A causa della valanga di band metal/post/death-core che ha investito la scena musicale negli ultimi tempi, capita quasi che ci si dimentichi dei gruppi che tale scena hanno contribuito a crearla. Sino a pochi anni fa, una realtà come i The Dillinger Escape Plan era unica e inimitabile, mentre oggi sono numerose le formazioni che prendono spunto dai suoi primi lavori e che ne ricreano, a grandi linee, lo stesso sound iper tecnico e schizofrenico. Ben Weinman ciò lo sa bene, ed è probabilmente per questo che negli ultimi album il suo songwriting ha esplorato territori musicali anche lontanissimi da quelli in cui il suo gruppo era solito muoversi agli esordi, cercando nuovamente di dar vita a qualcosa di fresco e di mantenersi a tutti i costi su un altro livello rispetto a discepoli e cloni. Incontrato presso l’Astoria 2 di Londra, Ben ci ha presentato “Ire Works”, il nuovo frutto di questa costante ricerca sonora… un disco che, come vedremo, ha avuto una lavorazione molto complicata e che ha addirittura messo a repentaglio l’esistenza stessa della band. Di seguito le sue parole…
CIAO BEN, PRIMA DI TUTTO VOGLIO CHIEDERTI COME STAI, VISTO CHE SO CHE DI RECENTE TI SEI ROTTO UN PIEDE…
“Sto abbastanza bene, grazie, anche se ho il sospetto di essermi incrinato una costola ieri sera… cose che capitano durante i nostri concerti. Per quanto riguarda quell’incidente, credo di essere l’unico musicista al mondo a essersi fratturato un piede durante le riprese di un videoclip. Non so nemmeno io di preciso come è accaduto… ho fatto roteare la chitarra ed è caduta su un osso molto fragile. Di conseguenza, sono stato costretto a mettermi in disparte e a non comparire nei video più di tanto. Pazienza… sono stato vittima di incidenti peggiori”.
“Sto abbastanza bene, grazie, anche se ho il sospetto di essermi incrinato una costola ieri sera… cose che capitano durante i nostri concerti. Per quanto riguarda quell’incidente, credo di essere l’unico musicista al mondo a essersi fratturato un piede durante le riprese di un videoclip. Non so nemmeno io di preciso come è accaduto… ho fatto roteare la chitarra ed è caduta su un osso molto fragile. Di conseguenza, sono stato costretto a mettermi in disparte e a non comparire nei video più di tanto. Pazienza… sono stato vittima di incidenti peggiori”.
I VOSTRI SHOW SONO INFATTI MOLTO FISICI E CONCITATI… CORRETE E SALTATE DA UNA PARTE ALL’ALTRA DEL PALCO, DEVE ESSERE FACILE SCONTRARSI TRA DI VOI…
“Sì, abbiamo ormai perso il conto dei tagli che abbiamo procurato alla testa di Greg mentre ci muovevamo con le chitarre. Oppure delle costole che mi sono rotto cadendo. Ma va bene così: il motivo principale per cui abbiamo fondato questa band è perchè volevamo sfogarci e lasciare fuoriuscire tutta l’energia e lo stress accumulato in una normale giornata di studio o lavoro. Ci siamo sempre detti: ‘Dobbiamo essere delle brave persone nella vita, ma sul palco dobbiamo essere degli animali'”.
“Sì, abbiamo ormai perso il conto dei tagli che abbiamo procurato alla testa di Greg mentre ci muovevamo con le chitarre. Oppure delle costole che mi sono rotto cadendo. Ma va bene così: il motivo principale per cui abbiamo fondato questa band è perchè volevamo sfogarci e lasciare fuoriuscire tutta l’energia e lo stress accumulato in una normale giornata di studio o lavoro. Ci siamo sempre detti: ‘Dobbiamo essere delle brave persone nella vita, ma sul palco dobbiamo essere degli animali'”.
LA PUBBLICAZIONE DI “IRE WORKS” HA SUBITO NOTEVOLI RITARDI… CREDO SIA STATO FRUSTRANTE DOVER AFFRONTARE GLI ENNESIMI CAMBI DI LINEUP…
“Sì, a un certo punto ci siamo persino chiesti se davvero valeva la pena continuare. Non sapevamo se saremmo stati in grado di dedicarci al songwriting con continuità e soprattutto di trovare dei nuovi membri all’altezza della situazione. Poi, per fortuna, le cose si sono sistemate…”.
“Sì, a un certo punto ci siamo persino chiesti se davvero valeva la pena continuare. Non sapevamo se saremmo stati in grado di dedicarci al songwriting con continuità e soprattutto di trovare dei nuovi membri all’altezza della situazione. Poi, per fortuna, le cose si sono sistemate…”.
COME HAI ACCOLTO LA DECISIONE DI CHRIS PENNIE DI LASCIARE LA BAND?
