PRIMA DI TUTTO, CONGRATULAZIONI PER “CLIENTS”, E’ DAVVERO UN OTTIMO ALBUM! COME E’ STATO ACCOLTO PER ORA?
“Molto bene! Forse sarà il disco che ci permetterà di affermarci definitivamente… se tutto andrà per il verso giusto le vendite saranno buone, OVUNQUE suoneremo ci saranno ragazze con le tette di fuori e potremo una volta per tutte uscire dalla casa di nostra mamma!”.
VE LO AUGURO VIVAMENTE! ORA, SICCOME NON CREDO CHE SIANO TANTISSIMI I LETTORI CHE VI CONOSCONO, TI ANDREBBE DI PRESENTARE I THE RED CHORD?
“Abbiamo iniziato cinque anni fa… eravamo dei ragazzi totalmente pazzi per la musica e sin dall’inizio il nostro obiettivo è stato quello di creare un sound che fosse tremendamente heavy e che presentasse al suo interno elementi di tutti i generi estremi. Ora il nostro traguardo principale corrisponde al far smettere di suonare tutte quelle insulse band che sono saltate sul carrozzone del metalcore. Quella robaccia una volta era nu metal, ora viene chiamata metalcore… ma puzza allo stesso modo! Comunque, negli ultimi cinque anni abbiamo pubblicato due album e abbiamo tenuto più di cinquecento show: ora il nostro nome ha iniziato a girare maggiormente e stanno finalmente arrivando le mitiche accuse da parte dei ragazzini! Hai presente quando ti dicono ‘Non siete più quelli di una volta’ o ‘State diventando commerciali’? Quando inizi a sentire queste frasi vuol dire che la tua band è un minimo popolare!”.
“FUSED TOGETHER IN REVOLVING DOORS” RISALE A TRE ANNI FA. CHE COSA E’ CAMBIATO NEI THE RED CHORD IN QUESTO LASSO DI TEMPO?
“Di cambiamenti ne sono avvenuti e sono stati tutti positivi. Ad esempio, ora abbiamo un nuovo drummer e un nuovo bassista e con loro andare in tour è molto più facile, si dedicano al gruppo al 100%. Fondamentalmente, comunque, i nostri obiettivi sono rimasti quelli di tre anni fa: vogliamo cercare di scrivere la miglior musica possibile. Oggi siamo molto più affiatati, abbiamo trovato uno stile personale e ora riusciamo a sperimentare con assai più facilità”.
IL DEBUT VENNE ACCOLTO ALLA GRANDE NELL’UNDERGROUND. NELLO SCRIVERE “CLIENTS” VI SIETE SENTITI SOTTO PRESSIONE? AVEVATE IL TIMORE DI NON RIUSCIRE A SODDISFARE LE ASPETTATIVE DI MEDIA E FAN?
“Sono dell’idea che i fan e la stampa avessero un’idea piuttosto distorta di ciò che stava accadendo in seno alla band durante il songwriting per il nuovo album! Ovviamente volevamo realizzare un disco che fosse migliore del precedente ma non ci siamo sentiti poi tanto sotto pressione o con gli occhi puntati addosso. Certo, sapevamo che chi aveva amato il debut sarebbe corso ad ascoltare ‘Clients’ il prima possibile e che la stampa sarebbe stata severa, però questo più che spaventarci ci ha stimolato!”.
COME DESCRIVERESTI LA VOSTRA PROPOSTA ATTUALE?
“Grindcore. A dire il vero si tratta di un mix di grind, death metal e hardcore però il genere dominante è senza dubbio il grind. Molti ultimamente ci stanno defininendo anche metalcore ma è un termine che noi tutti disprezziamo: al giorno d’oggi è sinonimo di spazzatura”.
CI PARLERESTI DEL VOSTRO CONCEPT LIRICO E DELLA COPERTINA DI “CLIENTS”, CHE E’ DAVVERO PARTICOLARE?
“I testi del’intero album parlano di diversi individui che sono afflitti dalla società e che hanno problemi mentali o di droga. La tragedia che vivono questi diversi personaggi viene analizzata nei testi in modo molto dettagliato. Tutto è stato curato nei minimi dettagli anche perché si tratta di gente che ho avuto modo di vedere e conoscere… c’è della fiction ma la base è assolutmente reale! La copertina raffigura l’Antman, uno dei personaggi principali del concept. Abbiamo scelto di mettere in copertina un dipinto che lo ritraesse perché è stato il primo soggetto che ho affrontato quando ho cominciato a redigere i testi”.
