I tedeschi The Circle ritornano quest’anno dopo l’interessante ma ancora acerbo debutto “Metamorphosis” del 2021, e lo fanno con un lavoro che rappresenta un grande passo in avanti, sia a livello musicale che di produzione generale.
“Of Awakening” rappresenta, per gli amanti del black metal sinfonico e non solo, un caleidoscopio di emozioni e atmosfere, che hanno nella ricerca dell’oscurità il tema principale, unito a una serie di influenze decisamente inaspettate.
Di questo e di altro abbiamo discusso con Stanley Robertson, principale compositore e membro fondatore del gruppo, e con il cantante Asim Searah.
BENVENUTI SU METALITALIA. PUOI INIZIARE PRESENTANDO LA STORIA DELLA BAND E IL MOTIVO CHE VI HA FATTO AVVIARE UN PROGETTO COME THE CIRCLE?
–Stan: Saluti, grazie per averci ospitato. The Circle nascono ufficialmente nel 2021 con l’intento di esprimerci attraverso una musica che noi amiamo chiamare ‘art metal’. Perché abbiamo iniziato? Perché credo abbiamo qualcosa da dire con l’arte, in termini musicali e visivi. Vogliamo esprimere le nostre esperienze riguardo i lati oscuri della vita e di noi stessi e vogliamo condividerle con il mondo.
SI POSSONO CONSIDERARE I THE CIRCLE COME UNA MUTAZIONE O UN’EVOLUZIONE DEL TUO PRECEDENTE PROGETTO VAGRANT O SONO DUE ENTITÀ MUSICALI DIVERSE?
–Stan: Direi che sono due cose diverse. Dal punto di vista sonoro, del tema generale e dell’atmosfera entrambe le band stanno su un livello diverso. The Circle si è trasformato in un progetto più oscuro ed emotivo. In un certo senso, The Circle è una sorta di espressione della mia persona, dal momento che il me più giovane si è evoluto in quello che è il progetto oggi.
SEBBENE ATTIVI SOLO DAL 2020, AVETE HAI GIÀ PUBBLICATO DUE ALBUM. CONSIDERANDO LA COMPLESSITÀ DELLA VOSTRA MUSICA COME NASCE OGNI CANZONE?
-Stan: Si tratta più di scrivere album che singole canzoni. Generalmente c’è un’ispirazione alla base (come gli avvenimenti della vita), che suggeriscono la giusta atmosfera per creare un album e raccontare una storia. Una volta stabilito il concept, le canzoni nascono molto velocemente e mi ci vogliono alcune settimane per scriverle e completarle. Lo step finale infine è quello in cui gli altri componenti devono imparare le parti di batteria e lavorare sulle voci, ma già a questo punto la cornice generale è pronta.
CON “OF AWAKENING” I THE CIRCLE SONO DIVENTATI UNA BAND VERA E PROPRIA. QUESTO CAMBIAMENTO HA IN QUALCHE MODO INFLUENZATO IL PROCESSO DI SCRITTURA? E COME SI E’ EVOLUTO IL VOSTRO SOUND RISPETTO AL PRECEDENTE “METAMORFOSI”?
-Stan: Il cambiamento più grande è stato l’utilizzare una batteria reale e non programmata. Abbiamo iniziato con la strutture e le parti di chitarra e successivamente il nostro batterista ha scritto le sue parti completamente da zero. Il processo compositivo è più aperto ora dato che, dopotutto, ho un lavoro in meno rispetto all’album precedente. Il suono stesso è più dinamico e l’atmosfera è più cupa ed avvolgente rispetto a “Metamorphosis”.
Questo credo aiuti l’ascoltatore ad essere coinvolto su una base più emotiva. Nel complesso si tratta di focalizzarsi più sulla scrittura delle canzoni e di come la musica si sviluppa rispetto al concept, che sulle mere capacità tecniche. Un modus operandi molto diverso da quello precedente.
LA VOSTRA MUSICA È PROFONDAMENTE RADICATA NEL LATO SINFONICO DEL BLACK METAL, MA SI NOTA ANCHE UNA VICINANZA SIA AL DOOM INGLESE CHE AL PROGRESSIVE. QUALI SONO LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE?
-Stan: Per farla breve, non è che prenda influenze dirette da certe band e generi quando scrivo musica. Ho una storia in mente, con un certo suono e atmosfera e cerco di catturare questo suono durante la scrittura. Non penso direttamente da dove posso trarre influenza e cosa posso prendere da un genere o una band. Quello che mi sembra giusto e che mi trasmette il mood che ho in testa lo faccio mio.
Solo un artista ha avuto una grande impatto sull’atmosfera nella stratificazione dei suoni e nell’orchestrazione ed è Akira Yamaoka, il compositore delle colonne sonore di Silent Hill. Quando ho fondato la band, volevo catturare la sua atmosfera oscura e inquietante, ma in un contesto più metal.
C’È QUALCOSA AL DI FUORI DAL GENERE METAL CHE INFLUENZA IL TUO APPROCCIO ALLA SCRIVERE MUSICA?
