THE LEGION – Brutal black attitude!

Pubblicato il 25/02/2004 da

Saliti alla ribalta per aver “prestato” il batterista ai Marduk, gli svedesi The Legion confermano il proprio talento con “Unseen To Creation”, disco che rinverdisce la tradizione del black metal made in Sweden e dopa il suono di Setherial e Thy Primordial con una generosa dose di death tecnico. Una band, dunque, che, ben lungi dall’aver messo in mostra qualità di sconvolgente valore, può ha tutto il tempo e le capacità necessarie per maturare e rendere il proprio suono più fruibile e meno granitico. In attesa di una conferma in grande stile, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con David Svartz, chitarrista e mainman dei The Legion.
ALLORA DAVID, COMINCIAMO PRESENTANDO LA BAND A CHI ANCORA NON VI CONOSCE…
“Ci siamo formati nel tardo 1999 e da allora abbiamo dato alle stampre un demo, un promo, un 7″ ed ora l’album di debutto. Volevamo dare vita ad un black metal freddo e malvagio con riffs più interessanti di quelli che si sentono di solito, potendoci avvalere di una tecnica superiore alla media. Suoniamo da parecchio tempo, ma prima di formare The Legion, per noi era una specie di hobby; in un certo senso lo è ancora, visto che abbiamo ancora dei lavori normali, anche se la band è la nostra priorita nella vita. Lavoriamo solo per poter andare in tour ed avere la possibilità di registrare dei nuovi pezzi. Io e Tiwaz ci siamo conosciuti a scuola e abbiamo cominciato a studiare chitarra insieme, mentre Emil suonava con me in un gruppo chiamato Nominon. Nei primi tempi mi occupavo della voce, ma ora è con noi un ragazzo di nome Anders che urla come un dannato. Il nostro quinto membro, il bassista, si chiama Lars.”

“UNSEEN TO CREATION” E’ UN ALBUM PIUTTOSTO AGGRESSIVO; COME SI E’ SVOLTO IL PROCESSO COMPOSITIVO?
“Di solito sono io a comporre i riff di base; se poi piacciono a tutti, cominciamo a lavorarci sopra e ad aggiungere il basso, le altre chitarre e la batteria . Di solito cominciamo a comporre dall’inizio di un pezzo e cambiamo i riffs fino a quando non siamo del tutto soddisfatti. Alcuni pezzi richiedono moltissimo lavoro, mentre altre le portiamo a termine abbastanza in fretta. Personalmente preferisco non concentrarmi in maniera ossessiva su un pezzo, perchè se la composizione è troppo “telefonata” si finisce per perdere in feeling. Il mio songwriting è abbastanza spontaneo e dal momento che sono sempre stato un fan di questo tipo di musica, penso che sia quasi naturale per me scriverla.

IL VOSTRO SUONO E’ SVEDESE AL 100%. VI RICONOSCETE IN PIENO NELLA TRADIZIONE BLACK METAL DEL VOSTRO PAESE? QUALI BANDS VI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE?
“Sono d’accordo con te e penso che siamo riusciti a preservare alcune delle qualità migliori del tipico “Swedish Sound” nel nostro album. La scena qui non è più grande come quella di una volta ed è difficile organizzare qualcosa di serio. I gruppi che amavo quando ho cominciato ad appassionarmi al black metal oggi hanno appeso gli strumenti al chiodo o hanno cambiato genere; mi piacerebbe vedere più gruppi estremi da queste parti! Intendo dire che mi piacerebbe vedere più gruppi che suonano estremi invece di sbandierare ideologie assurde; di quelle ce ne sono a centinaia. I gruppi svedesi che amo di più sono: FUNERAL MIST, MISERICORDIA, EIDOMANTUM, TRIUMPHATOR, ALLEGIANCE, SORHIN, BLOT MINE, IN BATTLE, SATANIC SLAUGHTER, ARCKANUM, GREIF OF EMERALD, NEPHENZY CHAOS ORDER, FACE OF EVIL, DAWN, THY PRIMORDIAL, SARGOTH e NAGLFAR.”

IL VOSTRO 7″ E’ STATO PRODOTTO DA ANDY LA ROCQUE, MENTRE “UNSEEN TO CREATION” PORTA LA FIRMA DI TOMMY TAGTGREN; CON QUALE DI QUESTI DUE MOSTRI SACRI VI SIETE TROVATI MEGLIO? QUALI DIFFERENZE AVETE NOTATO NEL LORO MODO DI LAVORARE?
“Quando abbiamo finito di registrare “Unseen To Creation” agli Abyss, ci siamo detti “E’ stato bello lavorare con Andy, ma con Tommy è tutta un’altra cosa”. Gli Abyss studios sono migliori sotto tutti i punti di vista e Tommy è un ragazzo divertente e gentile, oltre ad avere un’esperienza infinita nel suo campo. E’ più flessibile di Andy ed è sempre diposto a provare nuove soluzioni ed entrare in contatto con la band.La nostra sessione di registrazione con Tommy è durata solo una settimana, ma in questo breve tempo abbiamo imparato più di quanto avremmo potuto imparare in qualsiasia altro studio. Entravamo in sala di registrazione di mattina presto e ci restavamo fino a dopo mezzanotte. In origine avremmo dovuto stare in studio due settimane, ma dal momento che non era possibile, abbiamo registrato la batteria nel nostro studio personale ed immortalato su nastro agli Abyss solo voce e chitarre. E’ stato un periodo molto rilassato, dal momento che, come ti ho già detto, Tommy è davvero gentile e ci ha offerto un po’ del suo vino Chateau de Abyss, che è davvero pericoloso per la mente e per il corpo. Siamo molto soddisfatti del risultato; la produzione è potente ma non troppo raffinata e tutti i dettagli sono in mostra. Inoltre, trovo che il nostro disco non suoni troppo “made in Abyss”. “

NON PENSI CHE CON UNO STILE COME IL VOSTRO SI RISCHI DI PERDERE DI VISTA L’ATMOSFERA, UNA COMPONENTE DA SEMPRE FONDAMENTALE NEL BLACK METAL?
“Sì, in effetti un problema. Quando si suona della musica così complessa, è difficile trovare un equilibrio tra atmosfera ed aggressività. Le parti più vicine al death metal devono risultare potenti, mentre quelle legate al black devono avere la giusta importanza. E’ difficile, ma penso che noi siamo riusciti a cavarcela abbastanza bene; ascoltate l’album e giudicate!

