THERION – Il viaggio di Gurdjieff

Pubblicato il 16/06/2004 da


Come presentare, senza ripetere concetti già esposti e straesposti, l’intervista al mastermind di una band che ha da poco pubblicato un (doppio) lavoro che va ad attestarsi fra i dischi più interessanti e riusciti dell’anno ancora in corso? Semplice: rimandandovi direttamente, senza tergiversare oltre, alla lettura della trasposizione della chiacchierata telefonica occorsa tra il sottoscritto e il loquace (pure troppo!) Christofer Johnsson. Di carne al fuoco ce n’è davvero tanta…ma lasciamo che a descrivere i perché, i percome, i quando e i dove di “Lemuria” e “Sirius B” sia proprio il chitarrista in persona…


BENE, CHRISTOFER, INIZIAMO CON UNA DOMANDA PIUTTOSTO OVVIA: COME MAI AVETE DECISO DI PUBBLICARE BEN DUE ALBUM DI INEDITI? E COME TROVEREMO IL DISCO NEI NEGOZI?
“Dunque, la genesi di questo doppio disco risale a parecchio tempo fa, addirittura all’epoca di ‘Deggial’: terminato il tour promozionale, incominciai a scrivere materiale per un nuovo disco; composi sette pezzi; dopodiché, un bel giorno, mi svegliai e decisi repentinamente di voler scrivere un concept-album sulla mitologia nordica, il quale prese forma con il nome di ‘Secret Of The Runes’; ovviamente, fui costretto ad accantonare quei brani già pronti, dato che non erano adatti a ciò che avevo in mente. E, come avrai intuito, le canzoni sono state riesumate per i due nuovi album… Album che sono nati da un periodo davvero produttivo e nel quale l’ispirazione ci ha fornito moltissime idee e soluzioni da provare. Abbiamo scritto circa 55 brani, musica con cui riempire più di tre full-length! Ma è decisamente impossibile pubblicare un lavoro singolo con magari 40 pezzi, per cui l’unico modo esistente per dare al pubblico la possibilità di ascoltare più materiale era quello del double-CD. Inoltre, è probabile che l’anno prossimo saremo già fuori con un altro platter di inediti! Per quanto riguarda la tua seconda domanda, abbiamo scelto di mettere a disposizione, per tre mesi, una confezione singola avente un prezzo di favore e contenente entrambi gli album; in seguito, si potranno acquistare separatamente, oppure, tramite richiesta, avere comunque il double-packaging”.

PARLIAMO DELL’ASPETTO MUSICALE DEI NUOVI EPISODI THERION. DOVE SIETE ANDATI A PARARE QUESTA VOLTA?
“Non abbiamo variato moltissimo il sound, se è questo quello che chiedi. Lo abbiamo ampliato e reso ancor più coinvolgente, tramite l’uso di moltissimi strumenti originali e tramite il recupero di trovate e sonorità che non riproponevamo da parecchio tempo, come ad esempio le mie growling vocals. Sui dischi si sentono balalaike, mandolini, organi, un’infinità di cori, un’orchestra completa, per un totale di 164 persone coinvolte. Le canzoni sono, a prima vista, parecchio accessibili e dirette, a differenza di quanto avevamo proposto con ‘Secret Of The Runes’ e ‘Deggial’, due lavori introversi e riflessivi, e ricordano maggiormente i primi dischi nei quali abbiamo usato i cantanti lirici (si riferisce a ‘Theli’ e ‘Vovin’, nda). Andando oltre questa ‘accessibilità di facciata’, però, si possono scoprire arrangiamenti molto ricchi e curati, che presumo faranno la felicità di molti estimatori di heavy metal”.

POSSO SOLO IMMAGINARE LA COMPLESSITA’ DELLE RECORDING SESSION…COME SI SONO SVOLTE?
“Le recording session ci hanno portato via parecchio tempo, sì, circa undici mesi tra pre-produzione, registrazione, missaggio e tutto il resto: abbiamo iniziato le registrazioni nei Modern Art Studios di Stoccolma, dove la maggior parte degli strumenti e dei cori è stata messa su nastro; poi, ci siamo trasferiti in Danimarca, a Copenhagen, dove abbiamo registrato il suono dell’organo da chiesa della Vor Frelsers Kirke, l’antica chiesa della capitale danese; infine, allo Smecky Studio di Praga, nella Repubblica Ceca, per ottenere i servigi dell’Orchestra Filarmonica, la quale ha dato un contributo eccezionale, anche perché, a differenza del passato, finalmente abbiamo potuto usufruire dell’intero plotone di musicisti contemporaneamente. Un grande privilegio, in quanto ho avuto modo di lavorare nella migliore delle situazioni, parlando a tutti gli strumentisti e dicendo loro cosa volevo ottenere tramite la loro partecipazione. Insomma, molto tempo utilizzato ma pochissimo sprecato!”.

