THE GATES OF SLUMBER – Doom or be doomed

Pubblicato il 26/12/2009 da

Se inizialmente questa intervista con il leader dei The Gates Of Slumber non sembrava volgere al meglio, siamo stati felici di constatare che la loquacità del nostro interlocutore sia migliorata con il passare delle domande. Non hanno certo aiutato le domande d’obbligo che si è soliti fare al momento del rilascio di un nuovo album di una band di valore, ma forse poco seguita sul territorio nostrano: fortunatamente Karl si è mostrato disponibile ed interessato anche ai quesiti che interessavano ambienti estranei a quelli della band e, come era lecito attendersi, si è dimostrato un profondo amante della musica che ascolta e compone. “Hymns Of Blood And Thunder” entra di diritto tra i migliori album doom-epic di quest’anno e dalle parole entusiastiche di Karl è facile comprendere quanto la band stessa sia convinta della qualità dell’album che le ha garantito un contratto con la Rise Above Records. Vi lasciamo all’intervista che abbiamo realizzato subito dopo la pubblicazione dell’ultima fatica della band di Indianapolis: buona lettura!

 

CIAO KARL, COME VA AD INDIANAPOLIS?
“Tutto bene qui ad Indy… sta iniziando a fare freddo. Si sta avvicinando la festa del Ringraziamento che sarà accompagnata da un sostanzioso banchetto: ovviamente non può essere altro che una buona cosa (ride, ndR)!”.

ANCHE SE AVETE BEN QUATTRO ALBUM ALL’ATTIVO NON SIETE MOLTO CONOSCIUTI QUI DA NOI… TI ANDREBBE DI INTRODURRE LA BAND?
“Bene, i The Gates Of Slumber sono una band doom con una – e ci tengo a sottolinearlo – forte componente metal nel nostro suono. Siamo in tre: io, Karl alla chitarra e voce, Jason al basso e Bob alla batteria”.

IL NUOVO ALBUM CI E’ PIACIUTO MOLTO: IL VOSTRO SUONO E’ PERFETTAMENTE BILANCIATO TRA L’OSCURITÀ DEL DOOM E LA SOLENNITÀ DELLE PARTI EPICHE. SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE?
“Grazie mille, le tue parole mi fanno molto piacere. Ovviamente siamo tutti soddisfatti del risultato ottenuto e senza pensarci due volte possiamo dirti che si tratta sicuramente del nostro miglior lavoro”.

PRESTATE ATTENZIONE AI COMMENTI DEI FAN?
“Sento spesso persone che cambiano idea sui nostri album: sì, mi piace, no, non mi piace. Ovviamente non puoi fare tutti contenti: con la nostra musica cerchiamo innanzitutto di soddisfarci personalmente, non possiamo suonare musica che non ci piace”.

A QUALCHE MESE DALLA PUBBLICAZIONE PUOI DARCI UN BILANCIO DELLE REAZIONI DI PUBBLICO E CRITICA?
“I responsi sono quasi sempre stati buoni anche se ci sono state (poche) persone che lo odiano. Ma ci sta bene. Preferisco che la nostra musica si ami/odi piuttosto che provocare i classici commenti tiepidi del tipo: carino, piacevole ma nulla di che”.

“HYMNS OF BLOOD AND THUNDER” E’ SENZA ALCUN DUBBIO UN EPISODIO PIÙ ACCESSIBILE E DIRETTO SE RAPPORTATO AI VOSTRI PRECEDENTI ALBUM: COS’E’ CAMBIATO QUESTA VOLTA?
“Volevamo semplicemente fare un album immediato e che portasse il nostro suono e stile in maniera più diretta e sincera alle orecchie dell’ascoltatore. Ci piace tutta la nostra discografia passata ma questa volta ho voluto riproporre la nostra ricetta classica comprimendola nella durata classica di una canzone. I Judas Priest sono stati una grossa influenza in questo album. ‘Stained Class’, ‘Sad Wings’… sono questi i tipi di album che abbiamo preso come esempio di disco che avremmo voluto comporre. Penso che abbiamo veramente fatto del nostro meglio nel ricreare quel tipo di suono nel nostro album”.

