“Main ignition sequence stars in 3… 2… 1…”. Che i musicisti abbiano più anime all’interno del proprio spettro sonoro è risaputo, ma che riescano a passare dai controtempi ignoranti del death metal ad un hard rock patinato e vintage dalle tinte spaziali beh… è qualcosa che forse potrebbe lasciare un po’ più perplessi. Ed invece è proprio questo il caso dei The Night Flight Orchestra, giunti al quarto album e alla firma su Nuclear Blast con l’ultimo “Sometimes The World Ain’t Enough”, le cui sonorità sfavillanti farebbero pensare a tutto fuorchè un side-project di membri di Soilwork, Arch Enemy e Spiritual Beggars. In un pomeriggio di inizio Maggio raggiungiamo via Skype un inedito, loquacissimo Björn Strid (voce dei Soilwork, appunto), per farci raccontare quale sia la missione dei novelli cosmonauti al neon, come si balla in Svezia, il segreto degli intermezzi campionati femminili dei loro album e come si sta nello spazio profondo. “Lift off” e buona lettura.
BENVENUTO SU METALITALIA.COM! E’ LA PRIMA VOLTA CHE VI INTERVISTIAMO, QUINDI FACCIAMO UN PICCOLO PROLOGO: DA UN PASSATEMPO PER I TEMPI MORTI DURANTE UN TOUR DEI SOILWORK ALLA FIRMA PER NUCLEAR BLAST… COME SONO NATI I THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA?
– Beh, mi ricordo che era un tour abbastanza lungo, ogni sera ci trovavamo seduti nel backstage insieme al resto della crew e ad un paio di bottiglie (ride, ndR): ci dicevamo che dovevamo formare un qualche tipo di band e comporre una sorta di soundtrack per il viaggio, perché ne avevamo bisogno e non ne avevamo una; credo che questo si possa in qualche modo sentire, nelle nostre canzoni. Così abbiamo cominciato a cercare persone adatte per questo fantomatico gruppo, gente che conoscevamo sia sul piano personale che su quello musicale, che fosse in grado di suonare un certo tipo di musica. Abbiamo trovato quelli che sono tutt’ora i membri della band e sono convinto che sia stato un autentico colpo di fortuna essere riusciti a mettere insieme queste persone, c’è stata fin da subito un’alchimia istantanea (ride, ndR)! Abbiamo buttato giù qualche canzone ed abbiamo cominciato a mandare i demo alle etichette; mi ricordo che è stato molto difficile trovarne una che ci permettesse di registrare il nostro primo album, nel 2012. Alla fine abbiamo trovato i ragazzi della Coroner Records – sai, sono miei amici sin da quando cantavo nei Disarmonia Mundi – che erano molto interessati alla band e quindi grazie, Coroner Records, per aver creduto in noi (risate, ndR)! Hanno fatto uscire i nostri primi due dischi e credo che il passaparola con le nostre canzoni sia stato dannatamente rapido, specie tra gli altri musicisti: mi ricordo che gli In Flames mi dissero che avevano i The Night Flight Orchestra come soundtrack nel loro tourbus durante tutto il tour in Nord America. (Risate) E’ bellissimo e credo che sia un bel complimento, visto che sono musicisti navigati anche loro. Credo che sia diventato una sorta di ‘piacere peccaminoso’ per un po’ tutti, così la Nuclear Blast ci ha chiamato durante un periodo in cui non avevamo un’etichetta e quindi ecco come è andata la storia! Continuiamo ad andare avanti, è un’unità molto creativa; l’anno scorso abbiamo rilasciato “Amber Galactic” ed ora sta uscendo “Sometimes The World Ain’t Enough”.
BENE, PARLIAMO QUINDI DEL VOSTRO “SOMETIMES THE WORLD AIN’T ENOUGH”: È IL VOSTRO QUARTO ALBUM IN SEI ANNI. SONO UN BEL PO’ DI DISCHI IN UN NON COSÌ AMPIO LASSO DI TEMPO PER QUELLO CHE DOVEVA ESSERE UN ‘SIDE-PROJECT’. MI PIACEREBBE QUINDI SAPERE COME RIUSCITE AD INCASTRARE LE COSE CON LE VOSTRE BAND PRINCIPALI COME SOILWORK, ARCH ENEMY E SPIRITUAL BEGGARS E SOPRATTUTTO QUANDO AVETE COMPOSTO IL NUOVO ALBUM, VISTO CHE “AMBER GALACTIC” È USCITO APPENA UN ANNO FA?
