Per il sottoscritto l’intervista con Anders Bjorler, chitarrista dei The Haunted e dei seminali At The Gates, è stata quasi un evento. L’emozione di parlare con colui che ha scritto alcuni dei miei brani preferiti di sempre è stata grande ma, vinta l’iniziale timidezza, sono riuscito subito ad entrare in sintonia con lui. Anders si è dimostrato una persona schietta e di poche parole, cosa che mi ha portato a fargli diverse domande per chiarire meglio alcune sue risposte un po’ troppo stringate. Con lui ho toccato diversi argomenti: dai motivi soggiacenti alla sua temporanea dipartita e dal nuovo album dei suoi The Haunted, si è passati ad alcune questioni un po’ più vecchie e legate alla storia degli At the Gates, cosa che sicuramente desterà la curiosità di coloro che sono troppo giovani o che all’epoca non seguivano ancora la band.
OK ANDERS, PER INIZIARE TI ANDREBBE DI ILLUSTRARCI I MOTIVI CHE TI HANNO PORTATO A LASCIARE LA BAND E POI A TORNARE A FAR PARTE DI ESSA NEL GIRO DI POCHI MESI?
“Ci sono stati diversi motivi che mi hanno inizialmente portato a prendere la decisione di lasciare la band. All’epoca ero fermamente deciso a voler completare i miei studi universitari nel più breve tempo possibile e, ovviamente, i continui impegni con la band non mi permettevano di fare ciò. Poi ero davvero molto stanco in quel periodo, la lunga permanenza in tour mi aveva stremato, ed ero talmente svogliato ed insicuro su cosa fare della mia vita che presi quella decisione. Dopo alcuni mesi però la band ha iniziato a mancarmi, mi sono fermato a riflettere e mi sono reso conto che quello che stavo facendo non era ciò che desideravo realmente. La musica è la mia vita, ho dedicato la mia intera adolescenza ad essa e non posso farne a meno neanche ora. Ne ho così parlato a mio fratello e agli altri ragazzi della band i quali non hanno avuto nessun problema a riprendermi con loro. Ora sono davvero contento e sono convinto di aver fatto la cosa giusta.”
QUINDI ORA HAI ABBANDONATO GLI STUDI E TI CONCENTRERAI SOLAMENTE SUI THE HAUNTED?
“No, non ho abbandonato gli studi. Proverò a conciliare le due cose come facevo un tempo. So che sarà difficile, ma ho intenzione di provarci”.
POCHI MESI FA E’ STATO PUBBLICATO UN LIVE ALBUM REGISTRATO, TANTO PER CAMBIARE, IN GIAPPONE. PERCHE’ AVETE DECISO DI REGISTRARNE UNO DOPO AVER PUBBLICATO SOLO DUE ALBUM IN STUDIO?
“La pubblicazione del live album non era stata pianificata. Il fatto è che i concerti in Giappone sono andati davvero benissimo e, una volta ascoltata la registrazione delle nostre performance, ci siamo resi conto di quanto fossero valide. Abbiamo così pensato, in comune accordo con la nostra label, di pubblicare un live, anche perchè tenere nel cassetto del materiale del genere ci sembrava davvero uno spreco”.
VENIAMO ORA ALL’ATTESISSIMO NUOVO ALBUM, IMMAGINO CHE IL TUO CONTRIBUTO AL SONGWRITING SIA STATO ABBASTANZA LIMITATO…
“Beh, forse rispetto agli album precedenti si, ma ho comunque scritto del materiale, nelle ultime settimane, che credo proprio che andrà a far parte dell’album. Prima di lasciare la band, inoltre, avevo scritto almeno un paio di brani completi, e quindi posso affermare che il mio contributo non sarà poi tanto limitato”.
PARLIAMO ALLORA DI QUESTO VOSTRO NUOVO LAVORO, PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE?
“Musicalmente credo proprio che sarà piuttosto simile a quanto fatto su “The Haunted Made Me Do It”, sarà quindi un album abbastanza vario. Inoltre lavoreremo molto sulla potenza del suono questa volta, preparatevi ad un guitar sound devastante”.
IN PASSATO VI HO SENTITI LAMENTARVI DELL’OPERATO DELLA VOSTRA ETICHETTA, LA EARACHE. COME PROCEDONO LE COSE ORA?
“Non siamo al 100% soddisfatti del lavoro che stanno facendo, le cose potrebbero andare molto meglio. Dobbiamo sempre pressarli affinché facciano quello che chiediamo. Devo comunque ammettere che le cose sono molto migliorate rispetto all’inizio: la promozione per il nostro ultimo album è stata abbastanza soddisfacente, niente a che vedere con quella fatta per il debut. Posso comunque anticiparti che il prossimo sarà il nostro ultimo album per loro. Il nostro contratto scadrà con la pubblicazione del prossimo album e abbiamo già ricevuto diverse offerte interessanti da etichette importanti”.
