Quattro anni di attesa ben ripagati da un ottimo disco, finora uno dei più belli del 2012. Stiamo parlando dei The End Of Six Thousand Years e del loro secondo full-length “Perpetuum”, reso disponibile online di recente dalla stessa band nostrana. Seguiamo i TEOSTY sin dagli esordi e non temiamo smentite quando affermiamo che con l’ultima prova in studio i ragazzi abbiano toccato il punto più alto della loro ancora giovane carriera. Autore di un sound personale, che mescola suggestioni “post”, death-black metal e tanto altro, il gruppo è una benvenuta mosca bianca in un panorama che troppo spesso gioca a ripetersi. Lo riaccogliamo quindi con piacere sulle nostre pagine, con un’intervista che vede protagonisti tre quinti della formazione…
SONO TRASCORSI QUATTRO ANNI DA “ISOLATION”. COME AVETE VISSUTO QUESTO LASSO DI TEMPO? PERCHÈ AVETE IMPIEGATO COSÌ TANTO PER DARGLI UN SUCCESSORE?
Sandro: “I cambi di line-up per una band i cui membri vivono a così grande distanza l’uno dall’altro sono ancora più difficili da gestire, rispetto ad una band ‘normale’. Ogni volta è come se si ricominciasse tutto da capo. Mettici poi il fatto che la già non troppo elevata frequenza delle nostre prove, per tutta una serie di ragioni, in questi 4 anni è scesa ancor di più rispetto a prima e puoi ben capire perchè ci abbiam messo così tanto”.
LA LINEUP DELLA BAND È APPUNTO SPARPAGLIATA PER MEZZA ITALIA. QUANTO VI È DIFFICILE COMPORRE E PROVARE? COME VI GESTITE?
Sandro: “Questa è sempre stata una delle caratteristiche, in positivo e negativo, dei TEOSTY. Vivere lontano gli uni dagli altri può essere una sorta di sfida, quando si tratta di comporre ‘per corrispondenza’ – e devo dire che in questo internet e la guadagnata padronanza dei sistemi di registrazione home studio ci a ha aiutato parecchio. Può essere frustrante quando si tratta di organizzarci per prove, date e tutto ciò che comporta la gestione di una band”.
Teo: “La lontananza è sicuramente un limite per molti aspetti organizzativi, ma per la questione compositiva dei pezzi secondo me vedersi poco e ascoltare generi musicali diversi fa sì che quando ci si trova si abbia una bella varietà di influenze da mettere assieme”.
Sandro: “Anche grazie al nuovo acquisto Nicolò Servadei”.
COSA È CAMBIATO DAGLI ESORDI A OGGI NELLO STILE E NELLA MENTALITÀ DEI TEOSTY, SECONDO VOI DIRETTI INTERESSATI? CHE SOUND, IDEE E AMBIZIONI AVEVATE IN MENTE QUANDO AVETE INIZIATO E QUANTO QUESTI SONO DIVERSI OGGI RISPETTO AD ALLORA?
Niculo: “Penso che non si possa parlare realmente di ambizioni, quanto di voglia di fare. Il sound ovviamente cambia, segue un naturale processo di evoluzione che parte in primis da noi stessi, e non è prettamente legato ad un cambiamento di gusti musicale quanto ad un allargare le vedute”.
Sandro: “All’inizio era sicuramente molto più presente l’influenza del death melodico scandinavo. Adesso sicuramente ci sentiamo molto più liberi di lasciarci trasportare dal mood del brano”.
HO TROVATO I BRANI DI “PERPETUUM” PIÙ FLUIDI E MEGLIO STRUTTURATI RISPETTO AL DEBUT, PERLOMENO PER QUANTO RIGUARDA IL MODO IN CUI AVETE MESCOLATO LE VOSTRE INFLUENZE. COME AVETE AFFRONTATO LA SCRITTURA? VI È UN COMPOSITORE PRINCIPALE ALL’INTERNO DEL GRUPPO?
Sandro: “‘Perpetuum’ ha assunto direi quasi naturalmente la forma di un concept album, nonostante i brani siano stati composti nell’arco di un paio di anni. E’ come se durante la scrittura dei pezzi i brani si fossero ‘legati’ tra di loro con un filo rosso. Ma non c’è stato nessun ‘piano preordinato’ riguardo al modo in cui le influenze si sono miscelate nel disco. I brani sono nati tutti da delle idee che ho registrato a casa da solo (chitarra + batteria programmata) e che poi abbiamo elaborato tutti insieme in saletta e rispecchiano più o meno quello che ci piaceva suonare in quel momento (D-beat, black metal, death metal, post-hardcore)”.
