THE BLACK – Esorcizzando l’oscurità interiore

Pubblicato il 01/01/2021 da

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con una figura storica del metallo italiano, Mario ‘The Black’ Di Donato, artista poliedrico e mente creatrice del progetto The Black, che porta avanti con fierezza dal lontano 1989. Siamo partiti dall’ultima fatica discografica “Ars Metal Mentis” per fare un excursus temporale sulla lunga carriera musicale dell’artista pescarese. Dark sound, heavy metal, lingua latina e arte nel senso più generale, queste le parole chiave di un’intervista che ci permette di fare conoscenza con un artista il cui contributo è stato fondamentale per la scena metal italiana. Buona lettura.

CIAO MARIO, COME STAI? VORREMMO INIZIARE PARLANDO DEL NUOVISSIMO “ARS METAL MENTIS”. SI TRATTA DI MATERIALE COMPLETAMENTE NUOVO O CI SONO IDEE CHE HAI RECUPERATO DAL PERIODO DI SILENZIO DISCOGRAFICO CHE PRECEDE L’EP “REQUIEM”?
– I pezzi partono da composizioni datate 2015 (più precisamente fino all’ingresso nella band di Cristiano nel 2016) che sono state ri-arrangiate diverse volte, mentre “Marius Donati” e “Ars Metal Mentis” sono gli ultimi brani che ho scritto e poi risuonato con la band, per un inserimento compatto con gli altri pezzi, in modo che l’intero lavoro potesse soddisfare la band e risultare credibile. Si tratta di un disco in cui tutti noi abbiamo creduto fortemente: i pezzi rispecchiano sempre un preciso stato dell’anima e di tutto ciò che ultimamente succede nel mondo, considerando anche l’instabilità mondiale, rapportata al preciso momento storico.

LA COPERTINA E’ UNA TUA OPERA RICCA DI PARTICOLARI E CARICA DI SIMBOLISMO: LA CREATURA ZOOMORFA IN PRIMO PIANO (IL MAIALE CON IL CAPPELLO VIOLA DA PRELATO) CI SEMBRA UNA CRITICA PIUTTOSTO DIRETTA ALLA CHIESA, E’ UN’INTERPRETAZIONE CORRETTA? HAI VOGLIA DI RACCONTARCI DI PIU’?
– Sì, volevo dire che la figura in primo piano rappresenta soprattutto l’infamia umana, il potere sui deboli e le continue menzogne dei nostri politici, i quali non ci pensano più di una volta prima di accumulare denaro alle spalle del popolo. Poi le figure che circondano questi due personaggi primari in copertina possono raccontare, in questa icona, tutti gli errori ecclesiastici nel tempo, tutti i soprusi fatti a persone deboli, approfittando del proprio potere.

C’E’ STATO UN AVVICENDAMENTO PIUTTOSTO IMPORTANTE NELLA LINE-UP CHE TI ACCOMPAGNA. FUORI LO STORICO BASSISTA ENIO NICOLINI E DENTRO IL GIOVANE CRISTIANO LO MEDICO. COME HA IMPATTATO QUESTO CAMBIAMENTO NEL PROCESSO DI STESURA DEI PEZZI E NELLA STABILITA’ DELLA BAND?
– Cristiano Lo Medico è stato scelto perché ha delle caratteristiche che lo rendono molto adatto a suonare con una band come The Black; è stato molto facile per lui lavorare con me e Gianluca perché ha avuto la capacità di adattarsi e concepire la musica di The Black grazie alla sua ‘strana’ personalità, che ha reso tutti i pezzi suonati in studio molto efficaci, amalgamandosi perfettamente con il nostro sound primario. Devo aggiungere che le sue performance live sono coerenti con tutto il lavoro fatto per costruire l’album “Ars Metal Mentis” e gli altri pezzi che stiamo provando per un futuro album. Lo stesso Gianluca Bracciale si è trovato molto bene con lui e, specialmente dal vivo hanno un forte affiatamento, creando una sezione ritmica vincente (cosa molto importante in una formazione a tre elementi).

