TIME MACHINE – Project: Reviviscence

Pubblicato il 20/04/2004 da


Parlare dei Time Machine significa fare innanzitutto un salto temporale nella preistoria del metal progressivo tricolore, quando il termine professionalità era un qualcosa di sconosciuto fra gli addetti ai lavori, eccezion fatta per alcuni act gloriosi (i primi Labyrinth, i toscani Eldritch, i romani Shoggoth), molti dei quali tuttora in attività, pur contraddistinti da un approccio compositivo differente. Per i Time Machine il tempo sembra essersi fermato al tenebroso concept “Dungeons Of The Vatican”, orgogliosamente arroccati come sono su una formula, quella del concept album, riproposta con convinzione e con una line up nuovamente rivoluzionata. Di questo ed altro abbiamo parlato con il mastermind Lorenzo Deho.


LORENZO, PRIMA DI TUTTO CREDO SIA DOVEROSO SPENDERE DUE PAROLE SULLA RINNOVATA LINE UP DEI TIME MACHINE…
“Innanzitutto vorrei/vorremmo ringraziare chi ci segue da tanti anni con tanta fedeltà e affetto! Senza di loro non ci saremmo noi. E’ l’ennesima nuova formazione, ormai anch’io ho perso il conto di quante ce ne siano state! Comunque ben venga, perché ancora una volta siamo riusciti a fare un ulteriore passo avanti, e il nuovo album parla da sé. Della formazione originaria sono rimasto solo io, poi c’é Gianluca Ferro (chitarre) che è con noi dal 2000, ha fatto la parte live di Khali, ha suonato su ‘Evil’ e ora è stabile nella nostra band. E’ un chitarrista fenomenale ed è anche un ottimo compositore/arrangiatore. Lo stesso vale per Gianluca Galli (chitarre), il cui stile è totalmente diverso da quello di Ferro. E’ con noi dal Gods Of Metal 2002. Alla voce ora abbiamo Marco Sivo, cantante eccezionale, serio, professionale e modesto; una di quelle persone con cui è piacevolissimo lavorare. L’ultima entry in ordine cronologico è Sigfrido Percich alla batteria, che è subentrato a disco ormai ultimato. La caratteristica di questa line-up è che è la più tecnica che abbiamo avuto fin’ora. Oltre a Gianluca Ferro, notoriamente impressionante e sicuramente uno dei migliori chitarristi in Europa, anche gli altri ragazzi fanno spavento; e non sono solo ottimi esecutori, tutti loro hanno contribuito tantissimo alla realizzazione del lavoro anche nelle fasi di composizione e arrangiamento. E, guarda caso, i lavori sono filati via lisci, senza il minimo intoppo”.

COSA PUOI DIRCI IN MERITO ALLE COLLABORAZIONI ILLUSTRI TARGATE ANGRA, SHAMAN E BLEZQI ZATSAZ?
“Era tanto che si voleva fare qualcosa insieme, poi per vari motivi di tempo e logistica non eravamo riusciti a ‘quagliare’. Poi l’anno scorso siamo riusciti ad incontrarci al Gods e abbiamo deciso; inutile dire che la partecipazione di Kiko, Rafael e Fabio è stata la ciliegina su una torta già di per sé bella ricca… e incrementare il livello del disco in termini di tecnica e classe ha fatto solo bene al risultato finale. Anche gli altri ospiti hanno lasciato il segno: Mariano e Andrea dei Concept hanno svolto una parte determinante e Matt Giuliani (ex Snake Eyes/Edge Of Forever) si è confermato addirittura in più ruoli. Del resto il disco è il più elaborato che abbiamo mai realizzato, c’è un mare di roba che suona e gira ad ogni passaggio ed il contributo di ognuno ha ‘solo’ abbellito il tutto.Per me è stata una soddisfazione enorme far incontrare tutti questi grandi musicisti nello stesso album”.

I CAMBIAMENTI DI LINE UP SONO UNA COSTANTE DELLA VOSTRA STORIA. NON PENSI CHE TALE SITUAZIONE ALLA LUNGA ABBIA PREGIUDICATO L’ADESIONE DI UNA BELLA FETTA DI FAN ALLA TUA BAND? MI SPIEGO: SOPRATTUTTO NEL METAL L’APPASSIONATO CERCA UN’ IDENTIFICAZIONE CON I MEMBRI DI UNA FORMAZIONE, E SPESSO E’ DIFFICILE RAPPORTARSI AD UN “PROGETTO APERTO” COME QUELLO INCARNATO DAI TIME MACHINE.
“Certo, una line up costante avrebbe dato alla band un’immagine diversa, sicuramente più appetibile ad un’audience più giovane. Tuttavia i nostri ascoltatori sono prevalentemente adulti, intendo dire dai 17-18 anni in su, e loro guardano prevalentemente al contenuto musicale perché è ciò che comprano quando acquistano un compact disc. Del resto, come ben sai, nel prog il concetto di ‘progetto aperto’ è sempre stato molto diffuso, quindi anche noi non ci siamo mai curati più di tanto del fatto che continuiamo a cambiare formazione. E poi, piuttosto che spararsi in faccia ogni due per tre, è meglio salutarsi e rimanere amici. Sappiamo tutti di gruppi in cui alcuni membri pubblicamente sono amici-amiconi, e poi…”.