VI È UNA CANZONE DI “PERPETUUM” ALLA QUALE VI SENTITE PIÙ LEGATI? E PERCHÈ?
Sandro: “Per quanto mi riguarda, ‘Ophiuchus’ è il brano cui sono più affezionato. Mi piace molto il tipo di feeling che trasmette mentre lo suoniamo ed il suo sviluppo melodico/ritmico.
Niculo: “È una sensazione strana: tutte le volte che ascolto ‘Perpetuum’, ad ogni pezzo mi vien da dire ‘No dai, è questo il pezzo più figo’, però se proprio devo sceglierne uno mi sa che anche io direi ‘Ophiuchus'”. Ma anche ‘Lyra’…”.
Teo: “La canzone a cui sono più legato forse è ‘Cygnus’, il primo pezzo che abbiamo creato da zero tutti assieme”.
QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE NON POSSONO ASSOLUTAMENTE MANCARE IN UN BRANO DEI TEOSTY?
Sandro: “In realtà, già con questo disco abbiamo deciso di non avere paletti ‘compositivi’. Quando qualcosa ci convince appieno, musicalmente parlando, per noi è ok. Anche se non dovesse corrispondere a ciò con cui di solito veniamo taggati (vedi ad esempio ‘Eridanus’).
Niculo: “Come diceva Sandro, appunto, non ci siamo posti alcun limite: dopo 3 anni trascorsi senza produrre niente, avevamo talmente tanta voglia di rimetterci in saletta che è stato un processo naturale, senza troppe pugnette”.
I TEOSTY SI SENTONO PARTE DI UNA PARTICOLARE SCENA O FILONE? O VI REPUTATE UNA REALTÀ A SÈ STANTE? UNA VOLTA VENIVATE INSERITI NELLA SCENA METAL-CORE, OGGI SI PARLA TANTO DI “POST”, ANCHE SE SPESSO È UNA DEFINIZIONE CHE SIGNIFICA TUTTO E NIENTE…
Sandro: “Sulla parola ‘scena’ ci sarebbe da fare tutto un lunghissimo pippotto che francamente ti risparmierei. Ora come ora, le definizioni musicali sono ancora più sfumate e svuotate di significato di quanto lo fossero anche solo 6 anni fa. Perchè il processo di contaminazione tra generi e l’incessante recupero ossessivo del passato (anche quello più prossimo) sono diventati la cifra stilistica degli anni ’10”.
DOVE PENSATE CHE LA VOSTRA MUSICA ANDRÀ A PARARE NEL PROSSIMO FUTURO? TROVO CHE SU “PERPETUUM” ABBIATE TROVATE UN BUON EQUILIBRIO TRA VARI ELEMENTI, ANCHE SE UNA TRACCIA COME “ERIDANUS” HA UNO SPICCATO GUSTO POST ROCK E UN TAGLIO MELODICO PIÙ PRONUNCIATO RISPETTO ALLE ALTRE. ESSENDO POSTA IN CHIUSURA, POSSIAMO VEDERLA COME UN PONTE VERSO IL FUTURO?
Sandro: “Può essere, come potrebbe anche essere che i prossimi brani prendano una direzione del tutto inaspettata”.
Niculo: “Sinceramente, non so dove andremo a parare. Personalmente mi piacerebbe esasperare molte cose nella maniera giusta, e già adesso ho una gran voglia di rimetterci sotto con pezzi nuovi. Sarà anche curiosità di vedere cosa siamo capaci di tirare fuori, ma la cosa mi dà una gran carica”.
HO RECENTEMENTE APPRESO CHE SANDRO HA FATTO PARTE DEI GRANDI CALVARY NEGLI ANNI ’90 (SE LI RICORDERANNO IN CINQUE, COMPRESO CHI SCRIVE). PARE ADDIRITTURA CHE SI SIANO RIFORMATI DI RECENTE. L’INFLUENZA DEL METALLO DELLA MORTE SARÀ QUINDI SEMPRE PRESENTE NEI TEOSTY?
Sandro: “(Risate, ndR) Infatti sono decisamente sorpreso dal fatto ci sia qualcuno che li ricordi ancora! Il death metal – soprattutto quello old school svedese – è un genere al quale sono molto legato (e i Calvary sono stati la mia prima vera band in qualità di chitarrista). Diciamo che mi viene un po’ difficile ‘non suonarlo'”.