ANCHE SE ABBIAMO TROVATO IL NUOVO ALBUM PIÙ ACCESSIBILE, LE CANZONI CHE ABBIAMO APPREZZATO MAGGIORMENTE SONO LE LUNGHE “THE DOOM OF ACELDAMA” E “DESCENT INTO MADNESS”: PENSI CHE LA VOSTRA MUSICA POSSA PRENDERE UNA PIEGA VOTATA AD UNA MAGGIORE ASSIMILABILITA’?
“Posso dirti che queste scelte sono state fatte in maniera sincera e senza costrizioni per questo disco… non so dirti cosa ci riserva il futuro. Non so come ci muoveremo per il prossimo disco. ‘The Doom of Aceladama’ e ‘Descent Into Madness’ sono sicuramente le due tracce più complesse del lavoro e rappresentano un po’ la somma di tutto quello che abbiamo fatto in passato”.

QUALI SONO I TEMI CHE HANNO ISPIRATO I TESTI DI “HYMNS OF BLOOD AND THUNDER”?
“Guerra, morte, chaos, tradimento, vendetta, redenzione, perdita, dolore, disgusto ed amore per se stessi. I temi sono gli stessi che hanno sempre fatto parte della nostra musica: ci piace unirli e dare vita a dei concept”.

AVETE REGISTRATO PER LA SECONDA VOLTA L’ALBUM AI CHICAGO’S SEMAPHORE STUDIOS CON IL PRODUTTORE SANFORD PARKER. COSA VI HA PORTATO A SCEGLIERLO NUOVAMENTE?
“Abbiamo lavorato con Sanford già nel 2008 con ‘Conqueror’: ci siamo veramente divertiti con lui e siamo rimasti soddisfatti del suono ottenuto. E’ stato abbastanza naturale scegliere di tornare a lavorare con lui: penso che Sanford sia riuscito a donare un suono unico e distintivo al nostro stile di heavy metal”.

QUANTO TEMPO SIETE STATI VIA DA CASA PER LE REGISTRAZIONI?
“Abbiamo passato negli studi circa due settimane per la registrazione di ‘Hymns of Blood and Thunder’ lavorando anche quattordici ore al giorno. E’ stata veramente una maratona estenuante”.

ABBIAMO LETTO CHE IL NOME DELLA BAND E’ STATO PRESO DAL NOME DI UNA CANZONE DEI CIANIDE. TI PIACE LA LORO MUSICA O TI PIACEVA SEMPLICEMENTE COME SUONAVA? SEI UN FAN ANCHE DELLA FRANGIA PIU’ ESTREMA DEL METAL?
“I Cianide sono la mia band death metal preferita e quella canzone è dannatamente evocativa. I testi dei Cianide sono i tipi di testi che adoro: forti e diretti, oscuri ma non semplicemente per il gusto di doverlo essere. Sono un fan dell’ottima musica: questo è tutto. Il metal estremo è semplicemente un’etichetta che fortunatamente non vuole riferirsi o descrivere con esattezza un genere: il che è una buona cosa. Per la maggior parte no, non mi piace il metal estremo anche se ci sono delle eccezioni: adoro il primo disco dei Deicide anche se il resto risulta abbastanza scadente se raffrontato ad esso. Mi piacciono anche i Morbid Angel… anche se non so se queste band possano ancora essere considerate estreme. Al giorno d’oggi mi piace ascoltare roba come i Thin Lizzy, Lucifer’s Friend, Budgie… questo tipo di musica, insomma”.

COSA PUOI DIRCI RIGUARDO AL PASSAGGIO DALLA I HATE RECORDS ALLA RISE ABOVE?
“Sono estremamente soddisfatto della scelta, o meglio, lo siamo tutti! La Rise Above ci ha dato la possibilità di far sì che il nostro album suonasse esattamente come volevamo oltre a darci la possibilità di lavorare dove e con chi volevamo. Ovviamente questa è una gran cosa! Fino ad ora abbiamo sempre dovuto arrangiarci con quello che avevamo a disposizione e siamo stati punzecchiati per il così detto ‘suono di merda’: ora finalmente nessuno potrà avere da ridire sulla produzione. Il nostro disco suona alla grande e buona parte del merito lo dobbiamo alla produzione di Sanford! E’ grazie all’accordo tra la Profound Lore e la I Hate Records che siamo riusciti a lavorare con Sanford su ‘Conqueror’. La Rise Above ci ha dato la possibilità di lavorare con lui per più tempo oltre che darci una visibilità infinitamente superiore grazie alla sua distribuzione maggiore. Ultimo ma non per importanza, non abbiamo dovuto cambiare il nostro suono o stile: nessuna richiesta di diventare questo o quello. Penso che sia una buona cosa”.

