THERAPY? – Sempre alternativi!

Pubblicato il 05/11/2012 da

In previsione delle date italiane a supporto del nuovo “A Brief Crack Of Light”, abbiamo potuto contattare il bassista dei Therapy?, Michael McKeegan, per fare il punto della situazione sull’attività più e meno recente della band. Conosciuta come tra i maggiori esponenti del rock alternativo, negli anni Novanta la formazione nord-irlandese ha vissuto il suo periodo di maggior splendore commerciale. Nonostante il successivo calo di vendite, il livello artistico dei dischi si è mantenuto più che soddisfacente. Le parole di Michael trasudano onestà e umiltà e ci fanno conoscere un personaggio molto schietto e affabile che non si è certo tirato indietro di fronte alle nostre domande…

 


MICHAEL, COME STA ANDANDO IL TOUR DI SUPPORTO AL NUOVO “A BRIEF CRACK OF LIGHT”?

“Siamo molto contenti delle date che stiamo facendo, soprattutto perché il disco nuovo piace molto ai nostri fan. Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2010 e nel frattempo ci siamo imbarcati nel tour del nostro ventesimo anniversario. I concerti sono andati molto bene, così siamo tornati in studio carichi di energia e positività. Abbiamo iniziato a provare insieme e pian piano i pezzi hanno preso forma. Per realizzare il disco abbiamo impiegato circa sei settimane, ma spalmate in circa sei mesi di tempo, tra studio e altre attività”.

IL SOUND DEI NUOVI BRANI DENOTA COME ABBIATE VOLUTO CONTINUARE LA STRADA INTRAPRESA SUL PRECEDENTE “CROOKED TIMBER”, SE NON SBAGLIO…
“Sono perfettamente d’accordo. Tutti noi adoriamo i pezzi e il sound di ‘Crooked Timber’, credo rispecchino perfettamente la filosofia dei Therapy?. Per questo motivo abbiamo proseguito sulla stessa strada, anche se in alcuni brani si possono trovare nuovi elementi; noi vogliamo sempre aggiungere qualcosa di nuovo alla nostra musica, ci piace fare sempre un passo avanti e non riposarci sulle cose fatte in passato. Il disco ha ricevuto buone critiche e responsi molto positivi dai fan, per cui mi sembra di poter dire che abbiamo intrapreso la giusta direzione”.

LE NUOVE CANZONI CONTENGONO INFLUENZE CHE VANNO DALLO STONER ALL’ELETTRONICA, ADDIRITTURA IN ALCUNI MOMENTI DI SENTONO SONORITA’ VICINE AI KILLING JOKE. NON VI PONETE MAI LIMITI NEL MOMENTO DI COMPORRE NUOVI PEZZI?
“La risposta è più semplice: noi componiamo la musica che ci piace. Vedi, prima citavi i Killing Joke…anche nella loro musica ci sono svariate influenze rock e si possono sentire spunti tipici di altre grandi band. Nella nostra musica, che fondamentalmente è rock, si possono trovare richiami sia a causa del nostro background personale sia per i nostri gusti. Il fatto è che mi urta anche solo pensare che la gente possa dire ‘hey, questo è solo un nuovo disco dei Therapy?’, come se si trovasse davanti a qualcosa di scontato. Io adoro gruppi come Motorhead o gli Ac/Dc, i Ramones, lo stoner rock ed il black metal, tanto per darti un’idea di come non metto mai i paraorecchi. Mi piacciono molto, non tanto come musica ma più per le atmosfere, l’elettronica, i samples e le drum machine. Se nei nostri dischi inseriamo tutte queste influenze è perché innanzitutto ci piacciono, poi per non delimitare troppo la nostra musica”.

I THERAPY? SONO SEMPERE STATI ETICHETTATI COME UNA BAND ALTERNATIVE. CREDI CHE AL GIORNO D’OGGI, CON TUTTE LE CONTAMINAZIONI PRESENTI NELLA MUSICA, QUESTO APPELLATIVO NEI VOSTRI CONFRONTI ABBIA ANCORA UN SENSO?
“Il mio concetto di musica ‘alternative’ va cercata in una sorta di arte ‘outsider’, ovvero porsi in una corsia diversa da quella di un filone predeterminato, magari di successo, e riuscire comunque a proporre musica valida. Ai tempi dei nostri primi dischi credo siamo riusciti in questo; mi vengono in mente anche i primi Sonic Youth, ad esempio. Tutte band che hanno avuto un approccio particolare ai tempi che furono. Credo che fino a metà anni Novanta ci fossero diverse realtà alternative. Guarda i primissimi Green Day, ora sono una potenza commerciale, ma ai loro esordi avevano un’attitudine tutta loro. Oppure penso ai Foo Fighters, che non erano certo una copia di Bon Jovi! ‘Alternative’ è chi va per la propria strada senza curarsi, almeno all’inizio, di certe mode o trend musicali, e band black metal o di musica elettronica possono essere racchiuse in questo concetto”.

