TIME AND THE HUNTER – Collezione di sabbia

Pubblicato il 29/05/2025 da

Time And The Hunter è un progetto nato quattro anni fa grazie alla collaborazione tra il chitarrista svedese Niklas Sundin (ex Dark Tranquillity ed ora attivo come Mitochondrial Sun) ed il cantante/chitarrista italiano Enrico Longhin (The Moor).
Il duo ha pubblicato lo scorso aprile il disco d’esordio “Weapon I”, un lavoro di difficile catalogazione, che si muove in territori lontani dal metal, tra elettronica, trip hop ed un cantautorato dalle atmosfere oscure e malinconiche.
In questa intervista con i due protagonisti abbiamo parlato della nascita della band, dell’album e di ciò che sarà in futuro.

CIAO NIKLAS, CIAO ENRICO, BENVENUTI SU METALITALIA.COM E CONGRATULAZIONI PER L’ALBUM. COME È NATO IL PROGETTO TIME AND THE HUNTER? COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO?
Enrico: Grazie a voi! È un piacere essere qui con voi, ho sempre seguito Metalitalia.com in tutte le sue forme, eventi e webzine.
Conosco Niklas da anni e abbiamo già collaborato per il mio progetto The Moor, con il suo contributo visivo e grafico. Circa quattro anni fa, a dicembre 2020, Niklas mi ha inviato un file con musica su cui cantare, ispirato dal suo progetto Mitochondrial Sun. Quel brano, insieme al successivo, è venuto fuori molto bene, e da lì è nato il desiderio condiviso di fare qualcosa insieme.
Ed eccoci qui, dopo quattro anni, con un album finito e altri brani in lavorazione.
Niklas: Grazie! L’Italia ha sempre sostenuto molto i Dark Tranquillity e ho dei bei ricordi sia di Metalitalia, sia delle esibizioni al vostro festival, quindi sono felice di essere qui!

“TIME AND THE HUNTER” E’ IL NOME INGLESE DI “TI CON ZERO”, RACCOLTA DI RACCONTI DELLO SCRITTORE ITALO CALVINO. C’E’ QUALCHE LEGAME CON IL VOSTRO NOME? COME L’AVETE SCELTO?
Enrico: Esatto, mi sono imbattuto in questi racconti e mi è venuto in mente di utilizzarne il titolo per il nostro moniker durante il processo di selezione tra altri nomi.
“Time And The Hunter”, con la sua unicità e il modo in cui scrive Calvino, si adattava perfettamente al concept e al mondo che stavamo creando ed esplorando. La storia della freccia e del leone in “Ti con zero” ci ha colpito, soprattutto per il suo giocare con le variabili spazio e tempo, un tema che ci ha ispirato, così abbiamo deciso di utilizzarlo come nome.

COME DESCRIVERESTE IL GENERE CHE SUONATE?
Enrico: Direi che è musica senza confini. Non è metal, ma genericamente è dark wave o comunque new wave con varie influenze.
Chi ha ascoltato l’album completo ha pensato ad un’ispirazione nei moderni negli Ulver e nei Katatonia più recenti, ma anche in Nick Cave e David Bowie, il primo per l’aspetto cantautorale e per la capacità di dipingere scenari con testi e voce, il secondo per le atmosfere oscure che sa creare, soprattutto nei suoi lavori più dark.
Niklas: ‘Musica senza confini’ suona bene. È musica elettronica con una certa vena narrativa dark. Pur non essendo affatto metal, sospetto che sia il tipo di musica elettronica che molti metallari troverebbero attraente, forse per le vibrazioni più dark o per lo stile delle melodie che probabilmente porta ancora qualche traccia dei nostri molti anni nelle rispettive band metal.
In generale, però, oggigiorno è molto più facile per i musicisti dire semplicemente alla gente di ascoltare i pezzi, invece di cercare di trovare una descrizione perfetta per la propria musica (argomento su cui è difficile essere completamente obiettivi).

