THE 7TH GUILD – Metal tenori

Pubblicato il 11/03/2025 da

Unire le forze con altri due grandi cantanti italiani (Giacomo Voli dai Rhapsody Of Fire, Ivan Giannini dai Derdian ed ex Vision Divine oltre allo stesso Fooler) prendendo ispirazione da I Tre Tenori (trio internazionale di illustrissime voci), accerchiarsi da tanti altri ottimi musicisti e professionisti e lasciarsi andare alla passione più pura verso quel power metal di fine anni Novanta che ha appassionato un’intera generazione: è la coraggiosa avventura sulla quale si è imbarcato Tomi Fooler, leader e cantante degli SkeleToon, sotto il nome di The 7th Guild, per dare alle stampe un buonissimo disco, intitolato “Triumviro”.
Ma come nasce un album come questo, quanto lavoro c’è dietro a così tante collaborazioni e cosa porterà il futuro? E’ lo stesso Tomi a rispondere a tutti questi quesiti, sorti dopo l’ascolto di questo entusiasmante debutto. Buona lettura!

CIAO TOMI, PUOI SPIEGARCI QUANDO E COME È NATA, NELLA TUA TESTA, L’IDEA DI CREARE UN PROGETTO DEL GENERE?
– Ciao Federico. Innanzitutto grazie a te ed a Metalitalia.com per lo spazio!
L’idea nacque durante le registrazioni di “They Never Say Die” (album del 2019 degli SkeleToon, ndr) : volevo creare la possibilità di avere un progetto più serio e profondo di SkeleToon, in cui trasparisse il sentimento, positivo o negativo, che può affacciarsi nella vita di tutti i giorni. SkeleToon è più immediato come concept, pertanto mi sembrava una buona idea cercare una via differente.
Fu, però, dopo il tour europeo con i Rhapsody Of Fire che decisi di attuarlo: avevo la disponibilità di Giacomo Voli che, essendo molto impegnato con altri progetti, era lo scalino più importante da percorrere, prima di intraprendere tutti gli step successivi. Sognavo, inoltre, di scrivere qualcosa a quattro mani con Luca Turilli, ma questa ipotesi non si attuò mai, purtroppo, nonostante i miei sforzi, cosi ho deciso di rimboccarmi le maniche.

PER LA SCELTA DEI CANTANTI SEI SUBITO STATO DECISO NEL COINVOLGERE GIACOMO E IVAN O AVEVI ALTRI CANDIDATI? LA SCELTA È STATA DETTATA DA UN RAPPORTO DI STIMA ED AMICIZIA CHE GIÀ ESISTEVA O DA ALTRI FATTORI?
– Sì, come detto Giacomo fu la prima difficoltà da superare e avevo già in mente anche di coinvolgere Ivan, perché trovo che le nostre tre voci possano essere complementari. Un po’ come in un bel dipinto: i colori singoli, se uniti, possono dare una sfumatura inaspettatamente piacevole.
La fortuna è stata avere accanto le persone giuste, sia come resa tecnica che come animo, ed Ivan e Giacomo sono tra le persone più umili e tra gli artisti più sinceri che abbia mai conosciuto. Sono onorato di averli accanto.

SIETE TRE SUPER CANTANTI, ASSOLUTI PROTAGONISTI DELLA SCENA POWER METAL E ORGOGLIO DEL METAL ITALIANO. IL MIO UNICO APPUNTO  RIGUARDO IL PROGETTO, RIUSCITISSIMO, E’ SULLA PARTICOLARITÀ DEI VOSTRI TIMBRI CHE SICURAMENTE SI DIFFERENZIANO MA NON IN MANIERA COSI’ EVIDENTE. INSOMMA TI CHIEDO, NON HAI VALUTATO IL FATTO CHE UN’UGOLA POSSENTE ALLA JORN LANDE E UNA VOCE FEMMINILE, TANTO PER FARE DUE ESEMPI, AVREBBERO RESO ANCORA PIÙ DISTINGUIBILI I VARI DUETTI, UN PO’ IN STILE AVANTASIA?
– Sicuramente, considerando una rosa ampia di opzioni, ci sarebbe modo di avere risultati meravigliosi unendo le forze con altri timbri.
Mi vengono in mente, così su due piedi, Sara Squadrani, Roberto Tiranti, Damnagoras, Morby… Sai quanti infiniti magnifici ‘Trio’ si potrebbero creare con cosi validi artisti italiani a disposizione? Ma non volevo che si pensasse proprio ad un progetto simile ad Avantasia: come ben sai, adoro Sammet in ogni sua sfumatura e per questo motivo non mi sentivo a mio agio nel creare qualcosa che solo lui sa rendere così peculiare.
Mi sono, invece, rifatto ad uno stile più simile a I Tre Tenori, i quali hanno sì la loro personalità singola, ma la loro resa mostra, in realtà, tanti fattori in comune. Ho pensato che sarebbe stata una bellissima avventura cercare di dare un effetto metal a quel progetto.