IL NUOVO DISCO CONTIENE PEZZI PIUTTOSTO VELOCI E TIRATI COME “MUSEUM” E “DECAMERON”, SENZA PER QUESTO STRAVOLGERE IL MARCHIO DI FABBRICA DEL SOUND DEI THE BLACK: DOVE TROVI LA CAPACITA’ DI MANTENERE FRESCO UNO STILE CHE HA INIZIATO A PRENDERE FORMA PIU’ DI TRENT’ANNI FA?
– Essendo io la mente dietro a The Black ho la facoltà di comporre i pezzi secondo una ‘metrica dell’Ars Metal Mentis’; tutti i brani, come ho detto anche prima, sono stati continuamente rivisitati, in modo che tutto facesse parte del sound ‘theblackiano’, del quale siamo i fondatori. C’è da considerare che “Ars Metal Mentis” non è solo un disco, ma un museo, una pagina dell’inferno dantesco, un quadro dipinto sui lupi affamati e pronti a combattere (“Lupi Fortes”), oppure un grande omaggio al nostro musicista di livello mondiale (“F. P. Tosti”) che ha dato lustro alla nostra regione nella corte reale inglese, e per finire un pezzo come “Immota Manet”, che nasconde un forte attaccamento al nostro capoluogo L’Aquila, e una grande volontà di far rinascere a distanza di dieci anni questa bellissima città colpita ai fianchi dal terremoto.

RIMANENDO IN TEMA: VOI AVETE CONTRIBUITO A CREARE IL COSIDDETTO ‘DARK SOUND’ ITALIANO, ASSIEME A GENTE COME DEATH SS, PAUL CHAIN EPITAPH E BLACK HOLE. ERI CONSCIO NEGLI ANNI ’90, DI AVER DATO VITA AD UNA SORTA DI SOTTOGENERE-CULTO?
– Devo dire che già dieci anni prima – negli anni 80 – con i miei UT e dopo Unreal Terror, componevo dei pezzi, come nell’LP “Heavy and Dangerous” dove ad esempio “The Voice In The Darkness”, conteneva una matrice dark che era avanzatissima. Non a caso nella metà degli anni 80, lasciando gli Unreal Terror, ho costituito un gruppo come i Requiem che, già allora – con le mie composizioni – erano considerati una band dark metal. I miei grandi amici Paolo Catena e Steve Sylvester erano più avvicinabili ad un sound di sapore horror metal; questo per dire che io sono nato con tale impostazione oscura e non ho mai pensato nella mia lunga militanza nel metal di esplorare un sound che non riflettesse direttamente quello che è stato da sempre il mio mondo interiore oscuro, incentrato soprattutto sulla paura della morte umana.

MOLTI MUSICISTI SOFFRONO DI UNA SORTA DI ‘SATURAZIONE MENTALE’ RISPETTO AL GENERE CHE SUONANO, PERCIO’ PREFERISCONO ASCOLTARE TUTT’ALTRO PER MANTENERE VIVA LA VENA CREATIVA. E’ LO STESSO ANCHE PER TE?
– Io ascolto tutto ciò che è buona musica, specialmente opere classiche e liriche, suonate di Bach, Beethoven, Paganini, quest’ultimo soprattutto per la sua grandissima estrosità nella composizione e per la sua tecnica infinita. Poi alcuni interessanti artisti italiani (Battiato e la PFM) ma logicamente la maggior parte della musica che ascolto è quella metal, gruppi come Candlemass, Cathedral, Alice Cooper, Kiss, Venom, Quiet Riot, Napalm Death, Death Angel ecc.

UNO DEI TRATTI DISTINTIVI DEI VOSTRI LAVORI E’ L’UTILIZZO DEL LATINO NEI TESTI: DA COSA NASCE QUESTA SCELTA E PERCHE’ NON HAI MAI CEDUTO AL RICHIAMO DELL’INGLESE?
– Ho sempre avuto l’impressione che noi band italiane, cantando in inglese, dessimo la sensazione di scopiazzare continuamente le band straniere affermate. Ho scelto di cantare in latino con i The Black nel 1988 in omaggio alla letteratura classica del nostro paese. In effetti già dai Requiem usavo mettere quasi tutti i titoli in latino e da lì nacque l’idea di formare una band come The Black, per poter cantare la nostra antica lingua coniugando il tutto con il mio interesse per l’arte pittorica. Con i testi in latino collocati in tutti i miei dieci album, penso di aver consegnato al metal italiano pagine particolari e con il tempo sicuramente queste saranno storicizzate.