L’HEAVY METAL È SENZA DUBBIO SOLO UNA PICCOLA PARTE DEL VOSTRO SUONO MA, COME MI CONFERMATE, TIME AND THE HUNTER È NATO DAL VOSTRO BISOGNO DI ESPLORARE TERRITORI DIVERSI, FUORI DAI CONFINI DELLA MUSICA CHE SUONATE DI SOLITO. SIETE D’ACCORDO?
Enrico: Assolutamente, il metal fa parte del nostro DNA, ma essere liberi dall’utilizzo di una band completa con i soliti strumenti ci ha permesso di lavorare con ciò che ritenevamo necessario.
I Time And The Hunter sono in definitiva un progetto elettronico, ma non ci poniamo limiti nell’uso di elementi come chitarre e basso con sonorità derivate dal metal (vedi “The Great Disturbance”). Questo ha dato sfogo a tutta la creatività che volevamo infondere in questo progetto.
Niklas: Sì, questo è uno degli aspetti più interessanti della musica elettronica, quello che mi ha davvero incuriosito anche quando ho iniziato con i Mitochondrial Sun.
Nel metal, bisogna lavorare con una struttura strumentale rigida: batteria, basso, due chitarre e voce (e magari tastiere). Ciò è fantastico sotto molti aspetti, e a volte le restrizioni possono davvero aiutare la creatività, ma è anche molto liberatorio fare musica dove letteralmente tutto è possibile, in termini di arrangiamenti e di strumenti da utilizzare.

CI SONO ARTISTI O GRUPPI CHE INFLUENZANO LA VOSTRA MUSICA IN QUESTO PARTICOLARE PROGETTO?
Enrico: Oltre ai già citati Ulver, che musicalmente sono molto vicini alla nostra proposta, mi sono sempre ispirato vocalmente ad artisti della scena pop anni ’80, alla musica progressive e ad artisti eclettici come Mike Patton, soprattutto nei suoi progetti solisti.
Niklas: È sempre difficile individuare influenze precise, e citarne solo alcune non sempre fornisce un quadro completo.
Mi piace pensare che tutto ciò che si è ascoltato abbia un qualche effetto sulla propria musica, consapevolmente o meno. Immagino che: “Suona un po’ come gli Ulver” sarà un commento frequente, ma l’obiettivo è ovviamente che i Time And The Hunter abbiano una propria identità (e credo proprio che sia così, già in questo momento).

“MYCELIUM” È STATO IL PRIMO PEZZO UTILIZZATO COME SINGOLO. PERCHÉ L’AVETE SCELTO? È STATA ANCHE LA PRIMA CANZONE CHE AVETE SCRITTO?
Enrico: In realtà, è una delle ultime che abbiamo scritto, su cui abbiamo lavorato molto, come se avessimo un’idea chiara di dove dovesse andare il brano fin dall’inizio. Ha subito molte modifiche e versioni.
L’abbiamo scelta perché è un pezzo complesso e non convenzionale, pur mantenendo una melodia e un ritornello orecchiabili che ti rimangono in testa. È anche la prima traccia dell’album, quindi volevamo presentare i brani nell’ordine in cui appaiono nel disco.
Niklas: Non è mai facile scegliere i singoli, soprattutto quando si tratta di presentare un nuovo progetto come questo, ma “Mycelium” ci è sembrata una canzone così forte, imprevedibile quanto orecchiabile, che è diventata la scelta ovvia. Rappresenta bene il nostro universo sonoro e dà una buona idea di cosa voglia essere la band, anche se ogni canzone ha una propria identità e un proprio sound.