“Non benissimo, a essere sincero. Era nella band dagli inizi, proprio come me, e quando ci ha detto di volersene andare stavamo lavorando duramente al nuovo album. Non è stato esattamente il momento più indicato. Inoltre, la sua dipartita ci ha appunto messo in una situazione quasi drammatica: Chris non è certo un batterista come tanti… trovare uno come lui è stata una vera impresa. Per fortuna, grazie a dei buoni amici, sono entrato in contatto con Gil, che si è subito rivelato un musicista altrettanto fenomenale. Siamo felici di averlo a bordo. Prima che lo trovassi, ho speso un mese davanti al computer a cercare di programmare delle parti di batteria per il disco che suonassero il più umane possibili. Stavo diventando pazzo”.
“Non benissimo, a essere sincero. Era nella band dagli inizi, proprio come me, e quando ci ha detto di volersene andare stavamo lavorando duramente al nuovo album. Non è stato esattamente il momento più indicato. Inoltre, la sua dipartita ci ha appunto messo in una situazione quasi drammatica: Chris non è certo un batterista come tanti… trovare uno come lui è stata una vera impresa. Per fortuna, grazie a dei buoni amici, sono entrato in contatto con Gil, che si è subito rivelato un musicista altrettanto fenomenale. Siamo felici di averlo a bordo. Prima che lo trovassi, ho speso un mese davanti al computer a cercare di programmare delle parti di batteria per il disco che suonassero il più umane possibili. Stavo diventando pazzo”.
AVETE POI UN NUOVO CHITARRISTA, ANCHE SE NON HA SUONATO SULL’ALBUM…
“Sì, sull’album ho suonato tutte le parti di chitarra in prima persona. Il nuovo ragazzo si chiama Jeff Tuttle, lo conosciamo da tempo ed è sempre stato un grande fan della band. Conosce alla perfezione tutto il nostro repertorio, quindi è stato naturale rivolgerci a lui. Sta facendo un ottimo lavoro in questo tour”.
“Sì, sull’album ho suonato tutte le parti di chitarra in prima persona. Il nuovo ragazzo si chiama Jeff Tuttle, lo conosciamo da tempo ed è sempre stato un grande fan della band. Conosce alla perfezione tutto il nostro repertorio, quindi è stato naturale rivolgerci a lui. Sta facendo un ottimo lavoro in questo tour”.
CHE FINE HA FATTO BRIAN, IL VOSTRO SECONDO CHITARRISTA? È ANCORA INFORTUNATO ALLA MANO?
“Sì, purtroppo… i nervi della sua mano continuano a dargli noie. Negli ultimi tempi ha fatto dei progressi, ma non può comunque permettersi di suonare live spesso e di stare in tour. Se le cose miglioreranno ancora e tornerà del tutto in saluto, saremo felici di riaccoglierlo nel gruppo”.
“Sì, purtroppo… i nervi della sua mano continuano a dargli noie. Negli ultimi tempi ha fatto dei progressi, ma non può comunque permettersi di suonare live spesso e di stare in tour. Se le cose miglioreranno ancora e tornerà del tutto in saluto, saremo felici di riaccoglierlo nel gruppo”.
PARLANDO SEMPRE DI VECCHI MEMBRI,VA SEGNALATA LA PRESENZA DEL VOSTRO EX FRONTMAN DIMITRI MINAKAKIS NEL BRANO “FIX YOUR FACE”…
“Una collaborazione nata in maniera completamente spontanea. Dimitri è uno dei miei migliori amici ed è in ottimi rapporti anche con Greg, il nostro nuovo frontman. È venuto a trovarci in studio e ci ha regalato quella performance dietro al microfono. È molto bello essere ancora in contatto con buona parte dei musicisti che hanno suonato nella band… siamo come una grande famiglia”.
“Una collaborazione nata in maniera completamente spontanea. Dimitri è uno dei miei migliori amici ed è in ottimi rapporti anche con Greg, il nostro nuovo frontman. È venuto a trovarci in studio e ci ha regalato quella performance dietro al microfono. È molto bello essere ancora in contatto con buona parte dei musicisti che hanno suonato nella band… siamo come una grande famiglia”.
I PROBLEMI CHE AVETE AVUTO DURANTE LA REALIZZAZIONE DI “IRE WORKS” HANNO INFLUITO IN QUALCHE MODO SUL RISULTATO FINALE, SECONDO TE?
