THE FORESHADOWING – Nuovi Oscuri Presagi

Pubblicato il 17/06/2010 da

Roma come la Gran Bretagna. Pensateci bene… Novembre, Klimt 1918 e The Foreshadowing sono in pratica, rispettivamente, i nostri Paradise Lost, Anathema e My Dying Bride. Il ruolo all’interno della scena e le evoluzioni di cui le band capitoline si sono rese protagoniste sono infatti facilmente accostabili a quelli dei colossi britannici: i Novembre sono da sempre il gruppo più importante del panorama e quello dalla personalità più pronunciata, i Klimt 1918 sono la realtà più “contaminata” e melodica, con un seguito importante anche aldifuori del circuito metal, mentre i The Foreshadowing sono la band più incorruttibile e “di nicchia”, con un sound che, pur essendo melodico, è sempre e comunque votato alla decadenza. Proprio questi ultimi sono appena tornati sul mercato con il loro nuovo full-length, l’ottimo “Oionos”, che, ampliando lo spettro sonoro dei nostri e palesando una cura nei dettagli a dir poco certosina, ha pienamente dimostrato quanto il gruppo sia ormai una certezza nel panorama gothic-doom mondiale. D’obbligo, quindi, un’intervista con la band, qui rappresentata dal tastierista Francesco Sosto…

 

BENTORNATI SU METALITALIA.COM! COME VANNO LE COSE PER I THE FORESHADOWING NEL 2010?
“Ciao Luca. Tutto bene qui, stiamo costantemente in sala prove per provare i brani del nostro nuovo album e non vediamo l’ora di farli ascoltare live a tutti i sostenitori dei The Foreshadowing”.

“OIONOS” È IL TITOLO DELLA VOSTRA NUOVA FATICA. VI VA DI PRESENTARLA AI NOSTRI LETTORI? COME LA DESCRIVERESTE?
“Comincerei col dire che questo nostro nuovo album è stato un ottimo balzo in avanti dal punto di vista compositivo. E’ un album diverso rispetto ai nostri esordi, lo si evince dalla struttura dei brani, più complessa, dinamica e progressiva, con battute irregolari e cambi di tempo. ‘Days of Nothing’ aveva una struttura più uniforme, molto più vicina alla forma-canzone, per cui era decisamente più orecchiabile. Quest’album invece lo trovo più complesso, non è un album che si può assorbire in un solo ascolto, occorre ascoltarlo più volte se lo si vuole apprezzare in pieno. Per quanto riguarda le tematiche dell’album, ‘Oionos’ è un album incentrato sul tema dell’apocalisse, come già era accaduto nel nostro precedente album ‘Days of Nothing’. Infatti in più di un’occasione l’abbiamo definito come il nostro secondo atto dell’apocalisse”.

IL TITOLO DELL’ALBUM È PIUTTOSTO PARTICOLARE, CHE COSA SIGNIFICA?
“Oionos è un termine dai molti significati proveniente dal greco antico e significa ‘uccello predatore’, ma anche ‘cattive notizie’, ‘presentimento’. Gli antichi greci lo usavano per gli avvoltoi, che venivano da loro osservati per predire il futuro. Infatti, significa anche ‘uccello del presagio’, così come anche il nostro monicker significa ‘il presagio’.  Abbiamo scelto di dare questo nome all’album proprio per la sua varietà di significati simbolici che si sposano perfettamente sia con il nome della band che con il concept trattato nell’album”.

VI È UN CONCEPT ALLA BASE DEI TESTI?
“Come ho già detto prima, in ‘Days of Nothing’ si parlava in senso fortemente biblico dell’apocalisse che scende in terra e devasta tutto, a simboleggiare un cambiamento dell’umanità intera con la speranza di un mondo migliore. Qui però le speranze vengono a mancare, i sopravvissuti perdono ogni stimolo nella loro vita perché consapevoli che una volta annientata l’umanità non avrebbe senso ricominciare tutto daccapo, poiché si ricadrebbe negli stessi sbagli, si ricomincerebbe ad andare l’uno contro l’altro e quindi inizierebbero nuove guerre. Per cui i sopravvissuti rappresentati in questo album sono persone senz’anima, vuote, immobili ed inermi,  persone che non hanno più voglia di ricominciare, abbandonate a se stesse e al loro destino.  Abbiamo voluto inoltre dare un forte carattere iconografico a questa tematica, rappresentandola come l’esplosione nucleare, la bomba atomica che simboleggia l’apocalisse creata dall’uomo che si autodistrugge, ragion per cui nell’album vi sono riferimenti a Robert Oppenheimer, nonche alcuni riferimenti alla seconda guerra mondiale ed alla guerra fredda. Anche per questo abbiamo inserito nell’album una cover version di ‘Russians’, famoso brano degli anni’80 di Sting, incentrato proprio sulla guerra fredda tra Usa ed Urss”.

