THE HAUNTED – Hate songs!

Pubblicato il 08/11/2004 da
 
Da poche settimane è nei negozi il quarto album dei The Haunted, “rEVOLVEr”, un disco che per chi scrive non aggiunge proprio nulla a quanto già fatto dalla band in passato, mettendo in mostra una carenza di idee e di ispirazione assai preoccupante. Alla luce dell’indubbia importanza del gruppo e delle recenti manovre che l’hanno visto protagonista (nuova label, collaborazione con Lou Koller dei Sick Of It All), Metalitalia.com ha comunque ritenuto opportuno scambiare qualche parola con il chitarrista Anders Bjorler e soprattutto con il vocalist Peter Dolving, da poco rientrato in lineup e pressoché unica nota lieta del comeback discografico della band. L’incontro è avvenuto in un lussuosissimo hotel milanese, poco prima che i due simpatici svedesi si accingessero a pranzare…
 
 

PER INIZIARE VI ANDREBBE DI SPIEGARCI IL TITOLO DEL DISCO? “rEVOLVEr” E’ CHIARAMENTE UN GIOCO DI PAROLE TRA LE PAROLE “REVOLVER” ED “EVOLVE”!
Peter
: “Sì, si tratta di un gioco di parole. ‘Evolve’ sta a significare il volere della band di evolversi e di seguire un determinato iter artistico. ‘Revolver’ invece è lì per dimostrare che nonostante tutto continuiamo ad essere una band votata all’aggressività, è una parola che rappresenta la nostra visione della musica”.

LA PRINCIPALE NOVITA’ IN CASA THE HAUNTED E’ SENZ’ALTRO IL TUO RIENTRO NELLA BAND, CE NE VUOI PARLARE?
Peter: “Be’, io ho sempre desiderato tornare a far parte dei The Haunted, con i ragazzi della band ero rimasto in ottimi rapporti così quando Marco se ne è andato io sono stato la loro prima scelta. E’ stato Jensen a telefonarmi per chiedermi di tornare ad essere il loro cantante e io ovviamente ho accettato subito!”.

MA SE HAI SEMPRE VOLUTO FAR PARTE DELLA BAND PERCHE’ LA LASCIASTI DOPO IL DEBUT ALBUM?
Peter
: “All’epoca me ne andai perché mi trovavo in una bruttissima situazione: devi sapere che i miei genitori sono entrambi degli alcolisti e mia madre fa anche uso di droga. Dovevo mettere ordine nella mia vita e aiutarli, non potevo più permettermi di andare in giro con la band a suonare e di concentrarmi esclusivamente sulla musica. Una cosa del genere l’avevo fatta quando ero un ragazzo, me ne fregavo e pensavo solo ai miei progetti… poi quando le cose si mettevano davvero male scappavo di casa. Ho passato tutta la mia adolescenza in questo modo, poi alla fine, un anno e mezzo dopo essere entrato nei The Haunted, mi sono deciso a dare un taglio a quel tipo di vita e ho preso in mano le redini della situazione. Il periodo successivo è stato davvero brutto, è stata dura rimettere in sesto le cose”.

E NEGLI ALTRI ANNI CHE COSA HAI FATTO?
Peter: “Di tutto: ho lavorato, ho aperto una casa discografica, ho fondato la Peter Dolving Band – che, tra l’altro, presto cambierà moniker – ho cantato nei bar, ho studiato filosofia e ho preso parte a molti progetti musicali. Ho persino inciso delle vocals death metal per un gruppo reggae  (ride, ndR)!”.

LA TUA VECCHIA BAND, I MARY BEATS JANE, E’ ANCORA IN ATTIVITA’?
Peter: “Diciamo di sì. Proviamo raramente ma abbiamo una ventina di nuovi brani pronti, vogliamo dare alle stampe un ultimo bel disco. Non andremo mai più in tour però”.

COMUNQUE COME TI TROVI A FAR PARTE NUOVAMENTE DEL GRUPPO?
Peter: “Benissimo! I fan sono stati subito molto calorosi e le prime apparizioni live sono andate alla grande. Gli altri ragazzi della band mi hanno fatto nuovamente sentire a casa e mi hanno subito dato modo di rendermi utile, dandomi il compito di scrivere tutti i testi dell’album”.

ANDERS, SE PETER NON AVESSE ACCETTATO CHI AVRESTE CONTATTATO PER SOSTITUIRE MARCO?
Anders
: “Avevamo un altro paio di nomi in mente, personaggi della nostra zona con ottime referenze e al momento esenti da impegni con altre formazioni. Per fortuna però non c’è stato alcun bisogno di chiamarli”.

MA PERCHE’ MARCO HA LASCIATO LA BAND?
Anders: “Marco ha una famiglia e non aveva più voglia di andare in tour e di correre il rischio di rimanere senza soldi da un momento all’altro. Ha preferito trovarsi un lavoro, decisione che rispettiamo assolutamente. Gli auguriamo il meglio”.

