Sperando che la recensione di “Isolation”, il loro ottimo primo full-length, vi abbia incuriosito, ecco che vi proponiamo finalmente un’intervista alla rivelazione post-metal/hardcore italiana The End Of Six Thousand Years. Ai nostri microfoni è intervenuto il chitarrista Tadzio Pederzolli, che ci ha illustrato i retroscena della prima fatica sulla lunga distanza e i prossimi progetti della band.
BENVENUTO SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. PER PRIMA COSA, TI ANDREBBE DI PRESENTARE LA BAND E RIASSUMERE LA SUA STORIA PER I NOSTRI IGNARI LETTORI?
“Ciao a tutti! I The End Of SIx Thousand Years (detti anche TEOSTY) nascono nel novembre del 2004 da un’idea mia, di Lou (gia bassista in Reprisal e No Time To Lose) e Teo (batteria in Corey e Steam). Dopo un periodo iniziale di assestamento in cui eravamo in 3 (io chitarra, Lou basso, Teo batteria) e dopo aver provato alcune persone invano, siamo giunti a Niculo (voce nei Memories Of Apocalypse) e a Sandro (chitarra nei sardi As Humanity Fades) per completare la formazione, con cui abbiamo suonato per oltre 3 anni e registrato il demo/split con Embrace The End uscito per Still Life, il pezzo per la compilation AIP (www.campagnaaip.net) e il nostro primo full length, ‘I§OLATION’, uscito su vinile per Refoundation (www.refoundation.it) e su CD per Still Life Recods. Subito dopo aver registrato il disco, Teo ci ha abbandonati per motivi personali ed è stato repentinamente e piu che degnamente sostituito dal giovane James (batteria anche negli Hiss From The Moat). Lungo la tortuosa strada che ci ha portati a oggi ci hanno aiutato dal vivo come turnisti anche Fabry (The Miracle) alla chitarra e Pea (Abel Is Dying) alla batteria… questo è quanto”.
“Ciao a tutti! I The End Of SIx Thousand Years (detti anche TEOSTY) nascono nel novembre del 2004 da un’idea mia, di Lou (gia bassista in Reprisal e No Time To Lose) e Teo (batteria in Corey e Steam). Dopo un periodo iniziale di assestamento in cui eravamo in 3 (io chitarra, Lou basso, Teo batteria) e dopo aver provato alcune persone invano, siamo giunti a Niculo (voce nei Memories Of Apocalypse) e a Sandro (chitarra nei sardi As Humanity Fades) per completare la formazione, con cui abbiamo suonato per oltre 3 anni e registrato il demo/split con Embrace The End uscito per Still Life, il pezzo per la compilation AIP (www.campagnaaip.net) e il nostro primo full length, ‘I§OLATION’, uscito su vinile per Refoundation (www.refoundation.it) e su CD per Still Life Recods. Subito dopo aver registrato il disco, Teo ci ha abbandonati per motivi personali ed è stato repentinamente e piu che degnamente sostituito dal giovane James (batteria anche negli Hiss From The Moat). Lungo la tortuosa strada che ci ha portati a oggi ci hanno aiutato dal vivo come turnisti anche Fabry (The Miracle) alla chitarra e Pea (Abel Is Dying) alla batteria… questo è quanto”.
DA DOVE DERIVA E CHE SIGNIFICATO HA IL NOME THE END OF SIX THOUSAND YEARS?
“Il nome è stato scelto da Niculo. È tratto, da quanto ho capito, da un testo di William Blake (a cui i testi spesso si ispirano), in cui viene detto che il mondo finirà 6000 anni dopo la nascita di Cristo. Personalmente non mi è mai piaciuto come nome, è tanto se riesco a pronunciarlo correttamente, pero il significato ci è sembrato abbastanza apocalittico per sposarsi con le nostre canzoni!”.
“Il nome è stato scelto da Niculo. È tratto, da quanto ho capito, da un testo di William Blake (a cui i testi spesso si ispirano), in cui viene detto che il mondo finirà 6000 anni dopo la nascita di Cristo. Personalmente non mi è mai piaciuto come nome, è tanto se riesco a pronunciarlo correttamente, pero il significato ci è sembrato abbastanza apocalittico per sposarsi con le nostre canzoni!”.