IL VOSTRO BATTERISTA SUONA ANCHE NEI MARDUK; PENSATE SIA POSITIVO PER LA BAND A LIVELLO DI IMMAGINE ED ESPOSIZIONE MEDIATICA? DRAGU SARA’ PARTE ATTIVA DI ENTRAMBI I GRUPPI IN FUTURO?
“L’abbiamo incoraggiato noi ad unirsi ai Marduk, perchè sappiamo che suonare è la sua passione più grande. Non abbiamo pensato nemmeno per un attimo al ritorno di immagine che avrebbero avuto The Legion, credimi. Ovviamente ci siamo chiesti se avremmo potuto continuare come prima, ma ora che la situazione si è assestata possiamo dire che le cose funzionano piuttosto bene. Emil riesce a combinare bene le due attività e riesce a spostarsi da una città all’altra senza problemi. Abbiamo dovuto scendere a compromessi un paio di volte per via degli impegni dei Marduk, ma non è niente di drammatico. Con l’assenza sporadica di Emil, abbiamo modo di concentrarci sulla composizione, mentre lui fa sempre più pratica e questo non è un male; lo stile dei Marduk è più diretto del nostro e Emil riesce a fare esperienza su entrambi i fronti. Se organizziamo un tour o una sessione di registrazione con The Legion, i Marduk devono regolarsi di conseguenza e viceversa; finora è andata bene così.”

SEMBRAVA CHE DOVESTE ANDARE IN TOUR CON GLI IMPALED NAZARENE A FEBBRAIO, MA PARE CHE NON SE NE FACCIA PIU’ NIENTE…
“In effetti il tour era già stato organizzato, ma l’agenzia che avrebbe dovuto metterlo in piedi si è tirata indietro. E’ un peccato, perchè Emil conosce già personalmente i ragazzi degli Impaled Nazarene e sarebbe stato un gran divertimento. Cercheremo di organizzare qualcosa per l’estate, ma non c’è niente di certo. Probabilmente suoneremo al Partysan e all’Inferno Festival in Norvegia.”

COSA MI DICI DEI TESTI DELL’ALBUM? CHI LI HA SCRITTI?
” “Retribution” è stata scritta dal nostro primo cantante, Sune Hammarstrom, ed è parte di una sorta di trilogia completata da “Awakened Fury” e “Torment Divine”, che era sul 7″. Ha a che vedere con la dannazione cristiana e con la vendetta e contiene passaggi dalla bibbia e visioni più puramente fantasy. “Those Beyond” è stata scritta dal nostro bassista Lars ed è ispirata ai portali di Clive Barker e lucio Fulci, mentre “Redeemer” l’ho scritta io ed è basata sulla mitologia nordica e la visione della caduta dell’uomo. “Cosmopathic Deathvoid” è di nuovo di Lars ed è un testo ispirato a Lovecraft; “Knee-deep In Blood” è mia ed è fondamentalmente una visione apocalittica e profetica sulla fine dei tempi. Anche “On Swift Wings” è mia ed è di nuovo ispirata ai testi della mitologia nordica, mentre “Rise Of The Fallen” è influenzata ancora una volta dall’opera di Lovecraft e dai grandi antichi.”

LA VOSTRA MUSICA E’ TECNICAMENTE MOLTO COMPLESSA; CHE VALORE HA PER VOI LA TECNICA? PENSATE CHE SIA PIU’ DI UN MEZZO?
“Per me è piuttosto importante, soprattutto quando scrivo musica, ma mi piacciono anche pezzi semplici se hanno l’atmosfera giusta. Non penso che la nostra musica sia estremamente tecnica, anche se ci interessa mantenere un certo livello di complessità. Mai più del necessario comunque.”

L’ARTWORK DEL DISCO E’ MOLTO SUGGESTIVO; A CHI SI DEVONO L’IDEA E LA REALIZZAZIONE?
“Il famoso artista belga Kris Verwimp è l’uomo dietro la copertina di “Unseen To Creation”. Volevamo un dipinto come artwork, perchè pensiamo sia la dimensione ideale per un disco metal; ci sono troppi lavori grafici fatti al computer che sono davvero insensati. Il concept è prevalentemente mio e di Lars e devo dire che il risultato è proprio come lo volevamo. Il titolo stesso dell’album, che è un verso di un nostro vecchio pezzo, si riferisce al dipinto; il maelstrom di entità demoniache che emerge dagli abissi è sfuggito alla vista di della creazione divina. La nostra prima idea era quella di avere la terra anzichè la luna in centro, ma poi ci siamo resi conto che non sarebbe stato altrettanto bello. Volevamo una vera copertina black metal e penso che Kris l’abbia realizzata alla perfezione per noi.”

HAI QUALCHE COMMENTO FINALE?
“Grazie per l’intervista! Apprezziamo il vostro supporto. Se qualche italiano ama il black metal violento e brutale, noi facciamo per lui! Il nostro sito è http://www.legion.nu. In hoc signum vinces.

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