– (Ci pensa, ndR) Beh, direi che è un continuo processo compositivo. Non è che ci mettiamo ad un tavolo e ci diciamo “è ora di registrare un album”, il comporre è piuttosto qualcosa che facciamo sempre: ci viene molto naturale scrivere musica o chiuderci in uno studio a registrare, anche perchè abbiamo all’interno della band due produttori con i loro rispettivi studi, quindi praticamente possiamo andarci ogni volta che vogliamo. Inoltre non ci piace stare lontano per troppo a lungo, cerchiamo di trovarci insieme appena possibile e costantemente portiamo nuovo materiale. Vedi, siamo estremamente creativi, ma è colpa dell’amore per la musica (ride, ndR), ho la testa piena di melodie che necessitano di essere messe in musica e registrate! In più non ci siamo quasi resi conto che è passato un anno così velocemente, questo nuovo album è uscito in maniera molto naturale perchè avevamo all’incirca quaranta canzoni tra cui scegliere.
QUARANTA CANZONI? DIREI CHE SONO UN BEL PO’. IN CIASCUNA DI ESSE CI SONO GROOVE, RITORNELLI SING-ALONG, ATMOSFERE DANZERECCE: QUESTI STILEMI CHE CARATTERIZZANO LE VOSTRE CANZONI, SEMBRANO APPARTENERE AD UN PARTICOLARE MODO DI CONCEPIRE LA MUSICA IN SVEZIA – BASTI PENSARE AGLI ABBA, O NEL MONDO ROCK/METAL AGLI HARDCORE SUPERSTAR. ANCHE QUEI GRANDI GRUPPI SVEDESI PIÙ MARCI, PESANTI O ESTREMI (PENSO A NOMI COME DISMEMBER, WATAIN, AT THE GATES, ENTOMBED) HANNO TUTTI UNA PARTICOLARE AFFEZIONE PER LE MELODIE O ARMONIE, TU STESSO CANTI NEI SOILWORK E ORA NEI THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA. QUESTA DUALITÀ MI HA DA SEMPRE AFFASCINATO, TU SAPRESTI SPIEGARMI DA DOVE DERIVA?
– In effetti è una gran bella domanda. Credo che nel caso di noi svedesi, ma anche in generale, se si ascolta metal si tende ad essere abbastanza oggettivi quando si parla di musica, sai… Si hanno veramente tante influenze da tanti ambiti, si ascoltano tante cose diverse e anche se si suona black metal il discorso è lo stesso. Penso che forse qui in Svezia siamo bravi a canalizzare queste influenze in qualche modo, specialmente a livello melodico. I Tribulation sono un altro esempio a favore di quanto sto dicendo: la loro musica non deriva soltanto da un’ispirazione per il black metal, ma se si pensa al loro modo di essere ‘melodici’ si capisce che c’è molto altro.
È CURIOSO QUESTO ESEMPIO, PERCHÉ LI HO INTERVISTATI IL MESE SCORSO, E MI HANNO RISPOSTO PIÙ O MENO COME TE.
– (Risate) Davvero? E’ interessante questa cosa, sono un loro grande fan. Anche la loro musica, così come quella dei The Night Flight Orchestra, ha una propria – so che sembra strano, ma non saprei come altro spiegarlo – ‘danzabilità’. Qui in Svezia siamo abbastanza rigidi e non credo che possiamo definirci bravi ballerini, però siamo in grado di offrire la musica adatta a chi sa davvero ballare (ride, ndR).
BELLA RISPOSTA, PERÒ EFFETTIVAMENTE DEVO AMMETTERE CHE È DIFFICILE ASCOLTARE I VOSTRI DISCHI SENZA MUOVERSI A RITMO DI MUSICA.
– Lo prendo come un complimento! Sicuramente per esempio voi italiani avete più ritmo e orecchio per ballare che noi svedesi.
