Hanno da poco pubblicato il loro secondo album per Southern Lord e presto li vedremo in Italia di supporto ai Converge: i The Secret sono ormai una formazione pienamente affermata nel panorama metal/hardcore internazionale e sembrano destinati a raggiungere vette ancora più alte. Solo due anni fa avevamo celebrato la riuscita di “Solve Et Coagula” e il loro entusiasmo nell’affrontare continuamente tour dopo tour, ma da allora il quartetto ha compiuto ulteriori passi avanti, come appunto dimostrano le date live sempre più prestigiose tenute negli ultimi tempi e, naturalmente, il nuovo disco “Agnus Dei”, che, pur avendo più di qualcosa in comune con l’opera precedente, ha segnato un nuovo miglioramento nel songwriting dei Nostri e una sensibile maturazione sotto tutti gli altri aspetti della proposta. Non potevamo quindi evitare di ospitare nuovamente sulle nostre pagine il gruppo del chitarrista Michael Bertoldini, il quale si è come sempre dimostrato molto esaustivo nelle risposte…
A MIO AVVISO, “AGNUS DEI” VEDE I THE SECRET SPOSTARE ULTERIORMENTE IL TIRO SU SONORITÀ BLACK METAL O COMUNQUE “NERE”. TROVO I RICHIAMI A QUESTO GENERE DI MUSICA PIÙ MARCATI RISPETTO A QUANTO OFFERTO SUL COMUNQUE GIÀ ESTREMO “SOLVE ET COAGULA”. COME SIETE GIUNTI A QUESTA FORMULA? COME È STATO COMPOSTO IL DISCO?
“Non c’è stata una vera e propria scelta dietro la composizione dell’album, o almeno non nella fase iniziale. Questa volta abbiamo iniziato e lavorare cercando di scrivere delle canzoni che si reggessero in piedi da sole senza pensare troppo al disco nel suo insieme. Quando succesivamente ci siamo ritrovati con 5 o 6 pezzi finiti tra le mani, abbiamo cambiato approccio cercando di lavorare in modo tale da dare coesione all’album lavorando maggiormente sull’insieme. Il black metal è sempre stata una nostra influenza e non so dirti se questa volta si senta di più o di meno. Non pensiamo mai alla nostra musica in termine di mix di generi musicali”.
HO NOTATO INOLTRE CHE AVETE PROVATO A DARE AI MIDTEMPO UN’IMPRONTA PIÙ HEAVY. IN ALCUNI TRATTI MI SONO PERSINO VENUTI IN MENTE GLI HELLHAMMER. È STATA UNA SCELTA DETTATA DALLA VOLONTÀ DI INFONDERE ALLA TRACKLIST PIÙ VARIETÀ O ULTIMAMENTE VI SENTITE SEMPLICEMENTE ATTRATTI ANCHE DA QUESTO TIPO DI SOLUZIONI?
“Direi che questa volta abbiamo cercato di dare al disco maggiore varietà senza giocare esclusivamente sugli estremi veloce/lento. Volevamo creare qualcosa di più rifinito e completo rispetto a ‘Solve Et Coagula’ e quindi abbiamo provato a scrivere alcuni pezzi in modo diverso dal solito. Hellhammer e Celtic Frost sono due band che in qualche modo hanno influenzato una grossa fetta della musica pesante in circolazione oggi e che amiamo molto”.
COME VEDETE “SOLVE ET COAGULA” OGGI? SIETE ANCORA SODDISFATTI DI QUEL LAVORO? OGGI CAMBIERESTE QUALCOSA?
“Sono molto fiero di ‘Solve Et Coagula’. Penso sia un disco meno ‘maturo’ di ‘Agnus Dei’, ma, allo stesso tempo, penso che sia una delle caratteristiche che lo rende, almeno a mio avviso, affascinante. Quando lo abbiamo registrato volevamo creare qualcosa di grezzo e diretto e penso che il risultato rispecchi quello che era la nostra band all’epoca. E’ stata una tappa necessaria per arrivare a quanto abbiamo fatto con ‘Agnus Dei’. Rappresenta i The Secret nel 2010, non cambierei nulla”.