TU, CHRISTOFER, SEI DA SEMPRE IL PRINCIPALE COMPOSITORE DEI THERION. HAI RICEVUTO QUALCHE AIUTO PER “LEMURIA” E “SIRIUS B”?
“Sì, in questa occasione abbiamo svolto un lavoro più corale: la maggior parte dei brani sono totalmente opera mia, ma Kristian e Johan (i fratelli Niemann, chitarra solista e basso, nda) hanno composto e arrangiato molto più materiale rispetto al passato. Kristian ha co-partecipato in quattro brani, mentre Johan in due. E’ stato molto positivo ricevere la loro influenza e, stavolta, il loro modo di comporre è andato a combaciare perfettamente con la mia ispirazione”.

OLTRE AD UNA LINE-UP ORMAI CONSOLIDATA, SONO PRESENTI SUI DISCHI MOLTI OSPITI DI RILIEVO. CE NE PUOI PARLARE?
“Sì, innanzitutto ci sono i cantanti lirici, ormai un trade-mark ben definito del nostro sound: tutti loro, però, sono totalmente estranei al mondo metal, per cui nominarli sarebbe pressoché inutile; certo è che hanno svolto un ottimo lavoro! Poi, un grosso aiuto ce lo hanno dato Mats Levèn e Piotr Wawrzeniuk: Mats ha una bellissima voce, molto potente, e canta su alcuni pezzi, fra i quali l’opener di ‘Sirius B’, ‘The Blood Of Kingu’; per me è stato un vero piacere avere la possibilità di collaborare con un ex-membro dei Candlemass, una delle mie band preferite! Infine, molto gradito, e soprattutto voluto a tutti i costi dai fan, il ritorno di Piotr, che non era con noi dai tempi di ‘Theli’: ho ricevuto davvero tantissime richieste di poterlo risentire almeno in qualche pezzo e, con le nuove canzoni, ciò è stato possibile. Piotr è davvero molto amato dai nostri fan”.

OK, E PER QUANTO RIGUARDA IL DRUMMER?
“Per le parti di batteria, preso atto della volontà di Sami Karppinen di voler lasciare i Therion, abbiamo reclutato un bravissimo ragazzo, già piuttosto conosciuto a dir la verità: Richard Evensand dei Soilwork. Anche se ora credo abbia lasciato questa band per suonare in un gruppo death americano, mi sembra si chiamino Chimaira (sì, non fanno proprio death, ma sono loro!, nda). Non è il nostro drummer ufficiale, in quanto ha preferito seguire i suoi interessi principali, i quali sono suonare in modo più veloce e tecnico di quanto fabbisogni al nostro sound; peccato, perché è un buon musicista. Per il tour, quindi, abbiamo dovuto cercare un sostituto e lo abbiamo trovato in Peter, un ragazzo alla prima seria esperienza, ma che ci ha colpito parecchio”.

DOMANDA D’OBBLIGO SULLE LYRICS: I THERION HANNO SEMPRE SCAVATO NELLA MITOLOGIA E NELLA STORIA. ANCHE QUESTA VOLTA E’ STATO COSI’?
“Certo, anche per ‘Lemuria’ e ‘Sirius B’ ci siamo affidati all’enorme cultura e passione di Thomas Karlsson, uno dei miei più cari amici; io e lui abbiamo interessi piuttosto comuni ed entrambi siamo grandi appassionati di civiltà antiche e mitologiche, nonché di ogni sorta di leggenda o mito che si conosca. Rispetto a me, però, Thomas è molto più bravo a scrivere testi e, pensa, spesso accade che sia lui a venire a propormi idee per una canzone, invogliandomi a comporre musiche basate ed ispirate ad una storia piuttosto che ad un’altra. Diciamo pure che è praticamente il ‘membro invisibile’ dei Therion. In questi due dischi, si è davvero sbizzarrito ed ogni brano contiene parecchi riferimenti mitologici e storici: passiamo dagli Egizi ai Greci, dal misticismo indiano alle credenze azteche, dalle saghe nordiche a Rasputin. Chiunque rimanga affascinato da questi temi, troverà sicuramente pane per i propri denti!”.

MI HAI DETTO PRIMA CHE TI SEI AVVALSO DELL’AIUTO DI KRISTIAN E JOHAN PER SCRIVERE I DUE DISCHI. COME TI SEI TROVATO? PREFERISCI COMPORRE DA SOLO OPPURE IN GRUPPO?
“Credo sia molto meglio scrivere in gruppo! Magari limitandosi a due-tre persone, altrimenti le idee si disperdono troppo e si perde l’ispirazione originaria. Con Kristian e Johan c’è stata un’ottima collaborazione, ormai ci conosciamo bene e ci siamo ben completati. Kristian tende ad avere un approccio più sperimentale e le sue partiture sono decisamente catchy, mentre suo fratello compone in maniera più classica, cercando magari anche qualche influenza nel prog. Io, invece, riesco a scrivere anche cose un po’ più tranquille ed atmosferiche. Comunque sia, è andato tutto bene”.

