THERION – Passaggio Verso L’ Ignoto

Pubblicato il 17/10/2010 da

Cabala, simbologia, esoterismo, testi profondi e musica in costante evoluzione. In ventitre anni di onorata carriera i Therion sono divenuti una delle realtà più interessanti e poco classificabili dell’intero panorama metal internazionale. La band capitanata da Christofer Johnsson è da poco tornata nei negozi con il nuovo disco “Sitra Ahra”, forte di una nuova line-up dove, a parte lo storico leader, non ci sono superstiti dal precedente lavoro. I Therion portano avanti il loro percorso con canzoni orchestrali, impreziosite dall’utilizzo di inusuali strumenti musicali e dai misteriosi testi del sempre enigmatico Thomas Karlsson. A parlarci della nuova fatica di questa formazione è l’ex Candlemass e Brazen Abbott Thomas Vikstrom.

 

THOMAS, COME SI SONO SVOLTI I LAVORI SUL NUOVO “SITRA AHRA”?
“Il processo compositivo necessario per dar vita al nuovo disco dei Therion è stato il più lungo a cui io abbia mai partecipato. Ogni volta che ci ritrovavamo in studio di registrazione finivamo per aggiungere qualcosa, cambiare delle parti o stravolgere i brani. Inizialmente ‘Sitra Ahra’ sarebbe dovuto uscire in maggio o giugno ma, proprio a causa del prolungarsi dei lavori in studio, abbiamo terminato il disco in ritardo”.

PER QUALE MOTIVO CHRISTOFER JOHNSSON HA DECISO DI CAMBIARE TOTALMENTE LA LINE-UP DEI THERION?
“La cosa buffa è che ovunque si legge che Christofer ha voluto cambiare in toto la formazione dei Therion, ma in realtà è accaduto l’opposto. Sono stati gli altri membri della band a decidere di andarsene. So che si sono trovati tutti assieme a parlare e a discutere del futuro della band, ma sembrava che gli altri ragazzi non avessero più voglia di cimentarsi nella musica dei Therion, probabilmente preferivano fare altre cose. In casi come questo la cosa migliore da fare è andarsene per non danneggiare la band”.

QUANDO PER LA PRIMA VOLTA HAI ASCOLTATO I NUOVI BRANI DEL DISCO, COSA HAI PENSATO?
“Sono rimasto molto colpito perché erano assolutamente emozionali. Quando Christofer mi ha detto di aver scelto il titolo del disco, ‘Sitra Ahra’, abbiamo iniziato a lavorare in studio. Un giorno dovevo andare ad incidere la title track, che ho scritto io, ed ho portato la mia versione demo da far ascoltare agli altri. Proprio quel giorno Christofer mi ha fatto ascoltare le sue demo, che erano davvero essenziali, scarne, sembravano le tipiche registrazioni di una band di quindicenni. Lui mi ha detto che non voleva proporre demo troppo complesse o già rifinite proprio perché era certo che in studio i brani si sarebbero evoluti nel modo che oggi potete ascoltare su disco”.

CHE SIGNIFICATO HA IL TITOLO “SITRA AHRA”?
“Ovviamente, come per ogni disco dei Therion, i testi dei brani ed il titolo del disco hanno un forte significato simbolico. ‘Sitra Ahra’ rappresenta  un passaggio, una via che porta a scoprire il lato più profondo e sconosciuto di noi stessi. Letteralmente queste parole significano apertura per l’altra parte, ma in questo contesto assumono un significato molto più profondo. Anche i testi dei brani sono pregni di simbologie, ancora una volta Thomas Karlsson ha superato se stesso nel proporre queste tematiche cabalistiche. Quando Thomas scrive i testi, lo fa con l’ottica del poeta, non pensa alla prosa, ma si pone nello stato d’animo che serve a scrivere una poesia. Anche per me a volte risultava difficile far mio il significato più profondo dei testi, tanto che a volte chiamavo Thomas e gli dicevo: ‘Ehi, Thomas, in questa canzone si può sapere che diavolo sto cantando??’ (ride, ndR)”.

ONESTAMENTE, CREDI CHE I THERION DI OGGI POSSANO ESSERE CONSIDERATI UNA BAND METAL A TUTTI GLI EFFETTI?
“Credo che un disco come ‘Sitra Ahra’ in fondo sia metal. Il percorso musicale dei Therion si è sempre evoluto, ma non ha mai dimenticato la sua componente metal. Sul nuovo disco sento anche un gustoso sapore di anni settanta, che inizialmente non era stato pianificato, ma è venuto fuori così! Certo, non possiamo parlare di metal classico, io userei il termine metal opera per descrivere la musica dei Therion. Detto questo, fammi però precisare quanto per me non sia assolutamente importante etichettare a tutti i costi la musica. L’importante è che la musica sia di qualità”.

