTREBBE EVOLVERE IN QUALCOSA DI DIFFERENTE?

– Per ora rimane un progetto da studio. Non escludo la possibilità di una forma live, ma solo se si presentasse un’occasione che ne rispetti l’integrità.
Quanto al futuro, ci sono idee in fermento, ma senza fretta. “The Sunset of Being” ha bisogno del suo tempo.
Se un nuovo disco nascerà, sarà figlio di una nuova necessità interiore, non della replica di ciò che è già stato.

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