Il collettivo The Ocean sta a poco a poco spiegando definitivamente le ali e diventando una solida realtà della scena post hardcore/metal internazionale. Il nuovo “Precambrian”, da poco pubblicato dalla Metal Blade Records, è senz’altro l’opera più riuscita della ancora giovane carriera dei ragazzi tedeschi e, non a caso, i nostri non stanno perdendo tempo nel promuoverla, tanto che hanno portato a termine un lungo tour europeo (assieme a Intronaut e War From A Harlots Mouth) ancora prima che quest’ultima arrivasse ufficialmente nei negozi. Proprio durante una delle date di questo tour – all’Underworld di Londra, per la precisione – abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con il chitarrista e leader Robin Staps. Il tempo è stato tiranno, quindi non ci si è purtroppo potuti dilungare più di tanto, ma nel corso della chiacchierata sono comunque venuti fuori alcuni concetti interessanti…
PUOI PRIMA DI TUTTO SPIEGARCI IL CONCEPT ALLA BASE DEI THE OCEAN? È ORMAI NOTO CHE NON VI CONSIDERATE UNA VERA E PROPRIA BAND, BENSÌ UN COLLETTIVO. DI COSA SI TRATTA, IN SINTESI? CHIUNQUE PUÒ UNIRSI A VOI?
“Se è in grado di portare qualcosa di utile ed è tecnicamente preparato, motivato e intenzionato a far parte di qualcosa di grande, la risposta è sì. Nonostante siano ormai alcuni anni che collaboro con certe persone, ho sempre cercato di evitare che i The Ocean avessero una lineup stabile e statica. Cerchiamo soprattutto di avere molti bassisti e chitarristi, in modo tale che se qualcuno non ha tempo per suonare o andare in tour, abbiamo sempre un sostituto pronto. Inoltre trovo stimolante affidare delle parti o dei compiti a persone nuove e diverse, con il risultato che ogni nostro album presenta dei sapori e delle soluzioni mai identiche a quelle sperimentate in passato. E un tale modo di intendere la band è decisamente salutare anche per quanto riguarda i tour… fa sempre piacere avere sul bus una persona nuova, con del senso dell’umorismo tutto suo, ad esempio. Persone dotate di talento e in grado di arricchirci sia umanamente che musicalmente sono quindi sempre le benvenute… non a caso negli ultimi anni abbiamo collaborato con vilinisti, violoncellisti, registi, tecnici audio-luci, web designers… tutto questo è il collettivo The Ocean”.
“Se è in grado di portare qualcosa di utile ed è tecnicamente preparato, motivato e intenzionato a far parte di qualcosa di grande, la risposta è sì. Nonostante siano ormai alcuni anni che collaboro con certe persone, ho sempre cercato di evitare che i The Ocean avessero una lineup stabile e statica. Cerchiamo soprattutto di avere molti bassisti e chitarristi, in modo tale che se qualcuno non ha tempo per suonare o andare in tour, abbiamo sempre un sostituto pronto. Inoltre trovo stimolante affidare delle parti o dei compiti a persone nuove e diverse, con il risultato che ogni nostro album presenta dei sapori e delle soluzioni mai identiche a quelle sperimentate in passato. E un tale modo di intendere la band è decisamente salutare anche per quanto riguarda i tour… fa sempre piacere avere sul bus una persona nuova, con del senso dell’umorismo tutto suo, ad esempio. Persone dotate di talento e in grado di arricchirci sia umanamente che musicalmente sono quindi sempre le benvenute… non a caso negli ultimi anni abbiamo collaborato con vilinisti, violoncellisti, registi, tecnici audio-luci, web designers… tutto questo è il collettivo The Ocean”.
MA NON TEMETE DI DISORIENTARE TROPPO I FAN OPPURE LA CASA DISCOGRAFICA, AGENDO IN QUESTA MANIERA?
“Non credo, anzi, trovo che sia avvincente e interessante soprattutto per i fan, i quali non sanno mai esattamente cosa aspettarsi da un nostro show o da un nostro album. Comunque, torno a sottolineare come al centro del collettivo e della lineup ci siano sempre le solite persone… io in primis, che curo tutta la musica, i testi e il concept generale”.
“Non credo, anzi, trovo che sia avvincente e interessante soprattutto per i fan, i quali non sanno mai esattamente cosa aspettarsi da un nostro show o da un nostro album. Comunque, torno a sottolineare come al centro del collettivo e della lineup ci siano sempre le solite persone… io in primis, che curo tutta la musica, i testi e il concept generale”.
