Una persona dalla calma che quasi mette a disagio, una persona che scandisce sillaba dopo sillaba ogni parola, questo è Timo Tolkki! Trovarsi faccia a faccia con il chitarrista e leader degli Stratovarius, questa volta in veste solista, mi ha spiazzato, soprattutto per il tipo di argomenti discussi. “Hymn To Life”, seconda fatica solista dell’axe-man finlandese, è un disco che parla di infanzia, di un terribile passato, ma nello stesso tempo trasuda una forte speranza, una voglia sovrumana di pace ed armonia con tutto e tutti, di questo abbiamo parlato molto con Timo, accorgendoci di come una vita di fama e gloria dal lato professionale possa nascondere tanta amarezza e voglia di ricominciare tutto da capo. Non abbiamo però raccolto solamente un’autobiografia, sempre di metal si parla, e abbiamo scoperto alcune interessanti novità sia sulle mosse future degli Stratovarius, sia dell’imminente release di Timo Kotipelto, anche lui in veste solista…leggete e sfamate la vostra curiosità!TIMO, POCO TEMPO FA DICEVI CHE TI SARESTI PRESO UN PERIODO DI PAUSA, HAI GIA’ CAMBIATO IDEA?
“Vedi, per essere precisi io intendevo prendermi una pausa dal lavoro con gli Stratovarius e dallo stress dei tour. L’anno scorso fortunatamente ho avuto un sacco di tempo libero da dedicare a me stesso e ho pensato che fosse il momento giusto per dar vita al mio secondo disco solista. Non credere che sia tornato alla vita frenetica, è stato molto rilassante per me comporre i pezzi e registrarli.”
E’ STATO SICURAMENTE RILASSANTE, GRAZIE ANCHE ALLA BELLA CASA SUL MARE DOVE HAI REGISTRATO “HYMN TO LIFE”, VERO?
“Hai proprio ragione, dovevi vedere che bel posto! Una casa vicinissima al mare e circondata dalla foresta…Lì ho scritto praticamente tutti i pezzi del disco e li ho registrati. Quel posto forniva un’atmosfera speciale, sicuramente adatta alle registrazioni.”
GIA’ DALLE PRIME NOTE, “HYMN TO LIFE” SI DELINEA COME UN ALBUM SOFT, MOLTO LONTANO DAL SOUND DEGLI STRATOVARIUS…
“Vuoi sapere il motivo di questa scelta? Ebbene non posso dirtelo, perché nemmeno riesco a darmi una risposta. Ho scritto le canzoni di ‘Hymn To Life’ in modo estremamente spontaneo, sono usciti pezzi molto calmi e tranquilli senza nessuna forzatura o premeditazione. Quando decido di comporre mi siedo, prendo carta e penna e mi lascio andare, non pianifico il risultato finale, io lavoro così.”
“HYMN TO LIFE” PARLA DEL TUO PASSATO, VERO? HAI VOGLIA DI RACCONTARCI QUALCOSA?
“Sì, come dicevi la maggior parte del materiale di ‘Hymn To Life’ parla del mio passato, delle mie esperienze in relazione alla società, all’universo, a Dio.”
OGGI, QUANDO PENSI AL TUO PASSATO, LO FAI IN MANIERA POSITIVA O NEGATIVA?
“Purtroppo se penso al mio passato, lo vedo in maniera sicuramente negativa. Quando ero molto piccolo ho avuto diversi problemi con i miei genitori, diverse parti del disco ne parlano, in particolare la canzone ‘Father’ è una sorta di sfogo personale. Purtroppo la mia infanzia non è stata molto romantica…però sono ancora qui, sono sopravvissuto.”
SEI SODDISFATTO DI TIMO TOLKKI COME UOMO E COME ARTISTA?
“Sì, sicuramente da entrambi i punti di vista posso ritenermi soddisfatto. Se devo essere sincero mi ritengo più realizzato come artista…sto ancora lavorando alla mia persona, ci sono ancora diversi ostacoli da superare per ritrovare la giusta serenità.”
C’E’ UN PEZZO DEL TUO DISCO CHE APPREZZI IN PARTICOLAR MODO?
“Mi piace molto la title track, specialmente dal punto di vista delle liriche. Era diverso tempo che volevo scrivere un testo del genere e sono molto soddisfatto del risultato finale. Anche musicalmente questo pezzo ha qualcosa di speciale: ci sono molte parti di piano, sono riuscito a catturare molti suoni della natura che conferiscono qualcosa di magico alla canzone.”
SUL DISCO, INSIEME A TE TROVIAMO MIKA ERVASKARI, IL PRIMISSIMO TASTIERISTA DEGLI STRATOVARIUS: COME MAI HAI SCELTO PROPRIO LUI?
“Vedi, innanzitutto volevo slegarmi dal nome Stratovarius almeno per quanto riguarda i musicisti di questo disco…poi Mika è il mio migliore amico di sempre, nonché un bravissimo tastierista. Mi trovo bene a suonare con lui, abbiamo una speciale affinità e lo stesso modo di concepire la musica, quindi è stato naturale sceglierlo per affiancarmi in quest’avventura. Per quanto riguarda il batterista, è un session man molto famoso in Finlandia e ha saputo dare una giusta impronta rock a ‘Hymn To Life’.”