ENTRAMBI GLI ULTIMI “AMBER GALACTIC” E “SOMETIMES THE WORLD AIN’T ENOUGH” SEMBRANO AVERE PIÙ DI UNA CONNESSIONE CON LO SPAZIO ED UN CERTO TIPO DI FILM SCI-FI; C’È QUALCHE TIPO DI CONCEPT CHE COLLEGA I DUE DISCHI? QUALI SONO STATE LE VOSTRE FONTI DI ISPIRAZIONE PER QUESTO TIPO DI IMMAGINARIO?
– Certamente “Sometimes The World Ain’t Enough” continua l’idea di percorso cominciata con “Amber Galactic”: c’è questa specie di ‘relationship drama’ nello spazio che prosegue di canzone in canzone; in più abbiamo un chitarrista che legge all’incirca cinque libri di fantascienza a settimana, quindi fin da subito le basi per questo immaginario c’erano tutte. Io in realtà conoscevo soltanto un po’ di fantascienza degli anni Ottanta, ma lui mi ha per così dire introdotto in questa sorta di ‘new school sci-fi’ attraverso la musica, e credo che questo tipo di immaginario si adatti perfettamente con la musica. La storia che viene raccontata è interessante, anche perché è basata su esperienze reali… Chiaramente non accadute nello spazio (ride, ndR), ma questo diventa una connessione, una metafora su un piano differente.
HO FATTO UN ESPERIMENTO, L’ANNO SCORSO: HO FATTO ASCOLTARE ALCUNE VOSTRE CANZONI A DIVERSI TIPI DI PERSONE (MIO PAPÀ, COLLEGHI DI LAVORO, AMICI E GENTE DI VARIO TIPO ED ETÀ), CHIEDENDO POI LORO DI INDICARMI IL NOME DEL GRUPPO CHE PENSAVANO SUONASSE E PIÙ O MENO L’ANNO DI USCITA DELLA CANZONE. CHIARAMENTE SONO USCITI I NOMI PIÙ DISPARATI – QUALCUNO HA DETTO TOTO, ALTRI I RUSH O SIMILI – MA TUTTI SONO STATI D’ACCORDO SUL PERIODO, “ASSOLUTAMENTE DURANTE GLI ANNI OTTANTA”. EFFETTIVAMENTE GUARDANDO LE VOSTRE GRAFICHE RETRÒ AL NEON, LE AMBIENTAZIONI SCI-FI CHE DICEVAMO PRIMA, I CORI, I SYNTH E LE TASTIERE SIAMO ABBASTANZA SICURI CHE STATE FACENDO DEL VOSTRO MEGLIO PER ADATTARVI A QUESTA SORTA DI MITIZZAZIONE VINTAGE DEGLI ANNI OTTANTA. E’ COSÌ? VI È MAI CAPITATO DI NOTARE QUESTA SORTA DI ‘NOSTALGIA’ PER QUEGLI ANNI CHE HA INVESTITO IL MONDO DELLE ARTI IN GENERALE?
– Non credo che era qualcosa che volevamo fare ad ogni costo, però l’intera idea alla base del gruppo era basata sull’amore e la passione per quel tipo di musica e non credo che avrebbe potuto funzionare così bene se non ci fossimo ritrovati ad essere una manciata di musicisti metal che si ubriacano e dicono “Dai, facciamo qualcosa simil-Eighties”… perché è esattamente così che sono andate le cose e continuano ad andare tutt’ora. Ci sono tante band retro-rock che stanno uscendo in questo periodo, ma nel nostro caso la cosa va molto oltre, perché oltre all’amore per quel tipo di musica uscita in quegli anni abbiamo dalla nostra una conoscenza diretta del periodo che ci porta a scrivere le canzoni e comporre musica in un determinato modo. Inoltre il modo di vivere i live come una performance, così come li concepiamo noi, si è un po’ perso nel tempo, quindi ci siamo via via convinti di avere una vera e propria missione (ride, ndR)! E’ ciò di cui si sentiva il bisogno, anche perchè è qualcosa senza tempo, anche se per forza di cose ci sono tantissimi riferimenti che fanno pensare “Oh mio dio, sembrano i Journey”… Noi siamo convinti di avere le ragioni più giuste dalla nostra, siamo una vera band e non solo un side-project, c’è così tanto lavoro e passione dietro: è qualcosa che va in profondità e che ci rende un po’ dei nuovi pionieri di questo genere. Come dicevo poco fa ci sono tante band che vogliono suonare come i Black Sabbath, i Led Zeppelin, più interesse verso temi come l’occulto o l’oscurità, ma è qualcosa di diverso rispetto ai The Night Flight Orchestra. Chiaramente non fraintendere, ci sono delle ottime band che sono uscite ma quello che suoniamo noi, quello che vorremmo suonare è differente: chiaramente è ‘retrò’, ma allo stesso tempo suona ‘fresco’, non è un semplice pastiche nostalgico. La cosa più bella è quando capita di incontrare persone che ci dicono “grazie, grazie davvero per aver formato questa band, non ci eravamo resi conto di quanto ci mancasse questo tipo di musica”.