IL GRUPPO È FORMATO DA RAGAZZI PROVENIENTI DA DIVERSE PARTI D’ITALIA. È DIFFICILE PROVARE E COMPORRE CON CONTINUITÀ IN UNA SIMILE SITUAZIONE O AVETE SVILUPPATO UN METODO VINCENTE?
“Se avete intenzione di fondare un gruppo con gente che dista piu di mezz’ora, non fatelo! Vi assicuro che per ogni cosa si fatica il doppio, i problemi legati a un qualsiasi gruppo si triplicano per la distanza, ogni cosa diventa piu difficile, dal semplice beccarsi per parlare, all’organizzare una data, alle prove, alla composizione dei pezzi… è anche per questo che ci abbiamo messo piu di 3 anni per mettere assieme e definire le idee per comporre il disco Ripeto, formate un gruppo con gente vicina geograficamente se non volete morire a 25 anni (ride, ndR)!”.
“Se avete intenzione di fondare un gruppo con gente che dista piu di mezz’ora, non fatelo! Vi assicuro che per ogni cosa si fatica il doppio, i problemi legati a un qualsiasi gruppo si triplicano per la distanza, ogni cosa diventa piu difficile, dal semplice beccarsi per parlare, all’organizzare una data, alle prove, alla composizione dei pezzi… è anche per questo che ci abbiamo messo piu di 3 anni per mettere assieme e definire le idee per comporre il disco Ripeto, formate un gruppo con gente vicina geograficamente se non volete morire a 25 anni (ride, ndR)!”.
LA VOSTRA PRIMA PUBBLICAZIONE È STATA UNO SPLIT CD CON GLI AMERICANI EMBRACE THE END. DA ALLORA IL VOSTRO SOUND HA SUBITO DELLE MODIFICHE PIUTTOSTO MARCATE, SEI D’ACCORDO? COME SI È EVOLUTA LA BAND SECONDO TE?
“Sì, personalmente non credo che i TEOSTY dello split siano gli stessi TEOSTY del disco. In 3 anni e mezzo i nostri ascolti, le nostre influenze, noi stessi e il mondo attorno a noi sono cambiati radicalmente, per cui questo si è riflettuto inevitabilmente nella stesura dei pezzi. Tutti noi siamo stufi marci di sentire i soliti gruppi che propongono lo stesso sound privo di minima inventiva, di vedere quanto il mercato musicale si sia spostato verso una standardizzazione di contenuti e di sonorità. Proprio per questo ci siamo staccati da quello che facevamo anni fa, perché all’epoca in cui abbiamo fatto i pezzi dello split questo fenomeno non era ancora cosi diffuso e ne eravamo meno nauseati. Credo che quella che abbiamo avuto sia un’evoluzione in meglio, o almeno spero!”.
“Sì, personalmente non credo che i TEOSTY dello split siano gli stessi TEOSTY del disco. In 3 anni e mezzo i nostri ascolti, le nostre influenze, noi stessi e il mondo attorno a noi sono cambiati radicalmente, per cui questo si è riflettuto inevitabilmente nella stesura dei pezzi. Tutti noi siamo stufi marci di sentire i soliti gruppi che propongono lo stesso sound privo di minima inventiva, di vedere quanto il mercato musicale si sia spostato verso una standardizzazione di contenuti e di sonorità. Proprio per questo ci siamo staccati da quello che facevamo anni fa, perché all’epoca in cui abbiamo fatto i pezzi dello split questo fenomeno non era ancora cosi diffuso e ne eravamo meno nauseati. Credo che quella che abbiamo avuto sia un’evoluzione in meglio, o almeno spero!”.
QUALI SONO A OGGI LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE MUSICALI? SI SENTE UN PO’ DI TUTTO ALL’INTERNO DEL DISCO…
“Tutti noi ascoltiamo musica diversa: in tour la colonna sonora varia dagli 883, agli Explosions In The Sky, dai Floorpunch agli Isis, dai Neurosis ai Dark Funeral. Diciamo che è molto dura riuscire a focalizzare un punto preciso del sound che vogliamo definire. Sicuramente i gruppi che hanno influito maggiormente la composizione di questo disco possono essere Mastodon, Isis, Dissection, His Hero Is Gone, Converge, Buried Inside, Baroness, Neurosis… diciamo che ci piace mischiare generi tra loro distanti per produrre qualcosa che sia ibrido ma non stoni… una vera odissea!”.
