THREE STEPS TO THE OCEAN – Visioni acquatiche

Pubblicato il 27/01/2008 da
 
Non è per niente facile, al giorno d’oggi e nonostante l’immediata esposizione mediatica via MySpace, risultare interessanti, capaci e maturi già all’esordio discografico: i milanesi Three Steps To The Ocean, con all’attivo l’ottimo demo omonimo autoprodotto, sembrano essere riusciti ad attirare su di loro un buon livello d’attenzione, grazie ad un’attività live già rilevante e particolare, ma soprattutto a causa di un songwriting difficile e complesso da assimilare, in un sottogenere – il post-core psichedelico e sognante – già di per sé non appetibile a tutti. Stimolati ancor più dal carattere esclusivamente strumentale della proposta, abbiamo cercato di scoprire questa band parlando con il chitarrista Andrea, al quale lasciamo spazio e parola…

 
CIAO ANDREA! E’ D’OBBLIGO INIZIARE CON UNA DOVEROSA PRESENTAZIONE DELLA BAND: CHI SIETE E DA DOVE VENITE?
“I Three Steps To The Ocean sono: Andrea, Francesco, Andrea e Davide, rispettivamente chitarra, synth e programming, basso e batteria. Siamo sparsi tra le province di Milano e Varese”.

IL NOME DELLA BAND E’ MOLTO BELLO, SEBBENE SIA UN PO’ FIGLIO DI TUTTI QUESTI MONICKER COMPLESSI OGGI TANTO DI MODA: COME MAI AVETE SCELTO DI CHIAMARVI IN QUESTO MODO?
“Grazie, siamo contenti che ti piaccia! Per essere veramente un nome alla moda, però, doveva essere qualcosa tipo As We Bleed The Ocean… A parte gli scherzi, sinceramente è nato per caso, non era la nostra priorità trovare un nome, nonostante sia una, se non la prima cosa, in cui ci si imbatte quando si ha a che fare con un gruppo. Puoi vederla così: noi, con questo monicker, diamo le coordinate iniziali, il posto da cui partire, ma la via da seguire la tracciamo solamente con l’uso della nostra musica. Siamo, comunque, sempre un po’ restii a dargli un significato ufficiale, preferiamo lasciar spazio all’ascoltatore e alle sue sensazioni”.

SEMBRA ABBIATE CARO IL TEMA DELL’OCEANO (O COMUNQUE DELL’ACQUA): IL NOME, I TITOLI DEI PEZZI, IL CAVALLUCCIO MARINO A MO’ DI SIMBOLO. DA DOVE PROVIENE QUESTO TARLO?
“Sì, il tema oceanico è abbastanza evidente: la cosa che può sembrare ‘strana’ è che l’idea di utilizzare una sorta di concept di questo tipo è nata indipendentemente all’interno dei componenti della band. Io personalmente sono sempre stato affascinato dagli oceani e dalle creature che lo popolano; una volta adottato come nome dalla band un qualcosa che si riallacciava ad una mia passione, ho preso la palla al balzo per collegare il tutto all’oceano. I veri significati dei titoli e soprattutto la vera natura del concept saranno magari più chiari una volta completato il primo album in studio…diciamo che il demo è solo un assaggio”.

SO CHE AVETE TRASCORSO PARECCHIO TEMPO IN SALA PROVE, PRIMA DI USCIRE ALLO SCOPERTO ED INIZIARE L’ATTIVITA’ LIVE. QUESTIONE DI PERFEZIONISMO O COS’ALTRO? VOLEVATE ESSER SICURI DI AVERE IN MANO UN SUONO CONVINCENTE?
“Praticamente entrambe le cose: sicuramente volevamo essere sicuri che quello che facevamo fosse in grado di soddisfare noi stessi e fosse per me sarei ancora in sala prove a comporre la prima canzone!”.

IL PRIMO ASPETTO DELLA VOSTRA MUSICA CHE SALTA ALL’ORECCHIO E’ L’ASSENZA DI UN VOCALIST, UNA SCELTA DAVVERO RISCHIOSA, SOPRATTUTTO IN UN CAMPO OSTICO QUALE IL POST-CORE. COME MAI QUESTO AZZARDO? E PER IL FUTURO?
“Sinceramente non ci siamo mai interessati all’essere ricollegati ad una scena di qualunque tipo, ci hanno definito in vari modi ma nessuno di questi ci sembra totalmente in grado di rispecchiare la nostra musica. Nessuna delle nostre scelte è figlia di ragionamenti su rischi e benefici. Il nostro obiettivo numero uno era quello di soddisfare la nostra voglia di suonare senza alcun tipo di limitazione: ad un certo punto il problema della voce era in qualche modo limitante, di conseguenza la cosa più naturale da fare per noi è stato quello di eliminare il problema e continuare ad essere strumentali. Ad oggi siamo un gruppo ‘felicemente’ strumentale e siamo dell’idea di continuare su questa rotta; per il futuro tutto è possibile, molto probabilmente qualche esperimento vocale potrebbe venire fuori durante le ‘Outer Sessions’”.

IN CHE COSA CONSISTONO QUESTE “OUTER SESSIONS”?
“Sono un progetto nato dalla voglia di utilizzare strumenti e soluzioni stilistiche diverse dalle uscite ufficiali, e soprattutto il nostro intento è quello di produrre e proporre nuovo materiale a costo zero. Queste ‘Outer Sessions’, infatti, non avendo per noi alcun costo di produzione, saranno scaricabili gratuitamente da MySpace con scadenza periodica. Questi nuovi pezzi avranno un suono diverso e si baseranno principalmente su elettronica, chitarra acustica e basso. La prima delle ‘Outer Sessions’ è già disponibile e scaricabile. I feedback sono stati più che positivi ed abbiamo ricevuto alcune interessanti proposte di collaborazione che speriamo di riuscire a sfruttare”.