CREDO INFATTI CHE QUESTA FRESCHEZZA SIA UNO DEI PUNTI FORTI DI TUTTO IL PROGETTO. POTRESTI INVECE DIRMI QUALCOSA DI PIÙ A PROPOSITO DEGLI INTERMEZZI CON LA VOCE FEMMINILE CHE COMPAIONO, PARLANDO IN VARIE LINGUE, IN NUMEROSI PUNTI DEGLI ALBUM? HO RICONOSCIUTO RUSSO, POLACCO, FRANCESE E ANCHE ITALIANO – IN “PRETTY THING CLOSING IN” MI È SEMBRATO CHE LA PROTAGONISTA SI STRUGGESSE PER AMORE – MA SONO CURIOSA SULLA PRESENZA IN GENERALE DI QUESTI SAMPLES.
– E’ diventata una tradizione, col tempo. Non era qualcosa di programmato, ma gradualmente i campionamenti femminili sono diventati un tocco esotico che ci è sembrato si inserisse perfettamente all’interno di una ‘voglia d’evasione’ dalla realtà, sia con la musica che a livello di testi, e così è diventato abituale inserirli. Le voci che senti non sono samples presi da internet, film o altro, ma sono quelle di amiche – sono persone diverse, non è una sola – di varie nazionalità: polacco e russo certamente, ma anche ucraino, libanese, finlandese sulla titletrack del nuovo album. E si, in “Pretty Think Closing In” la voce che parla è quella della mia ragazza, è di Verona, come puoi vedere alla fine l’amore l’ha trovato (ride, ndR)! Era il momento giusto e anche la canzone era adatta, alla fine ha delle atmosfere sognanti ed era perfetta per lei.
ULTIMA DOMANDA: AVETE ANNUNCIATO CHE L’ANNO PROSSIMO VI IMBARCHERETE IN UN LUNGO TOUR PROMOZIONALE IN TUTTA EUROPA (PASSANDO ANCHE PER L’ITALIA) FINO ALLA FINE DELL’ANNO. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA UN TOUR DEI THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA E PER ESEMPIO UNO DEI SOILWORK?
– Beh, prima di questo abbiamo fatto solo un tour europeo, ma non saprei, è difficile dire cosa c’è di differente… Forse la cosa che cambia totalmente è che con i The Night Flight Orchestra abbiamo due coriste, e il fatto di viaggiare con loro dà una dimensione nuova alle canzoni, live. Sono presenti anche nel nuovo album, ma dal vivo cambiano totalmente le dinamiche e danno una marcia in più alle canzoni. Viaggiare con due donne sul tourbus non vuol dire che queste siano soltanto dei dolci faccini (ride, ndR); alla fine c’è una grande intesa tra tutti quanti e ci divertiamo tantissimo… Hai mai visto il film “Almost Famous”?
IN VERITÀ NO, NON CREDO.
– Devi assolutamente vederlo! C’è una scena in cui tutti i protagonisti sono sul tourbus e cantano tutti a squarciagola “Tiny Dancer” di Elton John: ecco, questa è un momento-tipo sul nostro tourbus! Quindi si, ora che mi ci fai pensare c’è un pochino di differenza.