VENIAMO AL NUOVO “PRECAMBRIAN”, IL VOSTRO PRIMO DOPPIO ALBUM, FRA POCO NEI NEGOZI. SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE?
“Sono piuttosto contento e rilassato al momento. È bello vedere che ciò che ha totalmente occupato la mia mente negli ultimi otto mesi sta finalmente per essere pubblicato ufficialmente. Tutti i disastri, le arrabbiature e lo stress che ho dovuto affrontare durante la stesura dell’album sono oggi un lontano ricordo. Il risultato finale mi soddisfa… senz’altro in futuro si dovrà fare di meglio, ma per il momento sono contento di come è venuto: è abbastanza vicino alla visione iniziale che avevo quando ho iniziato a comporre i pezzi”.
“Sono piuttosto contento e rilassato al momento. È bello vedere che ciò che ha totalmente occupato la mia mente negli ultimi otto mesi sta finalmente per essere pubblicato ufficialmente. Tutti i disastri, le arrabbiature e lo stress che ho dovuto affrontare durante la stesura dell’album sono oggi un lontano ricordo. Il risultato finale mi soddisfa… senz’altro in futuro si dovrà fare di meglio, ma per il momento sono contento di come è venuto: è abbastanza vicino alla visione iniziale che avevo quando ho iniziato a comporre i pezzi”.
SPIEGACI IL TITOLO “PRECAMBRIAN”… SI TRATTA DI UN CONCEPT SULL’OMONIMA ERA GEOLOGICA E L’EVOLUZIONE DEL PIANETA TERRA?
“In parte è così… si tratta di un argomento che ho avuto modo di studiare in maniera approfondita all’università e che mi ha sempre affascinato. Per me è stato piuttosto normale ispirarmi a esso per la stesura di questo album. Ma non è comunque un vero e proprio concept. I testi prendono vita prima di tutto da mie esperienze personali, rilette in una chiave quasi filosofica o appunto attraverso le varie fasi della suddetta era. Non a caso, ogni brano è dotato di due titoli… uno ‘scientifico’ e uno più semplice e immediato. Chi si prenderà la briga di leggere i testi, scoprirà di cosa sto davvero parlando”.
“In parte è così… si tratta di un argomento che ho avuto modo di studiare in maniera approfondita all’università e che mi ha sempre affascinato. Per me è stato piuttosto normale ispirarmi a esso per la stesura di questo album. Ma non è comunque un vero e proprio concept. I testi prendono vita prima di tutto da mie esperienze personali, rilette in una chiave quasi filosofica o appunto attraverso le varie fasi della suddetta era. Non a caso, ogni brano è dotato di due titoli… uno ‘scientifico’ e uno più semplice e immediato. Chi si prenderà la briga di leggere i testi, scoprirà di cosa sto davvero parlando”.
PARE CHE ANCHE ALL’INIZIO DELLA VOSTRA CARRIERA FOSTE INTENZIONATI A DARE ALLE STAMPE UN DOPPIO ALBUM, MA POI NON SE NE FECE NULLA…
“Diciamo che ai tempi mi sarebbe piaciuto pubblicare ‘Fluxion’ e ‘Fogdiver’ in un’unica confezione, ma era davvero troppo dispendioso e non avendo una label seria alle spalle fummo costretti a lasciare perdere. In ogni caso, dubito che il risultato finale avrebbe potuto anche solo minimamente competere con ‘Precambrian’… i pezzi di quegli album vennero realizzati in momenti diversi della nostra carriera, mentre il nuovo lavoro è un progetto che ci ha visti impegnati per ben due anni, con tanto di otto mesi di registrazioni. È stato concepito sin dal principio come un doppio album veramente speciale e, grazie al supporto della Metal Blade Records, siamo riusciti a realizzarlo proprio come volevamo”.
“Diciamo che ai tempi mi sarebbe piaciuto pubblicare ‘Fluxion’ e ‘Fogdiver’ in un’unica confezione, ma era davvero troppo dispendioso e non avendo una label seria alle spalle fummo costretti a lasciare perdere. In ogni caso, dubito che il risultato finale avrebbe potuto anche solo minimamente competere con ‘Precambrian’… i pezzi di quegli album vennero realizzati in momenti diversi della nostra carriera, mentre il nuovo lavoro è un progetto che ci ha visti impegnati per ben due anni, con tanto di otto mesi di registrazioni. È stato concepito sin dal principio come un doppio album veramente speciale e, grazie al supporto della Metal Blade Records, siamo riusciti a realizzarlo proprio come volevamo”.