PER “SOLVE ET COAGULA” AVETE SUONATO LIVE TANTISSIMO. CREDO DI AVER PERSO IL CONTO DEI TOUR CHE AVETE SOSTENUTO DALLA PUBBLICAZIONE DI QUEL DISCO. TUTTA QUESTA ATTIVITÀ LIVE HA INFLUITO SUL PROCESSO DI COMPOSIZIONE?
“Suonare live ci ha di sicuro fatto migliorare come musicisti e allo stesso tempo ci ha dato maggiore coscienza delle nostre capacità. Essere sempre in tour ci ha costretto a cambiare radicalmente il processo di scrittura delle canzoni, dato che abbiamo potuto trovarci in sala prove molto meno che in passato. Molti dei pezzi nel disco sono stati scritti con una chitarra acustica sul divano di casa mia. Non avere la possibilità di poter ascoltare con regolarità i pezzi in sala prove mi ha creato una certa ansia prima di andare a registrare, ma, allo stesso tempo, mi ha dato la chance di ragionare maggiormente sulla nostra musica e sulla direzione che volevamo intraprendere e penso che abbia in qualche modo giovato alla riuscita del disco”.
QUALI SONO I PRO E I CONTRO DI QUESTO MODO DI AFFRONTARE LA QUESTIONE PROMOZIONALE E DI “VIVERE” LA BAND? QUANTO È DURA STARE IN TOUR PER DIVERSE SETTIMANE ALL’ANNO? QUALI SONO I SACRIFICI CHE UN GRUPPO COME IL VOSTRO DEVE SOSTENERE PER FAR COESISTERE QUESTA ATTIVITÀ CON LA VITA DI TUTTI I GIORNI?
“La vita della touring band di sicuro non è per tutti e a lungo termine diventa piuttosto sfiancante anche per chi ha le spalle larghe, ma rimane tuttora quello che mi piace fare di più al mondo. Essere in tour per 4 settimane ogni 2 o 3 mesi ti costringe a rinunciare ad un lavoro fisso, complica le relazioni personali e di sicuro non dà alcun tipo di sicurezza economica, ma essere ogni sera su un palco diverso è una sensazione che nessun’altra cosa mi sa dare. La parte peggiore di essere in tour sono i tantissimi tempi morti nei quali non c’è altro da fare che aspettare di arrivare al locale, fare il soundcheck e andare sul palco: spesso si ha la sensazione di essere di completamente isolati dal resto del mondo, anche se circondati da decine di persone. E’ uno stile di vita che ti fa distaccare in modo radicale dal mondo ‘normale’. Ci si deve abituare a vivere spendendo meno e a rinunciare al superfluo, ma questo con il tempo mi ha anche insegnato ad apprezzare maggiormente alcune cose importanti della mia vita e le persone che ho al mio fianco quando torno a casa. A volte penso di essere davvero incosciente, ma poi quando salgo sul palco ogni pensiero viene immediatamente cancellato”.
“AGNUS DEI” È STATO ANCORA UNA VOLTA REGISTRATO DA KURT BALLOU. HO APPREZZATO LA PRODUZIONE, CHE TROVO INDUBBIAMENTE CURATA E ADATTA AL VOSTRO STILE, MA NON PENSI CHE ULTIMAMENTE LE PRODUZIONI DEI GODCITY STUDIOS SI ASSOMIGLIONO UN PO’ LE UNE ALLE ALTRE? PENSI CHE REGISTRERETE SEMPRE PRESSO DI ESSI?