IL VIDEO DI “ICE WORM” CONTIENE UN RIUSCITO MIX DI PARTI DAL VIVO E DI CLASSICI MOMENTI METAL: PENSI CHE CI SIA LA POSSIBILITA’ DI REGISTRARE QUALCOSA DI PIÙ’ EPICO ED ATTINENTE AL VOSTRO STILE IN FUTURO?
“Sì, hai ragione, quel video è veramente grandioso! I nostri amici di Metal Coven/Doggysmile Pictures Tobi, Dini e Martin l’hanno fatto per noi e siamo realmente soddisfatti del risultato ottenuto: è magnifico! Hanno fatto un gran lavoro e penso che rifletta esattamente quello che siamo. E’ il miglior video che qualcuno abbia fatto per noi. Mi piace molto anche il video di ‘Trapped in the Web’ ma penso che sia esageratamente ‘affascinante’, per quanto noi tre potremmo mai essere affascinanti (ride, ndR)!!! Normalmente non suoniamo come in quel video, almeno non nel modo che vedi in ‘Trapped in the Web’, ma è stato molto divertente girarlo. Mi piacerebbe molto girare un video che racconti una storia anche se dovremmo scegliere la canzone giusta e tutto dovrebbe essere esattamente come vorremmo: forse il rischio di sbagliare qualcosa o combinare qualche disastro sarebbe troppo alto”.

AVETE PRODOTTO UN’ALTRA SPLENDIDA COPERTINA DOPO QUELLA DI “CONQUEROR” E “SUFFER NO GUILT”. L’UNICA A NON SEGUIRE LA LINEA E’ STATA QUELLA DI “LIKE A PLAGUE UPON THE LAND”… COSA CI PUOI DIRE A RIGUARDO?
“‘Like A Plague Upon The Land’ è stata fatta da Jeff Gaither che ha disegnato le copertine dei The Accüsed, una delle mie band preferite: lavorare con lui è stato realmente elettrizzante! E’ sempre una buona cosa avere qualcosa di simile nella propria discografia, non trovi? Posso dire la stessa cosa del lavoro di Ken Kelly su ‘Suffer No Guilt’. Ken ha lavorato su copertine dei Manowar, Rainbow e Kiss… la cosa migliore è che abbiamo potuto utilizzare quello che noi consideriamo il suo miglior dipinto e ci ha dato la libertà di utilizzare un’altra sua opera per il vinile di ‘The Awakening’! E’ stato un episodio chiave della nostra carriera e a cui penso molto spesso. Sono cresciuto pensando che ‘Revenge of The Viking’ fosse uno dei più bei dipinti di tutti i tempi. Penso che siamo stati molto fortunati nel poter usufruire di ottime copertine: Brugel, Kelly, Veb, Gaither. Non riesco proprio a supportare le brutte copertine”.

IL VOSTRO BEST OF SI CHIAMA “CHRONICLES OF TRUE DOOM”… COSA RAPPRESENTA PER VOI IL TRUE DOOM? RIGUARDA SOLAMENTE IL SUONARE LENTI CON VOCE PULITA, E’ QUALCOSA CHE RIGUARDA L’ATTITUDINE O FORSE NESSUNA DI QUESTE DUE?
“‘True’ può ovviamente avere molti significati a seconda di chi si interpella: per me significa essere fedele alle radici dello stile ma penso che debba in qualche modo rappresentare qualcosa di sincero e ‘vero’, non costruito a tavolino. Questo secondo significato è sempre più importante del primo. Dico che siamo una delle tante band true doom anche se forse questo tipo di giudizio penso che spetti maggiormente alle persone che ci ascoltano. Ci sono band che sono sicuramente più fedeli di noi allo stile originale del genere ma noi abbiamo dato più importanza nel miscelare nella nostra musica anche elementi di metal classico. Penso che la voglia di mettersi in gioco e di rischiare un po’ di più sia più importante di rimanere attaccati alle radci. Chiunque può far finta di suonare un genere per un album o due ma la convinzione e l’attaccamento ad un genere non possono mentire”.

