THE AGONY SCENE – The agony of touring

Pubblicato il 17/02/2006 da

Bella la vita da rocker, in giro per il mondo, mantenuto dalla passione per la musica, coi fan al seguito pronti a sostenerti ogni giorno e le feste continue, ogni sera e in ogni dove. Ma a pensarci c’è anche il rovescio della medaglia: vivere in un tour bus lercio e scomodo, mancare all’affetto dei propri cari, avere a che fare con individui sconosciuti e forse approfittatori, convivere forzatamente con persone con cui si ha poco in comune, non avere una dimora o un posto per rilassarsi, essere impossibiltato ad avere una vita normale in genere. Tutto questo ha colpito fisicamente i The Agony Scene, che videro demolite le loro aspettative a seguito della difficoltosa vita da tour, portando la band a dissidi e tensioni tanto forti e pesanti da far prendere la difficile decisione di smembrare la band. Accade anche però che l’amore per la musica sia la cosa più forte e dia il coraggio di risalire la china: i nostri con una nuova formazione non solo hanno trovato la forza di reagire, ma hanno avuto anche l’ispirazione per un comeback discografico interessante, quel “The Darkest Red” che li vede debuttare su Roadrunner Records come una nuova promessa del metalcore più devoto al death svedese, strizzante l’occhio alle melodie accattivanti e a quell’estetica dark che tanto riscuote successo. Il frontman Michael Williams ha sul viso tutti i segni del passato burrascoso, e negli occhi ha ancora la sofferenza di una giornata decisamente negativa on the road, quasi l’opposto del suo compagno di ventura Dez Fafara, giocherellone con cui divide il tour bus per supportare i Lamb of God in giro per l’Europa. Con un’espressione cordiale ma costipata e lo sguardo che si perde nel vuoto, Williams risponde in maniera cortesissima a tutte le nostre domande, scusandosi in più riprese con gli addetti ai lavori per il fatto di non stare molto bene quel giorno…


PER COLORO CHE NON CONOSCONO I VOSTRI TRASCORSI, VUOI RACCONTARCI IN BREVE LA STORIA DELLA BAND?
“Siamo sulla piazza da circa sei anni. Ci volle circa un anno per trovare il nostro primo contratto, con la Solid State Records negli States e con Century Media in Europa. Successivamente oltre un anno in tour, lo scioglimento e la reunion, la firma per RoadRunner, la pubblicazione del disco… E da allora siamo ancora in tour… ecco cos’è successo, molto brevemente”.

SPIEGACI IL PERCHE’ DI QUESTO BRUSCO SCIOGLIMENTO, ARRIVATO DECISAMENTE TROPPO PRESTO…
“Lo stop è il risultato di brutti tour, cattive decisioni di persone all’esterno della band e di un supporto della label che tardava ad arrivare. E’ stata quindi presa questa decisione forte, ma tutti coloro che sono rimasti nel gruppo sapevano sarebbe stata solo una pausa. Doveva necessariamente succedere, e col senno di poi è stata di certo una cosa positiva: ci ha aiutato a scioglierci dal legame contrattuale con la label e arrivare sotto Roadrunner Records, sicuramente un’altra situazione a livello contrattuale”.

E’ DAVVERO COSI’ DIFFICILE STARE IN TOUR?
“Lo è, decisamente (pausa di riflessione, ndR). Sono sposato, ho un figlio di un anno e sono obbligato a stargli lontano (con un tono di voce quasi impercettibile e lo sguardo perso nel vuoto, ndR)… Questa è in cima alle cose più difficili da sopportare, ma ci sono anche gli aspetti positivi. Non lo farei se non amassi la musica, è l’inevitabile rovescio della medaglia: la cosa dura è stare lontano da casa, tutto il resto è anche divertente”.

PARLIAMO STRETTAMENTE DI MUSICA: QUALI PENSI SIANO LE MAGGIORI DIFFERENZE TRA IL VOSTRO DEBUTTO E “THE DARKEST RED”?
“La discriminante è di sicuro la maturità, perché abbiamo avuto molto più tempo a disposizione per sviluppare un sound più personale e concentrarci a fondo sullo scrivere delle belle canzoni; inoltre devo dire che i nuovi entrati sono sicuramente dei musicisti migliori. Tempo e budget sono opportunità decisamente fondamentali quando si registra, poi il primo disco è composto letteralmente dalle prime dieci canzoni che il gruppo ha composto, per questo da venti song sono state selezionate le migliori dieci. Da citare anche il lavoro di Rob Caggiano, che ha rifinito il suono in maniera impressionante, e della Roadrunner, che ha svolto un gran lavoro fino ad ora”.

IL SUONO DELLA BAND E’ CHIARAMENTE INFLUENZATO DAL DEATH METAL EUROPEO, VUOI PARLARCI DELLE TUE INFLUENZE PERSONALI?
“La mia band preferita di tutti i tempi sono i Misfits, oltre a moltissimo punk rock di quei tempi. Devo confessare di non essere un grandissimo metal fan, apprezzo moltissimo i primi lavori di Pantera e Metallica ma non seguo la scena attuale, sono un po’ nel mio mondo a parte… Diciamo che mi sono trovato quasi per caso in una metal band!”.