NELL’ALBUM SONO PRESENTI NUMEROSE ORCHESTRAZIONI, ARRANGIAMENTI PARTICOLARISSIMI, MOLTISSIMI SPECIAL GUEST… QUANTO È STATO IMPEGNATIVO COMPORRE IL PUZZLE?
“Penso di aver sfiorato la pazzia in certi momenti… è stato tutto molto stressante, come ti dicevo. Alcune delle composizioni sono state registrate con oltre ottanta tracce… un delirio! E aspettare che i vari guest inviassero le loro parti e incollare il tutto è stato altrettanto snervante. Subito dopo aver completato il disco ho persino dichiarato che non avrei mai più composto qualcosa in vita mia! Ora sto pian piano cambiando idea, ma in quei giorni ne ero davvero convinto! Oggi quando riascolto ‘Precambrian’ la soddisfazione è però piuttosto grande… siamo riusciti a evolverci e a comporre qualcosa che ritengo non abbia eguali nella scena odierna. Ci riteniamo una band originale e per noi questo è veramente un motivo di vanto. ‘Precambrian’ è la nostra risposta a tutta la musica di plastica che al giorno d’oggi infesta il pianeta, a tutti quei gruppi che nascono e muoiono su MySpace nel giro di qualche mese, a tutti coloro che si sentono qualcuno solo perchè un loro singolo pezzo è stato ascoltato tot volte online. Abbiamo voluto dare vita a un’opera che potesse durare nel tempo… a qualcosa che fosse curata sotto tutti i punti di vista e nei minimi dettagli, a qualcosa che non assomigliasse a null’altro, a qualcosa che mettesse in difficoltà l’ascoltatore e che lo stimolasse ad ascoltare con la massima attenzione. Stesso discorso per i testi e il booklet… non delle cose da considerare un contorno, non due pagine da sfogliare distrattamente… molto di più. Poi ognuno, come ovvio, ha i suoi gusti, ma sfido chiunque a definire ‘Precambrian’ – e sto parlando sia della musica che della confezione – un prodotto dozzinale”.
“Penso di aver sfiorato la pazzia in certi momenti… è stato tutto molto stressante, come ti dicevo. Alcune delle composizioni sono state registrate con oltre ottanta tracce… un delirio! E aspettare che i vari guest inviassero le loro parti e incollare il tutto è stato altrettanto snervante. Subito dopo aver completato il disco ho persino dichiarato che non avrei mai più composto qualcosa in vita mia! Ora sto pian piano cambiando idea, ma in quei giorni ne ero davvero convinto! Oggi quando riascolto ‘Precambrian’ la soddisfazione è però piuttosto grande… siamo riusciti a evolverci e a comporre qualcosa che ritengo non abbia eguali nella scena odierna. Ci riteniamo una band originale e per noi questo è veramente un motivo di vanto. ‘Precambrian’ è la nostra risposta a tutta la musica di plastica che al giorno d’oggi infesta il pianeta, a tutti quei gruppi che nascono e muoiono su MySpace nel giro di qualche mese, a tutti coloro che si sentono qualcuno solo perchè un loro singolo pezzo è stato ascoltato tot volte online. Abbiamo voluto dare vita a un’opera che potesse durare nel tempo… a qualcosa che fosse curata sotto tutti i punti di vista e nei minimi dettagli, a qualcosa che non assomigliasse a null’altro, a qualcosa che mettesse in difficoltà l’ascoltatore e che lo stimolasse ad ascoltare con la massima attenzione. Stesso discorso per i testi e il booklet… non delle cose da considerare un contorno, non due pagine da sfogliare distrattamente… molto di più. Poi ognuno, come ovvio, ha i suoi gusti, ma sfido chiunque a definire ‘Precambrian’ – e sto parlando sia della musica che della confezione – un prodotto dozzinale”.
ENTRANDO NELLO SPECIFICO SULL’ARGOMENTO SPECIAL GUEST, VEDO CHE AVETE RINNOVATO LA COLLABORAZIONE CON MOLTI DEI MUSICISTI/CANTANTI CHE VI AVEVANO GIA;’ AIUTATO SU “AEOLIAN”…
“Sì… fra tutti, non me la sono sentita di rinunciare in particolar modo a Tomas dei Breach. È davvero un grandissimo cantante e spero vivamente di poterlo portare in tour con noi in un futuro non troppo remoto. I Breach non esistono più, a lui manca molto la dimensione live, quindi la cosa non è impossibile!”.
