L’ascesa dei The Ocean verso i piani alti della scena “post” metal mondiale sembra procedere sempre più spedita. Non tutti hanno gradito “Heliocentric” (il full-length che il gruppo tedesco ha rilasciato in primavera) a causa delle sua marcate atmosfere prog/ambient, ma il nuovo “Anthropocentric” sembra stia riuscendo a mettere d’accordo vecchi e nuovi fan, grazie a un sound più corposo e ritmato, che dà spazio alle chitarre senza però rinunciare a sosfisticati intrecci melodici e tappeti orchestrali. Abbiamo parlato di questa nuova opera, così come delle ultime “imprese” compiute dalla band, con il chitarrista e principale compositore Robin Staps, ragazzo molto ciarliero e disponibile…
CONGRATULAZIONI PER IL VOSTRO NUOVO ALBUM, CREDO SIA UNA DELLE VOSTRE OPERE PIU’ RIUSCITE. SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI CHE STA OTTENENDO?
“Sì, molto. ‘Heliocentric’ è stato un album particolare, con esso abbiamo sfidato i nostri fan e alla fine c’è chi lo ha amato e chi lo ha odiato. Del resto, c’era da familiarizzare con un nuovo cantante e inoltre brani come ‘Epiphany’ o ‘Ptolemy Was Wrong’ presentavano quasi solamente voci pulite, pianoforte e archi. In molti hanno detto che quello non era più metal… e sì, in effetti non lo era! Ma, a dire il vero, noi stessi non abbiamo mai visto i The Ocean come una pura metal band! Comunque, con questo nuovo album la gente sta iniziando a capire dove vogliamo davvero andare a parare e le reazioni sono decisamente migliori rispetto a quelle per ‘Heliocentric'”.
AVETE DELLE ASPETTATIVE PARTICOLARI PER “ANTHROPOCENTRIC”?
“No, tendo a non entusiasmarmi troppo e non avere mai grosse aspettative. Per ora sono soddisfatto e spero che il successo del disco possa metterci nelle condizioni di organizzare un nuovo tour americano e magari di farci visitare l’Australia per la prima volta”.
IL DISCO E’ STATO REGISTRATO DURANTE LE STESSE SESSIONI DI “HELIOCENTRIC” OPPURE IN UN ALTRO PERIODO? QUELLA DI “ANTHROPOCENTRIC” E’ PROBABILMENTE LA VOSTRA MIGLIOR PRODUZIONE DI SEMPRE.
“Sì, per questo nuovo album desideravamo avere un suono più organico e un po’ più crudo di quello di ‘Heliocentric’. Questo è sicuramente il nostro miglior mixaggio. Non sarà mai perfetto per i nostri gusti, ma ci stiamo avvicinando alla perfezione! Per quanto riguarda le registrazioni, gli strumenti sono stati per lo più registrati durante le sessioni di ‘Heliocentric’: solo i brani ‘Anthropocentric’ e ‘The Grand Inquisitor I: Karamasov Baseness’ sono stati incisi quest’anno, così come le parti vocali. Io e Loic ci siamo trasferiti in una grossa casa sul mare in Spagna lo scorso giugno e abbiamo trascorso 10 giorni a registrare tutte le voci. Si è trattato di un processo molto intenso, i cui risultati ci hanno lasciato veramente orgogliosi”.
OGGI LA VOSTRA MUSICA PRESENTA NUMEROSE INFLUENZE, DAL PROG ROCK AL METAL ESTREMO, PASSANDO PER TANTISSIMI ALTRI STILI. CIO’ DIPENDE DAL FATTO CHE IL SONGWRITING E’ STATO ALLARGATO AI NUOVI MEMBRI DELLA BAND?
“Sì, tutti noi abbiamo background musicali diversi e ciò si riflette nella nostra musica. Ogni brano è il parto di una singola mente: non ci piace jammare, ognuno di noi scrive per conto proprio e sottopone le sue idee finite agli altri. Poi se il pezzo ci piace, lo arrangiamo tutti assieme, ma lo scheletro base è sempre frutto degli sforzi di una sola persona. Su ‘Anthropocentric’ il nostro nuovo chitarrista, Jona, ha avuto modo di comporre quattro tracce e per la prima volta sono stato contento di dare spazio alle idee di qualcun’altro, perchè queste combaciavano esattamente con l’idea che ho io per lo sviluppo del sound dei The Ocean. Il nuovo album rappresenta alla perfezione l’atmosfera che oggi si respira all’interno della band. Continuo a esserne il leader, ma oggi tutti hanno voce in capitolo quando si tratta di confezionare nuova musica”.