DIMMI IL NOME DI TRE ARTISTI CHE TI HANNO FATTO VENIRE IL DESIDERIO DI ENTRARE IN UNA BAND
“Il primo è sicuramente Glenn Danzig. Mike Ness dei Social Distortion è stato uno dei miei eroi… il terzo non te lo so dire, ci sono molte altre persone che mi hanno incoraggiato e ispirato, ma mai quanto i due personaggi appena citati”.

POSSIAMO DIRE CHE GLI AGONY SCENE SONO UNA BAND CRISTIANA?
“No (in maniera fermissima, senza nemmeno il tempo di finire la domanda,  ndR). Essere sotto Solid State significa essere identificati come una band cristiana, ma non è una equazione matematica, e non è di certo il nostro caso specifico. Eravamo in un roster con moltissime band cristiane ma abbiamo cercato di spiegare in più riprese che non lo siamo. Nemmeno parlando personalmente posso professarmi credente, ho letto diverse volte la Bibbia, ma non me la sento di potermi professare tale; tra l’altro gli altri ragazzi della band hanno opinioni molto differenti a riguardo, quindi posso assicurarti che non c’è nessun messaggio di quel tipo nella nostra musica!”.

QUALE PENSI SIA STATO IL MIGLIOR TOUR A CUI ABBIATE MAI PARTECIPATO?
“Il ‘Blackest of the Black Tour’: partecipavano Danzig, Chimaira, Behemoth, i nostri amici Himsa e Mortiis. Solo il fatto di guardare Danzig ogni sera e aprire per lui in ogni data è stato eccezionale ed emozionante. Questo tour però non sta andando affatto male, ed è probabilmente il più divertente a cui abbia mai partecipato. E’ la mia prima volta in Europa, ho dunque la possibilità di visitare nuovi paesi e fare moltissime nuove esperienze”.

DAL TUO PUNTO DI VISTA COME PUOI DESCRIVERE I FAN DEGLI AGONY SCENE?
“E’ difficile dirlo, girando posti diversi incontri gente diversa. Nella California del sud ci troviamo dinanzi a ragazzini con taglio di capelli alla moda e jeans strettissimi, nel Midwest e negli stati più vicini a noi ci sono molti più metallari, in Europa vedo solo metalhead praticamente. Secondo me è una bella cosa poter attrarre persone anche abbastanza diverse ai nostri concerti”.

COM’E’ LA REAZIONE DEL PUBBLICO EUROPEO?
“Dannatamente buona, i ragazzi in Inghilterra e Germania sono stati assolutamente fantastici, non vediamo l’ora di vedere le reazioni del pubblico italiano ora!”.

UNA CANZONE DI CUI TI PIACEREBBE REALIZZARE UNA COVER?
“Non so se potrebbe funzionare con gli Agony Scene, ma mi piacerebbe fare una cover di ‘The Sound Of Silence’ di Simon and Garfunkel. Magari un giorno riuscirò a proporla con qualche altro tipo di progetto, la mia scelta è quella”.

E SE DOVESSI SCEGLIERNE UNA DEI DEVILDRIVER E UNA DEI LAMB OF GOD?
“Oh mamma, fammici pensare… La mia conzone preferita dei Devildriver è ‘I Could Care Less’, la prima canzone che ho sentito in assoluto del gruppo di Dez, mi ha colpito moltissimo è veramente un gran pezzo. Per quanto riguarda i Lamb of God forse ‘Ashes Of The Wake'”.

PER CONCLUDERE UNA DOMANDA STUPIDA E AL DI FUORI DELLA MUSICA: MI CONFERMI CHE SIETE DEI FAN DEL WRESTLING?
“Oooh certo, assolutamente sì, lo siamo eccome! Ci siamo appassionati qualche tempo fa tutti assieme fino a diventare dei fan sfegatati seguendo il successo di Batista, sicuramente il nostro lottatore preferito. So che ci prenderai per deficienti, ma avevamo pure iniziato a fare esercizio fisico, ovviamente con pessimi risultati come puoi vedere! Purtroppo non abbiamo la possibilità di sapere esattamente cosa sta succedendo nel mondo della WWE, ma riporta pure che siamo grandissimi fan del wrestling!”.

SCEGLIMI ALLORA UNA VOSTRA CANZONE CHE FACCIA DA OPENER PER UN WRESTLER A TUA SCELTA
“Vogliamo ‘The Darkest Red’ come tema di Batista! Ci vuole una canzone più aggressiva per The Animal (risate generali, ndR)!”.

LE MIE DOMANDE SONO FINITE. VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Auguro a tutti i presenti una serata piacevole, guardateci stasera, se non potete torneremo il più presto possibile, grazie per il vostro supporto!”.

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