“Certamente! Trovo che il nuovo album suoni più arrabbiato e nervoso rispetto a ‘Miss Machine’ e questo perchè il periodo in cui è stato creato non è stato dei più sereni per noi. I nuovi pezzi si sono nutriti di tutta la rabbia e di tutta la frustrazione che abbiamo provato in alcuni momenti. Oltre ai cambi di lineup, continuavano ad accaderci strane cose… sembrava quasi che una forza superiore volesse impedirci di completare il disco. Ad esempio, l giorno in cui abbiamo iniziato a registrare le chitarre stavo malissimo… ho vomitato una dozzina di volte e sono stato costretto a correre al pronto soccorso! Abbiamo dovuto digerire una dose di sfortuna non indifferente. Ma almeno ha fatto sì che il disco venisse fuori onesto e spontaneo”.
“Certamente! Trovo che il nuovo album suoni più arrabbiato e nervoso rispetto a ‘Miss Machine’ e questo perchè il periodo in cui è stato creato non è stato dei più sereni per noi. I nuovi pezzi si sono nutriti di tutta la rabbia e di tutta la frustrazione che abbiamo provato in alcuni momenti. Oltre ai cambi di lineup, continuavano ad accaderci strane cose… sembrava quasi che una forza superiore volesse impedirci di completare il disco. Ad esempio, l giorno in cui abbiamo iniziato a registrare le chitarre stavo malissimo… ho vomitato una dozzina di volte e sono stato costretto a correre al pronto soccorso! Abbiamo dovuto digerire una dose di sfortuna non indifferente. Ma almeno ha fatto sì che il disco venisse fuori onesto e spontaneo”.
ANCHE LE LINEE VOCALI DI GREG MI SONO SEMBRATE PIÙ INCISIVE…
“Sì, anche lui ovviamente è stato coinvolto in tutte quelle situazioni. Inoltre, oggi è senz’altro più sicuro delle sue capacità e si sente a tutti gli effetti parte integrante del gruppo. Quando ha registrato ‘Miss Machine’ era nella lineup da poco tempo e di certo ha sentito addosso un po’ di pressione”.
“Sì, anche lui ovviamente è stato coinvolto in tutte quelle situazioni. Inoltre, oggi è senz’altro più sicuro delle sue capacità e si sente a tutti gli effetti parte integrante del gruppo. Quando ha registrato ‘Miss Machine’ era nella lineup da poco tempo e di certo ha sentito addosso un po’ di pressione”.
NONOSTANTE TUTTO, CI SONO COMUNQUE DEI PEZZI PIUTTOSTO MELODICI NEL DISCO, PROPRIO COME SU “MISS MACHINE”…
“Sì, del resto non siamo sempre incazzati, quindi è normale che alcuni pezzi mostrino altri tipi di sentimenti. Per noi è sempre una sfida molto avvincente il realizzare canzoni come quelle. Tutti sono bravi a suonare roba tecnica e cervellotica, ma il difficile è scrivere un pezzo che sia orecchiabile, ma che, al tempo stesso, introduca delle vere novità e abbia uno spessore superiore a quello di una normale pop song. Se ci pensi, non è affatto semplice! Insomma, per noi sarebbe abbastanza facile scrivere un nuovo ‘Calculating Infinity’ o gettare in un brano tutte le idee più strampalate che ci vengono in mente. Ben più arduo e stimolante è invece cercare di fare il contrario e mantenere nel mentre una spiccata personalità”.
“Sì, del resto non siamo sempre incazzati, quindi è normale che alcuni pezzi mostrino altri tipi di sentimenti. Per noi è sempre una sfida molto avvincente il realizzare canzoni come quelle. Tutti sono bravi a suonare roba tecnica e cervellotica, ma il difficile è scrivere un pezzo che sia orecchiabile, ma che, al tempo stesso, introduca delle vere novità e abbia uno spessore superiore a quello di una normale pop song. Se ci pensi, non è affatto semplice! Insomma, per noi sarebbe abbastanza facile scrivere un nuovo ‘Calculating Infinity’ o gettare in un brano tutte le idee più strampalate che ci vengono in mente. Ben più arduo e stimolante è invece cercare di fare il contrario e mantenere nel mentre una spiccata personalità”.
CHE MI DICI DI “82588”? HO LETTO CHE IL TITOLO DI QUESTO BRANO ALTRO NON È CHE UN RIFERIMENTO ALLA DATA DI USCITA DI “… AND JUSTICE FOR ALL” DEI METALLICA!
“Credo di sì! I testi li scrive Greg e spesso i titoli hanno solo in parte a che fare con il vero argomento di questi ultimi. Comunque, sono quasi certo che quello sia un omaggio ai Metallica e al loro ‘… And Justice For All’, che per anni è stato il disco preferito in assoluto di Greg”.
“Credo di sì! I testi li scrive Greg e spesso i titoli hanno solo in parte a che fare con il vero argomento di questi ultimi. Comunque, sono quasi certo che quello sia un omaggio ai Metallica e al loro ‘… And Justice For All’, che per anni è stato il disco preferito in assoluto di Greg”.
QUINDI NELLA BAND A TE SPETTA LA MUSICA E A GREG I TESTI E LE LINEE VOCALI?