OK, VENIAMO ORA AL NUOVO DISCO, COME LO DESCRIVERESTE?
Anders: “Si tratta senza dubbio del disco con la migliore produzione della nostra carriera. Ci tengo molto a sottolineare questo aspetto perché non sono mai stato soddisfatto di come suonavano i vecchi lavori. Musicalmente è un classico album dei The Haunted, con brani veloci e thrash e altri più lenti e melodici. Questa volta c’è poi anche un brano più strutturato e progressivo intitolato ‘My Shadow'”.

PETER, IN ALCUNI BRANI TU CANTI IN VOCE PULITA! E’ STATA UNA TUA IDEA?
Peter: “Diciamo di sì, ho avuto piena libertà di interpretare i pezzi che i ragazzi mi fornivano e in alcuni di questi ho provato ad adottare un approccio diverso dal solito. Gli altri non hanno avuto nulla da obiettare, quindi…”.

IN SEDE LIVE HAI INTENZIONE DI RIELABORARE I BRANI APPARTENENTI AI DISCHI INCISI CON MARCO?
Peter
: “Non lo farò in modo troppo evidente, non voglio cambiare tantissimo. Certamente non sono in grado di cantare quei pezzi esattamente come lo faceva Marco ma non è certo mia intenzione stravolgerli”.

MA COME GIUDICHI “THE HAUNTED MADE ME DO IT” E “ONE KILL WONDER”?
Peter
: “Per me ‘Made Me Do It’ è un grandissimo album, lo ascolto spesso. ‘One Kill Wonder’ invece un po’ meno, certi pezzi faticano a prendermi…”.

VOGLIAMO PARLARE DELLA PARTECIPAZIONE DI LOU KOLLER DEI SICK OF IT ALL SUL BRANO “WHO WILL DECIDE?”?
Peter
: “E’ stato un sogno per me incidere un brano con Lou, è da sempre uno dei miei cantanti preferiti! Il tutto è nato quando ho fatto sentire la versione demo del pezzo ad un amico. Lui mi ha detto che la voce di Lou sarebbe stata perfetta sulla musica e mi ha convinto a contattare la ragazza che gestisce la promozione dei SOIA in Svezia. Lei gli ha telefonato e Lou ha accettato subito visto che è un nostro fan! Ha inciso la sua parte quando i SOIA sono venuti a suonare in Svezia, ci ha messo un attimo ed è stato gentilissimo!”.

DI COSA PARLANO I TESTI DI “rEVOLVEr”?
Peter
: “Di varie cose, non si tratta di un concept album. Parlo di esperienze personali, delle cose che accadono nel mondo e di ciò che non tollero e non trovo giusto. Ma ci sono anche brani basati su storie partorite dalla mia immaginazione o da scrittori che amo”.

TROVO LA COPERTINA MOLTO INTERESSANTE, CHE COSA RAPPRESENTA? CHI E’ L’UOMO IN GIACCA E CRAVATTA CON IL GHIGNO MALEFICO?
Peter: “Scegli tu… Bush, Blair o Berlusconi (ride, ndR)?”.

ANDRETE IN TOUR PER PROMUOVERE IL DISCO?
Anders
: “Abbiamo un lungo tour negli USA con Damageplan e Shadows Fall già programmato. Ci interessa molto suonare negli Stati Uniti perché è il luogo dove vendiamo di più. Poi vogliamo al più presto suonare in Europa e credo che questo avverrà tra gennaio e febbraio 2005”.

“rEVOLVEr” E’ IL VOSTRO PRIMO LAVORO AD USCIRE PER CENTURY MEDIA, COME VI STATE TROVANDO?
Anders
: “Splendidamente. Sapevamo di aver firmato per una delle label migliori del pianeta e il loro lavoro infatti non ci sta deludendo. Nulla a che vedere con la Earache”.

SIETE SEMPRE MOLTO CRITICI NEI CONFRONTI DELLA EARACHE…
Anders
: “Nell’ultimo periodo con loro le cose non stavano andando malissimo però il loro modo di lavorare non ci è mai piaciuto. A parte il fatto che la promozione è sempre stata abbastanza scarsa ma poi non si sono mai dimostrati interessati a noi come persone: volevano solo nuova musica da pubblicare per guadagnare due soldi. Mai una telefonata o delle proposte intelligenti… sei anni fa quando Peter lasciò la band ci inviarono persino un fax con delle minacce, pensavano di rimanere senza una band e perdere dei soldi!”.

CAPISCO… BE’, IO DIREI CHE POSSIAMO CONCLUDERE QUI. GRAZIE MILLE RAGAZZI…
Peter & Anders
: “Grazie a te per l’intervista, un saluto ai fan italiani, ci vediamo in tour”.

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