“Tutti noi ascoltiamo musica diversa: in tour la colonna sonora varia dagli 883, agli Explosions In The Sky, dai Floorpunch agli Isis, dai Neurosis ai Dark Funeral. Diciamo che è molto dura riuscire a focalizzare un punto preciso del sound che vogliamo definire. Sicuramente i gruppi che hanno influito maggiormente la composizione di questo disco possono essere Mastodon, Isis, Dissection, His Hero Is Gone, Converge, Buried Inside, Baroness, Neurosis… diciamo che ci piace mischiare generi tra loro distanti per produrre qualcosa che sia ibrido ma non stoni… una vera odissea!”.
MISCHIANDO VARI GENERI NON TEMETE DI NON VENIRE COMPRESI COMPLETAMENTE NÈ DALLA SCENA HARDCORE, NÈ DA QUELLA METAL? O LA COSA NON VI PREOCCUPA AFFATTO? TUTTO SOMMATO, CREDO CHE SUONIATE PRIMA DI TUTTO PER VOI STESSI, O SBAGLIO?
“Se non suonassimo per noi stessi, per cos’altro (ride, ndR)? Devo dire che effettivamente il risultato ibrido che abbiamo ottenuto puo essere un vantaggio così come un punto debole, si rischia di essere odiati da entrambe le parti. A noi sinceramente interessa solo provare a fare buona musica con passione, il resto poi saranno i posteri a deciderlo…”.
“Se non suonassimo per noi stessi, per cos’altro (ride, ndR)? Devo dire che effettivamente il risultato ibrido che abbiamo ottenuto puo essere un vantaggio così come un punto debole, si rischia di essere odiati da entrambe le parti. A noi sinceramente interessa solo provare a fare buona musica con passione, il resto poi saranno i posteri a deciderlo…”.
IL VOSTRO PRIMO FULL-LENGTH SI INTITOLA “ISOLATION”. COSA C’È DIETRO QUESTO TITOLO E DI COSA PARLANO I TESTI?
“Di questo primo disco ne siamo tutti piu che orgogliosi, è stato un parto sofferto durato 3 lunghi anni, per cui vedere che quello su cui abbiamo lavorato per tutto questo tempo ha visto la luce è una sensazione bellissima! Come ho gia detto, le nostre sonorità sono cambiate abbastanza, e questo si è riflettuto inevitabilmente anche dal punto di vista testuale, cosa che ha a sua volta influito per la scelta del titolo del disco. ‘Isolation’ ci sembrava il termine migliore per descrivere la nostra musica, e il filo conduttore della malinconia che spesso permea i testi delle nostre canzoni…pur non essendo un concept album, ricorrono temi e sonorità. Diciamo che c’è un filo conduttore che fa sì che tutto abbia piu o meno senso, o almeno spero (ride, ndR)!”.
“Di questo primo disco ne siamo tutti piu che orgogliosi, è stato un parto sofferto durato 3 lunghi anni, per cui vedere che quello su cui abbiamo lavorato per tutto questo tempo ha visto la luce è una sensazione bellissima! Come ho gia detto, le nostre sonorità sono cambiate abbastanza, e questo si è riflettuto inevitabilmente anche dal punto di vista testuale, cosa che ha a sua volta influito per la scelta del titolo del disco. ‘Isolation’ ci sembrava il termine migliore per descrivere la nostra musica, e il filo conduttore della malinconia che spesso permea i testi delle nostre canzoni…pur non essendo un concept album, ricorrono temi e sonorità. Diciamo che c’è un filo conduttore che fa sì che tutto abbia piu o meno senso, o almeno spero (ride, ndR)!”.
L’ARTWORK – SIA DELLA VERSIONE CD CHE DI QUELLA IN VINILE – È MOLTO AFFASCINANTE. COME È COLLEGATO AL TITOLO E CHI LO HA REALIZZATO?