IL VOSTRO STILE E’ PARECCHIO INTROSPETTIVO, ATMOSFERICO ED IPNOTICO. NON E’ DA TUTTI COMPRENDERE APPIENO LA VOSTRA PROPOSTA, PER DI PIU’, COME GIA’ DETTO, SENZA CANTANTE: PENSATE DI ESSERE UNA BAND DIFFICILE DA ASCOLTARE?
“No, non crediamo affatto di essere una band difficile da ascoltare. Forse da approcciare”.

QUALE ASPETTO DELLA VOSTRA MUSICA CONSIDERATE PIU’ IMPORTANTE? L’ATMOSFERA, LA TECNICA, LA MELODIA, LA COMPLESSITA’?
“Praticamente siamo tutti autodidatti, quindi la tecnica in senso stretto è probabilmente l’ultimo dei nostri pensieri. Molto più importanti sono melodia, atmosfera e anche la complessità della struttura dei brani; se non variamo ci annoiamo. Ma forse la cosa che più ricerchiamo nella stesura dei pezzi è la contrapposizione tra la melodia e la calma con la distorsione e la sperimentazione; non è certo un’innovazione, ma quando c’è la botta siamo sempre contenti”.

LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE SONO PIUTTOSTO CHIARE, MA SE ANDIAMO A SCAVARE NEL VOSTRO BACKGROUND MUSICALE, COSA SI PUO’ TROVARE?
“Siamo tutti e quattro divoratori di musica, non ci siamo mai fossilizzati su un genere, ascoltiamo dalla trance al grind-core, passando dal pop; se poi i generi si mischiano siamo ancora più contenti. Siamo sempre aperti a tutto quello che in qualche modo smuove il nostro interesse o magari più semplicemente è abbastanza tamarro da farsi ascoltare in fila in tangenziale, tipo gli Annotations Of An Autopsy o i Waking The Cadaver”.

COME NASCE UN BRANO DEI THREE STEPS TO THE OCEAN?
“Scannandosi tra di noi in sala prove…siamo abbastanza maniacali, registriamo tutto quello che facciamo durante le prove e ci lavoriamo sia improvvisando sia rielaborando singolarmente a casa propria. Continuiamo ad aggiungere, cambiare, allungare, accorciare e riarrangiare, fino a quando non siamo pienamente soddisfatti di quello che sentiamo. Pensiamo anche di essere abbastanza critici con noi stessi, tant’è che abbiamo più volte ricominciato da capo dopo alcuni mesi di lavoro”.

AVETE GIA’ UNA DISCRETA ATTIVITA’ CONCERTISTICA, CONDITA ANCHE DALLA PRESTIGIOSA DATA DI SUPPORTO AI CALLISTO: COM’E’ STATO SUONARE CON UNA BAND GIA’ ABBASTANZA AFFERMATA?
“È stata veramente un’esperienza fantastica! Era la nostra terza data live e dovevamo aprire per uno dei gruppi che più ci ha influenzato, quindi eravamo abbastanza intimoriti… Il tutto è finito con una gara di insulti finnico-italiani seduti davanti ad una pizza fino alle quattro del mattino!”.

PROGRAMMI PER IL FUTURO? AVETE PER CASO RICEVUTO QUALCHE PROPOSTA DI CONTRATTO? CI SONO NUOVI PEZZI IN ARRIVO?
“Sono appena tornato da due mesi dall’altra parte del mondo per motivi di studio, quindi abbiamo da poco ricominciato l’attività live e ripreso a lavorare sui nuovi pezzi, alcuni dei quali già li proponiamo durante i nostri concerti. È da poco disponibile una ristampa in vinile colorato 12” del nostro EP. Questa produzione è a cura dell’americana KNVBI Records e sarà distribuita negli Stati Uniti tramite negozi e siti internet dedicati, oppure direttamente tramite il MySpace della KNVBI. È comunque possibile acquistare il disco anche presso di noi ed ai nostri concerti. Probabilmente c’è in ballo anche uno split con un ottimo gruppo di un’etichetta inglese, sarà confermato però verso metà dicembre (l’intervista si è svolta a fine novembre, ndR). Per aprile stiamo organizzando un mini-tour in Germania. L’organizzazione di questi eventi è in mano alla Discorporate Records e alla piattaforma DIY Church Of Noise. Sempre in primavera vorremmo entrare in studio per la realizzazione del nostro primo full length. Per quanto riguarda la questione etichetta, abbiamo un paio di contatti, in particolar modo in Germania, ma per ora la nostra firma non c’è da nessuna parte. Si vedrà!”.

OK ANDREA, QUESTO E’ TUTTO! A TE LE ULTIME PAROLE E GRAZIE MILLE…
“Per prima cosa grazie a Metalitalia.com per lo spazio dedicatoci; ringraziamo anche tutti quelli che ci stanno supportando o semplicemente apprezzando. Per qualsiasi informazione potete contattarci tramite il nostro Myspace, che vi consigliamo di tenere d’occhio per le novità e soprattutto per i concerti: www.myspace.com/threestepstotheocean o tramite mail all’indirizzo threestepstotheocean@gmail.com. A presto”.

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