SAPPIAMO CHE SEI UN FAN DELLA LETTERATURA EPICA: COSA CONSIGLIERESTI A CHI SI BUTTA PER LA PRIMA VOLTA SUL GENERE?
“Qualsiasi episodio di Conan di Robert E. Howard è un ottimo punto di partenza: se proprio devo nominarne uno dico ‘The Frost Giant’s Daughter’. E’ semplicemente perfetto”.

L’EUROPA (E LA GERMANIA IN PARTICOLARE) E’ IL CONTINENTE CHE VI APPREZZA MAGGIORMENTE: QUALI PENSI SIANO LE DIFFERENZE TRA I FAN AMERICANI E QUELLI EUROPEI?
“Penso che in Europa ci sia un amore più forte per il metal tradizionale mentre in America lo stile è più legato alla moda del momento sebbene ci sia una buona quantità di persone che condividono amore e passione per il metal classico. A parte questo penso che sia più semplice riempire un locale di headbanger in Germania piuttosto che in Georgia (ride, ndR)! Quali pensi siano le motivazioni che sottostanno a queste differenze? Ci ho pensato molto fino ad ora e nel passato ho risposto in maniera abbastanza ingiusta: i fan americani possono essere rabbiosi tanto quanto quelli europei, conosco molte persone che sono dei veri estimatori del metal. Penso che la cultura americana abbia in qualche modo alienato le persone e che il prodotto principale di tale alienazione sia il fatto di dare meno importanza ai propri pensieri e convinzioni. Qui troppe persone sono preoccupate di quello che pensano gli altri e questo pensiero è radicato in maniera profonda nella nostra cultura. C’è una forte pressione alla conformità nella nostra società, molto più forte che in Europa mi viene da dire. E’ presente una forte ondata improntata al rigido moralismo nella nostra cultura che considero abbastanza grave. Tutto ciò si riflette come un martello su quelle persone che cercano di erigersi come chiodi su assi di legno”.
 
IMMAGINIAMO CHE LE TRE EDIZIONI IN VINILE SIANO UNA VOSTRA SPECIFICA RICHIESTA: QUALI PENSI SIANO I MOTIVI PER CUI TALE FORMATO SIA ANCORA COSI’ RILEVANTE NELL’AMBIENTE METAL?
“Questa volta lo zampino è della Rise Above che ha voluto fare qualcosa di particolare! Saremmo stati felici anche con un solo tipo di vinile. Siamo stati molto fortunati a conoscere persone nella nostra carriera che hanno sempre amato sfornare queste favolose edizioni. Penso che il processo di ascoltare qualcosa in vinile dimostri un profondo apprezzamento per la musica. E’ un investimento di tempo dato che ogni venti minuti devi girare faccia per continuare l’ascolto. Da questo punto di vista il vinile non è equiparabile ad un CD o ad un MP3. E’ un modo più creativo di ascoltare musica. Diamo molta importanza alla copertina, alla confezione, al colore del vinile e negli adesivi al centro del disco: come puoi ben capire c’è molto più spazio per la creatività e ovviamente cerchiamo sempre di produrre qualcosa che risulti gradevole dal punto di vista estetico. A mio modo di vedere il vinile è realmente il supporto definitivo!”.

NELLA VOSTRA CARRIERA DECENNALE QUALI PENSI SIA STATO IL PUNTO PIÙ ALTO E BASSO CHE AVETE VISSUTO? NON CI SONO MAI STATI MOMENTI DI TENSIONE NELLA BAND?
“Penso che il punto più basso sia stato quando abbiamo scaricato il nostro secondo batterista – ed anche ottimo amico – Chuck Brown: è stato senza dubbio un periodo nero. Abbiamo avuto altre lotte interne, persino scazzottate. Nella band abbiamo tutti una personalità piuttosto forte. Il punto più alto penso sia stato il partecipare al festival Doom Shall Rise: è stato un grande onore condividere il palco con band come Count Raven, Wino e Solitude Aeturnus. All’inizio abbiamo detto semplicemente ‘wow …’. Avevamo solo due dischi pubblicati all’epoca e abbiamo pensato: ‘Non verrà nessuno a vederci o magari durante l’esibizione la gente se ne andrà.’ Invece non se ne è andato nessuno! E’ stato un momento splendido della mia vita. Uno di quei momenti che ricorderò per sempre!”.