“L’artwork del disco, così come quello del nostro merchandise, è stato partorito dalla mente malata di Niculo: ci piaceva l’idea di dare una copertina fuori dal solito clichè metal, qualcosa che riflettesse l’idea di ISOLATION, appunto. Paesaggi morti, senza persone, senza il passaggio dell’uomo… cosa, se non questo, è isolamento?”.
“L’artwork del disco, così come quello del nostro merchandise, è stato partorito dalla mente malata di Niculo: ci piaceva l’idea di dare una copertina fuori dal solito clichè metal, qualcosa che riflettesse l’idea di ISOLATION, appunto. Paesaggi morti, senza persone, senza il passaggio dell’uomo… cosa, se non questo, è isolamento?”.
SIETE SOLITI SUONARE DAL VIVO MOLTO SPESSO. CHE COSA RITIENI CHE LA VOSTRA MUSICA ACQUISTI IN QUELLA DIMENSIONE? QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI PER L’IMMEDIATO FUTURO IN QUESTO SENSO?
“La dimensione live per un gruppo come il nostro è fondamentale, non riuscirei a pensare la musica nata e morta nelle sale prova o nei dischi. Sicuramente è l’aspetto a cui tutti noi teniamo di piu. A breve partiremo per un tour di 11 date che tocchera Germania, Svezia, Danimarca e Norvegia, per poi riprendere con alcune date estive nella penisola, e in ottobre dovremmo tornare per una decina di giorni in Inghilterra… sperando tutto vada bene!”.
“La dimensione live per un gruppo come il nostro è fondamentale, non riuscirei a pensare la musica nata e morta nelle sale prova o nei dischi. Sicuramente è l’aspetto a cui tutti noi teniamo di piu. A breve partiremo per un tour di 11 date che tocchera Germania, Svezia, Danimarca e Norvegia, per poi riprendere con alcune date estive nella penisola, e in ottobre dovremmo tornare per una decina di giorni in Inghilterra… sperando tutto vada bene!”.
STATE GIÀ LAVORANDO A DEL NUOVO MATERIALE? COME PENSATE CHE LA VOSTRA MUSICA SI EVOLVERÀ D’ORA IN AVANTI? PENSATE DI INSISTERE SULL’ALTERNANZA FRA BRANI VELOCI E AGGRESSIVI E ALTRI MAGGIORMENTE DILATATI E D’ATMOSFERA?
“Non abbiamo ancora steso pezzi nuovi, però abbiamo materiale da definire, i pezzi nuovi saranno ancora piu aggressivi e distensivi allo stesso tempo, ci piace molto accostare gli estremi armonicamente. Anche perchè, amando sia la velocità che la lentezza, non possiamo fare altrimenti”.
“Non abbiamo ancora steso pezzi nuovi, però abbiamo materiale da definire, i pezzi nuovi saranno ancora piu aggressivi e distensivi allo stesso tempo, ci piace molto accostare gli estremi armonicamente. Anche perchè, amando sia la velocità che la lentezza, non possiamo fare altrimenti”.
COME DICEVAMO, SIETE PIUTTOSTO ATTIVI NELLA SCENA ITALIANA, ALMENO A LIVELLO DI SHOW. TROVATE PERÒ DIFFICILE MUOVERVI IN UNA REALTÀ COME LA NOSTRA? QUALI SONO PREGI E DIFETTI DELLA SCENA, SECONDO VOI?
“Non ho un’ottima impressione della scena metal-core che si è venuta a creare negli ultimi anni, e questo è anche uno dei motivi che mi ha portato ad allontanarmici. Musicalmente non ne sono per niente attratto, vedo molta povertà di idee sia a livello musicale che a livello di contenuti. Il fatto che l’hardcore sia arrivato al mainstream ha svuotato di valore ogni cosa, ormai si bada solo a come un gruppo si veste, se il cantante ha i tatuaggi sul collo, se ha la pettinatura giusta e se dal vivo tenga bene il palco. E questo si riflette inevitabilmente anche per la musica che va di moda nella ultimi tempi… non sono aggiornato sulle nuove uscite Metal Blade, Century Media, etc, ma quello che vedo – per esempio in Inghilterra – è uno scaturire di gruppi-fotocopia che fanno tutti lo stesso genere senza la minima pretesa di provare a dire qualcosa di nuovo e senza la benchè minima personalità. Il pubblico non aspetta altro che arrivi l’immancabile parte ‘mosh-con-voce-guttural’, dopodichè è contento e va al banchetto a comprarsi la maglietta con grafica illeggibile del gruppo preferito del momento… de gustibus, insomma, ma personalmente non mi sento appartenere a questa ‘scena’ (se cosi la si puo chiamare), per quanto abbia molti amici che ne facciano parte”.
