“Sì, certo: innanzitutto vorrei dire che ‘Versus’ può essere visto come un lieve ritorno verso sonorità più aggressive se comparato con ‘The Dead Eye’. Il nuovo disco è stato registrato sotto la guida di Tue Madsen con un approccio molto live, con tutti noi in un’unica stanza. Un metodo ‘alla vecchia maniera’ molto in stile AC/DC. A noi non piace l’idea di tagliare-incollare un sacco di parti o di apportare tante modifiche con Pro Tools, quindi abbiamo optato per questa registrazione dal taglio più live. Persino l’80% delle parti vocali che puoi sentire sul disco sono live e derivano da una sola registrazione”.
IMMAGINO CHE QUINDI NON SIANO DURATE MOLTO LE REGISTRAZIONI, O SBAGLIO?
“Abbiamo registrato ventidue canzoni in sette giorni! C’era materiale a sufficienza per due album, ma poi ovviamente abbiamo scelto le migliori tracce. Ogni nuovo brano ha una sua identità, è un disco molto vario ed erano diversi anni che non ero così soddisfatto per il risultato ottenuto”.
QUINDI IN COSA RITIENI CHE IL NUOVO LAVORO DIFFERISCA RISPETTO AI SUOI PREDECESSORI?
“Be’, innanzitutto la registrazione live del disco di cui già abbiamo parlato, e poi posso dirti che durante la nostra carriera in più occasioni abbiamo sperimentato diverse soluzioni, mentre ora abbiamo messo insieme tutte le nostre sfumaure. E’ come se avessimo preso i migliori pezzi di ‘The Haunted’, i migliori di ‘Made Me Do It’, i migliori di ‘One Kill Wonder’ e via dicendo, e li avessimo messi su un solo disco. Diciamo che è un album molto bello sia da suonare che da ascoltare in macchina quando si guida veloce!”.
INFATTI NEL CORSO DEGLI ANNI SIETE PASSATI DA UN THRASH-DEATH METAL AD UNO STILE PIU’ MODERNO. COME DEFINIRESTI QUINDI LO STILE ATTUALE DEI THE HAUNTED?
“Diciamo che se ‘The Dead Eye’ era più sperimentale, il nuovo ‘Versus’ è decisamente più thrash-oriented. Chi non ha apprezzato molto le nostre sperimentazioni credo rimarrà soddisfatto dalla nostra musica attuale, contiene molto materiale old-style”.
DAL PUNTO DI VISTA NON TANTO MUSICALE QUANTO DEI TESTI, COSA PUOI DIRCI?
“I testi sono molto espositivi, molto onesti e aperti. Questa domanda purtroppo sarebbe meglio rivolgerla a Peter (Dolving, cantante, ndR) perché è lui che si occupa della stesura delle lyrics. Lui trae ispirazione dalla sua stessa vita e dalle sue stesse emozioni”.
TOGLICI UNA CURIOSITA’: QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI UN TITOLO COME “VERSUS”?
“Mmm… non ne ho idea (risate generali, ndR)! Chi lo sa? Chi sa cosa succede nella testa di Peter?”.
FARETE UN TOUR EUROPEO NEL MESE DI FEBBRAIO, VUOI ANTICIPARCI QUALCOSA?
“Certo, faremo quattro o cinque pezzi dall’ultimo album, ma cercheremo comunque di proporre brani da ogni nostro disco. Vedrete, avremo una setlist veramente forte!”.
AVETE IN PROGRAMA DI REGISTRARE UN LIVE ALBUM O UN DVD CON LA FORMAZIONE ATTUALE?
“Al momento non saprei dirti, visto che non abbiamo ancora un piano al riguardo, ma diciamo che è una cosa che potremmo anche fare”.
“REVOLVER” E’ FORSE IL VOSTRO ALBUM CHE HA RACCOLTO MENO CONSENSI TRA LA CRITICA, ALMENO IN ITALIA. VUOI ESPRIMERE LA TUA OPINIONE SU QUELL’ALBUM ORA, A DISTANZA DI QUATTRO ANNI DALLA SUA PUBBLICAZIONE?
“E’ strano, perché ‘Revolver’ comunque è un disco che ha venduto parecchio. Vedi, a volte ci sono differenze radicali a livello di critica tra un paese e l’altro, come ad esempio tra Inghilterra e Germania, dove i giudizi spesso non concordano e a volte questo dipende anche dalla casa discografica per cui un disco esce…”.
GRAZIE MILLE, PATRIK, PER QUESTA BREVE CHIACCHIERATA; LASCIO A TE LE ULTIME PAROLE…
“Grazie a voi, ragazzi. Ai fan vorrei dire: venite ai nostri concerti! Se vi piace la nostra musica su disco, allora vi assicuro che non vi deluderemo. Ci sono tante band che ritoccano un sacco di parti in studio e che quindi dal vivo finiscono per deludere. Nel nostro caso non è così, e credo che i nostri pezzi rendano ancora di più dal vivo, in virtù anche del discorso fatto prima riguardo alla registrazione. Noi lo consigliamo anche alle altre band: registrate in modo live! Vi aspettiamo allora, a presto!”.