E’ davvero triste quando una band italiana, fondamentale e fra le più rispettate al mondo nel genere di competenza – l’hardcore – arriva a chiudere la sua carriera nel pieno delle forze e delle speranze. Ma i To Kill, fin dai loro primi passi, hanno mostrato un’attitudine ed una devozione alla causa del loro messaggio inamovibili e quasi al limite dello stoico. Per cui, si comprende bene – e la si rispetta – la loro scelta di fermarsi quando qualcosa, qualche ingranaggio interno, è parso non essere più oliato a dovere. E quindi ecco la loro fine dei giorni, l’ottimo commiato “Antarctica”, album che, nel momento stesso di ampliare gli orizzonti musicali del quintetto romano, ne castra anche le velleità, andando a rimanere un magnifico monolite da tramandare ai posteri. Abbiamo sentito in merito la chitarrista Camilla, che non si è risparmiata nel raccontarci la fine dei To Kill…
CIAO CAMILLA! DUNQUE, PRIMA DI PARLARE INEVITABILMENTE DEL VOSTRO FUTURO, CONCENTRIAMOCI INNANZITUTTO SUL PRESENTE E SUL PASSATO PROSSIMO, OVVERO LA PUBBLICAZIONE DI “ANTARCTICA”. COME AVETE TRASCORSO QUESTO PAIO DI ANNI, DALLA RELEASE DI “WHEN BLOOD TURNS INTO STONE” FINO ALLE PRIME IDEE PER IL NUOVO ALBUM?
“Abbiamo passato questo intervallo di due anni a suonare in giro e a toglierci qualche altra soddisfazione. Per noi il live rappresentava moltissimo e penso che si sia capito visto che la storia dei To Kill si è basata soprattutto su questo. Siamo andati in tour con Parkway Drive, Bury Your Dead e Suicide Silence; abbiamo fatto un mini-tour con i Bane in Europa dell’Est e per finire siamo stati due settimane in tour con gli Shai Hulud”.
CREDO CHE L’EVOLUZIONE DEL VOSTRO SUONO INTRAPRESA IN “ANTARCTICA” SIA PIUTTOSTO EVIDENTE: PUR RESTANDO FEROCI E INTEGERRIMI, AVETE INSERITO PARECCHIA MELODIA NEL VOSTRO SONGWRITING E DICIAMO IN GENERALE PIU’ FRUIBILITA’. E’ STATA UNA SCELTA MEDITATA O I PEZZI SONO VENUTI FUORI COME VE LI SENTIVATE? PARLACI UN PO’ DELLA FASE DI COMPOSIZIONE…
“La fase di composizione è stata molto veloce. Da una parte perché avevamo tempi abbastanza stretti, dall’altra perché, come era accaduto già con ‘When Blood Turns Into Stone’, ci ritrovavamo in sala a buttare giù idee come se piovessero. Non siamo tipi che si mettono a tavolino per decidere il sound di un disco futuro; penso solo che, dopo tutti questi anni in cui abbiamo modellato il nostro stile intorno ad un ‘genere’, ci siamo sentiti ispirati nel provare nuovi arrangiamenti, metriche e melodie. Ascoltiamo musica molto varia e forse anche questo ha influito nella scrittura del disco”.
MI SEMBRA LOGICO ACCOSTARE QUESTO VOSTRO NUOVO APPROCCIO ALL’HARDCORE CON LA DECISIONE DI PORRE FINE ALLA STORIA DEI TO KILL. E’ COSI’? E’ UNA SCELTA DERIVATA DIRETTAMENTE DAL (LIEVE) CAMBIO DI SONORITA’? O C’E’ QUALCHE ALTRO MOTIVO PIU’ PERSONALE?
“Non penso che il cambio di sonorità si possa collegare alla fine dei To Kill. E poi aspetta, non è che dal mosh siamo passati alla rumba! Credo che una minima evoluzione ci debba essere in un gruppo, perché sennò si rischia di annoiare. In ‘Antarctica’ ci siamo presi un po’ più di libertà e personalmente sono soddisfatta a pieno di tutto quello che questo disco rappresenta. Non bisogna poi tralasciare il fatto che stare molti giorni in tour con gruppi più bravi e maturi, inevitabilmente ti spinge a metterti alla prova e a fare esperienze sonore diverse da quelle fatte fino a poco tempo prima”.
ARTWORK E CONTENUTI GRAFICI SONO COMPLETAMENTE FUORI DAL CONTESTO IN CUI SI MUOVE SOLITAMENTE L’HARDCORE. VUOI SPIEGARCI UN PO’ QUESTA SCELTA PER QUANTO RIGUARDA IL BOOKLET E LA COVER?
“Quando abbiamo iniziato a supportare Sea Shepherd Conservation Society (l’organizzazione mondiale non-profit che combatte con la forza i soprusi verso l’ambiente marino, che fra l’altro ha da poco varato un nuovo vascello chiamandolo Gojira, anche per ringraziare la metalband francese che ne è ferma sostenitrice, ndR), Josh (cantante dei To Kill, ndR) era in contatto con alcune persone che facevano parte dell’organigramma dell’associazione. Visto che volevamo fare un booklet abbastanza ‘gelido’, ha scritto a Sea Shepherd per sapere se potevamo utilizzare alcune loro foto. Dopo qualche giorno ci sono arrivate alcune cartelle di scatti di fotografi che avevano partecipato alle campagne precedenti in Antartide. Abbiamo scelto le più belle e Nicola degli Awaken Demons ci ha fatto un artwork a mio giudizio bellissimo”.