UNA CURIOSITA’, ORA: SO CHE NON HAI MAI PRESO LEZIONI DI MUSICA E CHE HAI IMPARATO A SUONARE LA CHITARRA DA AUTODIDATTA, EPPURE LA TUA MUSICA E’ RICCHISSIMA DI ARRANGIAMENTI E PARTI CHE RICHIEDONO COMUNQUE UNA CERTA CULTURA MUSICALE. COME TI SPIEGHI TUTTO CIO’?
“Hai ragione, non ho mai studiato musica, né mai studiato nessuno strumento; nonostante ciò, penso che il talento e l’arte si possano benissimo riuscire ad esprimere anche senza adeguata preparazione tecnica e/o culturale. Tempo addietro, quando ero più giovane, non avevo bisogno di studiare, in quanto i pezzi che scrivevamo erano semplici creazioni e la chitarra la suonavo alla bell’e meglio. Poi, di recente, ho anche provato a leggere libri di tecnica strumentale, ma, davvero, non fanno proprio per me! Non mi servono, mi annoiano…io creo tutto nella mia mente, so in partenza come dovrà essere un brano, a grandi linee ovviamente. Poi lo arrangio nei particolari, e per questo ho bisogno di poter parlare con la gente che suonerà la mia musica, per far capire loro come devono eseguire il tutto. Lo studio può sicuramente servire, affina il talento, fornisce le basi, ma senza ispirazione interiore non si va molto lontano; la spontaneità e la personalità devono emergere in ciò che si compone”.

E’ DA PARECCHIO TEMPO, ORMAI, CHE SIETE NEL MUSIC-BUSINESS. TI VA DI RICORDARE IL MOMENTO MIGLIORE E QUELLO PEGGIORE DA VOI VISSUTO?
“Sicuramente il momento migliore è stato quello in cui la Nuclear Blast mi diede il budget necessario per la registrazione di ‘Theli’: non è per fare il veniale, ma quel disco è la realizzazione di un sogno. Avevo in mente quelle canzoni da tantissimo tempo ed ero pieno di idee…idee che non potevo realizzare, per mancanza di soldi; ero anche frustrato, perché i miei progetti sembravano impossibili da attuare. Poi, per fortuna, venne il fatidico ‘sì’ e tutto quello che accadde dopo è solo conseguenza di quella decisione. Il momento più brutto è più difficile da scegliere: forse, ricollegandomi a quanto appena detto, la scelta di aver pubblicato i primi lavori per delle sottoetichette, che non hanno garantito una buona promozione”.

QUALCHE RICORDO DEI PRIMI TEMPI? RIPENSI ANCORA AI BLITZKRIEG?
“Be’, i Blitzkrieg erano anche difficilmente etichettabili come band, a dire il vero…è stato il mio primo gruppo, fondato assieme a Peter Hansson e Oskar Forss (vocalist anche su ‘Subterranean’ degli In Flames, nda), e suonavamo un thrash metal stile primi anni ’80, però ispirati soprattutto da Venom e Motorhead; facemmo solo due show locali, poi sciogliemmo la band, solo per riformarla con il nome di Megatherion, questo perché volevamo cambiare genere; io, che suonavo il basso, sono passato alla chitarra e abbiamo iniziato ad ispirarci a Celtic Frost e Candlemass. Poi, abbiamo eliminato il prefisso ‘mega’ ed è rimasto Therion…”.

QUALI SONO I TUOI ASCOLTI PRINCIPALI E LE TUE INFLUENZE PRIMARIE? E COME GIUDICHI IL METAL MODERNO?
“Allora, attualmente ascolto molta musica classica, artisti quali (e qui nomina due-tre compositori semi-sconosciuti che onestamente non ho riconosciuto, nda); e poi la mia grande passione è il metal anni ’80, soprattutto gruppi come gli Accept e le band che ti ho citato prima. Conosco pochissimo il metal degli anni ’90 e per niente quello attuale: sento i nomi dei gruppi che sono più in voga, ma mi interesso poco alla loro musica. E non mi chiedere un parere sul nu-metal, perché mi fa proprio schifo!”.

AVETE IN PROGRAMMA FESTIVAL ESTIVI, OPPURE QUALCHE TOUR?
“Sì, in previsione abbiamo qualche festival, fra i quali uno in Polonia, uno in Svizzera ed uno in Belgio; poi partiremo per il Messico e poi il Sudamerica. Di seguito, credo inizieremo il tour europeo e suppongo arriveremo in Italia verso l’autunno o l’inverno. Porteremo con noi ben sei cantanti lirici e non ci saranno tastieristi, in quanto, in passato, abbiamo avuto parecchi problemi con questi ultimi. Quindi, abbiamo preferito puntare sulle voci liriche ed usare i campionamenti per le sezioni orchestrali. Spero non mancherete di venire a vederci!”.

E SPERIAMO PROPRIO DI NO, CHRISTOFER! BENE, SIAMO AL TERMINE. A TE LE ULTIME PAROLE…
“D’accordo. Saluto tutti i fan italiani dei Therion, spero che i due album stiano piacendo e invito chiunque a venire a vederci dal vivo! Ciao a tutti”.

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