Tra le formazioni italiane che negli ultimi tempi si stanno facendo segnalare con prepotenza anche e soprattutto al di fuori del sottobosco nazionale, annoveriamo senza dubbio i Thulsa Doom, recentemente arrivati al traguardo del primo full-length con il velenoso “A Fate Worse Than Death”, uscito per l’affermata etichetta irlandese Invictus Productions. I death metaller capitolini si dedicano ad un suono pienamente e fieramente vecchia scuola, rivelando senza mezzi termini un debole – tanto a livello stilistico quanto attitudinale – per l’operato dei primi Morbid Angel, Sadistic Intent e Incubus. In definitiva, musica che a inizio millennio in certi circoli era considerata superata e che adesso, fortunatamente, sta vivendo una seconda giovinezza, grazie ad una schiera di agguerrite realtà underground che hanno deciso di riscoprire e ridare lustro agli insegnamenti degli antichi maestri. Spazio quindi alle parole di V.K. Nail e Filippo Phantomlord, qui chiamati a raccontarci la genesi della loro band e la composizione del loro primo full-length album.
BENTORNATI. CI SONO VOLUTI QUASI QUATTRO ANNI PER DARE ALLE STAMPE IL VOSTRO PRIMO ALBUM, DOPO L’OTTIMO EP D’ESORDIO “REALMS OF HATRED”. COSA È ACCADUTO IN QUESTO LASSO DI TEMPO? È STATO IMPIEGATO INTERAMENTE PER COMPORRE/REGISTRARE?
Nail: – Ciao Metalitalia.com e grazie per l’intervista. Devo dire che gli ultimi quattro anni sono stati davvero duri, credo non solo per noi, ma per tutto il mondo della musica. Ovviamente mi riferisco al Covid, che ha congestionato tutto, etichette discografiche incluse, le quali per la stampa di un LP ormai impiegano tempi biblici. Come gruppo abbiamo poi dovuto far fronte ad una riorganizzazione interna: essendo il nostro batterista Lorenzo B.G. Triumph spostatosi a Milano per lavoro e avendo il nostro bassista A. Cutthroat lasciato la band per motivi personali, abbiamo di comune accordo modificato la formazione spostando Lorenzo al basso e introducendo dietro le pelli Luca ‘Herald’, già batterista nei Demonomancy.
Sebbene un paio di canzoni siano state realizzate già nel 2019, il periodo più prolifico della composizione stranamente lo abbiamo avuto proprio nel 2020, in piena pandemia. Si direbbe che l’isolamento ed il maggior tempo libero abbiano fruttato. A tutto questo aggiungi poi la nostra ‘pignoleria’: preferiamo far uscire una release solo dopo che siamo realmente convinti delle canzoni. Ecco qui che sono passati quattro anni!
Filippo: – Come ha già detto Nail, fondamentalmente sì. Essendo una band a distanza, e data la pandemia, purtroppo i tempi si sono dilatati di molto. Songwriting forzato a casa e prove centellinate.
FACCIAMO PER UN ATTIMO UN PASSO INDIETRO: COME NASCONO I THULSA DOOM? DA DOVE È ARRIVATA LA COSIDDETTA SCINTILLA PER AVVIARE QUESTA BAND?
Nail: – I Thulsa Doom nascono a fine 2017 quando io e Filippo Phantomlord eravamo in uscita dai nostri precedenti gruppi (Necromancer e Vultures Vengeance io, Filippo dai Lurking Terror), e abbiamo così deciso di unire le forze a creare un progetto death metal nuovo, sulla base dei gusti e della sintonia musicale comune. Pochi mesi dopo si unì alla batteria Lorenzo B.G.Triumph e con questa formazione qualche mese dopo era pronto il nostro EP “Realms of Hatred”. In quel periodo c’è voluto davvero poco per affiatarci in sala prove e trovare la giusta sintonia.
Filippo: – Si può dire che i Thulsa Doom siano nati dalla fusione delle nostre ex band, Lurking Terror e Necromancer. Io e Alessandro decidemmo di ripartire da zero con un nuovo progetto precisamente una sera al concerto dei Candlemass.
SULL’EP ERA CHIARO CHE LA VOSTRA INTENZIONE FOSSE QUELLA DI SUONARE DEATH METAL SULLA SCIA DI CLASSICI COME MORBID ANGEL, SADISTIC INTENT E NECROVORE. QUAL È STATO IL PIANO PER “A FATE WORSE THAN DEATH”?
Nail: – L’imprinting del gruppo nasce certamente dagli ascolti che hai citato. Sin dall’inizio abbiamo messo in chiaro che l’idea che ha alimentato la produzione dei Thulsa Doom è quella di miscelare il death metal di prima scuola con tematiche e influenze epiche. “A Fate Worse Than Death” continua certamente su questa scia e cerca di sviluppare ulteriormente l’idea e forgiare un sound più personale.
Filippo: – Non credo ci sia stato nessun piano, semplicemente il nostro songwriting si è evoluto in una direzione sempre più “american death metal worship” in modo del tutto spontaneo. In fin dei conti è da lì che viene il nostro background musicale.
L’ALBUM, ANCHE PER OVVI MOTIVI DI DURATA COMPLESSIVA, SUONA PIÙ AVVOLGENTE DELL’EP. TUTTAVIA SEMBRA ANCHE ESSERCI UN PIZZICO DI MELODIA IN PIÙ. IN GENERALE NON È SEMPLICE SUONARE COSÌ OLD SCHOOL E AL TEMPO STESSO NON RIPETERSI. LA TRACKLIST GODE DI UNO SVILUPPO MOLTO COINVOLGENTE.