PARLI MOLTO BENE DI MIKA…MA ALLORA PERCHE’ LASCIO’ GLI STRATOVARIUS?
“Non lo so proprio, non mi ha mai spiegato la vera ragione del suo abbandono! Spero di sapere, un giorno o l’altro, il perché della sua decisione.”
TIMO, CHE MAGIA HAI USATO PER CONVINCERE IL MITICO MICHAEL KISKE A CANTARE SUL DISCO?
“Semplice, ‘Hymn To Life’ non è un disco metal eheh! Scherzi a parte, da circa due anni io e Michael siamo in contatto e quando gli ho proposto di cantare lui ha risposto che lo avrebbe fatto solo e soltanto se il disco gli fosse piaciuto. Beh…tutti lo possono sentire su ‘Hymn To Life’, il che significa che almeno un po’ lo ha apprezzato!”
SE NON SBAGLIO NON HAI INTENZIONE DI FARE ALCUN TOUR PER PROMUOVERE “HYMN TO LIFE”…
“Esatto, voglio prendere un lungo break dai tour. Sono stato in giro troppo tempo, abbiamo fatto oltre cento shows e ora sento il bisogno di riposarmi, di staccare dalla vita on the road.
IL TUO PRIMO DISCO SOLISTA, “CLASSICAL VARIATIONS…”, SI DISCOSTA PESANTEMENTE DALLE SONORITA’ DI “HYMN TO LIFE”. A DISTANZA DI ANNI, SEI ANCORA SODDISFATTO DI QUELL’ALBUM?
“No, ormai non posso più ascoltare quel disco! Non lo sento mio anzi, ti dirò la verità, l’ho fatto solo per soldi. Suona malissimo ed il song writing è approssimativo, non riesco proprio ad apprezzarlo. Sono passati ben otto anni da allora e anch’io sono cambiato come persona, oggi non rifarei mai una cosa del genere.”
SU ‘HYMN TO LIFE’ HAI ABBANDONATO IL TUO STILE SPEED-NEOCLASSICO PER PROPORCI UN USO DELLA SEI CORDE PIU’ PERSONALE E CALDO: QUALE POTREBBE ESSERE LA GIUSTA ALCHIMIA DI SUONI PER TIMO TOLKKI?
“La migliore alchimia si può raggiungere semplicemente essendo soddisfatti di ciò che si suona. C’è a chi piace suonare veloce, c’è chi preferisce ritmi latini…l’importante è che la musica provenga dal cuore. Io cerco di esprimere le mie emozioni con la chitarra, e per far ciò non basta suonare cento note al minuto, a volte poche note possono parlare più di dieci canzoni, capisci ciò che voglio dire? Suonare veloce è semplicissimo, tutti potrebbero farlo con una buona dose di allenamento, più difficile invece è creare un suono personale capace di ‘raccontare’ le proprie emozioni a chi ascolta.”
TIMO, SAPEVO CHE TI ERI ISCRITTO ALL’UNIVERSITA’, RAMO PSICOLOGIA. SEI TUTT’ORA ISCRITTO?
“Purtroppo no, ho dovuto smettere perché ero arrivato al punto di dover compiere una scelta: musica o università. Entrambe le alternativa comportano il dispendio di molte energie e della maggior parte del proprio tempo, era impossibile riuscire a far bene il tutto. Non sono più un giovincello, ho 35 anni suonati di cui 20 passati a fare il musicista e sarebbe seccante arrivare a 50 senza ancora essere laureato. Ho quindi scelto di proseguire la mia carriera, però sono ancora molto affascinato dalla psicologia e non perdo occasione per leggere molti libri sull’argomento.”
QUESTO TIPO DI STUDI TI HA AIUTATO NEL TUO LAVORO DI MUSICISTA?
“La psicologia mi ha aiutato molto, per tre anni sono stato in terapia da uno psicologo e questo periodo mi è stato indispensabile per capire molte cose. Oggi riesco a rapportarmi meglio col prossimo e a capire di più le persone…ciò vale anche per la mia musica.”
COSA ODI DELLA VITA DEL MUSICISTA?
“Non essere mai a casa, conoscere tantissime persone senza avere la possibilità di approfondire l’amicizia. Essere in tour per anni mette a dura prova la psiche di un musicista, tutto avviene sempre di fretta, senza mai un minuto di riposo…spesso viene voglia di staccare la spina per un po’.”
STAI GIA’ LAVORANDO AL NUOVO STRATOVARIUS?
“Sì, attualmente sto scrivendo dei pezzi nuovi. Lo stile è tipicamente Stratovarius, ma credo che i nuovi brani risulteranno ancora più heavy dei precedenti. Il materiale è ancora poco, ragion per cui non riesco ad essere più preciso…”
NEL TEMPO LIBERO CONTINUERAI LA TUA CARRIERA SOLISTA?
“Chi lo sa…ora mi sto concentrando esclusivamente sugli Stratovarius, farò un disco solista quando ne sentirò il bisogno, non prima.”
