Dopo i tanti passi falsi, le scelte sbagliate e le delusioni che hanno segnato l’ultimo decennio della loro carriera, i Thanatos sembrano finalmente aver trovato un po’ di pace: il nuovo “Global Purification” è uscito addirittura per Century Media Records e ha ottenuto responsi molto incoraggianti, la lineup pare più stabile che mai e il gruppo – complice anche la pausa che i cugini Hail Of Bullets si stanno prendendo – è tornato anche ad esibirsi live. Il periodo buio – fatto di case discografiche incompetenti, di album solo discreti e di un disinteresse generale da parte di media e grande pubblico – sembra dunque definitivamente tramontato: gli storici death-thrasher olandesi se la sono vista brutta, ma bisogna fare loro i complimenti per averci sempre creduto, nonostante tutto. Come si suol dire, la perseveranza paga e Stephan Gebédi e Paul Baayens, rispettivamente chitarra/voce e chitarra del quartetto, non nascondono soddisfazione e sollievo nell’intervista che segue…
DOPO ANNI DI BATTAGLIE NELL’UNDERGROUND, AVETE FINALMENTE TROVATO UNA CASA DISCOGRAFICA SOLIDA E RISPETTABILE NELLA CENTURY MEDIA RECORDS. VI SIETE MAI SENTITI FRUSTRATI E/O SOTTOVALUTATI IN TUTTO QUESTO TEMPO?
Paul Baayens: “Si è effettivamente trattato di una sciagura. Ad esempio, i nostri ultimi due album non sono stati davvero promossi e distribuiti nella maniera che meritavano. La Black Lotus Records andò in bancarotta e ciò ci costrinse a pagare tutto di tasca nostra. La Deity Down Records invece ci aiutò a realizzare ‘Justified Genocide’, ma come laber era veramente troppo piccola per spingerlo a dovere. Quindi ora siamo davvero contenti che la Century Media abbia mostrato interesse nel ristampare il nostro vecchio catalogo e nel pubblicare un nuovo album. Non potevamo chiedere di meglio”.
Stephan Gebédi: “Siamo stati sfortunati sin dal 1984, a dire il vero (ride, ndR)! Tanti cambi di lineup, tante case discografiche poco professionali, tanta sfortuna, tante decisioni sbagliate… alla fine mi stavo quasi per abituare a questo destino. Eppure, dopo trent’anni siamo ancora qui: siamo riusciti a firmare per una buona etichetta e abbiamo in uscita uno dei nostri album più feroci di sempre!”.
NON PENSATE PERÒ CHE QUESTO DIFFICILE PERCORSO ABBIA CONTRIBUITO A RENDERE I THANATOS UNA SORTA DI GRUPPO DI CULTO TRA I FANATICI DELL’UNDERGROUND?
Paul Baayens: “Difficile dirlo. A noi non sarebbe certo dispiaciuto poter lavorare con più tranquillità e avere una carriera maggiormente lineare. Tuttavia è anche vero che queste difficoltà ci hanno unito e rafforzato, rendendoci poi sempre credibili ad occhio esterno. I primi due album, in particolare, hanno venduto piuttosto bene, quindi sì, forse possiamo dire di avere una sorta di cult status”.
COME VEDETE IL NUOVO “GLOBAL PURIFICATION”? PENSATE CHE ABBIA QUALCOSA DI NUOVO DA DIRE NELL’ODIERNO CAMPO DEATH-THRASH?
Paul Baayens: “Assolutamente! Da tempo non sento una miscela simile. Ultimamente le band tendono a suonare thrash o death metal, senza lasciarsi andare a contaminazioni pronunciate. I Thanatos sono e saranno sempre un ponte tra i due generi: mescoliamo da sempre l’aggressività del thrash con la brutalità del death metal. ‘Global Purification’ avrebbe potuto uscire agli albori di questi filoni, proprio come i primi album dei Thanatos”.
PENSATE CHE IL VOSTRO STILE SI STIA COMUNQUE EVOLVENDO?
Paul Baayens: “Tutto sommato credo di sì. Senza dubbio rimaniamo fedeli alle nostre origini, ma su questo album abbiamo deciso di suonare meno riff e di tenere al minimo i cambi di tempo, in modo da rendere le canzoni le più dirette e potenti possibile. Suoniamo insieme da tanto tempo e ormai abbiamo maturato un affiatamento invidiabile: non credo che siamo mai stati così aggressivi”.