“OIONOS” SEGNA IL VOSTRO PASSAGGIO DALLA CANDLELIGHT ALLA CYCLONE EMPIRE. PER QUALE MOTIVO AVETE DECISO DI CAMBIARE ETICHETTA DOPO UN SOLO ALBUM? COME VI TROVATE NELLA NUOVA SISTEMAZIONE?
“Abbiamo terminato il nostro rapporto con la Candlelight perché lavoravano male con noi. Penso sia il tipo di label che preferisce investire su band già avviate e di sicura resa, mentre con gruppi emergenti come il nostro fa il minimo indispensabile (se non meno). D’altronde basti pensare alla pessima promozione che è stata fatta a ‘Days of Nothing’, e di questo ce ne siamo resi conto col tempo. A noi questo non ci piaceva e soprattutto non ci serviva, per cui abbiamo pensato che era meglio rivolgersi a una label che prendesse più a cuore le esigenze di una band emergente come la nostra e che avesse soprattutto l’interesse nel farci crescere concentrando il massimo delle forze su di noi. Tra le varie offerte pervenute, la  Cyclone Empire ci è sembrata quella più congeniale a noi. Al momento siamo molto contenti di come lavorano e, cosa più importante, abbiamo un rapporto molto amichevole e c’è dialogo costruttivo fra noi e loro, cosa che con la Candlelight non esisteva affatto”.

PERSONALMENTE, TROVO L’ALBUM UN PO’ PIÙ CUPO E PESANTE RISPETTO AL DEBUTTO. SIETE D’ACCORDO? COME È MATURATA QUESTA EVOLUZIONE?
“Sì, esatto, questa cosa è stata fortemente voluta, siamo partiti dalla semplice idea che volevamo fare un album che non fosse una ‘seconda copia’ di ‘Days of Nothing’ e via via le soluzioni sono venute fuori col tempo, suonando in sala prove e facendo home-recordings ogni volta che eravamo in preda all’ispirazione. Abbiamo lavorato molto sul sound delle chitarre, volevamo un suono più cupo e aggressivo, e questo per noi era importante perché volevamo rappresentare al meglio l’atmosfera lugubre ed il clima oppressivo che si respira nel nostro album. Devo dire che, chitarre a parte, ogni singolo strumento ha svolto la sua parte in tal senso, dal drumming tribale della batteria ai pads di tastiera oscuri, e non abbiamo mancato di inserire delle novità, come alcuni samples particolari o i canti in stile gregoriano”.

UN BRANO COME “CHANT OF WIDOWS” VI VEDE ESPLORARE TERRITORI PIUTTOSTO AGGRESSIVI, TUTTO SOMMATO INEDITI PER VOI. PENSATE CHE QUESTE SONORITÀ POSSANO RAPPRESENTARE IL FUTURO (O PARTE DI ESSO) PER I THE FORESHADOWING?

“Penso che quest’album per noi sarà uno spartiacque tra quello che siamo stati e quello che saremo. Lo riteniamo un ottimo punto di riferimento per l’evoluzione futura del nostro sound. L’ideale sarebbe infatti di prendere spunto da quelle sonorità aggressive che si evincono maggiormente in ‘Chant of Widows’, come tu stesso hai giustamente notato, senza però esagerare troppo. Vogliamo comunque mantenere il nostro stile puntando sia sulla melodia che sull’aggressività, per cui per noi sarà importante alternare le due cose. Questa è almeno l’idea che abbiamo in mente per il nostro terzo album, anche se ancora non abbiamo iniziato a lavorarci sopra, quindi non escludiamo che possano venir fuori altre soluzioni col tempo”.

CHI HA AVUTO L’IDEA DI COVERIZZARE “RUSSIANS” DI STING? RITENETE IL MUSICISTA INGLESE UNA VOSTRA INFLUENZA?
“L’idea è stata di Marco e non poteva esserci miglior scelta. Questo brano era l’ideale per il nostro album sia per le sue tematiche che per le atmosfere dark che coincidevano con il concept dell’album. Abbiamo cercato di interpretarla come se fosse stato un brano scritto da noi, e in effetti questa è l’impressione che ha dato a molti ascoltatori,  questa considerazione è saltata fuori in molte recensioni di ‘Oionos'”.

È NOTIZIA DI QUESTI GIORNI CHE SIETE STATI CONFERMATI AL PRESTIGIOSO SUMMER BREEZE FESTIVAL IN GERMANIA. CHE COSA VI ASPETTATE DA QUESTA ESPERIENZA? AVETE IN PROGRAMMA ALTRE DATE LIVE O UN TOUR?
“Per noi è stata una grande notizia, siamo molto orgogliosi di essere lì insieme ad altri mostri sacri del metal e a bands che abbiamo ascoltato e amato da sempre. Da quest’esperienza ci aspettiamo semplicemente che sia l’inizio di una lunga catena di concerti, che è in sostanza quello che ci manca in questo momento. Il fatto che ‘Days of Nothing’ non sia stato supportato da un tour è stata una cosa che ci è rincresciuta molto, e francamente non vorremmo ripetere l’esperienza per ‘Oionos’, per cui ovviamente in questo periodo ci stiamo dando molto da fare al fine di trovare un tour adeguato per la promozione della nostra ultima fatica. Comunque, oltre a questo festival ritorneremo ancora in Germania per qualche data a dicembre”.