NEL TUO PASSATO CI SONO DIVERSI PROGETTI MUSICALI: CHE RICORDI HAI DI QUANDO HAI INIZIATO A SUONARE E COME SI E’ EVOLUTO NEL TEMPO IL TUO RAPPORTO CON LA MUSICA?
– Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di quattordici anni ed ho attraversato tutte le correnti che hanno preceduto il metal, fino ad arrivare agli inizi degli anni Settanta formando un gruppo come Respiro di Cane, con un’impostazione a dir poco speed/thrash (infatti acceleravamo tutte le cover dei Black Sabbath, Grand Funk Railroad, Small Faces, ecc.) e già allora il giornale mensile di musica Ciao 2001, ci dedicò uno spazio in occasione di un concerto al Maracanà di Francavilla al Mare, per noi storico. Dopodiché ci furono Un caso di Folli, gruppo col quale cantavamo in italiano, fino ad arrivare agli Unreal Terror, e quindi al metal… il resto è storia.

LO SCORSO ANNO AVETE PARTECIPATO ALLA SECONDA EDIZIONE DELLO STIGE FEST A PARMA: NONOSTANTE SI TRATTASSE DI UN CARTELLONE DECISAMENTE ESTREMO E QUASI INTERAMENTE VOTATO AL BLACK METAL, LA RISPOSTA DEL PUBBLICO E’ STATA POSITIVA. CHE RICORDI HAI DI QUELL’ESPERIENZA?
– Ho un bellissimo ricordo di quella serata, proprio perché ci trovavamo in una situazione non proprio ‘nostra’, ma nonostante questo abbiamo assaporato il caloroso coinvolgimento dei ragazzi dell’organizzazione e del pubblico. Noi abbiamo vissuto in passato un’analoga situazione al Magma Fest (affermato festival molisano di underground estremo, ndr) dove eravamo stati invitati come ospiti della serata, e contro ogni aspettativa l’accoglienza e il coinvolgimento del pubblico sono stati notevoli, nonostante la nostra proposta fosse diversa da quella delle altre band.

STIAMO VIVENDO UN PERIODO STORICO DECISAMENTE ATIPICO E DIFFICILE; PENSI CHE IL DISORIENTAMENTO CHE NE CONSEGUE POSSA FAR (RI)AVVICINARE LE PERSONE ALL’ARTE INTESA COME INTROSPEZIONE E FORMA DI CONSOLAZIONE DELL’ANIMA?
– Sicuramente questa lunghissima pausa forzata per tutti – specialmente nel campo artistico – sarà in grado, una volta tornati alla normalità, di regalarci un rinnovato entusiasmo nel fare arte, suonare, come anche nell’assistere ai concerti (che è qualcosa che in questo lungo periodo abbiamo quasi dimenticato).Questo è l’unico aspetto non del tutto negativo: saremo come dei resuscitati, pronti ad assaporare tutto quello che ci è stato tolto in questi mesi di lotta contro il virus e distanziamento forzato.

SIAMO IN CHIUSURA. TI CHIEDIAMO SE C’E’ GIA’ QUALCHE NOVITA’ NEL FUTURO DEI THE BLACK E TI RINGRAZIAMO PER LA DISPONIBILITA’.
– Io ringrazio soprattutto Metalitalia.com per l’occasione che di dare voce all’arte di The Black. Con la band stiamo già lavorando sui pezzi per il prossimo lavoro, mentre io ho in uscita il secondo libro di poesie (edito da SG Edizioni) e la pubblicazione di alcune illustrazioni che hanno per protagonista il mio gatto Bat (già in parte edite dalla Black Widow a corredo della versione deluxe del nostro ultimo disco). Non da ultimo, ho intenzione di mettere in mostra una selezione di opere che ho creato a tema Covid-19 che, posso assicurare, sono veramente molto oscure. Nuc et semper – Ars et Metal Mentis.

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