“Non sei la prima persona che mi fa questo appunto sulle produzioni di Kurt, ma sinceramente non mi trovi d’accordo. Se confronti dischi come l’ultimo Black Cobra, l’ultimo High On Fire o l’ultimo dei Converge con il nostro, ci sono delle enormi differenze sia a livello di suoni di partenza che a livello di mix. Secondo me alcune persone sentono alcuni dischi suonare simili tra loro solo perchè Trap Them, Black Breath, Nails, noi e forse altri usiamo (anche ma non solo) lo stesso distorsore sulle chitarre, come d’altra parte molte band death metal svedesi degli Anni ’90. Anche se di sicuro questo crea una sorta di filo che accomuna le band che ho citato, penso che, allo stesso tempo, ogni band suoni molto diversa dall’altra e lo stesso vale per le produzioni. Sarebbe come dire che gli Entombed di ‘Wolverine Blues’ e i Dismember di ‘Indecent And Obscene’ suonano uguali solo per l’HM2 sulle chitarre. Kurt Ballou è una persona molto intelligente e con molto talento e ci siamo trovati davvero molto bene con lui sia sul piano tecnico che sul piano umano e spero di avere l’occasione di lavorare ancora con lui in futuro. E’ una persona che fa il proprio mestiere per vera passione e cerca sempre di dare alle band che registra il meglio possibile ascoltando quello che vogliono invece di operare seguendo delle formule che funzionano per tutti”.
IL DISCO È IL PRIMO A VEDERE IL CONTRIBUTO DI TOMMASO CORTE ALLA BATTERIA E DI LORENZO GULMINELLI AL BASSO. COSA HANNO PORTATO QUESTI NUOVI MEMBRI IN SENO AI THE SECRET? POSSIAMO CONSIDERARE QUELLA IN OGGETTO LA LINEUP DEFINITIVA DELLA BAND?
“Tommaso e Lorenzo sono due ottimi musicisti ed entrambi hanno contribuito in modo decisivo al nuovo album. Lo stile di Tommaso alla batteria penso abbia dato al nostro suono un taglio più classicamente metal e Lorenzo mi ha aiutato molto con la scrittura dei pezzi. Questa line up è decisamente definitiva”.
AVEVO GIÀ NOTATO A SUO TEMPO CHE IL PRIMO ALBUM, “LUCE”, NON COMPARIVA PIÙ NELLA DISCOGRAFIA DI ALCUNI VOSTRI PROFILI SUI VARI SOCIAL MEDIA, MA POI, VEDENDOVI LIVE NEGLI ULTIMI TEMPI, HO ANCHE NOTATO CHE NON SUONATE PIÙ NULLA NEMMENO DA “DISINTOXICATION”. VI È UNA RAGIONE PARTICOLARE DIETRO QUESTA SCELTA? PENSATE CHE QUEI DISCHI NON RISPECCHINO PIÙ IN ALCUN MODO I THE SECRET?
“Penso che con ‘Solve Et Coagula’ abbiamo cominciato un cammino più personale e maturo che con in dischi precedenti, ed infatti ci piace ancora suonare live quel disco mentre non posso dire la stessa cosa per il materiale più vecchio”.
VI SONO DELLE BAND O DEGLI ARTISTI IN PARTICOLARE CHE VI HANNO INFLUENZATO DURANTE LA STESURA DI “AGNUS DEI”? INOLTRE, VI SONO DELLE BAND DEL PANORAMA METAL/HARDCORE ATTUALE, MAGARI VOSTRE COETANEE, CON LE QUALI SENTITE DI AVERE UNA AFFINITÀ A LIVELLO SIA MUSICALE CHE ATTITUDINALE?
“Ci sono molte band ed artisti che ci hanno influenzato in questo disco, ma non molto di attuale. Personalmente, scrivendo questo disco ho riascoltato un sacco dei classici metal preferiti (Slayer, Iron Maiden, Metallica, Dio) e ho letto e guardato un sacco di film e libri degli Anni ’70 e probabilmente questo ha in qualche modo influito nel sound del disco. Le opere e la musica di Hermann Nitsch, i film di Sergio Martino, ‘Apocalypse Now!’ di Francis Ford Coppola, la vita e la musica di Charles Manson mi hanno accompagnato durante la stesura dell’intero disco. Suonare dal vivo con ottime band ci ha insegnato molto a livello tecnico, ma penso che con questo disco abbiamo di base approfondito quello che avevamo cominciato precedentemente con ‘Solve Et Coagula’. Ci sono un sacco di ottime band in giro, ma non mi sento di appartenere a qualche tipo di scena”.
AVETE MAI PENSATO AD INCIDERE UNA COVER? SE FOSTE COSTRETTI A FARLO OGGI, QUALE BAND O ARTISTA PRENDERESTE IN CONSIDERAZIONE?