COME SEI RIUSCITO AD ASSEGNARE LE LINEE VOCALI TRA VOI TRE? E’ STATA UNA TUA SCELTA O NE AVETE DISCUSSO INSIEME?
– In realtà ho scritto – e poi registrato – tutte le linee vocali cercando melodie ed armonie adatte a tutte e tre le vocalità, e chiesto ad Ivan e Giacomo di fare lo stesso, adeguandosi o modificando le parti sulla base dei loro gusti. Volevo che venisse fuori la vera anima di ognuno per aumentare la teatralità dei singoli.
Successivamente, è stato Simone Mularoni a scegliere le parti di ognuno per ogni singola armonizzazione o linea principale: ho dato il mio punto di vista, ovviamente, ma la scelta finale è stata soprattutto la sua per non lasciare che il mio gusto potesse rischiare di mettere meno in risalto una soluzione oggettivamente più accattivante.

LA FORZA DI QUESTO DISCO DI DEBUTTO, OLTRE ALLE VOSTRE OTTIME VOCI, STA NELLA QUALITÀ DEI MUSICISTI CHE VI CIRCONDANO. HAI POTUTO CONTARE SU ASSOLUTI TALENTI COME SIMONE MULARONI (DGM) ALLA CHITARRA, DANIELE MAZZA (ANCIENT BARDS) PER ORCHESTRAZIONI E ARRANGIAMENTI, LE TASTIERE DI ALESSIO LUCATTI (VISION DIVINE, DEATHLESS LEGACY), FRANCESCO FERRARO (FREEDOM CALL, BLOODORN) AL BASSO E LA BATTERIA DI MICHAEL EHRÈ (GAMMA RAY, THE UNITY). COME HAI CONTATTATO TUTTI LORO E COME SI È SVOLTO IL LAVORO FINALE?
– Singolarmente, grazie a precedenti esperienze live: ogni volta che ho suonato con qualcuno durante i tour o le singole date con SkeleToon, ho sempre proposto ai musicisti, che poi erano anche i miei vari idoli di infanzia, di partecipare a qualche mio progetto futuro. Questa scelta si è rivelata vincente, nel corso del tempo, perché tutti hanno aderito con entusiasmo.
Sono dell’idea che se vuoi lavorare serenamente in un settore in cui la passione ed il sentimento devono essere i fattori più importanti, devi prima aver modo di verificare se sei in sintonia con chi ti sta proponendo una collaborazione. Per fortuna, in The 7th Guild, hanno partecipato soltanto artisti genuini.

PER QUANTO RIGUARDA LA MUSICA, COME SCRITTO IN FASE DI RECENSIONE, SEMBRA UN VERO TRIBUTO AL POWER METAL DI FINE ANNI NOVANTA. IN PARTICOLARE IL TUO SONGWRITING L’HO TROVATO MOLTO INFLUENZATO DA TOBIAS SAMMET E DAGLI EDGUY. POSSIAMO DIRE CHE QUESTO “TRIUMVIRATO” SEMBRA OMAGGIARE E CONTINUARE IL DISCORSO DI DISCHI COME “VAIN GLORY OPERA” E “THEATER OF SALVATION”?
– Beh, mi rendi molto fiero, facendo questi paragoni: sono due dischi che adoro!
Ma in realtà non ho voluto tributare nessuno in particolare, ho semplicemente cercato di far trasparire quello che sentivo come mio, sia musicalmente che a livello di sentimenti. Poi, visto che sono cresciuto con il power metal degli anni ’90, trovo sia piuttosto inevitabile che se ne senta l’influenza, nonostante i miei ascolti, in fase di stesura, fossero più orientati sulla musica operistica, a Luca Turilli solista, ai Queen e ad Andrè Matos.

PROPRIO DI ANDRÈ MATOS VOLEVO PARLARTI. DAL PUNTO DI VISTA VOCALE HO TROVATO MOLTI PASSAGGI CHE MI HANNO RIPORTATO ALLA MENTE PROPRIO IL COMPIANTO, GRANDE CANTANTE ED ARTISTA BRASILIANO, IN PARTICOLARI NEI PASSAGGI CHE HANNO VISTO IMPEGNATO IVAN GIANNINI. COSA PUOI DIRCI A RIGUARDO?
– Esatto. Come detto in più occasioni, Matos è il nome che, come per quanto riguarda Freddie Mercury, maggiormente mi pesa elencare tra gli artisti che rimpiango di non poter più sentire dal vivo. Sono musicisti che facevano della musica una voce per l’anima. Vorrei, sinceramente, saper compiere la stessa magia, umilmente parlando.