VOI DUE SIETE COINVOLTI ANCHE NEGLI HAIL OF BULLETS. PENSATE CHE IL SUONO E LE ATTIVITÀ DI QUESTI ULTIMI ABBIANO INFLUENZATO I THANATOS? “GLOBAL PURIFICATION” CONTIENE DEL MATERIALE ORIGINARIAMENTE PENSATO PER GLI HAIL OF BULLETS?
Stephan Gebédi: “Negli Hail of Bullets i tempi sono più lenti, c’è più groove e anche più melodia, quindi quando abbiamo iniziato a pensare a questo nuovo lavoro dei Thanatos ci è subito venuta voglia di muoverci nella direazione opposta. In questo senso, direi che gli Hail Of Bullets ci hanno influenzato. Per il resto, il materiale è stato scritto da tutti i quattro membri della band: mai come prima d’ora il nostro songwriting è stato un lavoro di squadra. L’intro di ‘The Demonized Minority’ arriva addirittura da un demo registrato da Paul tra il 2005 e il 2006, quindi da prima che gli Hail of Bullets prendessero forma”.
Paul Baayens: “Curiosamente, un brano scritto in origine per i Thanatos è poi entrato a far parte del repertorio degli Hail Of Bullets: su tratta di ‘Berlin’. Alla fine dei conti sono contento di averlo usato per quella band e non per i Thanatos, che sono un gruppo noto soprattutto per i suoi brani serrati e violenti”.
VI CAPITA MAI DI PENSARE CHE UN BRANO IN LAVORAZIONE SIA TROPPO DEATH O TROPPO THRASH E CERCHIATE QUINDI DI BILANCIARLO MEGLIO?
Stephan Gebédi: “No, cerchiamo sempre di essere il più spontanei possibile. Prendi due album molto influenti per noi: ‘Seven Churches’dei Possessed e ‘Darkness Descends dei Dark Angel… sia la musica, che l’attitudine e l’atmosfera di questi lavori sono uniche. All’epoca nessuno si preoccupava di etichettare il proprio operato thrash o death. L’obiettivo era semplicemnte quello di scrivere canzoni veloci, heavy e aggressive, andare in studio e registrarle. Noi abbiamo sempre voluto fare la stessa cosa. Con ciò non voglio dire che ora abbiamo realizzato un classico dello stesso calibro di quegli album, visto che per me sia ‘Darkness Descends’ e ‘Seven Churches’ sono a dir poco divini, ma credo che ‘Global Purification’ sia un disco veramente intenso. Abbiamo dieci pezzi validi, nessun filler, tanta aggressività e pochi cali di ritmo. Non ci importa affatto se la gente ci definisce death metal, thrash metal o death-thrash…”.
SE POTESTE CAMBIARE QUALCOSA DELLA VOSTRA CARRIERA, DA DOVE INIZIERESTE?
Stephan Gebédi: “Non mi sarebbe dispiaciuto poter avere un po’ più di fortuna e di saggezza agli esordi (ride, ndR)! Come abbiamo accennato, all’epoca ci ritrovammo ad affrontare davvero troppi cambi di lineup e fummo sempre sfortunati sia con le case discografiche che con i tour. Tuttavia, devo anche ammettere che tante decisioni sbagliate furono prese proprio da noi, con alcuni membri più intenti ad atteggiarsi da rock star piuttosto che impegnati nel comporre o suonare musica. Ricordo, ad esempio, che nel 1991 un paio di membri declinarono l’offerta di aprire per i Carcass in un tour europeo: il nostro posto venne preso dai Gorefest e loro finirono per imporsi nella scena proprio dopo quelle date”.
TROVATE CHE I PAESI BASSI E IL LUOGO DOVE ABITATE ABBIANO MAI RAPPRESENTATO UN’INFLUENZA PER IL VOSTRO GRUPPO?
Stephan Gebédi: “Io vivo a Rotterdam, che è una delle città olandesi più malfamate, e credo che crescere qui mi abbia reso un po’ più cinico. Penso che puoi sentire l’influenza nei miei testi”.
Paul Baayens: “Io abito nel mezzo dell’Olanda, in un posto da cui è facile raggiungere ogni città. e ciò mi ha permesso di assistere a concerti praticamente ogni sera. Penso che la location geografica nel mio caso sia stata fondamentale nel farmi familiarizzare col mondo metal. Probabilmente la mia vita sarebbe stata assai diversa se fossi cresciuto in un’altra zona”.