“Ne parliamo continuamente, anche se poi non ci proviamo mai per davvero; ma penso che se dovessimo scegliere una cover faremmo ‘Symptom Of The Universe’ dei Sabbath o ‘The End’ dei Doors”.
MAN MANO CHE CREATE NUOVA MUSICA, VI SENTITE PIÙ O MENO INTERESSATI A CERCARE ED ASCOLTARE ALTRI/NUOVI GRUPPI? AVETE ANCORA LA “FAME” DI UN TEMPO?
“Fortunatamente la ‘fame’ non è passata, sono sempre alla ricerca di musica che non conosco o di capire le radici dei gruppi che più mi hanno direttamente influenzato. Negli ultimi 5 o 6 anni ho decisamente spostato il mio interesse su cose “vecchie” piuttosto che su cose nuove e magari sono meno interessato di una volta ad essere aggiornato sulla scena metal e hardcore attuale, ma l’entusiasmo per la musica e l’arte è sempre lo stesso”.
QUAL È IL CONCEPT ALLA BASE DI “AGNUS DEI”? AVETE SEMPRE DATO UN CERTO PESO AI TESTI SINORA E SAREI CURIOSO DI SAPERE DOVE VI SIETE SPINTI CON LA NUOVA FATICA.
“Non ho scritto personalmente i testi e quindi non posso darti delle risposte troppo approfondite, ma il tema alla base di ‘Agnus Dei’ è quello del sacrificio. Per qualche motivo, all’inizio di quest’anno, ho cominciato ad interessarmi molto all’argomento e al peso del concetto stesso di sacrificio sulla nostra società. Dal giorno della nostra nascita ci viene insegnato che in qualche modo dobbiamo sacrificarci o sacrificare qualcun’altro o qualcos’altro per poter vivere e questo ha un’impatto enorme su quello che è la nostra cultura. Ci viene insegnato che Cristo è morto sulla croce per salvarci. Nasciamo e cresciamo con un debito che non abbiamo scelto di avere e che dobbiamo portarci addosso per tutta la nostra esistenza. Ci viene insegnato che la guerra è necessaria per poter vivere nel modo in cui viviamo, uccidere o farci uccidere è qualcosa di inevitabile. Ci viene insegnato che dobbiamo sacrificare le nostre passioni e le nostre pulsioni per modellarci e aderire a regole sociali che non abbiamo deciso consciamente di seguire. Fondamentalmente, è un album che parla dell’uomo e della sua necessità di cercare un senso più alto nella ricerca della morte”.
ULTIMAMENTE PARTE DELLA SCENA HARDCORE PARE AVER SCOPERTO UN CERTO TIPO DI IMMAGINARIO METAL. MI STO RIFERENDO A CROCI ROVESCIATE, CAPRONI, SIMBOLOGIA ESOTERICA, ECC. VOI DI CERTO NON SIETE GLI ULTIMI ARRIVATI IN QUESTO SENSO, MA MI CHIEDEVO SE VE NE ERAVATE RESI CONTI E SE AVEVATE IDEE A RIGUARDO DI QUESTO “FENOMENO”…
“Ho notato che questo tipo di immaginario sta diventando piuttosto popolare, ma allo stesso tempo non ci interessa molto quello che fanno gli altri e quindi non mi sento di dare opinioni in proposito. La scena hardcore e metal sono composte in maggioranza da persone giovani che si comportano da persone giovani”.
DOVE VEDETE I THE SECRET DA QUI A CINQUE ANNI? VI SONO DEGLI OBIETTIVI CHE VI SIETE FISSATI O DELLE SODDISFAZIONI CHE DOVETE ANCORA TOGLIERVI?
“Di sicuro mi vedo ancora impegnato a scrivere dischi e a suonare dal vivo perchè è quello che davvero mi piace fare nella vita. Ci sono ancora un sacco di obiettivi che vogliamo raggiungere con la band e continuando a suonare ce ne poniamo sempre di nuovi”.
GRAZIE MILLE! LE ULTIME PAROLE FAMOSE?
“Fai ciò che vuoi”.