IL RITORNELLO DI “SHE WAS THE UNIVERSE” MI HA MOLTO RICORDATO I DEFTONES. AVETE RICEVUTO SIMILI COMMENTI A RIGUARDO?
“Sì, ma non c’è alcun problema, noi tutti amiamo i Deftones, quindi la cosa ci fa piacere”.
IN QUESTA RECENTE INCARNAZIONE DELLA BAND IL LIVELLO TECNICO PARE ESSERSI ALZATO NON POCO. I NUOVI ARRIVATI HANNO ALLE SPALLE UN’EDUCAZIONE MUSICALE O SIETE TUTTI AUTODIDATTI?
“Siamo più o meno tutti autodidatti. Louis ha studiato basso per un po’, ma poi ha abbandonato per concentrarsi sui suoi studi di architettura. Credo che non sia necessario studiare per essere dei buoni compositori. Anzi, a volte studiare può avere effetti negativi: alcuni miei amici hanno una formazione classica e fanno parte di ottime orchestre. Sono perfetti quando si tratta di suonare il loro strumento, ma, al tempo stesso, hanno poca creatività. Quest’ultima è una cosa che non impari a sviluppare mentre stai studiando. Diventi una macchina che sa eseguire qualsiasi cosa perfettamente, ma non sai pensare con la tua testa. Ho deciso di prendere un’altra strada più di dieci anni fa”.
IL VOSTRO PRECEDENTE CONCEPT ALBUM, “PRECAMBRIAN”, HA AVUTO UN BUON SUCCESSO. CREDI CHE CIO’ VI ABBIA MESSO NELLE CONDIZIONI DI LAVORARE SOTTO PRESSIONE PER “HELIOCENTRIC” E “ANTHROPOCENTRIC”? UNA BAND CHE SI RISPETTI HA SEMPRE VOGLIA DI MIGLIORARSI E QUESTO PUO’ FORSE RENDERE IL SONGWRITING POCO SPONTANEO. VI SENTITE ANCORA “CREATIVAMENTE LIBERI” QUANDO COMPONETE?
“Sono ancora molto contento di ‘Precambrian’ e dei risultati che abbiamo raggiunto con esso. Mi sta tuttora bene se molte persone dicono che è il nostro loro album preferito e continueremo a suonare alcuni di quei pezzi a lungo. Tuttavia, una band ha bisogno di progredire e non volevamo comporre un album uguale a quest’ultimo. Non faremo mai una cosa due volte, vogliamo evolverci di album in album. Inoltre, va considerato che ‘Precambrian’ era sostanzialmente un mio album solista, mentre oggi i pezzi vengono scritti da una vera lineup. Soprattutto ‘Anthopocentric’ è un disco di tutti. Insomma, tutto questo per dire che personalmente me ne frego delle aspettative di chi ci ascolta o della casa discografica. Farò sempre solo quello che è giusto per me”.
DA QUALCHE ANNO SEGUITE UN PROGRAMMA MOLTO FITTO RIASSUMIBILE COME “COMPOSIZIONE, REGISTRAZIONE, TOUR”. NON VI STANCA QUESTA ROUTINE? E’ DIFFICILE MANTENERE LE COSE INTERESSANTI ALL’INTERNO DI UNA BAND COME LA VOSTRA?
“Beh, a essere onesti, quella routine per noi non è così male. Certamente è meglio di una che consiste nello svegliarsi, andare in ufficio, trascorrere otto ore a lavorare per un capo che odi, andare a casa a guardare la TV e andare a dormire! Penso che la cosa bella del far parte di una band come la nostra sia soprattutto oscillare fra la dimensione da studio e quella dal vivo. Mi piace creare un nuovo album e trascorrere un sacco di tempo in studio a lavorarci sopra, però a un certo punto mi stanco di quelle quattro mura e non vedo l’ora di viaggiare e suonare in un posto diverso ogni sera. Poi, quando mi trovo in quest’ultima situazione per qualche mese, mi viene voglia di andare a casa e scrivere qualcosa di nuovo. Insomma, io non mi annoio mai! Sarebbe bello riuscire a programmare tutto a seconda delle stagioni, in modo da essere in tour in Spagna e Italia meridionale d’estate e essere a casa in inverno… ma mi sa che sto chiedendo troppo!”.
