THY CATAFALQUE – La purezza dell’infanzia

Pubblicato il 16/04/2020 da

Tamás Kátai, la mente dietro alla musica dei Thy Catafalque, è uno di quegli artisti che cerca sempre di spingersi oltre, sfidando se stesso in un continuo percorso di evoluzione che l’ha portato negli anni a mescolare generi e stili fino a renderne impercettibili i confini. L’ultimo “Naiv” si conferma come un ennesimo lavoro sopraffino, che ispirandosi al movimento artistico dei pittori naïf, sembra voler rivendicare quello spirito libero, non accademico e puro che ancora arde nella musica dei Thy Catafalque. Ecco, dunque, le riflessioni che ha voluto condividere con noi il poliedrico artista ungherese.

TAMÁS, IL NUOVO ALBUM È ISPIRATO AL MOVIMENTO NAÏF, PARTIAMO PROPRIO DA QUI, QUALI PUNTI IN COMUNE AVETE?
– Durante le registrazioni mi sono accorto di avere diverse somiglianze con il movimento naïf, ad esempio sono un autodidatta, non ho avuto una formazione accademica. Non lo dico con orgoglio, perché sicuramente mi avrebbe aiutato molto nel corso degli anni, ma è così. Inoltre ci sono diversi testi dei Thy Catafalque che si riferiscono all’infanzia e anche “Naiv” non fa eccezione. I pittori naïf riuscivano a preservare l’immaginazione della loro infanzia e anche questo è un punto in comune. In sostanza, quindi, non è che questo movimento artistico sia stato proprio una fonte di ispirazione, piuttosto è una dichiarazione di come il mio approccio sia simile al loro.

EPPURE LA MUSICA DEI THY CATAFALQUE È TUTT’ALTRO CHE SEMPLICE O INGENUA: È NECESSARIA LA GIUSTA ATTENZIONE E DEDIZIONE PER APPREZZARE LE NUMEROSE SFACCETTATURE DELLA TUA ARTE. NON PENSI CHE DA QUESTO PUNTO DI VISTA CI SIA UNA SORTA DI CONTRASTO RISPETTO AL MOVIMENTO NAÏF?
– Penso che questo lavoro sia quello più facile da assimilare di tutta la mia discografia, eppure sono d’accordo con te quando dici che necessita di attenzione. Tuttavia ai miei occhi sembra piuttosto semplice, nel senso che non ci sono assoli intricati o passaggi strumentali virtuosistici. L’esecuzione in sé è semplice, confortevole. Ci sono delle stratificazioni di tanto in tanto, è vero, ma il tema della fanciullezza è ben presente nei testi e nelle tematiche delle canzoni, anche se, ahimè, la cosa non è facilmente comprensibile per coloro che non parlano l’ungherese. Fin dal nostro terzo album, “Tűnő Idő Tárlat”, abbiamo spesso raccontato ricordi d’infanzia, pensa anche solo alla copertina di “Róka Hasa Rádió”. È un tema ricorrente, che emerge con regolarità e che si riconferma anche per “Naiv”.

RISPETTO AL PRECEDENTE “GEOMETRIA”, QUALI SONO LE CARATTERISTICHE O LE DIFFERENZE CHE VORRESTI SOTTOLINEARE AI NOSTRI LETTORI?
– Come dicevo, in generale è un album più accessibile. È anche più giocoso, divertente. “Geometria” aveva un tono più cupo, mentre questo è più leggero e rilassato, in generale. Non saprei dire il motivo, ma questo nuovo album ha qualcosa di edificante. Ho attraversato molti cambiamenti nella mia vita, ultimamente: mi sono trasferito nuovamente in Ungheria durante il processo di scrittura e registrazione dell’album, dopo aver passato dieci anni in Scozia. Ora vivo a Budapest, non avevo mai vissuto lì, e credo che la musica mi abbia aiutato a gestire questi cambiamenti, una specie di fuga dalla dura realtà del mondo.

VISTO CHE HAI PARLATO DEL PROCESSO COMPOSITIVO, QUAL È IL TUO METODO DI SCRITTURA?
– Il mio approccio è molto semplice: faccio tutto quello che mi sembra stimolante ed espressivo, indipendentemente da tutto il resto. Non mi spingo oltre i confini solo per il gusto di buttare tutto all’aria, non sono interessato a deridere le regole dei generi musicali tradizionali. Al tempo stesso, però, se qualcosa mi sembra divertente e avventuroso, non ho problemi a provarlo. Così posso scrivere una canzone semplice, dallo stile vagamente pop, e metterla di fianco ad un brano metal più tradizionale e tirato. Perché no?

IMMAGINO CHE QUESTA VARIETÀ SI RIFLETTA ANCHE NELLA MUSICA CHE ASCOLTI. COSA GIRA NEL TUO LETTORE IN QUESTO PERIODO?
– Ultimamente sto ascoltando Secret Chiefs 3, Kaláka, oscure formazioni folk ungheresi e l’ultimo degli Slipknot! È forte.