C’E’ UN MESSAGGIO CHE COME BAND VOLETE TRASMETTERE A CHI VI ASCOLTA?
“A livello lirico c’è un preciso concept di fondo ma non parlerei di messaggio, non siamo dei predicatori. Con i The Red Chord ho sempre voluto trattare tematiche differenti da quelle del 99.9% delle band death, metal e hardcore in circolazione. Tutto qui…”.
“CLIENTS” E’ STATO PUBBLICATO DALLA METAL BLADE, COME SIETE GIUNTI IN CONTATTO CON QUESTA PRESTIGIOSA CASA DISCOGRAFICA?
“No comment (ride, ndR)! Ci sono voluti mesi prima che trovassimo un accordo! Molte cose del contratto non ci convincevano, poi finalmente siamo giunti ad un compromesso e ora posso dire di essere felicissimo di poter lavorare con una label come la Metal Blade. Brian Slagel, Mike Faley e l’intero staff stanno facendo grandi cose per noi”.
CON IL SUPPORTO DI UNA TALE LABEL, PRESUMO CHE ANDRETE IN TOUR PIU’ CHE MAI. QUANDO AVETE INTENZIONE DI VENIRE IN EUROPA?
“Saremo in tour in Europa tra il 20 ottobre e il 20 novembre con i nostri amici Bury Your Dead! Mentre scrivo non so ancora dove faremo tappa però sono comunque eccitatissimo, è passato troppo tempo dall’ultima volta che vi abbiamo fatto visita! Spero che il disco vada bene, così potremo tornare più spesso!”.
COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA UN CONCERTO DEI THE RED CHORD?
“Non vorrei sembrare arrogante, ma dal vivo siamo davvero potenti e precisi… non ho mai sentito nessuno che sia rimasto deluso da un nostro show! Venite a vederci e giudicherete voi stessi!”.
PARLAMI DELLA VOSTRA EDUCAZIONE MUSICALE: COME VI SIETE AVVICINATI AI VOSTRI STRUMENTI E COME AVETE IMPARATO A SUONARLI?
“Allora, io non faccio testo visto che canto e faccio praticamente da manager. Un tempo suonavo la chitarra ma sono anni che non faccio più pratica, oggi non sarei nemmeno capace di suonare un pezzo dei Nirvana! Greg, il bassista, ha studiato al conservatorio ed ha un diploma. Brad, il batterista, è anch’egli andato a scuola e conosce mille stili differenti. E’ anche un insegnante di jazz, se non sbaglio. Gunface è autodidatta ma è un chitarrista eccezionale, probabilmente è il membro dei The Red Chord che più si esercita col proprio strumento. Infine c’è Kevin, il secondo chitarrista, che stento a definire un musicista (ride, ndR)! Ha iniziato come batterista, poi è passato alla chitarra… ma di teoria musicale non sa assolutamente nulla! E’ un grandissimo songwriter ma compone essenzialmente ad orecchio: se mentre strimpella ha un’intuizione la registra immediatamente, senza neanche sapere di quali note si tratta! Il tutto viene dunque fatto ascoltare a noi e insieme cerchiamo di capire come abbia fatto a produrre quella cosa!”.
TI RICORDI QUAL E’ STATO IL PRIMO ALBUM CHE HAI COMPRATO E QUALI SONO STATE LE BAND CHE TI HANNO FATTO APPASSIONARE AL METAL?
“Sono abbastanza giovane, quindi la prima musica vagamente heavy che ho ascoltato è stata il grunge, soprattutto gruppi come Stone Temple Pilots ed Alice in Chains. Avevo anche delle cassette di ZZ Top, Pearl Jam e Nirvana ma quelle non mi esaltavano troppo! Il grunge mi ha aperto le porte al mondo della musica heavy e di lì a poco ho iniziato ad appassionarmi a sonorità sempre più estreme. Ricordo benissimo che i primi CD che ho comprato sono stati ‘Sound of White Noise’ degli Anthrax, ‘Far Beyond Driven’ dei Pantera, ‘Scum’ dei Napalm Death e… ‘Dookie’ dei Green Day (ride, ndR)!”.
COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAI THE RED CHORD NELL’IMMEDIATO FUTURO?
“Tanti tour e un nuovo album tra un anno o due. Stiamo diventando sempre più affiatati e il songwriting sta migliorando di pari passo… in pratica, ci sentiamo davvero in forma!”.
OK, E’ TUTTO! LASCIO A TE LE ULTIME PAROLE…
“Grazie, Luca, per l’interesse dimostrato e per la bella intervista! Visitate www.blackmarketactivities.com, è il sito della mia casa discografica!”.