LA STESSA EARACHE PUBBLICHERA’ FRA POCHI GIORNI LA RISTAMPA DI “SLAUGHTER OF THE SOUL” DEGLI AT THE GATES, BAND DI CUI TU ERI IL PRINCIPALE COMPOSITORE. COSA NE PENSI DI QUESTA OPERAZIONE?
“Credo che sia una buona cosa. Ho sentito che ci saranno ben sei bonus track, e che verrà stampata anche un’edizione speciale. Sono contento che ci sia ancora molto interesse nei confronti della band, infatti anche la Peaceville l’anno scorso ha ristampato tutti i nostri primi album”.
ANDERS, ONESTAMENTE SEI SODDISFATTO DI QUANTO FATTO FINORA CON I THE HAUNTED? AD ESSERE SINCERI MOLTI FAN SONO RIMASTI SCONTENTI DI QUANTO PRODOTTO DA VOI. INTENDIAMOCI, ENTRAMBI GLI ALBUM SONO MOLTO BELLI MA DAGLI EX AT THE GATES FORSE CI SI ASPETTAVA QUALCOSINA DI PIU’…
“Capisco ciò che intendi, non è la prima volta che qualcuno mi viene a dire una cosa del genere. Io posso dirti che sono totalmente soddisfatto di quello che ho fatto fin’ora con i The Haunted. Molta gente mi dice che non stiamo facendo nulla di nuovo, che siamo delle copie degli Slayer e delle altre thrash metal band degli anni ’80. Ciò non è assolutamente vero, forse un fondo di verità c’era all’epoca del debut album ma io, quando ascolto “The Haunted Made Me Do It”, non trovo evidenti riferimenti a questa o a quell’altra band, non ho mai sentito qualcuno che suoni come noi ora. Comunque, il nostro obiettivo non è quello di essere originali ad ogni costo, noi suoniamo ciò che vorremmo ascoltare”.
OK, ORA TI ANDREBBE DI FARE UN PICCOLO SALTO NEL PASSATO E DI PARLARE, PER COLORO I QUALI ERANO TROPPO GIOVANI ALL’EPOCA, DEI MOTIVI CHE PORTARONO GLI AT THE GATES ALLO SCIOGLIMENTO?
“Certamente, so che molti dei fan degli At The Gates e dei The Haunted non hanno vissuto in diretta quegli avvenimenti. Tutto avvenne dopo la pubblicazione di “Slaughter Of The Soul”: andammo in tour per sette mesi consecutivi facendo pochissime pause e non ci guadagnammo un soldo. La situazione non era delle migliori perché, come puoi capire, noi dovevamo tirare avanti in qualche modo e stare sette mesi lontano da casa senza poi ricevere un adeguato ritorno economico ci tagliò le gambe. Inoltre nacquero degli accesi conflitti all’interno della band: Thomas premeva affinché ci spostassimo su sonorità più punkeggianti, e noi non eravamo affatto d’accordo! Quel tipo di sound non faceva parte del nostro background, non lo sentivamo per niente nostro, ragion per cui ci opponemmo fermamente a Thomas. La situazione degenerò presto, e alla fine decidemmo di scioglierci. Sono comunque contento che la storia della band si sia conclusa all’apice del nostro successo. Intanto anticipo la risposta alla tua prossima domanda: non è affatto in programma una reunion. Forse se ne potrà parlare negli anni a venire, ma per come stanno ora le cose è davvero improbabile che avvenga una cosa del genere (ride, nda)!”
LA SPERANZA E’ L’ULTIMA A MORIRE! COMUNQUE GRAZIE PER LE DELUCIDAZIONI, ANDERS. HAI NOMINATO THOMAS, LO STORICO SINGER DEGLI AT THE GATES, COSA PENSI DEI SUOI RECENTI LAVORI? MI RIFERISCO AL NUOVO ALBUM DEI THE GREAT DECEIVER E ALL’ULTIMO ALBUM DEI THE CROWN…
“I The Great Deceiver proprio non mi piacciono, li rispetto ma sono troppo hardcore per i miei gusti. Il nuovo The Crown invece l’ho ascoltato poco ma non mi fa impazzire, preferisco i loro vecchi album (chissa perché!?!, nda)”.
CON GLI AT THE GATES SEI STATO UNO DEI PIONIERI DELLA SCENA DI GOTHEBORG: QUAL’E’ ORA LA TUA OPINIONE SU DI ESSA? C’E’ QUALCHE NUOVA BAND CHE TI HA COLPITO?
“Non seguo più molto la scena Svedese né tantomeno quella di Gotheborg, non sono quindi molto informato sulle uscite recenti. Posso dirti che non apprezzo queste nuove band come gli In Flames o i Soilwork, sono troppo melodiche per i miei gusti, oserei dire pop. Non mi piacciono neanche le ultime cose dei Dark Tranquillity, hanno introdotto le tastiere e alcuni effetti elettronici che non riesco davvero a digerire”.
SIAMO ALLA FINE ANDERS, GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA…
“Grazie a te, ci si vede in tour l’anno prossimo!”