COME SEMPRE SUCCEDE ULTIMAMENTE, “OIONOS” ERA REPERIBILE IN RETE PRIMA DELLA SUA PUBBLICAZIONE UFFICIALE. CHE COSA PENSATE DEL COSIDETTO FILE SHARING O DEL DOWNLOAD ILLEGALE DI MUSICA? VI SENTITE DANNEGGIATI O TROVATE CHE SIA COMUNQUE UN MEZZO DI PROMOZIONE PER UNA BAND COME LA VOSTRA?
“Sicuramente riteniamo che internet sia un ottimo mezzo di promozione per qualsiasi band sconosciuta o ben nota al pubblico, anche perché il farlo non ti impone alcun costo, di fatto basta farsi un website, una pagina su myspace e si è già fatto un ottimo lavoro di pubblicità. Sta di fatto che il download della musica per noi è un danno. Per carità, siamo tutti a favore della cultura libera, però sono dell’idea che in Italia e un po’ ovunque nel mondo ci sia ancora la consuetudine di pensare che il download illegale sia una cosa giusta perché si dà un colpo mortale al potere delle case discografiche. In realtà, il colpo mortale non lo si dà tanto alle case discografiche né alle grandi band come Metallica o Iron Maiden, ma sono proprio i gruppi emergenti come noi a farne le spese. Fin quando la situazione sarà questa, le label continueranno a mettere da parte le nuove leve generazionali e a investire sempre più sulle grandi band di sempre perché per loro è l’investimento più sicuro e meno rischioso, e si tratta comunque di gruppi talmente avviati che continueranno a vendere con o senza file sharing. Questo credo sia anche uno dei motivi per cui spesso molte band dei giorni nostri non arrivano neanche al terzo o al quarto album”.

CHE COSA VI ASPETTATE DA “OIONOS”? QUANDO IL DISCO POTRÀ ESSERE CONSIDERATO UN SUCCESSO SECONDO VOI?
“Il fatto che il nostro ultimo lavoro sia stato finora recensito ottimamente non sarà abbastanza se non suoneremo molto dal vivo, al giorno d’oggi l’attività live per una band è essenziale”.

QUAL È SECONDO VOI L’ASPETTO CHE PIÙ DI OGNI ALTRO FA SPICCARE I THE FORESHADOWING FRA LA MASSA DI BAND NEL VOSTRO GENERE (CHIAMIAMOLO GOTHIC-DOOM)? E QUAL È INVECE L’ASPETTO DELLA VOSTRA MUSICA O DEL MODO IN CUI VI APPROCCIATE ALLA BAND CHE SECONDO VOI DOVRESTE MIGLIORARE?

“Spesso ho sentito dire di noi che somigliano una volta a questo, una volta a quell’altro gruppo. Quindi in sostanza somigliano un po’ a tutti e a nessuno in particolare, e questo direi che è una cosa che ci distingue da tutti gli altri, a mio modo di vedere. Aspetti da migliorare ce ne sono e ce ne saranno sempre, questo vale per qualsiasi band, ed il modo per migliorarsi secondo me è quello di suonare costantemente in sala prove con il proprio gruppo e conoscere sempre più a fondo il proprio strumento”.

ALLO STATO ATTUALE, IL FATTO DI ESSERE ITALIANI RAPPRESENTA UN PRO O UN CONTRO PER I THE FORESHADOWING?
“Purtroppo penso sia un contro, sicuramente se fossimo stati un gruppo scandinavo le cose sarebbero state di gran lunga migliori e molto più facili. Credo che attualmente il fatto di essere italiani rappresenti per noi un danno ancora maggiore di quanto non lo sia il download illegale, questo perché l’Italia continua ad essere un paese poco credibile per quanto riguarda il panorama metal. Purtroppo in molti paesi europei in cui il metal è un’istituzione ed è adeguatamente supportato c’è molta prevenzione verso le band italiane, per loro suona un po’ strano che in un paese soleggiato e vitale come il nostro si faccia doom metal, probabilmente gli sembra una cosa forzata. Consiglierei a chiunque lo pensi di venire a vivere in Italia e di rendersi conto di quanto sia triste e amara la realtà di molti giovani che stanno in mezzo alla strada, senza un futuro e senza sapere cosa fare della propria vita, forse allora capiranno che molte di queste persone trovano spontaneamente rifugio in un genere vero e reale come il metal”.

CHE COSA GIRA NEGLI STEREO DEI THE FORESHADOWING ULTIMAMENTE? QUALI SONO I DISCHI CHE PIŸ VI SONO PIACIUTI NEGLI ULTIMI MESI?
“Personalmente ho apprezzato molto il ritorno dei Burzum con ‘Belus’, l’ultimo dei Deftones e soprattutto ‘Eparistera Daimones’ dei Tryptikon, spero di potermi complimentare con loro di persona visto che saranno anche loro al Summer Breeze”.

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