IN “NAIV” POSSIAMO ASCOLTARE GLI STRUMENTI PIÙ DISPARATI, COME FLAUTI, ARCHI, OTTONI E VIA DICENDO. COME DECIDI QUALI STRUMENTI INCLUDERE IN UNA CANZONE?
– Scelgo ciò che più si adatta alla canzone: inizio a registrare qualcosa e dopo un po’ di tempo la canzone inizia a prendere forma, quasi in autonomia, fornendomi nuovi spunti. Questo è il momento in cui valuto se e come introdurre altri strumenti. Ho bisogno sempre di una ventata di freschezza e i musicisti con cui collaboro sono sempre fonte di ispirazione. Tutto quello che suonano può diventare una scintilla per nuove idee. Ad esempio avevo ricevuto un messaggio da Vajk, che suona l’oud (strumento arabo a corde simile a un liuto, ndR), in cui mi diceva di essere interessato a partecipare ad uno dei miei progetti. Io stavo proprio scrivendo un brano con una forte componente mediorientale e questa sua offerta cadeva proprio a pennello. Abbiamo completato la canzone con il suo oud ed è diventata “A Valóság Kazamatái”.

IL CONTRIBUTO DEI MUSICISTI OSPITI È TOTALMENTE FRUTTO DELLA LORO ISPIRAZIONE O SEI TU A DARE LE INDICAZIONI SU COSA VUOI CHE SUONINO E COME?
– Dipende, ma in generale mi piace lasciarli liberi di esprimersi, perché sanno molto meglio di me di cosa sono capaci i loro strumenti. Ovviamente c’è sempre una traccia di base, un’idea di fondo, ma all’interno di questi confini possono muoversi in totale libertà. E questa è una cosa che in molte occasioni mi ha aiutato a far evolvere le canzoni, mi ha mostrato dei sentieri che da solo non sarei mai riuscito a percorrere. Lo stesso vale anche per le parti vocali e mi considero fortunato ad avere amici così entusiasti e di talento.

PRIMA HAI PARLATO DEI TESTI SCRITTI NELLA TUA LINGUA. QUESTA SCELTA È DETTATA DAL DESIDERIO DI VOLER PRESERVARE LE TUE RADICI?
– Sì, ma non è solo questo. Molto semplicemente riesco ad esprimermi meglio, in modo più puro, nella mia lingua madre. Per me è una cosa totalmente naturale e scontata cantare nella mia lingua. È una questione di onestà e purezza.

LA TUA MUSICA È ECLETTICA, CON UNA FORTE PERSONALITÀ. CREDI CHE SIA ANCORA POSSIBILE CREARE QUALCOSA DI NUOVO E ORIGINALE IN UN GENERE CHE HA GIÀ SPERIMENTATO OGNI SORTA DI EVOLUZIONE E CONTAMINAZIONE?
– Sì, credo che sia sempre possibile creare qualcosa di nuovo, ma personalmente non è una cosa che mi interessi particolarmente.

I TUOI FAN HANNO SEMPRE ASPETTATIVE MOLTO ELEVATE SUI TUOI ALBUM. PROBABILMENTE PERCHÈ OGNI VOLTA CERCHI DI SPINGERTI UN PO’ PIÙ IN LÀ. SENTI UN PO’ IL PESO DI QUESTE ASPETTATIVE ARRIVATO ORMAI A NOVE ALBUM PUBBLICATI?
– Mi piacerebbe poterti dire di no, ma sì, lo sento. Avere delle ottime recensioni è un po’ un’arma a doppio taglio, fa quasi paura, perché alza sempre di più l’asticella e anche se in fondo si tratta solo di giocare con melodie e suoni, non vuoi deludere coloro che amano la tua musica. Ma è importante anche tenere a mente che la ragione per cui, ad esempio, mi trovo oggi a parlare con te, è che sono sempre stato egoista per quanto riguarda la musica, facendo solo quello che ho voluto, senza considerare il giudizio del pubblico. Non voglio sembrare arrogante, è solo che ho bisogno di trarre piacere in prima persona da quello che faccio e dopodiché, certo, è una grande soddisfazione quando anche gli altri riescono ad apprezzarlo.

I THY CATAFALQUE NON SONO UNA BAND CHE AMA ESIBIRSI DAL VIVO. SENTI MAI LA NECESSITÀ DI INIZIARE AD ESPRIMERTI ANCHE ATTRAVERSO I CONCERTI (L’intervista è stata realizzata agli inizi di febbraio, ndR)?
È una cosa che ho fatto con i Gire, la mia vecchia band, per dieci anni. Un bellissimo periodo, davvero, ma ora l’idea di mettermi a lavorare ad una produzione live all’altezza da zero mi genera troppo stress e, in tutta onestà, non mi sento così a mio agio sul palco. Sto bene a casa.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.