“Non ho un’ottima impressione della scena metal-core che si è venuta a creare negli ultimi anni, e questo è anche uno dei motivi che mi ha portato ad allontanarmici. Musicalmente non ne sono per niente attratto, vedo molta povertà di idee sia a livello musicale che a livello di contenuti. Il fatto che l’hardcore sia arrivato al mainstream ha svuotato di valore ogni cosa, ormai si bada solo a come un gruppo si veste, se il cantante ha i tatuaggi sul collo, se ha la pettinatura giusta e se dal vivo tenga bene il palco. E questo si riflette inevitabilmente anche per la musica che va di moda nella ultimi tempi… non sono aggiornato sulle nuove uscite Metal Blade, Century Media, etc, ma quello che vedo – per esempio in Inghilterra – è uno scaturire di gruppi-fotocopia che fanno tutti lo stesso genere senza la minima pretesa di provare a dire qualcosa di nuovo e senza la benchè minima personalità. Il pubblico non aspetta altro che arrivi l’immancabile parte ‘mosh-con-voce-guttural’, dopodichè è contento e va al banchetto a comprarsi la maglietta con grafica illeggibile del gruppo preferito del momento… de gustibus, insomma, ma personalmente non mi sento appartenere a questa ‘scena’ (se cosi la si puo chiamare), per quanto abbia molti amici che ne facciano parte”.
RITIENI CHE IL FENOMENO MYSPACE STIA AIUTANDO LA BAND O SIETE SOLITI PUNTARE SU ALTRO PER CERCARE DI FARVI STRADA NELL’UNDERGROUND? COSA NE PENSATE DEI MODERNI METODI DI PROMOZIONE?
“Myspace per le band è lo strumento migliore per potersi far conoscere in fretta, il semplice fatto di avere un magazzino di persone e gruppi musicali a cui attingere per organizzare concerti tour etc è qualcosa di incredibile. Ovviamente bisogna considerare l’altra faccia della medaglia di ogni cosa, pero personalmente non ho nulla contro questo mezzo di promozione, anzi”.
“Myspace per le band è lo strumento migliore per potersi far conoscere in fretta, il semplice fatto di avere un magazzino di persone e gruppi musicali a cui attingere per organizzare concerti tour etc è qualcosa di incredibile. Ovviamente bisogna considerare l’altra faccia della medaglia di ogni cosa, pero personalmente non ho nulla contro questo mezzo di promozione, anzi”.
QUALI SONO I VOSTRI SOGNI E LE VOSTRE AMBIZIONI A QUESTO PUNTO DELLA VOSTRA CARRIERA? COSA CERCHERETE DI OTTENERE, DA QUI IN POI?
“Il nostro unico obiettivo è suonare il piu possibile e divertirci! Sperando ovviamente che il responso al disco sia positivo, visto tutte le energie che ci abbiamo messo”.
“Il nostro unico obiettivo è suonare il piu possibile e divertirci! Sperando ovviamente che il responso al disco sia positivo, visto tutte le energie che ci abbiamo messo”.
È TUTTO! GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA… A TE LE ULTIME PAROLE, SE HAI QUALCOSA DA AGGIUNGERE…
“Nulla da aggiungere! Grazie a te, Luca, per lo spazio che ci hai concesso! Date un’occhiata alla nostra pagina per concerti e novità! A breve dovremmo mettere tutto il disco in streaming per cui state attenti! A presto!”.
“Nulla da aggiungere! Grazie a te, Luca, per lo spazio che ci hai concesso! Date un’occhiata alla nostra pagina per concerti e novità! A breve dovremmo mettere tutto il disco in streaming per cui state attenti! A presto!”.