Filippo: – Come già detto, non c’è stata un’intenzione predefinita. Mentre per l’EP c’è stata la fusione di due progetti già avviati e con dei riff o strutture già ‘definite’, per il disco abbiamo lavorato da zero. Questa commistione di epicità e violenza sonora è semplicemente quel tipo di sound che abbiamo da sempre perseguito.
VI È UN BRANO DEL DISCO AL QUALE VI SENTITE PARTICOLARMENTE LEGATI? E PERCHÈ?
Nail: – Per me “Cursed Domains Beyond” e “Lost Portal of Xhul” incarnano perfettamente le due anime che convivono nei Thulsa Doom. Il primo è pesante e tirato ma molto solido, un pezzo che live portavamo già nel 2019. “Lost Portal of Xhul” è invece un pezzo che abbozzai addirittura nel 2015, ed è sicuramente il punto più intenso e atmosferico dell’intero full-length.
Filippo: – Sicuramente “Cursed” e “Where Death Dwells”, dato che sono state le prime tracce scritte e che già eseguivamo live. Metterei anche “Order of the Black”, in quanto, per scriverla, più di ogni altro pezzo del disco penso incarni la mia ossessione per i Morbid Angel. Ma nel complesso non c’è una traccia che preferisco veramente, sono entusiasta di tutto il disco dall’inizio alla fine.
ANCHE LA RESA SONORA È ‘VINTAGE’, NEL SENSO CHE L’ALBUM SUONA CHIARO MA CALDO E ORGANICO. RACCONTATECI DELLE REGISTRAZIONI.
Nail: – Anche per il full-length ci siamo affidati per le registrazioni ed il missaggio a Marco di “The Forge Music Productions” e mastermind di Flamekeeper e Demonomancy. Le registrazioni sono state effettuate presso lo Snake Studio di Guglielmo Nodari a Roma in agosto 2021. La parola d’ordine che ha guidato la produzione è stato cercare un sound più pesante rispetto all’EP ma con un eco classico. Credo che Marco anche stavolta abbia centrato l’obiettivo.
DI COSA PARLA “A FATE…”? PARLATECI DEL CONCEPT DEL DISCO.
Nail: – “A Fate Worse Than Death” non è nato come concept album, ma effettivamente le canzoni hanno un mood e delle tematiche più o meno comuni. Il titolo mi girava in testa da un po’ e lo proposi in quanto suona sinistro e sintetizza bene il mood dei testi, in cui parliamo di deserti desolati, guerre antiche, invocazioni demoniache. In poche parole, l’idea di universo epico ed oscuro, in cui tutto sembra destinato ad un destino terribile ed apparentemente ineluttabile, al quale si deve far fronte con la propria forza o con la guerra per poter sopravvivere, è in qualche modo un tema ricorrente e si sposa con la musica.
Filippo: – Come per “Realm…”, abbiamo portato avanti la nostra passione per il dark fantasy, ma cercando di creare un nostro, per usare un termine letterario, ‘universo’ oscuro ed epico che si legasse perfettamente con la nostra evoluzione musicale.
“A FATE…” ESCE PER INVICTUS PRODUCTIONS, PRATICAMENTE UNA GARANZIA IN QUESTO CAMPO. COME AVETE TROVATO UN ACCORDO CON L’ETICHETTA IRLANDESE E COME VANNO LE COSE CON LORO?
Nail: – Le cose vanno molto bene. È un’etichetta che apprezziamo molto ed abbiamo un ottimo rapporto con il boss, Darragh, che ha dimostrato di tenere molto e credere nel nostro progetto. Abbiamo avuto contatti con Darragh tramite Marco dei Flamekeeper/Demonomancy. Speriamo che questa collaborazione prosegua anche in futuro.
VI SONO PIANI PER UN TOUR E/O DATE LIVE NEL PROSSIMO FUTURO?
Nail: – Per un tour futuro ci stiamo ragionando. A livello di date, abbiamo imminente (l’intervista si è svolta a fine settembre, ndR) il release party qui a Roma per l’uscita del disco, assieme a Flamekeeper e Dethroner, e una data a Barcellona il prossimo dicembre. Sono sicuro che presto annunceremo altre date.
AVETE GIÀ COMPOSTO DELLE NUOVE CANZONI? DOPO PENSATE CHE LA VOSTRA MUSICA ANDRÀ A PARARE IN FUTURO?
Nail: – Per citare il nostro titolo, il fato è ancora da svelare – e speriamo non sia peggio della morte (risate, ndR). Scherzi a parte, c’è qualche bozza di idea, ma è ancora tutto da elaborare.
Filippo: – Sì, c’è già qualcosa che bolle in pentola, a breve si ri-inizierà con il songwriting.
IMMAGINO CHE SIATE AVIDI ASCOLTATORI DI MUSICA E CHE SEGUIATE L’UNDERGROUND: QUALI SONO SINORA LE VOSTRE USCITE PREFERITE DEL 2022?
Filippo: – Mah, non si ascolta nulla dopo il ’95! Scherzo: l’ultimo degli Archgoat (sempre una garanzia), il nuovo dei Cerebral Rot e dei Grand Belial’s Key. E poi attendo con ansia l’uscita dei nuovi Autopsy e Ares Kingdom.