THE FLIGHT OF SLEIPNIR – Abbracciare la decadenza della Natura

Pubblicato il 08/01/2025 da

All’ottavo disco pubblicato in una quindicina d’anni senza passi falsi, questa band del Colorado ha concepito nuovamente un lavoro trasognato ed evocativo come “Nature’s Cadence”.
L’ex duo del Colorado, formato inizialmente da David Csicsely e Clayton Cushman (multistrumentisti entrambi, ma votati rispettivamente a batteria-voce-chitarre e basso-voce-tastiere-chitarre) e ora aperto a due ulteriori componenti, Jeremy Winters e Dave Borrusch (chitarra e basso), ha un tocco molto particolare e malinconico, ammantato di una patina di colta pacatezza, capace però di deflagrare in momenti di grande intensità sonora.
Del nuovo disco, della formazione allargata e delle varie ispirazioni della band, parliamo con David Csicsely, fondatore della band. Buona lettura.

È PASSATO DEL TEMPO DA QUANDO SIETE PASSATI DA UN PROGETTO A DUE PERSONE A UNA BAND DI QUATTRO MEMBRI. COME VANNO LE COSE? COME AVETE DECISO DI AGGIUNGERE ALTRI MUSICISTI?
– Sì, abbiamo iniziato solo noi due. All’epoca ci sembrava più efficiente mantenere il progetto come un duo. Tuttavia, per i live abbiamo sempre avuto musicisti che ci accompagnavano.
Dopo l’uscita di “Skadi”, abbiamo deciso di includere ufficialmente i musicisti che ci accompagnavano da tempo, Dave Borrusch e Justin Siegler, nella band. Suonavano con noi dal primo giorno, quindi ci è sembrato naturale farli diventare membri ufficiali. Successivamente ci siamo separati da Justin e abbiamo accolto Jeremy Winters, un amico di lunga data e collaboratore. È stata una scelta positiva: avere più persone con cui confrontarsi è un grande vantaggio anche in fase di scrittura.

QUANTO SFORZO AVETE IMPIEGATO PER FAR FUNZIONARE LA BAND COME GRUPPO DI QUATTRO MEMBRI? TORNERETE MAI A ESSERE UN DUO?
– Non è stato necessario molto sforzo. Quando suoni con le stesse persone da vent’anni, inizi a capire come funzionano le cose in termini di efficienza e obiettivi. Credo che i giorni del duo siano finiti: ci piace la direzione che stiamo prendendo e vogliamo continuare a esplorare questa nuova fase.

COME FUNZIONA LA SCRITTURA DEI PEZZI ORA?
– Clay e io ci occupiamo ancora di gran parte della scrittura, ma nell’ultimo album c’è stata maggiore collaborazione con tutta la band. Brani come “Vingthor” includono contributi di ciascuno di noi, e penso che il risultato sia ottimo.



PARLIAMO DI “NATURE’S CADENCE”. COME LO DESCRIVERESTE A CHI NON VI CONOSCE ANCORA?

– Direi che è un album che mostra tutti gli aspetti e le sfumature della band. Se è la prima volta che ci ascoltate, “Nature’s Cadence” rappresenta bene il sound che abbiamo cercato di raggiungere nel corso degli anni.

QUESTO DISCO FUNZIONA MOLTO BENE, I BRANI SONO BEN SCRITTI E BEN SUONATI, NONOSTANTE LA LORO COMPLESSITÀ SI FANNO ASCOLTARE QUASI CON SEMPLICITA’. SEMBRA CHE LA BAND ABBIA PIÙ CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO POTENZIALE. COSA NE PENSATE?
– Sì, penso che l’album sia venuto molto bene. Abbiamo provato cose nuove questa volta, come affidare il mix e il mastering a qualcuno esterno. Di solito era Clay a occuparsi di tutto, ma per “Nature’s Cadence” volevamo fare un cambiamento.
Abbiamo collaborato con Pete DeBoer per il mix e il mastering, e credo che abbia aggiunto un livello di profondità che mancava nei lavori precedenti.

POTETE PARLARCI DEI TESTI? TROVIAMO IN ESSI LA STESSA MALINCONIA ESPRESSA DALLA MUSICA? COME SI COLLEGANO I TEMI NATURALISTICI ALLA MITOLOGIA VICHINGA?
– Alcuni testi hanno come tema di fondo il perseverare attraverso gli elementi, ma anche il saper navigare tra essi. C’è l’idea di forze della natura che possono essere dure ed estreme, ma anche incredibilmente belle. Non parlano tanto di mitologia quanto della realtà di vivere e sopravvivere in quei tempi.