CHE COSA STATE ASCOLTANDO IN QUESTO PERIODO? VI PREOCCUPATE DI CERCARE NUOVI ALBUM?
Stephan Gebédi: “Certo, siamo sempre circondati di nuova ottima musica. Io sto ascoltando spesso ‘The Killing Gods’ dei Misery Index, ‘Splinters’ dei Vallenfyre, ‘Melana Chasmata’ dei Triptykon e ‘The Satanist’ dei Behemoth”.
CONSIDERATI I PROBLEMI DI PROMOZIONE E DISTRIBUZIONE DI CUI ABBIAMO PARLATO PRIMA, CREDO CHE NON MOLTI TRA I NOSTRI LETTORI ABBIANO COMPLETA FAMILIARITÀ CON LA VOSTRA DISCOGRAFIA. VI ANDREBBE DI RIPERCORRERLA PASSO PASSO?
“Emerging from the Netherworlds”:
Paul Baayens: “Ascoltavo questo disco spessissimo da ragazzo. Parlo di tanti anni fa, ben prima che entrassi a far parte dei Thanatos. Ricordo che era la colonna sonora del tragitto verso la scuola: lo avevo sempre nelle orecchie mentre pedalavo”.
Stephan Gebédi: “Per essere un debut album penso che sia ok. Non mi è mai piaciuta la produzione, però… è troppo sottile. Il disco doveva uscire più heavy. In ogni caso, mi piacciono ancora alcune di queste canzoni, anche se nel finale la tracklist cala un po’ a mio avviso”.
“Realm of Ecstacy”:
Stephan Gebédi: “Sinora questo è sempre stato il mio album preferito della band. Adoro l’atmosfera tenebrosa di questi pezzi. Rispetto al debut eravamo riusciti ad affinare il songwriting. L’unica cosa che trovo rivedibile sono le parti vocali, che potevano essere più variegate. Oh, anche la copertina… questa è bruttissima!”.
Paul Baayens: “Qui la band si spostò su suoni più death metal e inizialmente dovetti abituarmi. Uno dei miei pezzi preferiti è ‘Tied up, Sliced up’”.
“Angelic Encounters”:
Paul Baayens: “Sono entrato nella band con questo album. Personalmente lo trovo solido, anche se magari non possiede alcuna vera hit. Forse avremmo dovuto provare di più e cercare un migliore affiatamento prima di inciderlo”.
Stephan Gebédi: “Purtroppo questo è il lavoro dei Thanatos che apprezzo di meno. Qualche canzone non mi dispiace tutt’ora, ma il mixaggio è pessimo e la performance strumentale, soprattutto il drumming, non è il massimo. Fortunatamente siamo riusciti a rimixare questo album prima di ristamparlo e oggi suona ok, anche se per me rimarrà sempre il mio figlio brutto (ride, ndR)!”.
“Undead. Unholy. Divine.”:
Stephan Gebédi: “Il primo album realizzato con l’attuale lineup, che comprende Yuri, Marco, Paul e me. Mi piace ancora: la tracklist è molto varia e la copertina è notevole. Per me fu un onore lavorare con Attie Bauw, che masterizzò l’album: si tratta della stessa persona che mixò ‘Painkiller’ dei Judas Priest!”.
“Justified Genocide”:
Paul Baayens: “Tanta sfortuna: questo album venne pubblicato tre anni dopo la conclusione delle registrazioni. Tuttavia, lo trovo un album ben riuscito e mi fa piacere che alla fine sia stato pubblicato”.
Stephan Gebédi: “Lo apprezzo molto! Musica davvero intensa e ruvida, tutt’ora rappresentativa di cosa sono i Thanatos oggi. Va ascoltato al massimo del volume!”.
“Global Purification”:
Paul Baayens: “Sono molto felice che questo disco sia uscito in occasione del nostro trentesimo anniversario. È veramente un pugno in faccia e penso che sia il nostro disco più valido e rappresentativo”.
Stephan Gebédi: “Lo preferisco anche a ‘Realm of Ecstasy’: i pezzi spaccano, produzione e artwork sono di ottimo livello e sono molto soddisfatto anche della mia performance vocale”.