L’ALTRO SINGOLO SCELTO PER ORA È “THE FOLLOWING SILENCE”, CON MIKAEL STANNE DEI DARK TRANQUILLITY. COME È NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
Enrico: la collaborazione con Mikael è stata suggerita ancora prima che decidessimo il brano, per ovvi motivi e perché ha seguito il progetto fin dalla sua nascita. È un fan di certe sonorità e ci piaceva l’idea di avere il suo contributo nell’album.
Abbiamo scelto questo brano, inizialmente intitolato “Only The Following”, e gli abbiamo dato carta bianca, ma con una traccia vocale di base che avevo scritto io. Tutto è rimasto come era all’origine, e Mikael ha aggiunto altri frammenti di testo e le sue parti nelle strofe, rendendola una vera e propria canzone, con tutti e tre coinvolti. Le parti ritmiche sono state poi modificate per enfatizzare il suo lavoro, piuttosto che il contrario, quindi credo che questa decisione abbia rafforzato il brano, rendendo tutto più organico.
C’è anche un altro singolo, “The Great Disturbance” che, a differenza degli altri due, non ha un video musicale, ma lo abbiamo pubblicato per secondo per seguire l’ordine della tracklist.
Niklas: Sì, era ovvio chiedere a Mikael. A parte il fatto che io e lui abbiamo suonato per quasi trent’anni nella stessa band e ci conosciamo fin dalla prima infanzia, è un cantante fantastico che, contro ogni previsione, riesce ad esprimersi sempre meglio, anno dopo anno.
Come ha detto Enrico, è un sostenitore di Time and the Hunter da molto prima che chiunque altro venisse a conoscenza del progetto, è riuscito a offrire una performance vocale fantastica e anche a partecipare alle riprese del video di “The Following Silence”, nonostante i suoi impegni siano frenetici.

DI COSA PARLANO I TESTI?
Enrico: Sono testi introspettivi e allegorici che descrivono sensazioni specifiche. Parliamo molto del mondo in cui viviamo, delle nostre paure e della consapevolezza di invecchiare.
Parlano di un mondo che a volte sembra ripiegarsi su se stesso e non evolversi, di un mondo che si ‘arma’ (da qui “Weapon I”) anziché trovare un terreno comune, di queste divisioni che lacerano sempre di più la nostra società e che a volte ritroviamo dentro di noi come crepe insormontabili.
Spesso il lato pessimista dei testi parte dal riconoscere qualcosa che non mi piace in me, ciò in cui credo, il valore della morte unito alla gioia di una nuova nascita: argomenti che possono sembrare generici ma che scatenano parole attentamente pensate, scritte, poi cancellate e riscritte.
Una genesi di impulsi, che a volte definirei furiosi, ma che in definitiva descrivono stati d’animo in bilico tra felicità e tristezza.

VIVETE IN PAESI DIVERSI E AVETE MOLTI PROGETTI A CUI DEDICARVI. COME RIUSCITE A LAVORARE INSIEME? COME CONDIVIDETE IL VOSTRO IMPEGNO NELLA SCRITTURA DEI PEZZI? ALLA LUCE DI CIO’, QUANTO TEMPO CI È VOLUTO PER COMPORRE L’INTERO ALBUM?
Enrico: Abbiamo sempre lavorato da remoto, senza fretta o date fisse, così da poter usare il progetto come incubatore di idee e, in un certo senso, come rifugio. Dato che entrambi abbiamo sempre lavorato nei nostri studi casalinghi, ed essendo entrambi un po’ maniaci del controllo (ride, ndr), abbiamo organizzato una bacheca online dove potevamo fare brainstorming, creare mappe mentali e archiviare tutto ciò su cui stavamo lavorando. La usiamo ancora oggi. Abbiamo scritto molte canzoni in circa quattro anni, ed è per questo che l’album ha la dicitura ‘parte uno’ nel titolo.
Niklas: Il processo è stato sorprendentemente semplice. Siamo entrambi piuttosto ben organizzati, Enrico probabilmente un po’ più di me (ride, ndr), e musicalmente siamo davvero in sintonia, al punto che spesso abbiamo pensato entrambi di cambiare esattamente gli stessi piccoli dettagli nelle canzoni, quindi questo metodo ha funzionato benissimo.
Immagino che sarebbe più difficile se si trattasse di una band di cinque persone, dove ognuno ha un’opinione diversa, ma per un duo in cui si hanno gusti molto simili e si lavora per lo stesso obiettivo, il processo è molto più fluido di quanto si possa pensare.