I BRANI PRENDONO IL TITOLO DAI NOMI DI ALCUNE COSTELLAZIONI. QUAL È IL CONCEPT ALLA BASE DI “PERPETUUM”? DI COSA PARLANO I TESTI DEI TEOSTY OGGI?
Niculo: “‘Perpetuum’ inizialmente doveva intitolarsi ‘Void’. Il concetto di assenza, mancanza, vuoto cosmico, è un po’ una costante nei testi. Sono praticamente tutti in terza persona, a volte delle vere e proprie storie, accompagnate appunto da una musica realmente narrativa. Parliamo sempre di introspezione, di malessere singolare e collettivo. di vuoto inteso anche nel suo contrario: spazi riempiti di materia sterile e asettica, senza alcune vibrazioni. Non so in che maniera, però, tutto ha legato con alcune costellazioni, con la storia dietro di esse, mutando il suono in un qualcosa di spaziale”.
LA BAND HA UN CREDO POLITICO, RELIGIOSO O FILOSOFICO? SE SÌ, DI CHE GENERE? QUESTO FORNISCE UNA BASE O UN PUNTO DI PARTENZA PER LA VOSTRA MUSICA?
Sandro: “Ognuno di noi ha le proprie convinzioni, ma non credo che queste abbiano mai costituito ‘un punto di partenza’ per ciò che proponiamo”.
Niculo: “Non è un cardine della band, anche se tutte le volte che abbiamo ritenuto giusto supportare alcuni eventi (ad esempio, benefit, ecc) partecipandoci lo abbiamo fatto”.
“PERPETUUM” È STATO RILASCIATO ONLINE DIRETTAMENTE DA VOI. NESSUNA ETICHETTA SI È FATTA AVANTI OPPURE È STATA UNA VOSTRA PRECISA SCELTA? PENSATE CHE IL CD O QUALSIASI SUPPORTO FISICO ABBIANO ANCORA UN FUTURO? VOI PERSONALMENTE COME STATE VIVENDO L’ATTUALE “MERCATO DISCOGRAFICO”?
Sandro: “Finora diciamo pure che non ci siamo granchè dati da fare per ricercare etichette interessate. In effetti è una situazione strana: ormai la visibilità che puoi acquisire semplicemente mettendo online il tuo materiale è molto più alta che in passato. Il supporto fisico diventa sempre più un feticcio e sempre meno un mezzo”.
CHE COSA STA GIRANDO NELLO STEREO DEI TEOSTY ULTIMAMENTE? QUALI ALBUM O BAND RACCOMANDERESTE AI NOSTRI LETTORI?
Sandro: “Mi è piaciuto molto il disco di esordio degli olandesi Dodecahedron e il nuovo Horseback. E poi le ultime fatiche di due dei miei eroi di sempre, Justin Broadrick (JK Flesh – Posthuman) e Jaime Maline (El-P – Cancer For Cure)”.
Niculo: “In playlist posso dire Cold Body Radiation, Ulcerate, Mare, Deafheaven, Cult Of Luna e Alpinist”.
Teo: “Concordo con Sandro per i Dodecahedron, poi direi Celeste, Narrows… mi piace molto il disco nuovo di Steven Wilson, ‘Grace For Drowning’, e per l’Italia sto ascoltando il disco nuovo dei Sunpocrisy, superproduzione registrata come noi allo Studio 73. Infine, Lento e i Three steps To The Ocean”.
COME VI COMPORTERETE PROSSIMAMENTE PER PROMUOVERE QUESTA NUOVA FATICA? AVETE INTENZIONE DI SUONARE LIVE? VI È GIÀ QUALCOSA DI CONFERMATO?
Sandro: “Abbiamo già fatto diversi show in giro per l’Italia, presentando esclusivamente l’ultimo disco, e devo dire che siamo molto soddisfatti della resa dal vivo dei nuovi brani e del feedback che riceviamo da vecchi e nuovi fan”.
CHI SONO I TEOSTY NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? COME IMPIEGATE IL VOSTRO TEMPO? LAVORO? E POI? HOBBY?
Sandro: “Siamo delle brutte persone, sul serio. E più passa il tempo, peggio è. Meglio cambiare marciapiede se ci incontri per strada”.
Niculo: “Sandro ha ragione, sul serio. Imbruttiamo la gente”.