ORA HAI TRENTACINQUE ANNI…QUANDO SARAI CINQUANTENNE, PRENSI CHE TI TROVEREMO ANCORA A CALCARE I PALCHI DI MEZZO MONDO?
“Tutto può essere, sicuramente non suonerò più heavy metal perché mi sentirei ridicolo a quell’età. Mi piace molto la musica classica, la ascolto tutti i giorni, inoltre in questo periodo sto riscoprendo moltissime band pop-rock come gli U2 o i Queen. Non programmo che musica da suonare a cinquant’anni, oggi come fra vent’anni suonerò quello ciò che mi proviene dal cuore, sicuramente continuerò ad adorare il metal, ma non escludo di dedicarmi a tutt’altro.”
IN FINLANDIA LA SCENA METAL E’ SVILUPPATA SU DIVERSI FRONTI: DAL POWER DEGLI STRATOVARIUS, AI PIU’ ESTREMI CHILDREN OF BODOM, AI COMMERCIALI H.I.M.! ORMAI SIETE GRUPPI DA CLASSIFICA…
“Eheh sì, la scena metal da noi sta avendo un grosso successo, ma ciò è anche dovuto alla freschezza delle proposte! Ci sono un sacco di giovani bands con idee molto interessanti. Spero si vada avanti di questo passo, sicuramente si otterranno risultati ancora più soddisfacenti.”
PARLIAMO ORA DELL’ALTRO TIMO (KOTIPELTO, NDJR): COME SARA’ IL SUO DISCO SOLISTA?
“Il suo, per la tua gioia, è un vero e proprio disco metal eheheh! La caratteristica principale sarà l’abbandono della velocità tipica degli Stratovarius in favore di mid tempos dal sapore prettamente ottantiano. Ci saranno diversi ospiti che suoneranno, tra cui ricordo Michael Romeo (Symphony X) e Roland Grapow (ex Helloween).”
LO SCORSO ANNO ABBIAMO VISTO UN SACCO DI “METAL OPERE”, COME “AVANTASIA” O “NOSTRADAMUS”: COSA NE PENSI DI QUESTI ALL STAR PROJECTS?
“Musicalmente entrambi i dischi di cui parli sono di grande qualità, però la metal opera sta diventando un luogo comune. Personalmente non farei un progetto del genere. Mi piace invece l’idea dell’orchestra inserita in un contesto metal, è un qualcosa in cui sono molto coinvolto!”
QUAL E’ L’ULTIMO DISCO CHE TI HA VERAMENTE ENTUSIASMATO?
“Non ci crederai, ma ti rispondo ‘Joshua Tree’ degli U2. Come ti dicevo prima sto riscoprendo questa grandissima band, e le canzoni di questo disco mi trasmettono un sacco di emozioni!”
PREFERISCI ESPRIMERTI LIVE O IN STUDIO?
“Più passa il tempo, più mi interessa il lavoro in studio! Provare diverse soluzioni, sperimentare tanti suoni è molto stimolante per un musicista. C’è da dire che lavorare in studio non riuscirà mai a trasmetterti quell’energia che dà il pubblico mentre urla il tuo nome. Suonare davanti a tante persone che cantano tutte insieme le canzoni degli Stratovarius è per me un sogno, l’adrenalina va alle stelle.”
HAI SEMPRE DICHIARATO DI ODIARE IL PRIMO LAVORO DEGLI STRATOVARIUS, “FRIGHT NIGHT”…E’ DAVVERO COSI’ ORRIBILE?
“Sì, è un disco realizzato in pochissimi GIORNI e il risultato è ad essere buoni approssimativo. Eravamo nell’88 e abbiamo pagato tutta la nostra giovinezza ed inesperienza.”
DA QUANDO RIESCI A MANTENERTI GRAZIE AGLI STRATOVARIUS?
“Dal 1996 siamo riusciti a riscattare il frutto di tutte le nostre fatiche. Diciamo però che anche prima vivevo con la musica, in quanto davo lezioni di chitarra a tanti giovani speed guitar heroes ehehe!”
CIOE’? SPIEGATI MEGLIO…
“Era una battuta riferita al fatto che tutti i miei allievi volevano diventare in poco tempo dei piccoli Malmsteen provetti! Io cercavo di spiegare loro che la velocità non è tutto, che bisogna studiare diverse tecniche per poi arrivare a costruire un proprio sound…però la smania di divenire guitar heroes era troppa eheheh!”
CHE CONSIGLIO DARESTI AD UNA GIOVANE BAND IN CERCA DI SUCCESSO?
“Gli direi di scordarsi il successo! Bisogna innanzitutto amare il proprio strumento e lavorare per costruire una vera band che abbia qualcosa da dire. Ho impiegato dieci anni a costruire un’identità per gli Stratovarius, e un tempo come questo è necessario se si vuole studiare una proposta nuova e valida.
BENE, E’ IL MOMENTO DI SALUTARCI! QUALCOSA DA AGGIUNGERE?
“Vivete e siate felici! Questa è l’unica cosa che conta.”