“Sì, a grandi linee funziona in questo modo. Io compongo tutta la musica: i riff di chitarra, le melodie, le linee di basso, le parti di batteria e l’elettronica. Poi passo tutto agli altri, che mi danno le loro opinioni e rielaborano il tutto secondo il loro stile. Poi arriva Greg con linee vocali e testi. Infine registriamo. Un album dei The Dillinger Escape Plan nasce in questa maniera”.
“Sì, a grandi linee funziona in questo modo. Io compongo tutta la musica: i riff di chitarra, le melodie, le linee di basso, le parti di batteria e l’elettronica. Poi passo tutto agli altri, che mi danno le loro opinioni e rielaborano il tutto secondo il loro stile. Poi arriva Greg con linee vocali e testi. Infine registriamo. Un album dei The Dillinger Escape Plan nasce in questa maniera”.
SEI MAI STATO ACCUSATO DI ESSERE UNA SORTA DI DITTATORE?
“No, quasi mai. Ma, del resto, io faccio fatica a considerare i The Dillinger Escape Plan come una vera e propria band hardcore o metal. Mi sento più vicino a certe realtà della scena elettronica… a quegli artisti o DJ che lavorano in solitudine e che curano nei minimi dettagli ogni singolo aspetto della loro arte”.
“No, quasi mai. Ma, del resto, io faccio fatica a considerare i The Dillinger Escape Plan come una vera e propria band hardcore o metal. Mi sento più vicino a certe realtà della scena elettronica… a quegli artisti o DJ che lavorano in solitudine e che curano nei minimi dettagli ogni singolo aspetto della loro arte”.
PER L’ENNESIMA VOLTA AVETE REGISTRATO CON STEVE EVETT. SEMBRA CHE NON RIUSCIATE PROPRIO A SEPARARVI DA QUESTO PRODUTTORE…
“Ci troviamo benissimo con lui. È un amico, lo conosco da anni. Quando lui ha iniziato a lavorare come ingegnere del suono, io iniziavo a suonare la chitarra. Poi si è trasferito in California ed è diventato quello che è oggi, ovvero un produttore di fama mondiale. Ha lavorato persino con gruppi come i The Cure! Per me è importante continuare a lavorare con lui… il suo contributo costante fa passare quasi in secondo piano tutti cambi di lineup. Riesce sempre a portarci sulla strada giusta e a farci riacquistare la nostra identità”.
“Ci troviamo benissimo con lui. È un amico, lo conosco da anni. Quando lui ha iniziato a lavorare come ingegnere del suono, io iniziavo a suonare la chitarra. Poi si è trasferito in California ed è diventato quello che è oggi, ovvero un produttore di fama mondiale. Ha lavorato persino con gruppi come i The Cure! Per me è importante continuare a lavorare con lui… il suo contributo costante fa passare quasi in secondo piano tutti cambi di lineup. Riesce sempre a portarci sulla strada giusta e a farci riacquistare la nostra identità”.
SIETE IN TOUR CON BETWEEN THE BURIED AND ME E STOLEN BABIES… AVETE SCELTO VOI I GRUPPI DI SUPPORTO?
“Sì, amiamo circondarci di band che hanno qualcosa da dire e che allo stesso tempo sanno offrire uno spettacolo diverso dal nostro. Non avrebbe senso suonare con gruppi troppo simili al tuo, oppure portare in tour qualcuno che davvero non gradiamo. I Between The Buried And Me hanno potuto seguirci in queste date in Gran Bretagna e, come previsto, stanno facendo un ottimo lavoro. Idem gli Stolen Babies, una band molto particolare nella quale suona il nostro batterista. Per il resto delle date europee avremo invece con noi i Poison The Well, nostri grandi amici. Sarà una bella accoppiata, sono uno dei gruppi più influenti della scena hardcore degli ultimi dieci anni…”.
“Sì, amiamo circondarci di band che hanno qualcosa da dire e che allo stesso tempo sanno offrire uno spettacolo diverso dal nostro. Non avrebbe senso suonare con gruppi troppo simili al tuo, oppure portare in tour qualcuno che davvero non gradiamo. I Between The Buried And Me hanno potuto seguirci in queste date in Gran Bretagna e, come previsto, stanno facendo un ottimo lavoro. Idem gli Stolen Babies, una band molto particolare nella quale suona il nostro batterista. Per il resto delle date europee avremo invece con noi i Poison The Well, nostri grandi amici. Sarà una bella accoppiata, sono uno dei gruppi più influenti della scena hardcore degli ultimi dieci anni…”.
SI POTREBBE DIRE LO STESSO DI VOI!
“Sì, così pare, ma non spetta a me dirlo (ride, ndR)!”.
“Sì, così pare, ma non spetta a me dirlo (ride, ndR)!”.