RESTANDO COLLEGATI A MATOS, TI CHIEDO DA DOVE È ARRIVATA LA SCELTA, CORAGGIOSA, DI ESEGUIRE LA COVER DI “FAIRY TALE” DEGLI SHAMAN E COME AVETE LAVORATO PER RIARRANGIARLO.
– Semplice: adoro quel brano, adoro come lo ha interpretato e quanto era innovativo per l’epoca. Mi piace, mi piace da impazzire e ho deciso di provarci. Erano tutti un po’ titubanti e ci siamo resi conto che avremmo rischiato di non rendere merito ad un maestro di questo calibro, ma penso che, alla fine, siano tutti d’accordo nel dire che Andrè, forse, sentendolo oggi, potrebbe apprezzare quello che abbiamo voluto comunicare.

GRAZIE AD ALCUNI DEI BRANI CONTENUTI IN “TRIUMVIRO” HO RIASSAPORATO LE ATMOSFERE ORMAI PERDUTE DI QUEL POWER METAL DI QUASI TRENT’ANNI FA… SECONDO IL TUO PARERE, COSA DEVE POSSEDERE UN BRANO PER FUNZIONARE ED APPASSIONARE, OVVIAMENTE IN QUESTO GENERE?
– Non mi stancherò mai di ripeterlo: l’anima! Il metal, come il rock, ha vita dura in questi anni e non trovo così semplice riuscire a mutare questi generi in qualcosa di visceralmente innovativo.
Cosa ci resta, quindi, per differenziarci gli uni dagli altri? L’anima. Il desiderio di dire qualcosa, attraverso la musica, qualcosa in cui realmente si crede, senza cercare forzatamente di piacere a tutti sacrificando – purtroppo e particolarmente in questo periodo – la musica e la passione a favore di più effimeri concetti che convogliano in velenosi e temporanei click digitali.

HAI SCELTO DI INSERIRE ALCUNI PASSAGGI CANTATI IN LINGUA MADRE, SOLUZIONE CHE HA FUNZIONATO MOLTO BENE. PENSI CHE SIA UNA SOLUZIONE APPREZZATA SIA DA NOI ITALIANI CHE DAGLI ASCOLTATORI STRANIERI?
– Lo spero, ma non è così fondamentale: l’italiano si sposa molto bene con questa musicalità, secondo me, e trovo triste non sfruttare questa possibilità solo perché si è sempre fatto diversamente. Mi piace tanto, a volte anche di più, come suona un testo italiano su un brano metal, perché non dovrei farlo? Nella ‘Gilda’ c’è solo una regola: “niente ansie, niente paure, solo desiderio”. E ne vado molto fiero.

DA APPASSIONATO DEL POWER METAL MELODICO, COME VEDI LA SCENA ATTUALE?
– A dire il vero, non so rispondere. Sto cominciando a chiamarmi fuori dagli andamenti generali. Uso i social solo per promuovere la mia musica e per leggere le news dal mondo, senza farmi troppo coinvolgere: sono semplicemente stanco di tutte le cattiverie che leggo online, anche tra colleghi.
Vorrei solo che ci ricordassimo che in fondo siamo tutti legati dalla stessa passione, e mi fa male vedere che non la pensano tutti cosi. Pertanto, non so come siano messe le cose, in maniera da poter esprimere un mio parere. Davvero, non so rispondere, ma spero che le cose siano positive o per lo meno migliori rispetto a qualche anno fa. Sto scegliendo di disintossicarmi da tutto quello che sta diventando troppo artificiale.

SE POTESSI SCEGLIERE UNA FORMAZIONE IDEALE, SECONDO I TUOI GUSTI, ANDANDO ANCHE A PESCARE TRA GLI ARTISTI STRANIERI, COME COMPORRESTI LA TUA BAND DEI SOGNI?
– Sono troppo arrogante se ti dico che l’ho già fatto? The 7Th Guild racchiude i nomi che volevo per “Triumviro”: non potrei desiderare di meglio, ad oggi, visto che ho accanto persone buone, competenti e con le quali passerei giorni a ridere e scherzare con sincero divertimento, senza nessun tipo di pressione.

NON POSSIAMO CHE CHIUDERE CON LA DOMANDA CHE MOLTI SI STANNO PONENDO ARRIVATI A QUESTO PUNTO. CI SARÀ UNA CONTINUAZIONE DI QUESTO PROGETTO, LA CLASSICA ‘PART II’?
– Certo che sì. E non solo: ogni buon libro che io abbia mai letto ha sempre avuto più di due capitoli.

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