THERION – Musica, Maestro!

Pubblicato il 15/02/2018 da

I Therion hanno di recente pubblicato “Beloved Antichrist”, un’opera monumentale, persino difficile da definire, ma che ha esaltato più che mai le grandi qualità compositive del Maestro Christofer Johnsson, il quale ha osato cimentarsi in qualcosa di grandioso, mai tentato da nessuno prima di lui. Abbiamo sentito dunque lo stesso Johnsson, il quale ci ha descritto la sua visione di quest’opera e ci ha raccontato delle grandi fatiche che hanno portato alla sua realizzazione, peraltro aggravate dai suoi problemi di salute (anche se di questo non ha fatto cenno), richiedendo diversi anni di duro lavoro. Riteniamo che ne sia valsa però la pena, visti i risultati, ma ci ha colpito la pacatezza e la sobrietà con cui l’autore ha parlato della propria opera, senza alcuna enfasi o vanità, come pure avrebbe potuto fare di fronte a un tale capolavoro. Ma è quando cominciamo a parlare di musica classica che il Maestro appare ancora più coinvolto e appassionato, dimostrando così tutto il suo profondo amore per questa musica, oltre che per il metal.

L’ANNO SCORSO AVETE CELEBRATO TRENT’ANNI DAGLI ESORDI DEI THERION E A BREVE (L’INTERVISTA E’ DI FINE DICEMBRE, NDR) PUBBLICHERETE UN NUOVO TRIPLO ALBUM, INTITOLATO “BELOVED ANTICHRIST”: COME HAI LAVORATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUEST’OPERA?
– Abbiamo iniziato con l’idea di una rock opera nel 2012, ma l’idea originale risale al 2003, perché avevo provato a scrivere un’opera classica, mai realmente completata, così avevo già scritto della musica, che poi ho riciclato e riarrangiato per la musica dei Therion in una rock opera. Quindi abbiamo iniziato a pianificare il tutto e nel 2013 è iniziato il processo compositivo, mentre durante il 2016-2017 abbiamo registrato. Abbiamo registrato tre ore e mezzo di musica, materiale per quattro album, ma quando ho ascoltato il mix mi sono reso conto che era troppo, era troppo pesante, così abbiamo lavorato per ridurlo a tre ore.

VI SIETE ISPIRATI PER IL VOSTRO LAVORO A “IL RACCONTO DELL’ANTICRISTO”: LA STORIA PROVIENE DUNQUE DAL RACCONTO DI VLADIMIR SOLOVIOV O DI FATTO E’ UNA STORIA NUOVA?
– È la storia originale ma questa ha subito molti cambiamenti perché il libro non ha personaggi femminili ma solo maschili e la cosa sarebbe stata molto noiosa musicalmente senza voci femminili. Ho cambiato molto all’inizio della storia, ho cambiato la fine e quando cominci a cambiare il resto viene di conseguenza, perciò alla fine direi che è ispirata al libro e ci sono un paio di cose basate sul libro, ma per il 90% direi che è semplicemente ispirata.

HAI RITENUTO DI AUMENTARE IL NUMERO DEI PERSONAGGI E CREARNE DI NUOVI SOPRATTUTTO PER ESIGENZE MUSICALI O NARRATIVE?
– Per entrambe le cose, se vuoi realizzare un’opera devi avere un romanzo, noi avevamo una storia di uomini, così ho inventato la moglie dell’Anticristo; inoltre, nel libro avevamo un rivale che però compariva per poco, mentre noi abbiamo esteso il suo ruolo ed è una persona che compare nell’intera storia. Ho avuto l’idea che questo rivale fosse una donna e ho fatto crescere il suo ruolo nell’opera, abbiamo pensato che potesse essere la sorella della moglie dell’Anticristo e abbiamo reso le cose più complicate.