“WEAPON I” È STATO PUBBLICATO DALLA INERTIAL MUSIC, UN’ETICHETTA ITALIANA IN EVOLUZIONE CHE HA SOTTO CONTRATTO DIVERSI GRUPPI METAL, MA NON SOLO. SAPPIAMO CHE È LA STESSA ETICHETTA CON CUI LAVORATE PER LE ALTRE DUE VOSTRE BAND, THE MOOR E MITOCHONDRIAL SUN, E CHE ENRICO C’ENTRA QUALCOSA…
COME È NATA LA COLLABORAZIONE CON LORO?

Enrico: Ho fondato Inertial Music l’anno scorso, ecco svelato il segreto! Inizialmente era un progetto per pubblicare “Ombra” della mia band The Moor come lo volevamo ma, col tempo, grazie a collaborazioni con distributori come Season of Mist USA, è diventata un’etichetta a tutti gli effetti, seppur di nicchia, dove diamo priorità alla qualità rispetto alla quantità.
Poter decidere cosa fare e quando farlo, senza restrizioni, e pubblicare l’album con le tempistiche che volevamo ci ha fatto sentire liberi, ed abbiamo deciso di pubblicare “Weapon I” con Inertial Music proprio per questo motivo.
Niklas: Penso che Inertial Music sia il posto ideale per Time And The Hunter. Entrambi amiamo avere il controllo e dare una mano sia nelle questioni pratiche che in quelle artistiche, e in un certo senso è più divertente essere doversi impegnare nel DIY e in tutti gli aspetti della realizzazione di un disco che essere una delle cinquanta band di un’etichetta tradizionale.
C’è sicuramente spazio per le etichette più grandi che fanno le cose in modo convenzionale e, a differenza di molti musicisti, ho avuto solo esperienze positive con loro, ma per questo tipo di progetto – che non va in tournée né mira a conquistare il mondo con qualsiasi mezzo necessario – ha davvero senso essere noi stessi responsabili di tutto.

A PROPOSITO, C’E’ QUALCHE POSSIBILITÀ DI VEDERE TIME AND THE HUNTER SU UN PALCO?
Enrico: Non lo escluderei, anche se al momento è piuttosto difficile. Bisognerebbe pianificare attentamente per evitare che si trasformi in uno scenario in cui uno canta e l’altro è al computer a premere pulsanti e suonare la tastiera o la chitarra, ma mai dire mai!
Niklas: Non è impossibile, e sono sicuro che potrebbe essere qualcosa di grandioso.
Tuttavia, oltre al fatto che attualmente viviamo in paesi diversi, c’è anche la questione di dover arrangiare e tradurre questi brani creati in studio in qualcosa che possa essere eseguito dal vivo in modo autentico – possibilmente con l’aiuto di altri musicisti – il che richiederebbe molto tempo e risorse.
Come ha detto Enrico, non può essere solo un tizio con un portatile e l’altro che canta, ma mai dire mai.

COME GIA’ DISCUSSO AVETE GIÀ IN PROGRAMMA UN SECONDO CAPITOLO DI QUESTA COLLABORAZIONE. AVETE UN’IDEA DI CHE DIREZIONE PRENDERÀ?
Enrico: Come ho detto, sì, il titolo dell’album è “Weapon I”, e la seconda parte è attualmente in lavorazione. Ma non posso aggiungere altro.
Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato e per le ottime domande. Potete ordinare l’album sul sito inertial-music.com nei suoi vari formati.
A presto, e grazie a tutti per i feedback positivi che abbiamo ricevuto finora!
Niklas: Grazie mille per il supporto e per l’intervista!

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