“REVIVISCENCE” RAPPRESENTA IL SECONDO CAPITOLO DI UN CONCEPT MOLTO PARTICOLARE. TI ANDREBBE DI DESCRIVERLO NEI DETTAGLI?
“Detto in modo estremamente semplicistico è l’analisi dell’eterno confronto bene/male e di come la separazione tra gli stessi non sia così nitida e sempre distinguibile. Per potere affrontare appropriatamente un argomento così complesso e vasto abbiamo avuto la fortuna di potere ‘utilizzare’ il protagonista dei romanzi di Valerio Evangelisti. Si tratta di un inquisitore domenicano realmente esistito che si muove su più piani temporali e in situazioni dove il bene e il male spesso si confondono. Con la collaborazione dello stesso Evangelisti abbiamo quindi imbastito un progetto che potesse adattarsi ad una trasposizione musicale del ‘concettone’, ed ecco che per svolgerlo bene un solo disco non bastava. Pertanto abbiamo optato per una trilogia, con tutto il fascino – e le problematiche – che un’opera del genere comporta. Il confronto si svolge in prima persona, creando dei dialoghi in cui facciamo dire ad ogni controparte ciò che noi pensiamo che possa realmente dire. Cercherò di spiegarmi meglio: l’Angelo del Male accusa il genere umano di atti in cui quest’ultimo non ha responsabilità ma che, invece, dal genere umano gli vengono addebitati. Si intende quindi che non si capisce quanto male vi sia nel male, soprattutto in una visione influenzata da un qualsiasi credo religioso. Parimenti, il bene non è sempre assoluto ma, se la Chiesa Romana e l’Inquisizione non avessero fatto quello che hanno fatto nei paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo, a quest’ora saremmo anche noi parte dell’Islam. E questa commistione si perpetua nei secoli, ogni volta fruendo di una ‘reviviscenza’ degli opposti… insomma, un bel casino, ma sicuramente una bella materia per poter riflettere su ciò che siamo”.

COME NASCE GENERALMENTE UN BRANO DEI TIME MACHINE? LAVORATE SEPARATAMENTE ALLE IDEE O JAMMATE REGOLARMENTE?
“Di norma sono io che stendo la prima bozza, poi invio il demo agli altri che lo elaborano con idee proprie. A volte riusciamo a provare i brani in sala prove, a volte entriamo in studio senza neanche esserci visti prima… dipende dagli impegni del periodo. ‘Reviviscence’ è stato realizzato in questo modo e solo alcuni brani sono stati ‘testati’ ed elaborati in sala. Il lavoro è stato assemblato in studio con le parti che ognuno aveva registrato a casa propria o presso il proprio studio ‘di fiducia’. Ognuno ha fornito una montagna di materiale per ogni brano e in studio abbiamo selezionato ciò che più si addiceva ad ogni singola parte; dopo di che abbiamo registrato le voci e mixato. Se non ci fosse la tecnologia, altro che tutta ‘sta comodità! Però non ne abbiamo abusato con porcate tipo il correttore dell’intonazione della voce, ecc. – anche perché non ne abbiamo avuto bisogno. Come ho detto prima, questa line-up è veramente molto valida”.

COME PENSATE DI PROMUOVERE IL NUOVO ALBUM?
“Be’, per il momento aspettiamo che esca per vedere quale sarà il riscontro ottenuto, quindi ci muoveremo di conseguenza. Sicuramente faremo qualche data in Italia e dintorni, in Grecia e forse anche nel Nord Europa. Per l’anno prossimo abbiamo in previsione anche qualche data negli USA in quanto per quel territorio abbiamo firmato con la Sensory, l’etichetta di Gordian Knot, Spiral Architect, Wuthering Heights, ecc. Abbiamo appena firmato con la Massacre, ad eccezione della Francia dove siamo su NTS; per di più si è appena riaperta la trattativa con la EMI Toshiba per il Giappone: dita incrociate… Stiamo anche pensando ad un video per il brano ‘Angel Lucifer’, ma ancora tutto dipende da come andrà l’album… sai com’è… le label, prima di tirar fuori i soldi…”.