E INVECE PER QUANTO RIGUARDA L’OSPITATA DI GREG BENNICK? OLTRE AD ESSERE L’EX VOCALIST DEI TRIAL, E’ ANCHE UN PERSONAGGIO DI RINOMATA FAMA. IMMAGINO SIA FONTE D’ISPIRAZIONE ANCHE EXTRA-MUSICALE…
“I Trial sono uno di quei gruppi che ha fatto la storia dell’hc, senza di loro probabilmente una fetta di questo genere non esisterebbe. Ora non ricordo bene com’è andata la faccenda, però penso che Josh conoscesse Greg già da un po’ e Greg stava veramente in fissa con i To Kill. Ricordo che quando mi aggiunse su Facebook mi iniziò a scrivere in chat dicendo che eravamo fichi, che saremmo dovuti andare in America e che non vedeva l’ora di venire in Europa per vederci live e per conoscerci di persona. Così ci venne in mente di chiedergli una guest e lui naturalmente fu più che felice di farcela. Ci siamo poi conosciuti di persona al Fluff Fest del 2009, perché noi eravamo gli headliner del venerdì e loro del sabato. Un concerto indimenticabile”.
I TESTI DI “ANTARCTICA” SONO MOLTO BELLI. LI HO TROVATI PARECCHIO PERSONALI E FORSE PIU’ INTROSPETTIVI RISPETTO AL PASSATO, QUASI ATTI AD ANNUNCIARE LO SPLIT. ANCHE LE LYRICS SONO UN SEGNALE DI MATURITA’ RAGGIUNTA? E SONO STATE SCRITTE PRIMA O DOPO LA DECISIONE DI SCIOGLIERVI?
“Come per ogni disco, i testi sono stati scritti da Jai, il batterista, ed è avvenuto prima che decidessimo ufficialmente di scioglierci. Con i To Kill abbiamo sempre cercato di parlare di cose che reputiamo importanti e non ci siamo mai vergognati di prendere posizione su qualcosa o di esprimere al meglio ciò che pensiamo/proviamo. La decisione di scioglierci non è stata repentina. Probabilmente era da qualche mese che alcuni di noi vedevano le cose in modo diverso da prima, e forse questo ‘malessere’ lo abbiamo riversato nei testi tanto quanto nella musica”.
COME LASCIATE LA SCENA HARDCORE ROMANA/ITALIANA ED EUROPEA? DUE ANNI FA, QUANDO VI INTERVISTAI PER IL DISCO PRECEDENTE, SI ERA ANCORA IN PIENO BOOM METAL-CORE; OGGI ASSISTIAMO AL SUO LENTO DECLINO. COME LA VEDI?
“La scena italiana purtroppo è in forte declino. Sono pochissimi i gruppi di livello e tutto ciò porta ad una disaffezione generale. I locali si riempiono solo quando vengono gruppi stranieri e questo dovrebbe far pensare. In Europa, invece, penso che le cose vadano meglio anche se siamo abbagliati dalla fama di alcuni gruppi americani solo perché vengono dall’altra parte dell’oceano. Ci sono molte band europee che hanno una marcia in più rispetto ad una fetta di gruppi made in USA, ma il problema è sempre lo stesso: il mondo a stelle e strisce suscita più audience”.
TROVO RIDICOLO CHIEDERTI ORA SE IN FUTURO CI SARA’ POSSIBILITA’ DI REUNION. MA TI DOMANDO: C’E’ QUALCOSA CHE VI STIMOLEREBBE COSI’ TANTO DA FARVI PENSARE AD UN RITORNO? AD ESEMPIO L’AFFETTO DEI FAN…
“Mai dire mai nella vita, ma per come sono messe le cose ora non esistono le basi per organizzare una reunion”.
ALTRA DOMANDA PRESSOCHE’ SCONTATA E’ SAPERE CHE COSA BOLLE IN PENTOLA PER I MEMBRI DEI TO KILL… SO CHE CHIUDERETE CON ALCUNI LIVE, MA PROGETTI FUTURI CI SONO? NUOVE AVVENTURE?
“No, nessun live per i To Kill. Josh si è imbarcato con la Sea Shepherd e penso che ora sia in Australia. Gli altri hanno preso strade diverse, perciò non ci saranno live di addio. Ti posso dire però che io, Jai e Ugo (l’altro chitarrista, ndR) abbiamo messo su un nuovo gruppo che si chiama Chasing Planets. Il genere è ben diverso da quello dei To Kill ma se vi capita ascoltateci su Facebook o Myspace. Abbiamo anche in programma di fare qualche live nel 2011, perciò in caso ci si vede in giro”.
BENE, E’ TUTTO. GRAZIE MILLE PER LA DISPONIBILITA’, CAMILLA. A TE L’ONERE DELL’ULTIMO MESSAGGIO…
“Grazie a te dello spazio offertoci e grazie a tutti coloro che ci hanno seguito in questi anni. Per noi è stato indimenticabile. MEGAROCK!!”.