HAI VISSUTO SULLA PELLE LA SCENA DEGLI ANNI OTTANTA. ANCHE SE CREDIAMO CHE LA BUONA MUSICA ESISTE ANCHE AI GIORNI NOSTRI, PENSIAMO CHE ORMAI SIA QUASI IMPOSSIBILE CREARE QUALCOSA DI ORIGINALE. COSA PENSI CHE SIA CAMBIATO IN TERMINE DI ATTITUDINE E MENTALITÀ DA QUEGLI ANNI?
“Hai ragione, ormai è praticamente impossibile creare qualcosa di originale. Anche negli anni ottanta non era poi così tanto originale considerato che tutto il metal è nato come un mix dei Black Sabbath, Deep Purple, Led Zepplin, Judas Priest, Scorpions, Thin Lizzy, e Rainbow : ogni gruppo dell’epoca aveva qualche elemento di queste band e le migliori avevano un poco di ciascuna band. Già negli anni ottanta c’erano cose derivate, qualsiasi cosa deriva da qualcosa che esiste già. Quello che è cambiato è che le persone sono diventate un po’ più consce delle loro potenzialità, vi è una visione più ironica e cinica della vita di oggi, o almeno credo. Le persone non sono più a caccia di album come erano soliti fare in passato: ora è possibile scaricare canzoni ed interi album in pochi minuti mentre all’epoca dovevi cercare, ordinare e ricercare album usati in qualche scantinato di negozi di seconda mano”.

SENZA GUARDARTI INDIETRO, QUALI SONO LA TUE BAND PREFERITE NELLA SCENA ODIERNA?
“Senza alcun dubbio gli Orodruin. Sono sicuramente la mia band doom preferita ai giorni nostri. Amo le loro canzoni, il loro suono e anche i loro testi! Sono una band sublime!”.

IN ITALIA ABBIAMO OTTIME BAND DOOM ED EPICHE COME THUNDERSTORM, DOOMSWORD, HOLY MARTYR, BATTLE RAM AND DARK QUARTERER: COSA CONOSCI DELLA NOSTRA PENISOLA E DELLA SCENA METAL LOCALE?
“Conosco molto bene la musica dei Thunderstorm. Ho quasi tutti i loro album alla stessa stregua di Doomsword e Battle Ram. Non posso dire di conoscere molto gli Holy Martyr e i Dark Quarterer… li conosco di nome e li ho visti sui DVD del Keep It True. Siamo stati una volta in Italia e l’amiamo: posti stupendi e belle ragazze! Persone gentili ed ottimo cibo. Dio mio, quanto faceva caldo quando siamo arrivati, specialmente per uno come me che non riesce a sopportare il caldo! Ma a parte questo mi è piaciuta molto! Mi piacerebbe tornarci e scoprire qualcosa di nuovo. Voglio mandare un saluto speciale ai nostri amici Doomraiser, spero che tutto vada bene!”.

COME E’ NATA LA TUA PASSIONE PER L’HEAVY METAL?
“E’ nata quando ero un ragazzo ascoltando la versione di Ozzy di ‘Iron Man’ con Brad Gillis, Rudy Sarzo e Tommy Aldrich alla batteria. E’ stato amore al primo ascolto, poi sono passato ai Black Sabbath, Motorhead, Judas Priest, Dio, Iron Maiden… è stato splendido scoprire nuove band e questo spirito è ancora vivo in me: solo qualche giorno fa ho scoperto gli Orchid! Una grande band doom ovviamente!”.

GRAZIE PER LA DISPONIBILITÀ, KARL, LE ULTIME PAROLE SONO TUE: CONCLUDI COME MEGLIO CREDI!
“Innanzitutto ringrazio tutti i lettori che hanno letto l’intervista: speriamo di tornare presto a trovarvi in Italia! Grazie di nuovo per averci intervistato”.

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