SEI ANCORA COINVOLTO NEL PROGETTO KHALI?
“Direi di sì, anzi, penso che sarò io ad ‘ereditarlo’, visto che gli altri membri sono letteralmente ‘svaniti’. Penso che comincerò a lavorarci sopra il prossimo autunno, ma ho intenzione di dare una svolta stilistica feroce, ho un paio di idee al riguardo ma non ho ancora avuto il tempo di focalizzarle bene”.

SEI UN SOSTENITORE DELLA FORMULA DEL CONCEPT ALBUM: NON CREDI CHE SI TRATTI DI UN MODULO COMPOSITIVO INFLAZIONATO, SOPRATTUTTO NEL PROG?
“Dipende da cosa fai e da come lo fai, dipende da quali soggetti ed argomenti tratti… è come il cinema o la letteratura. Ovvio che se ti occupi solo di draghi, spade, elfi, principesse, vichinghi, ecc., alla fine stufi e ti stufi. Prendi ad esempio ‘The Towers Of Avarice’ degli Zero Hour o ‘Reason And Truth’ dei Concept: più ti ci addentri e più si aprono porte e nuove visioni. Per usare termini cinematografici, abbiamo di fronte la stessa differenza che corre tra ‘Rocky’ e ‘The Prophecy’. La base del concept è il fondamento letterario che affianca la musica, e la vastità che la cultura umana offre è talmente ampia che sembra non avere limiti. Prendi un qualsiasi argomento e inizia ad allacciarlo ad una visione filosofica, sociale, spirituale, politica, ecc., e vedrai che non ne vieni più a capo. Poi lo devi abbinare alla musica, e far sì che questa da sé già sia capace di descrivere ciò che intendi trattare. E’ sempre una bella sfida, e non sempre ci si riesce. Per me è una specie di tortura, non riesco a scrivere di certe cose se non contestualizzandole; ci ho provato, ma non sono rimasto soddisfatto del risultato, anzi…”.
 
HAI ALTRI PROGETTI IN CANTIERE, OLTRE AI TIME MACHINE?
“Non in questo periodo, ho una famiglia meravigliosa e voglio dedicare ad essa tutto il tempo possibile! Dopo dieci anni di corsa voglio tirare un po’ il fiato e preferisco non mettere troppa carne al fuoco, col rischio di commettere errori… o meglio, altri errori. Abbiamo appena realizzato delle musiche per un DVD di wrestling e siamo in standby per una colonna sonora cinematografica. Nel frattempo ci prendiamo una brevissima pausa di vita privata”.

NELLA DECENNALE CARRIERA DEI TIME MACHINE CI SONO DELLE SCELTE (A LIVELLO DI ALBUM) CHE NON RIFARESTI?
“Certamente, e sarei ipocrita se non lo ammettessi. Più che dei lavori realizzati parlerei dei cantanti, nel senso che avremmo avuto tra le mani ottimi album, se questi fossero stati cantati da cantanti veri e non da mediocri mercenari. D’altronde sbagliando s’impara, e il peggio è che a volte si persevera!”.

LA TUA OPINIONE SULLA SCENA PROGRESSIVE ITALIANA?
“Be’, l’Italia può vantare una tradizione progressive di primissimo livello, è una realtà planetaria, e questa non è solo una mia opinione. Guardati intorno: DGM, Madsword, Eldrich, Empty Tremor, Black Jester, ecc., solo per citare quelli prog-metal. La mia opinione è che siano proprio i gruppi prog e derivati ad essere i migliori gruppi italiani in quanto proponenti di uno stile proprio e per lo più innovativo ed esente da mode, trend, e quant’altro. Poi ci sono vere e proprie stelle come i Lacuna Coil, che hanno fatto un salto di qualità impressionante”.

QUALI DISCHI TI HANNO FAVOREVOLMENTE IMPRESSIONATO RECENTEMENTE?
“Alcuni recenti ed alcuni già datati: Gordian Knot – ‘Emergent’, Concept – ‘Reason And truth’, Yes – ‘Union’, Leonardo O.C.R., e una vagonata di musica classica”.

A TE LE ULTIME PAROLE PER LA CONCLUSIONE.
“Ne ho già dette troppe! Grazie a voi per lo spazio dedicatoci e grazie a chi da sempre ci segue fedelmente e con passione. Faremo sempre del nostro meglio per non deludervi mai”.

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