DAL 2004, ANNO IN CUI MCCARRICK HA LASCIATO LA BAND, SIETE RIMASTI UN TRIO. CREDI CHE QUESTA SIA LA DIMENSIONE PERFETTA PER I THERAPY??
“Credo proprio di sì, tutti i dischi che abbiamo fatto da allora ritengo siano perfetti per una formazione a tre. Tra di noi c’è un’intesa pazzesca, abbiamo la stessa energia in studio e dal vivo di una band con quattro o cinque elementi. Se proprio dobbiamo trovare un neo, in tre c’è più pressione, siamo meno teste e dobbiamo spremere ogni singola goccia di energia per dare il nostro massimo. Ma credo che a livello artistico questo tipo di pressione ci faccia molto bene, perché sprona a non rilassarci mai. Ognuno di noi è consapevole del proprio ruolo, sa cosa fare e come interagire fra noi. Credo proprio che rimarremo così anche in futuro”.

DIVERSI VOSTRI BRANI SONO APPARSI SU MOLTI MEDIA, PENSO A “AUTO SURGERY” FINITA SU UN VIDEOGAME O “ACCELERATOR” UTILIZZATA IN UN FILM. AVETE MAI PENSATO A CONCENTRARVI IN ASPETTI PIU’ TRASVERSALI DI QUESTO BUSINESS?
“Per me sarebbe una sfida molto divertente e stimolante, tutto dipende dal film o dal videogame su cui ci troveremmo a lavorare. I due casi che hai citato non sono stati scritti appositamente, erano già pronti quando poi sono stati scelti per apparire come colonne sonore. Detto questo, non mi tirerei indietro di fronte ad un’opportunità del genere. Mai dire mai: se capitasse l’occasione, la valuteremo molto attentamente”.

A META’ ANNI NOVANTA I THERAPY? HANNO VISSUTO IL LORO MASSIMO SUCCESSO COMMERCIALE. OGGI COME VIVETE LA VOSTRA CONDIZIONE, FORSE MENO SOTTO I RIFLETTORI MA ALTRETTANTO INTERESSANTE ARTISTICAMENTE?
“La scena in questi anni è cambiata e credo che noi siamo stati l’ultima band che proponeva un certo tipo di musica a vendere così tanto. In quegli anni abbiamo venduto circa due milioni di dischi, una cifra davvero enorme! Oggi le band di successo, per tante cause, tra cui internet, non riescono a vendere tanto quanto abbiamo fatto noi, per questo ci riteniamo molto fortunati. Oggi continuiamo a pubblicare dischi, a girare il mondo e a portare la nostra musica ovunque ci chiamino. Un altro aspetto da tenere in considerazione è che molte formazioni famose anni fa, oggi non ci sono più, mentre noi siamo più forti che mai. Siamo molto soddisfatti e contenti della nostra carriera, non potremmo davvero chiedere di meglio. In questo business bisogna sapersi adattare ai cambiamenti senza svendersi, perché si rischia di non essere più riconosciuti. Le persone spendono meno soldi in musica e pretendono giustamente tanta qualità. E’ anche grazie a quanto abbiamo ottenuto in passato se siamo ancora qui, ma va dato atto ai Therapy? di essersi mantenuti solidi e credibili negli anni. Credo che i nostri fan l’abbiano capito”.

FRA POCHI GIORNI SUONERETE IN ITALIA. COSA VI ASPETTATE?
“Il pubblico italiano è da sempre conosciuto come uno dei più calorosi, ci aspettiamo di suonare dei grandi concerti, di spassarcela e di stare insieme a tutti coloro che vogliono passare del tempo insieme a noi e alla nostra musica. Daremo il meglio per farvi divertire!”.

MICHAEL, HAI QUALCHE RIMPIANTO NELLA VOSTRA CARRIERA?
“No, come ti dicevo prima ritengo che i Therapy? siano stati molto fortunati per aver potuto fare tanti dischi e aver venduto parecchio. La nostra musica ci ha permesso di vedere il mondo, credo che questa sia la massima aspirazione per un musicista. Come band siamo molto uniti, negli anni il nostro sodalizio si è rafforzato, cosa che non molte band possono vantare. Forse riascoltando i vecchi dischi qualcosa cambieremmo, ma ai tempi abbiamo sempre dato il massimo, per noi non si poteva fare davvero di meglio”.

 

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