-Stan: Come ho già detto nella risposta alla domanda precedente, Akira Yamaoka. Il volersi avvicinare a certi tipi di sensazioni tipiche della sua musica è stato il punto di partenza principale del progetto.
IL VIOLINO È UNA PARTE IMPORTANTE DEL NUOVO ALBUM. COM’È INIZIATA LA COLLABORAZIONE CON TIM CHARLES DEI NE OBLIVISCARIS?
-Asim: Tim è presente in una delle nostre tracce, “Of Awakening”. Lo conosco dal 2018, quando la sua band Ne Oblviscaris ha aperto per i Wintersun (la mia band precedente) nel tour nordamericano. Dal lì in poi siamo diventati amici e abbiamo passato un sacco di bei momenti insieme. Quindi, quando Stanley mi ha inviato la demo della canzone “Of Awakening”, non appena ho sentito la parte di violino, ho subito pensato che avere Tim nel disco sarebbe stato semplicemente fantastico, in quanto adoro il suo modo di suonare e il modo in cui si approccia alle musica con le sue idee.
CON UN SUONO COSÌ DENSO E CON LINEE VOCALI COSÌ ARTICOLATE, COME SI È SVOLTO IL PROCESSO PRODUTTIVO?
-Asim: Beh, è stato molto intenso rispetto al nostro precedente album “Metamorphosis”. Questa volta ho registrato personalmente tutte le parti vocali e le ho montate, prima di inviarle a Stan e da lì in poi si è passati direttamente alla fase di mixaggio.
Per questo album poi, ho registrato le parti vocali nel mio nuovo studio, ma sono state tutte fatte con l’uso di una cabina vocale chiamata IsoVox. Non consiglio a nessuno di stare in quella scatola e cantarci per troppo tempo, perché può diventare difficile prendere aria adeguatamente dopo aver registrato parti più lunghe. Col risultato che, come nel mio caso, a volte la mia testa si annebbiava e dovevo prendermi delle pause abbastanza frequentemente.
Per “Of Awakening” ho anche introdotto alcune tecniche che non avevo mai usato prima, e che in effetti mi hanno portato fuori dalla mia zona di comfort. Sono molto felice e orgoglioso del risultato finale.
PASSANDO AL CONCEPT DI “OF AWAKENING”, QUAL È IL FILO PRINCIPALE DELL’ALBUM, SOPRATTUTTO PENSANDO ALLA COMPLESSITÀ DELLA MUSICA?
-Asim: L’album è un concept album che tocca il tema del comportamento umano quando si vuole raggiungere un obbiettivo che ci si è prefissati nella vita, senza preoccuparsi di quello che ci succede intorno. Ogni traccia ha una storia da raccontare che si sviluppa una canzone dopo l’altra. Ho mantenuto un metodo di scrittura dei testi molto metaforico e allo stesso tempo poetico, introducendo alcuni elementi della letteratura classica per mantenere un punto di vista più ‘artistico’.
Tendo a scrivere in modo che l’ascoltatore possa identificarsi facilmente con la trama e trarre le proprie conclusioni e si può dire che ogni canzone sia un riflesso evidente di ciò che sta accadendo nella mente del protagonista!
“AFFLUX” HA UNA STRUTTURA PARTICOLARE RISPETTO ALLE ALTRE CANZONI, QUASI MESCOLA LE VIBRAZIONI SPIRITUALI DI DEAD CAN DANCE CON UN CRESCENDO POST ROCK. DICCI DI PIÙ.
-Stan: Ho avuto bisogno di riascoltarmi i Dead Can Dance per rispondere alla domanda. Ma hai ragione. Ciò va di pari passo con l’influenza di Akira Yamaoka, che prende molto anche dalla musica tradizionale giapponese. Per quanto riguarda la struttura, come il titolo della canzone stesso suggerisce, “Afflux” è paragonabile ad un flusso d’acqua o un qualcosa che si muove da un certo punto ad un altro.
Ed è quello che succede, dove l’idea musicale si evolve e fluisce in direzioni diverse con l’arrivo di nuovi strumenti. Il drastico cambio nella seconda metà verso un mood più pesante mostra poi come tale flusso possa cambiare.
UNA CURIOSITÀ, QUAL È IL ‘CERCHIO’ A CUI SI RIFERISCE IL NOME DELLA BAND?
-Stan: Per noi The Circle non è solo il nome della nostra band. È il nome dell’intera comunità e dei fan che la circondano. Come una piccola società segreta a cui ci si può unire. Il nostro obiettivo è mostrare a sempre più persone il lato oscuro del loro sé interiore, come conviverci e come vederne la luce in questa parte buia. Chiunque sia disposto ad affrontare il proprio lato oscuro interiore è pronto a unirsi al cerchio e viaggiare con noi.
AVETE PROGETTI PER UN TOUR O DOBBIAMO CONSIDERARE I THE CIRCLE COME UN PROGETTO SOLO DA STUDIO?
-Stan: Non ci sono ancora piani fissi per un tour o quant’altro ma abbiamo una line-up completa e i nostri piani per il tour potrebbero cambiare nel 2024. Quindi vedremo cosa porterà il futuro.