SE PRENDIAMO IN CONSIDERAZIONE LA BREVISSIMA CANZONE “DIN”, TROVIAMO PERO’ UNA SFURIATA DEATH CHE CI RIPORTA AI VECCHI FASTI DEI THERION.
“La tua domanda mi permette di dire che uno degli aspetti più interessanti della musica dei Therion è la diversità di stili, il non volersi fossilizzare. Puoi trovare sfuriate heavy metal, parti classiche, voci femminili, orchestre e molto altro ancora. I Therion si evolvono sempre. Evoluzione significa esplorare nuovi territori senza timore ed avere il coraggio di proporli al pubblico. Ormai siamo musicisti con una certa età ed una carriera alle spalle, possiamo permetterci di correre qualche rischio e osare qualcosa in più”.

DAL VIVO COSA DOVREMO ASPETTARCI?
“Ancora non riesco ad essere preciso in merito alla scaletta che proporremo, perché dobbiamo ancora decidere, ma posso dirti che i nostri concerti dureranno almeno due ore e mezzo. A breve inizieremo le prove per proporre nel modo migliore possibile i brani dal vivo”.

PER QUALCHE DATA PARTICOLARE AVETE INTENZIONE DI PRESENTARVI CON UNA VERA ORCHESTRA?
“Credo proprio di no, ad oggi non ci sono piani in merito. La verità è che un’orchestra in carne e ossa è troppo costosa per noi, inoltre il posto dove suonare richiederebbe uno spazio eccessivo per ospitare tutti i musicisti sul palco. Nemmeno i Metallica sono riusciti a portare un’orchesta intera per un tour, figurati una band come la nostra!”.

THOMAS, PRIMA DI ENTRARE NEI THERION, QUAL ERA IL LORO DISCO CHE PIU’ APPREZZAVI?
“Mi vergogno quasi a risponderti, ma la verità è che prima di entrare nei Therion non avevo mai ascoltato proprio nulla di loro! Quando Christofer mi ha chiamato per chiedermi di unirmi alla band, io gli ho chiesto di mandarmi qualche pezzo per ascoltarlo e per capire che tipo di musica facevano. Il giorno dopo è arrivato il corriere a casa mia con un grosso pacco, contenente tutti i CD pubblicati dai Therion. A random ho preso un disco dal pacco, che guarda caso era proprio ‘Gothic Kabbalah’, ed ho ascoltato una canzone. Appena terminato il brano, ho richiamato Christofer per dargli conferma con grande entusiasmo! Volevo suonare a tutti i costi la musica dei Therion”.

E CHE MI DICI DEI PRIMI DISCHI DEI THERION, QUELLI PIU’ DEATH METAL?
“Onestamente non apprezzo molto il genere, il death metal non è proprio nelle mie corde, per cui non ho dato una chance a quei dischi. Anche se per me certa musica estrema pare più che altro un gran rumore, nutro profondo rispetto per chi la propone! Per quanto mi riguarda, i Therion che piacciono a me iniziano con ‘Theli’, uno dei dischi più belli della band”.

FINO A QUALCHE ANNO FA AVRESTI MAI PENSATO DI DIVENTARE IL CANTANTE DI UNA BAND COME I THERION?
“No, non ci avrei mai pensato! Sin da giovane, quando ho iniziato a fare musica, il mio sogno era di calcare palchi importanti come, ad esempio, quello del Wacken Festival! Avevo diciannove anni, oggi ne ho trentotto e sono riuscito a coronare il mio sogno. Crescendo ho allargato i miei orizzonti musicali e sono particolarmente fiero di far parte dei Therion oggi”.

PIU’IN GENERALE, COME VEDI IL FUTURO DELLA MUSICA?
“Credo che ormai ci si debba rassegnare sul fatto che internet e download di musica sono qui e ci resteranno per sempre. Nessuno può far nulla per combattere questo fenomeno. L’aspetto positivo è che ora le band devono suonare molto di più dal vivo, quindi i fan avranno più occasione per vedere i loro beniamini all’opera. Credo che canali come YouTube siano ottimi per la promozione e per farsi conoscere in tutto il mondo in modo facile ed immediato. Io sono un musicista, ma soprattutto fan della vecchia scuola, personalmente mi piace ascoltare nuove canzoni solo quando un disco è già uscito, invece che ‘sbirciare’ su internet. Mi piace stringere fra le mani la confezione con copertina e testi. Band grosse come Iron Maiden non saranno danneggiate più di tanto, i veri problemi dovranno affrontarli le giovani leve, che per ottenere un buon contratto dovranno fare i salti mortali.””

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