THE HAUNTED – Fuori dal ciclone

Pubblicato il 04/10/2014 da

Da anni, a scadenze regolari, li si dà per morti, ma alla fine i The Haunted in qualche modo tornano sempre. Rivoluzionata per l’ennesima volta la lineup, col rientro del frontman Marco Aro e del batterista Adrian Erlandsson e con l’innesto del nuovo chitarrista Ola Englund, i thrasher svedesi hanno confezionato “Exit Wounds”, opera molto più ruvida del precedente “Unseen”, quasi interamente basata su un “back to the roots” che non stupisce ma che a molti sarà senz’altro apparso particolarmente concreto. La band è forse consapevole di non essere più un punto di riferimento per la scena e ha incanalato rabbia e frustrazione in un album che quasi sicuramente darà il suo meglio nella dimensione live. Il bassista Jonas Bjorler, ormai impegnato a tempo pieno anche con gli At The Gates, ce lo presenta in poche parole, confermandosi persona riservata e schietta, più a proprio agio su un palco che dietro ad un microfono…

the haunted - band - 2014

“EXIT WOUNDS” SEGNA L’ENNESIMO RITORNO A SONORITÀ VICINE AL THRASH, DOPO GLI ESPERIMENTI DI “UNSEEN”. QUESTA NON È APPUNTO LA PRIMA VOLTA CHE I THE HAUNTED TORNANO ALLE ORIGINI: ERA AVVENURI LO STESSO CON “VERSUS”, DOPO “THE DEAD EYE”. CHE COSA HA PORTATO A QUESTO ULTIMO CAMBIO DI ROTTA? QUAL È SECONDO TE LA “VERA” INCARNAZIONE DEI THE HAUNTED?
“Penso che non vi sia una sorta di ‘vera’ incarnazione dei The Haunted. La musica sui nostri album rispecchia l’umore dei compositori nel periodo in cui era stata composta. Personalmente mi piace l’idea che ogni nostro lavoro sia diverso dal precedente: siamo persone molto emotive, ci lasciamo influenzare dalla vita e questo si riflette nella musica”.

AVETE UN NUOVO CHITARRISTA, IL BATTERISTA CHE AVEVA SUONATO SUL DEBUT È RIENTRATO, COSI’ COME IL CANTANTE DEL SECONDO E TERZO DISCO. SI TRATTA DI UN MIX DI VECCHIO E NUOVO PER VOI E CREDO CHE LA MUSICA DI “EXIT WOUNDS” RIFLETTA TALI CAMBIAMENTI, COME DICEVI TU. CHI PERÒ HA EFFETTIVAMENTE COMPOSTO I BRANI?
“Il songwriting è stato curato da me, Jensen e Ola. Marco ha scritto la maggior parte dei testi, ma tutti sono stati coinvolti nella realizzazione del disco. Questa volta abbiamo lavorato come una squadra”.

NELL’ERA DIGITALE NON TUTTI HANNO LA PAZIENZA O LA VOGLIA DI ASCOLTARE UN ALBUM INTERO. TU COME LA VEDI? “EXIT WOUNDS” È UNA RACCOLTA DI BRANI O UN VERO E PROPRIO ALBUM DA ASSORBIRE DALL’INIZIO ALLA FINE?
“Personalmente non mi dà fastidio se qualcuno ascolta solo certi pezzi del nostro album. Il modo di approcciarsi alla musica sta cambiando e bisogna adeguarsi. Credo che me la prenderei se il nostro fosse un concept album, ma per ora va bene così”.

VI SONO BEN 14 BRANI SUL DISCO. AVETE COMPOSTO QUANTO PIÙ MATERIALE POSSIBILE O QUANTO BASTA PER AVERE UN DISCO DAL BUON MINUTAGGIO?
“Eravamo piuttosto ispirati e abbiamo composto altri due pezzi, oltre a quelli che puoi trovare sul disco. Questi ultimi sono stati inclusi nella tracklist del media book a tiratura limitata”.

QUESTI CONTINUI CAMBI DI LINEUP HANNO SEMPRE PORTATO I FAN A DISCUTERE E A FARE PARAGONI TRA VECCHI E NUOVI THE HAUNTED. PRESTATE ATTENZIONE AI COMMENTI DI CHI VI SEGUE?
“Ci interessa sapere cosa pensano i fan e come reagiscono all’ascolto della nostra nuova musica, ma ognuno ha le proprie aspettative e le proprie idee e sappiamo bene che sarebbe impossibile accontentare tutti. Alla lunga bisogna farsene una ragione e andare avanti per la propria strada”.

QUANDO PETER DOLVING HA LASCIATO LA BAND AVETE SUBITO PENSATO A MARCO COME RIMPIAZZO? VI ERANO ALTRI CANTANTI IN LIZZA?
“No, abbiamo immediatamente pensato a Marco”.

RICORDO CHE MARCO SE NE ANDÒ INIZIALMENTE PER CONCENTRARSI SULLA SUA FAMIGLIA. NON PENSI CHE IL PROBLEMA POTREBBE RIPRESENTARSI?
“Non credo perchè d’ora in avanti suoneremo dal vivo con meno frequenza. Cercheremo di fissare concerti attorno ai weekend e di prendere parte ai vari festival. In questo modo Marco potrà avere il tempo di fare tutto”.

COME SONO ANDATI I PRIMI CONCERTI CON QUESTA NUOVA FORMAZIONE?
“Bene. Sta diventando complicato presentare una scaletta che accontenti tutti, ma cerchiamo di variare il più possibile”.

SARESTE IN GRADO DI AFFRONTARE UN ENNESIMO CAMBIO DI LINEUP? PENSI CHE QUESTA SIA LA VOSTRA FORMAZIONE DEFINITIVA?
“Abbiamo affrontato un periodo molto duro quando ci siamo separati da Anders, Per e Peter, ma ora le cose vanno bene e siamo motivati. Non so dire se questa sia la lineup definitiva o se sia migliore di quelle precedenti, per ora viviamo alla giornata”.

“EXIT WOUNDS” ARRIVA NEI NEGOZI SOLO A POCHI MESI DI DISTANZA DALL’ATTESISSIMO NUOVO ALBUM DEGLI AT THE GATES. NON PENSI CHE QUEST’ULTIMO POSSA OFFUSCARE IL NUOVO CORSO DEI THE HAUNTED?
“No, anche perchè trovo che la musica delle due band oggi sia molto diversa. Non sono nemmeno sicuro che il nostro target di ascoltatori sia lo stesso”.

SE AVESSI TEMPO PER UN ALTRO GRUPPO, OLTRE A THE HAUNTED ED AT THE GATES, A CHE TIPO DI MUSICA TI DEDICHERESTI?
“Penso che fonderei una cover band degli Spinal Tap”.

HAI REGISTRATO NUMEROSI ALBUM IN CARRIERA. SEI IN GRADO DI DIRE QUALI SIANO I TUOI PREFERITI E QUELLI A CUI TI SENTI MENO LEGATI?
“I miei preferiti sono ‘Exit Wounds’ e ‘At War with Reality’, semplicemente perchè non mi hanno ancora stancato”.

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