A PARTE QUALCHE ECCEZIONE DEL PASSATO, COME IN “GOTHIC KABBALAH”, LA VOSTRA MUSICA È ANCORA UNA VOLTA CARATTERIZZATA ESCLUSIVAMENTE DAL CANTATO LIRICO: COME MAI PREDILIGI QUESTO APPROCCIO PER LE PARTI VOCALI, SEBBENE IN UN CONTESTO METAL?
– Beh, in origine era un’opera classica, ho provato a scrivere un’opera perciò avevo già qualcosa in tal senso, poi del resto utilizziamo voci operistiche dal 1995, non c’è nulla di nuovo. Non c’è una specifica ragione, abbiamo sperimentato con molti generi differenti di musica, metal, classica, folk, non ci siamo mai guardati indietro nella nostra carriera, facciamo semplicemente ciò che ci piace.

L’OPERA HA UN GRAN NUMERO DI CANTANTI OPERISTICI, ALCUNI LAVORANO CON TE DA ANNI COME THOMAS VIKSTROM O LORI LEWIS, MA COME HAI FATTO A TROVARE COSI’ TANTE GRANDI VOCI? ATTRAVERSO CONOSCENZE PERSONALI, SCUOLE O COS’ALTRO?
– Beh, ci sono in effetti ventinove ruoli interpretati da quindici cantanti. Può succedere che, come in un’opera, hai un ruolo molto piccolo in un atto, poi ne hai un altro in un altro atto ed è lo stesso tipo di voce, per cui lo stesso cantante canta in entrambi i ruoli. Abbiamo ventinove ruoli e alcuni scompaiono dopo pochi interventi, così mi sono reso conto che erano troppi i cantanti e ho riscritto alcuni ruoli in modo da farli interpretare alla stessa persona. Ci sono anche tre ruoli ricoperti da una stessa persona, e comunque trovare quindici cantanti non era neppure facile. Ho lavorato con molti cantanti nel corso degli anni, perciò ho potuto avvalermi di alcuni cantanti dal passato, per altri ho avuto una raccomandazione da persone di fiducia e abbiamo anche una star come Markus Jupiter, che è uno dei più famosi baritoni dei nostri tempi, normalmente non avremmo potuto coinvolgerlo, ma era un amico d’infanzia di Thomas Vikström, così ha detto: “Naturalmente, canterò con Thomas”.

COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI? AVETE POTUTO AVVALERVI DI UNA VERA ORCHESTRA?
– I cori sono stati registrati a Mosca e con tutto questo lavoro ho avuto bisogno di far ricorso ad altri per gli arrangiamenti. Abbiamo registrato in Repubblica Ceca, prima abbiamo registrato in Germania, poi per i cori siamo andati appunto a Mosca. Non è stato possibile finanziare l’utilizzo di una vera orchestra per quattro ore di musica. Abbiamo usato i Vienna Instruments (probabilmente la Vienna Symphonic Library, ndR), come abbiamo fatto in “Gothic Kabbalah”.

PUBBLICHERETE L’OPERA TUTTA INSIEME: HAI MAI PENSATO CHE POTREBBE ESSERE UN PO’ DIFFICILE DA METABOLIZZARE PER I VOSTRI FAN E I VOSTRI ASCOLTATORI?
– Beh, non è un album. Se citassi “Jesus Christ Superstar” non diresti “Oh, grande album”, penseresti a una rock opera per i palcoscenici: la puoi comunque acquistare in CD ma è stata scritta per i palcoscenici. Per essere rappresentata è una lunghezza normale per la musica, abbiamo realizzato tre ore e mezza in tre atti e due break, abbiamo una nuova storia e penso che la musica sia molto facile da digerire, per cui non penso sia un problema per l’opera on stage. Se poi qualcuno vuole ascoltarla in CD non deve per forza ascoltarli tutti e tre, può ascoltarne anche uno solo, non vedo il problema, nessuno costringe ad ascoltare i tre cd.