QUALI FORME D’ARTE VI HANNO ISPIRATO NELLA SCRITTURA DI “NATURE’S CADENCE”?

– L’ispirazione arriva da molte fonti diverse, non ce n’è una singola. Siamo sempre al lavoro con la scrittura, e sentivamo che fosse il momento giusto per tornare dopo la lunga pausa seguita all’ultimo album, “Eventide”. Era ora di ripartire e andare avanti.

IN UN CERTO SENSO TROVO “NATURE’S CADENCE” PIÙ COMPLESSO DI “EVENTIDE”, MA MENO SPERIMENTALE. SEMBRA CHE CON IL PRIMO SAPESTE GIÀ CHE DIREZIONE PRENDERE, MENTRE CON “EVENTIDE” SI SONDAVANO DIVERSI STILI E SOLUZIONI. È UNA MIA IMPRESSIONE? COME AFFRONTATE LA SCRITTURA DI UN ALBUM?
– Credo tu abbia ragione. “Eventide” è stato un album più sperimentale: volevamo fare qualcosa di più cupo senza però snaturare il nostro sound. Penso che ci siamo riusciti. “Eventide” suona come un album dei Flight of Sleipnir, ma con un umore diverso rispetto ai lavori precedenti. “Nature’s Cadence”, invece, è un ritorno alle origini, con vibrazioni simili ai nostri primi lavori.

LA VOSTRA MUSICA È DIFFICILE DA CATALOGARE, PASSA DA MOMENTI MOLTO PESANTI A PASSAGGI PIÙ MORBIDI, QUASI DA PROG ROCK. QUAL È LA VOSTRA VISIONE MUSICALE E QUALI BAND VI HANNO ISPIRATO?
– Ce lo dicono spesso: la nostra musica non è facile da etichettare. Questo può essere sia un vantaggio che uno svantaggio.
È positivo perché non ci siamo mai proposti come una band esclusivamente doom o black metal; volevamo essere più sperimentali, e sembra che stia funzionando.
Ma può anche essere complicato, perché promoter e addetti ai lavori non sanno sempre dove collocarci. Siamo cresciuti ascoltando band come Pink Floyd, King Crimson e Black Sabbath, e penso che elementi di queste influenze siano sempre presenti nei nostri lavori.

HO TROVATO QUALCOSA CHE MI HA FATTO PENSARE AI WAYFARER, ANCHE LORO DEL COLORADO, SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI DUE BRANI DEL DISCO. È SOLO UNA MIA IMPRESSIONE? LI CONOSCETE (MUSICALMENTE O DI PERSONA)?
– Sì, certo,  i Wayfarer sono dei grandi. Però non traiamo ispirazione da loro. Abbiamo sempre usato la slide guitar nella nostra musica fin dall’inizio, e ho sempre avuto una passione per il sound Western e Americana, che credo abbiamo sempre abbracciato nei nostri lavori. Nell’ultimo album c’è forse più enfasi su questo, ma non è stato influenzato da ciò che fanno gli altri.

PARLANDO DI ALTRE BAND, COSA PENSATE DELLA SCENA METAL ATTUALE? QUALCHE NOME DA CONSIGLIARE? AVETE COMPRATO QUALCHE DISCO RECENTEMENTE?
– Ci sono sempre cose interessanti in uscita nella scena. Ho apprezzato molto l’ultimo lavoro degli Abigor, “Taphonomia Aeternitatis”, che considero tra i loro migliori. Ultimamente ascolto spesso anche il nuovo album dei Thou, “Umbilical”.

STATE PIANIFICANDO UN TOUR O DELLE PRESENZE A FESTIVAL PER I PROSSIMI MESI/ANNO? VI VEDREMO IN EUROPA?

– Abbiamo già delle date in Germania a dicembre. Suoneremo al De Mortem et Diabolum Festival a Berlino e al Wintermelodei Festival a Münster. Faremo anche uno show a Erfurt in supporto ai Worm. Stiamo inoltre discutendo le possibilità per il prossimo anno (l’intervista è stata raccolta prima di dicembre 2024, ndr).

GRAZIE PER IL VOSTRO TEMPO E SPERIAMO DI VEDERCI NEL 2025!
– Grazie a voi per l’interesse! Cheers!

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