“Sì… fra tutti, non me la sono sentita di rinunciare in particolar modo a Tomas dei Breach. È davvero un grandissimo cantante e spero vivamente di poterlo portare in tour con noi in un futuro non troppo remoto. I Breach non esistono più, a lui manca molto la dimensione live, quindi la cosa non è impossibile!”.
TI È MAI CAPITATO DI RIMANERE DELUSO DALL’OPERATO DI UN CANTANTE O DI UN ALTRO MUSICISTA, SEMPRE RIMANENDO FRA I GUEST?
“Non me la sento di scendere troppo nei dettagli, ma sono rimasto piuttosto amareggiato dal modo in cui si è comportato Dwid degli Integrity. Le sue parti mi sono state inviate in ritardo e non corrispondevano quasi per nulla a quanto avevamo in mente e a ciò di cui avevamo inizialmente discusso una volta entrati in contatto. Non è stato per niente cortese e alla fine sono stato costretto a modificare parte delle linee vocali perchè non me la sono sentita di inserire tutto ciò che aveva registrato. È stata una grossa delusione… ero un grande fan degli Integrity…”.
“Non me la sento di scendere troppo nei dettagli, ma sono rimasto piuttosto amareggiato dal modo in cui si è comportato Dwid degli Integrity. Le sue parti mi sono state inviate in ritardo e non corrispondevano quasi per nulla a quanto avevamo in mente e a ciò di cui avevamo inizialmente discusso una volta entrati in contatto. Non è stato per niente cortese e alla fine sono stato costretto a modificare parte delle linee vocali perchè non me la sono sentita di inserire tutto ciò che aveva registrato. È stata una grossa delusione… ero un grande fan degli Integrity…”.
VENITE SOLITAMENTE INSERITE NELLA SCENA POST HARDCORE… VI SENTITE PARTE DI ESSA O NON VI INTERESSA AFFATTO ESSERE CATALOGATI IN UNA DETERMINATA MANIERA?
“Devo dire che non ci interessa… tuttavia ci tengo a precisare che amo e rispetto moltissimo band come Neurosis, Burst o Cult Of Luna. L’ultimo album di questi ultimi è quanto di meglio io abbia ascoltato da tanti anni a questa parte. Le nostre influenze non rientrano però soltanto nella sfera post hardcore, ecco perchè non ci sentiamo esattamente parte di quella scena. Nè di qualsiasi altra, a ben vedere… noi siamo i The Ocean, tutto qui”.
“Devo dire che non ci interessa… tuttavia ci tengo a precisare che amo e rispetto moltissimo band come Neurosis, Burst o Cult Of Luna. L’ultimo album di questi ultimi è quanto di meglio io abbia ascoltato da tanti anni a questa parte. Le nostre influenze non rientrano però soltanto nella sfera post hardcore, ecco perchè non ci sentiamo esattamente parte di quella scena. Nè di qualsiasi altra, a ben vedere… noi siamo i The Ocean, tutto qui”.
CHE COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA VOI IN FUTURO?
“Tour soprattutto… invito tutti a venirci a vedere live. È un aspetto della nostra band che curiamo in maniera maniacale! Abbiamo un impianto luci da brividi, proiezioni video e tanti altri aggeggi per ricreare un’atmosfera particolarissima. Vogliamo che la gente che viene a vederci non riesca a pensare ad altro durante il concerto. Il nostro obiettivo è rapirla con la nostra musica e con quanto viene ricreato sul palco. Per questo motivo non parliamo nemmeno tra un brano e l’altro: non vogliamo interrompere il feeling che si viene a creare mentre suoniamo. Per supportare ‘Precambrian’ saremo probabilmente in tour per tutto il 2008… dall’Europa agli Stati Uniti, sino al Giappone. Abbiamo tante idee in mente”.
“Tour soprattutto… invito tutti a venirci a vedere live. È un aspetto della nostra band che curiamo in maniera maniacale! Abbiamo un impianto luci da brividi, proiezioni video e tanti altri aggeggi per ricreare un’atmosfera particolarissima. Vogliamo che la gente che viene a vederci non riesca a pensare ad altro durante il concerto. Il nostro obiettivo è rapirla con la nostra musica e con quanto viene ricreato sul palco. Per questo motivo non parliamo nemmeno tra un brano e l’altro: non vogliamo interrompere il feeling che si viene a creare mentre suoniamo. Per supportare ‘Precambrian’ saremo probabilmente in tour per tutto il 2008… dall’Europa agli Stati Uniti, sino al Giappone. Abbiamo tante idee in mente”.