NEL 2010 SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ DIFFICILE DESTARE L’INTERESSE DEGLI ASCOLTATORI, PERCHE’ LE USCITE SONO TANTISSIME E GLI ASCOLTI SEMPRE PIU’ DISTRATTI E SUPERFICIALI. CREDO SIA UNA SITUAZIONE SPIACEVOLE PER UNA BAND COME LA VOSTRA, CHE E’ SEMPRE SOLITA DARE ALLE STAMPE LAVORI MOLTO COMPLESSI. C’E’ SEMPRE IL RISCHIO CHE MON VENIATE CAPITI… NON TROVI?
“Sì, il mondo è sommerso da nuovi album, ma ciò non influenza le mie decisioni di musicista e artista. Siamo parte di questo grande tsunami che è la scena musicale degli ultimi anni, ma stiamo facendo del nostro meglio per produrre musica e arte che si elevino al di sopra della maggior parte della roba che c’è là fuori. Non abbiamo voluto pubblicare un altro doppio CD questa volta perchè non volevamo mettere oltremodo alla prova gli ascoltatori. La soglia di attenzione di molti è parecchio limitata e solo poche persone sono in grado di ascoltare più di 80 minuti di musica di fila. Specialmente i giornalisti… mi sono reso conto con ‘Precambrian’ che molti di loro non erano riusciti ad ascoltare il disco per intero nemmeno una volta. Ma, comunque, noi non scriviamo certo musica per loro! La ragione principale per cui abbiamo dato alle stampe due lavori separati è perchè avevamo troppa musica e troppe idee a livello lirico e tematico. In due anni abbiamo accumulato moltissimo materiale”.
PARLIAMO DI TOUR… DI RECENTE AVETE SUPPORTATO UN PAIO DI NOMI PIUTTOSTO GROSSI, MA MOLTO DIVERSI FRA LORO. STO PARLANDO DI THE DILLINGER ESCAPE PLAN E ANATHEMA. SCOMMETTO CHE VI SARETE TROVATI A SUONARE DAVANTI A PERSONE CHE NON VI AVEVANO MAI SENTITO PRIMA…
“Il tour con i Dillinger è stato fantastico, sono da sempre un loro fan e suonare con loro e assistere a un loro show per 33 giorni consecutivi è stato una grandissima esperienza. Sono ragazzi bravissimi, Loic ha cantato ‘Sunshine, The Werewolf’ con loro una dozzina di volte e Ben Weinman ha suonato il piano per noi. Anche il tour con gli Anathema è andato molto bene… il loro pubblico ci ha accolto senza pregiudizi. Ricorderò a lungo i concerti di Roma e Milano, ma anche tutti quelli in Svizzera e nell’Europa orientale. Dopo essere stati ridicolizzati ogni sera dai Dillinger è stato piacevole tornare a recitare il ruolo del gruppo heavy della serata. E poi gli Anathema sono ottime persone… siamo stati davvero bene con loro e amo alla follia il loro nuovo album”.
CHE MI DICI INVECE DELLA TUA CASA DISCOGRAFICA, LA PELAGIC RECORDS?
“Ci sono tante cose che bollono in pentola al momento. Pubblicheremo le edizioni in vinile di ‘Heliocentric’ e ‘Anthropocentric’… si tratta di qualcosa di veramente lussuoso, con copertine diverse, un set di cartoline, una mappa astronomica e tanto altro! Inoltre è in arrivo il debut degli Earthship, gruppo in cui suono la chitarra. Se vi piacciono Crowbar, Baroness e Iron Monkey potrebbe interessarvi. Infine pubblicheremo il nuovo lavoro degli svizzeri Abraham… roba per i fan dei primi Cult Of Luna”.
IL 2010 E’ ORMAI GIUNTO AL TERMINE. QUALI SONO GLI ALBUM CHE PIU’ TI SONO PIACIUTI QUEST’ANNO?
“Non seguo attentamente la scena, ascolto album quando mi capita, quindi non sempre sono aggiornato. Comunque quest’anno ho ascoltato con piacere i nuovi dischi di Khoma, The Dillinger Escape Plan, Knut e Abraham”.
GRAZIE ROBIN. LE TUE ULTIME PAROLE?
“Voglio ringrazie i fan italiani per averci accolti molto bene nell’ultimo anno, sia quando siamo venuti da headliner, sia quando abbiamo suonato con Dillinger e Anathema. Torneremo dalle vostre parti in primavera e speriamo di rivedervi tutti!”.