PENSI DI RAPPRESENTARE L’OPERA PER INTERO, DUNQUE, MA IN CHE TIPO DI CONTESTO? RIUSCIRAI A PORTARE I METALLARI IN TEATRI CLASSICI (DICIAMO CON IRONIA, OVVIAMENTE, NDR)?
– Sì, naturalmente penso che abbiamo bisogno di un pubblico mainstream, perché abbiamo bisogno di una produzione imponente: ci vorrà un giorno solo per montare ogni cosa, un giorno per smontare e probabilmente un altro giorno per trasportare, per cui l’ideale sarebbe di esibirci per una settimana in ogni città, con almeno uno-due show. E per poter vendere biglietti per tutti i concerti abbiamo bisogno di un pubblico mainstream: sono sicuro di venderli tutti per la prima notte, ma per fare di più abbiamo bisogno di un pubblico vario. Pensiamo di organizzarci come le opere rock, “Jesus Christ Superstar”, “Rock Of Ages”, “Phantom Of The Opera”, presentandole nei teatri. Penso che chi segue i Therion sia abituato alle parti classiche, ma naturalmente è qualcosa di nuovo. Nella prima metà del 2018 faremo un tour normale come band e suoneremo vecchie canzoni assieme ad alcune nuove canzoni dalla rock opera proprio come per un normale nuovo album, perché non tutti vogliono una rock opera, alcuni vogliono semplicemente vedere la band in tour con i classici e le nuove canzoni, così offriremo prima questo ai fan. Se riusciremo ad ottenere sufficiente denaro magari andremo nei teatri, perché non è facile, ci vogliono persone per i costumi, abbiamo bisogno di un drammaturgo, di qualcuno per i trucchi – e questo per quindici cantanti! Poi abbiamo bisogno di qualcuno per i trasporti, per la logistica, dunque è una cosa molto grande da realizzare e penso che la cosa migliore sia collaborare con qualcuno che normalmente fa musical e abbia la giusta esperienza.

SEI UNO DEI PRINCIPALI FAUTORI DELLA COMMISTIONE TRA MUSICA CLASSICA E METAL E HAI SCRITTO GRANDI CAPOLAVORI, MA PENSO CHE QUESTO LAVORO SIA IN REALTA’ QUALCOSA DI NUOVO: PENSI CHE RIMARRA’ UN CASO ISOLATO O POTREBBE APRIRE NUOVE STRADE E ISPIRARE ALTRI MUSICISTI?
– Non rifarei mai qualcosa di grande come questa, troppo lavoro. Se dovessi mai rifare una rock opera, sarà più breve, davvero troppo lavoro. Sto invecchiando, troppa pressione, non sarebbe male rifarlo ma penso che dopo di questo più probabilmente lavorerò ad un album normale. Comunque mai dire mai, forse rifarò un’altra rock opera ma più breve.

QUALI SONO LE TUE OPERE E LE TUE SINFONIE PREFERITE?
– Le mie opere preferite potrebbero essere la maggior parte delle opere di Richard Wagner, specialmente “Rienzi”, molto ispirata dall’opera francese, poi ovviamente “The Ring”, “Lohengrin” e mi piace anche Richard Strauss, mi piace “Elektra”. Mi piace veramente molto anche “L’Angelo Di Fuoco”, penso che la musica sia buona ma non è tra i miei preferiti, però sul palco è semplicemente stupefacente ed è stata una grande ispirazione per me. Per le sinfonie tendo a preferire i compositori russi, mi piacciono i concerti di piano e tra questi mi piace moltissimo “The Flame March”, Tchaikovsky è uno dei miei preferiti. Mi piace Beethoven, sono cresciuto con Beethoven: le sue sinfonie sono effettivamente la prima musica che ho scelto, avevo tre anni ed ero completamente affascinato, perciò lo amo e ha un significato speciale per la mia infanzia. Tendo a preferire la seconda sinfonia di Beethoven, davvero una delle mie preferite e mi piace la musica dell’era romantica; sono molto legato a quella musica, mentre non mi piace molto quella precedente. Mi piacciono anche i concerti per violino, penso che alcuni concerti di Felix Mendelssohn siano alquanto sopravvalutati, ma ritengo che il suo concerto in Mi minore sia assolutamente eccezionale, è il più splendido concerto per violini che abbia mai ascoltato.

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